La sveglia nei confronti della “chiesa conciliare” suonerà a causa di alcuni gravissimi ed intollerabili scandali sessuali? (a latio i fedeli nella chiesa di Santo Spirito, n.d.r.)
E le famiglie preparano una class action “Ora i danni e un nuovo battesimo per i figli”
di Stefano Origone
Cresce la rabbia tra i parenti dei ragazzi della parrocchia: “Il vescovo sapeva tutto, facciamo causa: ci devono risarcire”. “Sapevamo che si accompagnava con uomini, ma che avesse attenzioni verso i piccoli no”
“La Curia sapeva tutto e non l’ha fermato: faremo un’azione legale collettiva e chiederemo un risarcimento”. I genitori delle vittime di don Riccardo Seppia annunciano una “class-action” contro la chiesa. “Lancio un appello a tutti quelli che hanno figli che hanno avuto a che fare con “lui” – spiega un padre riferendosi al parroco – . Fatevi avanti, non abbiate vergogna. Raccoglieremo le nostre storie e avremo giustizia”. L’orrore che è venuto a galla non fa vacillare la fede di chi vive in via Calda, nel quartiere di Sestri, ma mette in seria discussione uno dei sacramenti: il battesimo.

“Secondo noi – dicono alcune madri – il fatto che sia stato impartito da un prete che ha commesso queste cose non lo rende valido. Vogliamo che i nostri figli vengano ribattezzati”. Negli ultimi mesi si era registrata una fuga dall’oratorio di Santo Spirito. “Perché don Riccardo era un rompiscatole, fiscale sulla frequenza delle messe”, ma soprattutto “perché lo faceva apposta a far notare la sua omosessualità. Quasi per sfida, come per dire: sono al di sopra di tutto e di tutti, nessuno può mettersi contro di me”. “Non ho nulla contro i gay – ammette Alessandra, la parrucchiera – , sapevamo che si accompagnava con uomini, ma che avesse attenzioni morbose per i bambini, questo no, è inaccettabile”.
Un’ex insegnante racconta di aver incontrato la madre di un ragazzino che ha ricevuto gli sms dal parroco. “Gli chiedeva di andare a trovarlo per parlare del catechismo. Per fortuna è più maturo della sua età e ha capito che doveva stargli alla larga”. I piccoli parrocchiani sanno bene cosa è successo a don Riccardo. Hanno parlato con i genitori, hanno letto i giornali e ne hanno discusso anche a scuola. Hanno analizzato più dei grandi questa brutta storia e ora non hanno più paura di parlare. Così viene fuori non solo il don Seppia cupo, censore, ma anche il don che per loro era strano per via di un’ossessione: i capelli.
“Quando facevamo catechismo ci accarezzava in continuazione la testa, con forza – racconta un ragazzino mentre gioca sulle scale del portone con tre amichetti a “Yugioh” – . A uno che conosco ne ha strappato un piccolo ciuffo”. “A me dava i pizzicotti sulle guance e poi aveva quell’atteggiamento da femmina… “, ride un altro. Che ricordo avete del parroco? “Era terribile. Se arrivavi in ritardo di un minuto a catechismo o ti distraevi un attimo, ti “diceva di tutto”".
Don Riccardo e quella mania per i capelli; don Riccardo che metteva i timbri sul quaderno per identificare chi non andava a messa e che rimproverava chi arrivava in ritardo a catechismo. Spesso si fermava a chiacchierare con l’ex seminarista Emanuele Alfano, finito in carcere per induzione e favoreggiamento della prostituzione. “Un tipo strano – raccontano nel palazzo dove abitava con mamma e papà – , che d’inverno girava con una mantello nero lungo fino ai piedi chiuso da una catenina dorata”.
Fonte: La Repubblica, Genova.it 23/05/2011