ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 11 febbraio 2012

Pare che..

Pare che i soldi del Vaticano siano stati trasferiti in Germania

Città del Vaticano
Lo Ior, Istituto per le opere di religione, in sostanza la banca del Vaticano, da circa un anno, ossia da quando Bankitalia ha imposto agli istituti di credito di considerarlo alla stregua di una banca extracomunitaria, non è più cliente di banche italiane ed ha trasferito gran parte delle proprie attività finanziarie in Germania.
Il progressivo azzeramento dell'operatività (nove gli istituti di credito italiani con i quali lo Ior era in rapporti, tra i quali Unicredit e Intesa), è emerso dall'esame dei rapporti finanziari acquisiti dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta su presunte attività di riciclaggio legate ad operazioni avviate dalla banca vaticana. Inchiesta scaturita dal maxisequestro di 23 milioni di euro (settembre 2010) dello Ior ritenuti dalla procura oggetto di una movimentazione caratterizzata da omissioni punite dalle norme antiriciclaggio.
Nella vicenda sono indagati il presidente Ettore Gotti Tedeschi e il direttore generale Paolo Cipriani. Il denaro è stato dissequestrato nel giugno dello scorso anno dal tribunale del riesame alla luce dei «rilevanti mutamenti sul piano normativo ed istituzionale» dello Ior in materia di antiriciclaggio. Tra queste l'istituzione dell'Autorità di informazione finanziaria (Aif) del Vaticano, con compiti di prevenzione e contrasto del riciclaggio e di scambio «a condizione di reciprocità» di informazioni in materia di operazioni sospette.

