ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 1 novembre 2011

De Pietate



Per i bimbi mai nati
VATICANISTA DE LA STAMPA
Un rosario, recitato camminando per le 'viuzzè della Certosa di Bologna, e una preghiera, sussurrata di fronte a 77 numeri e un solo nome, Francesco, in un prato del grande cimitero felsineo. Nel giorno di Ognissanti, alla vigilia del quarto anniversario della morte di don Oreste Benzi, l'associazione Papa Giovanni XXIII - fondata proprio dal parroco riminese - ricorda i bambini mai nati, tutti quei 'piccolì che, per diversi motivi, non sono riusciti a venire alla luce. Un'ottantina di persone - guidate da Paola Dalmonte, responsabile bolognese del settore maternità difficile della Papa Giovanni XXIII, e da un diacono, responsabile della pastorale all'interno dell'Ospedale Maggiore - si sono raccolte dietro una grande croce, segnata dalla scritta 'dedicato a bimbi non natì, prima di intonare canti e recitare il rosario muovendosi, discretamente, tra i tanti cittadini saliti alla Certosa per un saluto ai propri cari nella ricorrenza dei Santi. Incuriositi, da quel drappello di giovani, adulti e anziani, venuti a rendere omaggio, come accade ormai da dodici anni, «a tutte le creature umane all'alba della vita, tutti piccoli defunti - osserva in una nota l'associazione romagnola - che sono vissuti per brevissimo tempo, ma non per questo meno uomini perchè la preziosità della vita non dipende dalla sua lunghezza». Momento conclusivo e culminante della preghiera - toccante e commosso - la testimonianza di una giovane coppia, Elisa e Luigi, che la scorsa settimana hanno deposto alla Certosa le spoglie del loro nascituro, morto prima di venire alla luce. Unico, tra 77 cartellini con un numero piantati nel terreno, ad avere il proprio nome, Francesco, scritto in giallo su una capannina blu contornata da una girandola di petali colorati. «Francesco - spiega Elisa - è stato sepolto il 25 ottobre: siamo sposati da 5 anni e abbiamo saputo ad agosto di aspettare un bambino, un bambino molto atteso e desiderato. A fine agosto, da una prima ecografia è emerso che qualcosa non stava andando bene e - ha aggiunto - da una seconda ecografia abbiamo avuto la certezza del fatto che il bimbo non si muoveva più. Non volevamo che finisse tra i rifiuti ospedalieri e così, pur tra tante difficolta» burocratiche e la non conoscenza da parte di tanti sui passi da compiere sulla sepoltura di un embrione, «siamo riusciti a sepellirlo martedi scorso». Un percorso tortuoso che Elisa e Luigi sperano possa essere snellito, in futuro. «Pur se breve - ha proseguito Elisa - la vita di Francesco è stata un dono meraviglioso. La sepoltura è importante perchè da rispetto e dignità alla persona, anche un embrione di tre millimetri, e poi per l'elaborazione del lutto: il poter dire, abbiamo fatto di tutto per consegnarli la piena dignità di persona». Oltre a Bologna, la commemorazione dei bimbi mai nati, da parte della Papa Giovanni XXII, è in programma oggi a Cuneo, Forlì e Modena e domani a Rimini, con una processione sulla tomba di don Oreste Benzi.

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