ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 19 febbraio 2012

CHI È IL GRAN NEMICO DEL PAPA CATTOLICO?


di Araì Daniele
Il vaticanista della RAI, Aldo Maria Valli, ha da poco presentato il suo libro «La verità del Papa. Perché lo attaccano, perché va ascoltato». Così quest’autore, che ha pure un libro-intervista fatta al teologo tedesco Kueng dal titolo «Hans Kung, ribelle per amore», prende la palla al balzo delle varie «verità» giornalistiche per spiegare quelle di Benedetto XVI. Ecco che il vaticanista passato dal sinistrismo di Rai 3 al perbenismo dell’Opus Dei, ci spiegherà le «verità» alla luce dei tempi storici del filosofare di J. Ratzinger.

Da quando c’è lo «scandalo pedofilia», non passa giorno senza che Benedetto XVI sia oggetto di critiche impietose. Spesso attraverso dei fatti insufficienti, la grande stampa dà singolare risalto alla vicenda centrata sul comportamento ambiguo del ex prefetto Ratzinger.Ora, si cerca di spiegare tale campagna denigratoria contro Benedetto XVI nel verso opposto ovvero a causa del suo insegnamento sulla: “ragione umana, la sua critica di un’economia priva di etica, il suo coraggio nel denunciare i mali della Chiesa stessa (con la recente affermazione secondo cui la persecuzione viene anche dall’interno), la sua avversione per il «politicamente corretto»”.Tutto ciò ne farebbe di lui un nemico agli occhi di molti e non solo al di fuori della cattolicità … ma del mondo clericale e non solo di ieri, ma nel buio presente.

Benedetto XVI è davvero un ostacolo a certi mali attuali? O, al contrario, è lui stesso il problema e la chiave di soluzione sulla questione dello stravolgimento “della verità”?
Conosciamo la risposta di Mgr Marcel Lefebvre. Basta leggere la sua lettera ai futuri vescovi che parla degli anticristi in Vaticano (vedi…) e le sue parole ai seminaristi nel 1991 (vedi…).
Valli, però, parte dal gran clamore sullo scandalo dei preti pedofili per dire che c’è una manovra contro Benedetto XVI, che riguarda più che altro il sistema della comunicazione globale che non ha mai amato il Ratzinger della dolce pragmaticità.
Di fatto, quali possono essere le ragioni di tanta ostilità contro di lui se non gli interessi di quanti intendono colpire per sbaglio, soprattutto, quanto resta della sua apparenza di capo della Chiesa Cattolica?
Le verità di Joseph Ratzinger
Sul Messaggio di Fatima aggiornato, Benedetto XVI sull’aereo che l’ha portato in Portogallo per il decimo anniversario della beatificazione dei veggenti Francisco e Giacinta Marto, risponde a tre domande dei giornalisti poste da padre Lombardi, a nome dei vaticanisti imbarcati sull’aereo:
Santità, quale significato hanno oggi per noi le apparizioni di Fatima? Quando lei presentò il testo del terzo segreto nella sala stampa vaticana, nel giugno 2000 [il riferimento è al Commento teologico sul messaggio di Fatima, diffuso dall’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Joseph Ratzinger, c’erano diversi di noi e altri colleghi di allora, e le fu chiesto se il messaggio poteva essere esteso, al di là dell’attentato a Giovanni Paolo II, anche alle altre sofferenze dei Papi. È possibile, secondo lei, inquadrare anche in quella visione le sofferenze della Chiesa di oggi, per i peccati degli abusi sessuali sui minori?
La risposta è in italiano riferendosi al suo commento del 2000, nel quale prendeva in esame il passaggio del terzo segreto di Fatima in cui si accenna al «vescovo vestito di bianco» che cade a terra «come morto», e nel quale Giovanni Paolo II vide un riferimento a se stesso e all’attentato subito in piazza San Pietro il 13 maggio 1981.
- Il vescovo vestito di bianco rappresenta senz’altro il Papa, ma non soltanto se stesso e non un solo Papa. È un’immagine che rimanda piuttosto alla Chiesa intera e alla passione che sempre l’attende, in ogni epoca, perché «il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Dice poi: – Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la PIÙ GRANDE PERSECUZIONE DELLA CHIESA non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia… Nonostante la forma approssimativa la risposta è davvero emblematica:
- La visione della Chiesa e del Papa perseguitati ed esposti al martirio, non riguarda solamente il passato, ma è attuale. – L’attacco «terrificante» non viene «dai nemici fuori», quanto dall’interno. – In presenza di un quadro così drammatico, si deve tornare alla scuola delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. – Tale scuola non è per la fuga dalle responsabilità, ma per quella più realistica nella dimensione ultraterrena propria della storia.
I termini di questa lettura aggiornata del Messaggio di Fatima sono adeguati proprio in quanto smentiscono la sua interpretazione precedente: infatti, la visione non riguarda Giovanni Paolo II, ma la Chiesa poiché la PIÙ GRANDE PERSECUZIONE DELLA CHIESA non viene dai nemici di fuori, ma da dentro, dove sta lui; l’attacco ha per bersaglio quanto rappresenta la Fede, la Speranza e la Carità cristiane nella stessa Chiesa, la cui unità e unicità divine furono colpite dalla scuola ecumenista dei modernisti come lui col Vaticano II. La verità è che tale scuola libera gli uomini dalla responsabilità di difendere la Fede e la Chiesa, che sono così aperte alla dimensione mondialista del nuovo ordine anticristiano illuminista.