Ma, quest'ultimo, con riferimento alle attività della magistratura romana, solo in un'occasione ha risposto alle domande degli inquirenti, in particolare del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pm Stefano Rocco Fava, titolari di alcuni procedimenti.
In uno di questi, come riferito oggi da «L'Unità», ci sono quattro sacerdoti indagati per riciclaggio per alcune centinaia di migliaia di euro: si tratta di Salvatore Palumbo, Orazio Bonaccorsi ed Evaldo Biasini (il nomi nativo di quest'ultimo appare nelle indagini sul G8) nonché monsignor Emilio Messina.
VATICANO: "NON OSTACOLIAMO INDAGINI" La Santa Sede respinge come «non corrispondente a verità» la «insinuazione» fatta nella trasmissione Gli intoccabili sullo Ior, su La7, che «le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti» l'entrata in vigore della legge antiriciclaggio. «Si precisa che la rogatoria del 2002 non risulta pervenuta in Vaticano», si legge in una dichiarazione della sala stampa vaticana, che smentisce l'affermazione fatta dal magistrato Luca Tescaroli nel programma Gli intoccabili secondo cui il Vaticano non avrebbe dato risposta alle rogatorie sul caso Banco Ambrosiano-Calvi.
«Anche all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, dopo una prima ricerca effettuata negli Archivi, la richiesta di rogatoria internazionale presentata dal Tribunale di Roma nel 2002 non risulta mai pervenuta», si legge nella dichiarazione della sala stampa vaticana. «Alle altre due - viene spiegato - è stato fornito regolare riscontro, indirizzato all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede».
Come inoltre affermato nella dichiarazione di ieri in risposta a un articolo dell'Unità, «la Santa Sede e le autorità del Vaticano hanno doverosamente cooperato con la magistratura e le altre autorità italiane e ciò risulta dalla documentazione accessibile agli ufficiali sia della Santa Sede sia della Repubblica Italiana». La sala stampa vaticana ha diffuso una lunga dichiarazione in cui parla di «affermazioni infondate» e di «informazioni false» sull'Istituto per le Opere di religione (Ior) e l'Autorità di Informazione finanziaria (Aif) diffuse ieri nella puntata de «Gli intoccabili».
«L'affermazione che lo Ior è una banca non corrisponde a verità; lo Ior è una Fondazione di diritto sia civile che canonico regolata da un proprio statuto; non mantiene riserve e non concede prestiti come una banca», viene spiegato. «Tanto meno è una 'banca off-shorè - prosegue la nota -. Di fatto, nella citata trasmissione viene usato tale termine non per illustrare il vero carattere e la funzione dello Ior, ma per creare un'impressione di illegalità. Lo Ior si trova all'interno di una giurisdizione sovrana e opera in un quadro normativo e regolamentare, che comprende anche la legge antiriciclaggio vaticana». Quest'ultima, la Legge CXXVII, «è stata adottata proprio per essere in linea con gli standard internazionali».
Smentendo poi «l'insinuazione che le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti all'entrata in vigore della Legge CXXVII (1 aprile 2011)», la nota fa riferimento al «memo esclusivo» presentato durante il programma e spiega che «tale documento è senza alcun valore ufficiale e rappresenta unicamente le valutazioni di chi l'ha scritto». «Per di più - aggiunge -, ivi non si afferma l'impossibilità di indagini o procedimenti penali per periodi precedenti al 1/o aprile 2011; non emerge la resistenza dello Ior a collaborare in caso di indagini o di procedimenti penali su fatti precedenti al 1/o aprile 2011». Per quanto riguarda poi la cooperazione tra lo Ior e l'Aif, «lo Ior ha cooperato nel fornire informazioni su transazioni avvenute anche prima di tale data».
Le affermazioni fatte durante la trasmissione «non corrispondono quindi a verità: secondo la normativa vaticana in materia di antiriciclaggio l'Autorità giudiziaria vaticana ha il potere di indagare anche transazioni sospette avvenute in periodi precedenti al 1/o aprile 2011, e ciò anche nel quadro della cooperazione internazionale con i giudici di altri Stati, inclusa l'Italia». La dichiarazione sottolinea inoltre che «i rapporti dello Ior con banche non italiane sono sempre stati attivi e, a differenza di quanto è stato affermato, è stata ridotta solo limitatamente l'attività con le banche italiane». Lo Ior, «così come fanno anche gli enti finanziari italiani, si avvale dei servizi di banche estere (italiane e non) quando essi sono più efficienti e a minor costo.
Tutti i movimenti in contanti, poi, sono certificati con documenti doganali. Come prassi, tutti i movimenti di denaro sono regolarmente tracciati ed archiviati». Per quanto riguarda la norma che regola il movimento di denaro contante, «è importante precisare - dice la nota della Santa Sede - che lo Ior controlla e controllava anche i movimenti frazionati (cosiddette step transactions) per un totale di 15.000 euro nei dieci giorni consecutivi». Per di più, le normative aggiornate stabiliscono che «i soggetti sottoposti agli obblighi della medesima Legge (tra i quali lo Ior) devono eseguire 'gli obblighi di adeguata verifica: quando eseguono transazioni occasionali il cui importo sia pari o superiore ad euro 15.000, indipendentemente dal fatto che siano effettuate con una transazione unica o con più transazioni collegatè». Aggiungendo a questo la smentita al fatto che il Vaticano non abbia risposto alle rogatorie della magistratura sul Caso Calvi, la nota conclude che la presentazione compiuta nella trasmissione «risulta parziale e non contribuisce ad avere un quadro obiettivo della realtà descritta».
CAMUSO: SMENTITA MI OFFENDE «La smentita della Santa Sede offende ingiustamente la mia reputazione e afferma una serie di falsità». Lo ha detto Angela Camuso replicando alla nota diffusa ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede volta a confutare quanto scritto dalla stessa giornalista su l'Unità nell'articolo intitolato: «Riciclaggio, quattro preti indagati I silenzi del Vaticano sui controlli». «In particolare - è detto in una nota - non è vero che l'articolo suddetto ha 'riciclato', come sostiene la Santa Sede, notizie già pubblicate dalla stessa Unità. Infatti, né l'Unità né altri organi di stampa, fino a ieri, avevano mai dato la notizia - che peraltro la Santa Sede non smentisce, essendo vera - dell'iscrizione sul registro degli indagati di monsignor Messina, del reverendo Buonaccorsi e di don Palumbo. Quanto al significato della parola incriminazione, considerata dalla Santa Sede diffamatoria, nei riguardi del direttore generale dello Ior Cipriani e del suo presidente Gotti Tedeschi, da tempo indagati per il reato di violazione delle norme antiriciclaggio, faccio riferimento a numerosi autorevoli dizionari che così definiscono l'azione di incriminare: mettere sotto accusa».
«Infine - conclude la nota - seppure il Vaticano sostiene di aver avuto un atteggiamento di collaborazione con i magistrati italiani, ribadisco che la Procura di Roma è ancora in attesa, da oltre sei mesi, di una risposta dalla Santa Sede in merito ad alcuni conti Ior oggetto dell'inchiesta. E d'altra parte, al di là delle dichiarazioni ufficiali, quale sia la reale posizione del Vaticano in merito si evince molto chiaramente dall'intervista esclusiva a un alto prelato che ho realizzato per la trasmissione Gli Intoccabili andata in onda ieri sera su La 7».
Fonte: leggo.it
By Edoardo Capuano - Posted on 11 febbraio 2012

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