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lunedì 23 gennaio 2012

Se il carnevale entra in Chiesa


Olanda, strane danze in una chiesa
OLANDA, STRANE DANZE IN UNA CHIESA

Singolare e inopportuna rappresentazione in una chiesa protestante olandese

GIACOMO GALEAZZIROMA

Fiumi di birra e lap dance in chiesa. A Santa Caterina, storico edificio sacro di Doetinchem che sorge sulla piazza centrale della città dell’Olanda orientale (60mila abitanti nella provincia di Gheldria), il pastore protestante Klaas Bakker ha offerto ospitalità alla cerimonia annuale della «società del carnevale». Gli organizzatori, contrariamente agli accordi presi con le autorità religiose locali, hanno issato un palo nella navata centrale di quello che fino alla riforma protestante è stato uno dei luoghi principali del cattolicesimo della regione.


E le immagini della ballerina di lap dance in chiesa hanno suscitato scandalo nei Paese Bassi. Quanto accaduto a Doetinchem è l’ultimo degli episodi che hanno visto gli edifici sacri trasformati in «location» decisamente improprie.
Qualche giorno fa i cattolici spagnoli hanno protestato sui mass media per le immagini dell’ attrice Paz Vega che si è spogliata in una chiesa dell’arcidiocesi di Siviglia (Nostra Signora dell’Incarnazione di Gerena)per il nuovo calendario Lambertz. «Catharinakerk» a Doetinchem, la centralissima chiesa trasformata per una sera in locale da ballo, è stata gravemente danneggiata dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale ed è stata sottoposta ad un vasto programma di restauri dal 1948 al 1963. Originariamente era un edificio sacro cattolico, poi a partire dalla riforma olandese è passato ai protestanti nel 1591. Del grande complesso ecclesiastico fanno parte anche due castelli: De Kelder e Slangenburg. Intanto, accanto al fenomeno dell’«uso improprio» delle chiese tuttora utilizzate per il culto, si affianca quello delle chiese vendute ed adibite ad altre attività pur mantenendo la struttura originaria va diffondendosi nell’Europa del Nord.


Soprattutto in Gran Bretagna, dove circa 50mila edifici di culto hanno problemi per costi di mantenimento e molti vengono ormai utilizzati per ospitare negozi, mercati o uffici. Il fenomeno riguarda anche l’Italia. Ci sono quelle già ristrutturate con angolo cottura. Quelle immerse in contesti bucolici, piccole e solitarie, stile «due cuori e una parrocchia». Quella panoramiche sul mare.


Quelle nel centro storico, barocche e sfarzose. Quelle modello loft. Tutte chiese sconsacrate, passate di mano nei secoli dalla Chiesa ai privati (per lo più famiglie nobiliari decadute) e messe in vendita, su cui si esercitano architetti e designer per trasformali in case e uffici chic. In Italia la più antica chiesa sconsacrata in vendita è a Volterra, risale all’anno 850 e vale 1,6 milioni di euro. Alcune hanno già ottenuto il cambio di destinazione d’uso, dunque possono diventare abitazioni: è il caso di quella fiorentina in zona Careggi, 170 metri già dotati di angolo cottura. Parecchie hanno già un progetto per renderle più confortevoli. Molto appetibili le cappelle annesse ai conventi dismessi, immersi in ampi giardini, ideali per agriturismi. La Santa Sede e gli episcopati nazionali hanno ammonito più volte che non si può fare ciò che si vuole degli edifici sacri, Neppure dopo la sconsacrazione. Laddove l’aspetto esterno è di chiesa.


Se si tratta di un capannone adibito temporaneamente a sede di cerimonie religiose, il giorno in cui viene dismesso va tutto bene per le autorità ecclesiastiche. Ma se la struttura è quella di una chiesa bisogna avere una certa attenzione. Deve restare una sensibilità, culturale oltreché religiosa, verso quegli edifici che nella memoria collettiva sono identificati ancora come luoghi di fede. Nel calendario dell’azienda cioccolatiera tedesca Lambertz, l’attrice spagnola Paz Vega è stata ritratta nuda all’interno di una chiesa di Siviglia. Le immagini mescolano erotismo e immaginario religioso tradizionale.

 Il segretario della Confraternita di Nostra Signora dell’Incarnazione di Gerena, Antonio Manuel Marín, si è difeso dalle proteste dei fedeli affermando di aver dato il permesso per la sessione fotografica senza sapere che l’attrice si sarebbe spogliata. Gli autori del calendario si appellano al «diritto all’arte» e da parte sua l’attrica Paz Vega assicura:«Non volevo offendere. L’ho fatto con amore,in onore del mio paese e della mia tradizione”. L’Arcivescovo di Siviglia, Juan José Asenjo condanna l’accaduto, includendolo tra «i fatti che minano i sentimenti dei fedeli, feriscono la sensibilità dei devoti del santo patrono di Gerena e si pongono in contrasto con le disposizioni del diritto canonico per l’uso dei luoghi sacri».

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