L’hegeliana «verità relativa» di Benedetto XVI
Sempre Valli ricorda che al centro del magistero di Ratzinger c’è la battaglia contro il relativismo, una lotta fatta con un tono tranquillo e gentile, ma rivolto al problema dell’uomo attuale. Si tratterebbe di affrontare una convergenza di interessi e persone che non vogliono che l’uomo sollevi la questione della «verità», per così poter facilmente manipolarli. Ecco il tema centrale del libro, illustrato con diversi esempi della sua esperienza, in prima persona, da giornalista. Lui mi ha conquistato con la sua razionalità e semplicità nel presentare la questione più profonda sui temi cruciali come la libertà e la verità, e poiché ci invita ad interrogarci su di esse.
Ecco che per Valli tali attacchi sono dovuti al fatto che lui solleva diverse domande, nelle quali il problema della verità è assolutamente centrale, poiché è un’autentica battaglia contro il relativismo. Ciò occorrerebbe, aggiunge, poiché quel che permea la nostra cultura e mentalità  attuale è fondata sull’idea che la verità non esiste e che, al limite, sarebbe possibile avvicinarla in grado maggiore o minore, secondo le esperienze vissute.
Dice Valli che, con gran semplicità – Il nostro Papa indica che la verità esiste e che, se non viene cercata, non è possibile essere pienamente umani.
Il problema è che le «verità» di Ratzinger e del Vaticano II, sono quelle ancora da ricercare secondo i venti e i potenti, secondo le opinioni e i sentimenti, secondo le esperienze dei nuovi tempi. Non è perciò unica né immutabile per i modernisti che come Roncalli e lui stesso sono divenuti buoni maestri a forza di voler aggiornare la Verità di Gesù Cristo alle religiosità terrene. Non ci è «relativismo» più desolante! Sì, perché è proprio questa Verità unica che è esclusa dalla riunione che Benedetto XVI ha convocato ad Assisi, per commemorare l’evento abominevole del suo «beato» predecessore Giovanni Paolo II, che occupò il Trono di San Pietro per rovesciare le sua fondamenta divine preservate da 260 veri Papi e da 20 Concili veramente ecumenici.
Ecco, dunque, chi sono i grandi nemici interni del Papa cattolico: i «papi conciliari» che possono essere descritti e giudicati dalle loro stesse parole sulle verità da cercare nel mondo con le luci dell’illuminismo anticristiano che benedicono col fumo accresciuto dalle eresie del Luterano II.

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