ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 8 dicembre 2011

L'immacolata di d.Dolindo


Dio, dopo aver maledetto nel serpente il demonio, gli annunziò la sconfitta che un giorno gli avrebbe inflitta il Redentore e la Vergine Immacolata che doveva dare al mondo la salvezza nel suo Figliuolo Divino. Il vers. 15 di questo capitolo è chiamato perciò il Protoevangelo, cioè il primo annunzio della buona novella, della liberazione. Dio disse al serpente che avrebbe posto un giorno inimicizia fra lui e la donna, fra il seme suo e il seme di lei. Non parlava di Eva ma di Maria, la vera donna, perennemente nemica di satana, perché Immacolata fin dal primo istante dei suo concepimento. In queste parole Dio rivelò il mistero dell'Immacolato Concepimento di Maria definito poi dal Papa Pio IX come dogma di fede. Il dogma sta proprio in queste parole.
Dio annunzia infatti la donna che doveva essere nemica di satana e che doveva dare alla luce il Figliuolo che doveva schiacciare il capo all'infernale dragone. Il seme di satana sono i demoni, il seme della Donna benedetta è il Redentore; Egli è chiamato con tutta ragione seme della donna, perché Maria lo generò dal suo seno senza concorso umano. La Donna Benedetta non sarebbe stata nemica di satana se per un istante solo fosse stata macchiata dalla colpa originale; dunque, per rivelazione diretta di Dio e quindi per fede, Essa fu immacolata fin dal primo istante del suo concepimento. Il Testo originale dice che il seme della donna schiaccerà il capo a satana: Porrò inimicizia fra il tuo seme ed il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo. La Volgata dice che glielo schiaccerà la donna: Essa ti schiaccerà il capo; i due sensi si equivalgono poiché Maria schiacciò il capo a satana per Gesù Cristo, e Gesù Cristo, Figlio di Maria, schiacciò il capo all'infernale serpente.

Dio soggiunge che il serpente si avventerà al calcagno del seme della Donna; è al Figlio di Maria che si riferiscono queste parole nel Testo originale ed annunziano la Passione dei Redentore. Satana infatti si avventò con tutta la furia del suo odio al calcagno, cioè all'Umanità del Redentore e con le sue perfide arti lo fece condannare a morte dagli Scribi, dai Farisei, dai Sacerdoti e da Pilato; si avventò ma non vinse, che anzi, come un serpente avventandosi al calcagno è calpestato proprio nell'atto che lo ferisce, così satana fu vinto dal Redentore proprio nell’atto nel quale gli fece dare la morte. Avventandosi contro l'umanità del Redentore, satana si lanciò anche contro la Donna Benedetta perché Essa fu addolorata e ripiena di angoscia per la morte del suo Figliuolo; ma in quel medesimo dolore Essa schiacciò il capo a satana, gli tolse il dominio che aveva sugli uomini, e li prese Essa, come Madre, in sua custodia.

L'inimicizia posta da Dio fra il serpente e la Donna, fra il seme diabolico e quello divino, sì estende logicamente a quelli che sono per il peccato discendenti di satana, ed a quelli che sono per la Redenzione figli di Maria Immacolata. Chi è di satana è nemico di Maria, chi è di Gesù Cristo è figlio di Maria; è questo il carattere dato da Dio stesso alla stirpe dell'inferno ed a quella della Redenzione. I poveri protestanti che rinnegano Maria debbono ponderare bene la loro vera situazione innanzi a Dio; essi non possono illudersi, e se amano la verità non possono negare che le loro sette hanno dolorosamente il segno della stirpe di satana. t per questo che mentre i poveri protestanti di mestiere, gl'infelici apostati delle nostre terre, rinnegano Maria, i protestanti di razza, diciamo così, e quelli in buona fede, ritornano a grandi passi nelle braccia della Madre divina. Solo un cieco od un opportunista aberrato dal danaro, può infatti non accorgersi che rinnegare Maria, ed esserle nemico è lo stesso che essere della stirpe di satana.

Dio, annunziando solennemente la venuta del Redentore futuro ed annunziando a satana la sconfitta che avrebbe avuto dalla Donna Immacolata, non parlò di Eva nè si rivolse ad essa, come già si è detto. Questo è tanto vero che Egli, dopo l'annunzio consolante, si rivolse alla Donna peccatrice e le inflisse la condanna che aveva meritato. Colei che per diletto e per orgoglio aveva colto il frutto proibito, con logica magnifica, veniva umiliata ed addolorata quando doveva dare il suo frutto. Per quanto la donna si sforzi di emanciparsi dall' uomo, essa è in realtà sotto il dominio, di lui, e, come dice il testo ebraico, nonostante le doglie del parto, essa è attratta verso il marito ed è dominata da lui nell'atto della generazione dei figliuoli. E’ questa la legge universale alla quale sottostanno tutte le donne; le eccezioni sporadiche anche se vi sono, non annullano questa legge che si è sempre verificata e si verificherà sempre nella massa di tutte le donne dei mondo. Si è tentato di annullare con medicinali le doglie del parto, ma oltre a non ottenere un vero successo, non si è distrutto con questo la legge generale che colpisce tutte le madri; spesso anzi i rimedi escogitati dall'uomo si rivolgono in danno della madre, e rendono più pericoloso il parto.

La condanna del serpente e quella della donna.
Sintesi delle insidie di satana.



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