ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 9 giugno 2011

Sant'Ignazio, prendi in mano la scopa (0 la spada) !

"La Civiltà Cattolica" mette in castigo de Mattei. E l'Osservatore Romano
 La polemica sul terremoto in Giappone come “castigo di Dio”, accesa da un intervento del professor Roberto de Mattei, vicepresidente del CNR, a Radio Maria del 16 marzo scorso, è arrivata fino alle alte stanze vaticane. La segreteria di stato ha approvato parola per parola una confutazione delle tesi di de Mattei fatta stampare sul numero del 21 maggio de “La Civiltà Cattolica“, a firma del gesuita Giandomenico Mucci, col titolo “La verità e lo scandalo”.

Nel sito della rivista l’articolo di padre Mucci non è accessibile. C’è solo il suo riassunto, che è questo:

LA VERITÀ E LO SCANDALOQuaderno N°3862 del 21/05/2011 - (Civ. Catt. II 319-424 )Giandomenico Mucci S.I.

L’articolo commenta un episodio che ha avuto molto rilievo sulla stampa. Il prof. Roberto de Mattei ha parlato di un probabile castigo divino sul Giappone sconvolto dal terremoto e dallo tsunami. L’articolo critica questa opinione alla luce di quanto insegna la Chiesa sul male fisico e della centralità che la fede in Cristo deve avere anche nell’interpretazione di tali drammi. Nel piano divino non esistono disgrazie, ma tutto è grazia. Questa è la salvezza: non sempre siamo salvati dal dolore, ma sempre veniamo salvati nel dolore. In realtà la sofferenza umana ha qualcosa di incomprensibile che può placarsi soltanto pensando e credendo che Dio non è indifferente al dolore degli uomini, tanto che vi ha preso parte nel Figlio. Sulla centralità di Gesù, quando si affronta il problema del male del dolore, insistono i documenti della Chiesa.

© Civiltà Cattolica pag.351-356

La ferma controreplica di de Mattei non si è fatta attendere. È comparsa il 1 giugno sul sito messainlatino.it 
In Essa de Mattei non solo ribadisce che le sue tesi “sono basate, parola su parola, sul Catechismo della Chiesa Cattolica, sulla teologia di sant’Agostino e di san Tommaso d’Aquino e sulle parole di innumerevoli santi”, ma chiama a propria difesa anche l’udienza generale di Benedetto XVI del 18 maggio, nella quale il papa, commentando la preghiera di Abramo a Dio perché risparmiasse Sodoma e Gomorra, aveva detto che “non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo”.

fonte: laciviltàcattolica.it via l'espressoblog (blog d'autore-Magister)

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