Saper riconoscere l’inganno degli ultimi tempi non ha solo a che fare con il decifrare l’identità della bestia, del falso profeta o di babilonia la grande. Non ha nemmeno sempre a che fare con le dottrine escatologiche fuorvianti, perché l’inganno ha molte sfaccettature e si presenta sotto differenti aspetti. Non si trova sempre e solo di fuori, ma si cela anche di dentro. Dentro al cristianesimo moderno, tra le cui fila è da ricercare, laddove ha già mietuto molte vittime (spesso inconsapevoli, almeno inizialmente). Ad esempio nel sistema moderno di chiesa, dove organizzare è più facile che pregare, portare avanti un programma è meglio che aspettare di ricevere un programma, inventarsi qualcosa è meglio che farsi dire qualcosa dall’alto, copiare da altri è meglio che faticare a costruire da capo, avere molte idee è preferibile alla fedeltà a una singola promessa, essere famosi val più che essere sconosciuti, e così via, ad libitum. Ecco che allora, nel sistema di chiesa moderno l’organizzazione ha sostituito, in molti casi, l’unzione, la visione e la consacrazione. Imestieranti si sono moltiplicati e il cristianesimo ne ha subito un danno enorme, a scapito della semplicità del vangelo.
Nella parole di Leonard Ravenhill, si coglie la misura dell’inganno nel quale si trovano tutti coloro che hanno tramutato l’incarico “sacro” in un mestiere comune: “Oggi si cerca solo di organizzare qualcosa per mettere assieme delle persone. Dio non ha mai operato in questo modo perché ha sempre trattato con degli individui. Egli prese Mosè per condurlo nel deserto e fece la stessa cosa con Giovanni il battista. Li tenne nascosti fino a quando li chiamò fuori. Gesù stesso, il figlio di Dio, che lasciò la gloria del cielo, spese trent’anni della sua vita in preparazione al suo ministero! Giovanni battista ne spese trenta in solitudine, Mosè quaranta e l’apostolo Paolo almeno quattordici. Noi invece vogliamo andare alla scuola biblica per sei mesi e uscire credendo di essere dei super profeti! E’ il fattore tempo che distrugge molti di noi. Dimmi invece quanto tempo spendi da solo con Dio e ti dirò quanto sei spirituale. Non dirmi a quanti culti partecipi, non quanti talenti possiedi, nè tantomeno quanti sermoni hai predicato, ma dimmi quanto tempo spendi da solo con Dio e ti dirò quanto sei spirituale“.
Le parole di E. M. Bounds, l’apostolo della preghiera riecheggiano ancora, “Dove sono i conduttori devoti che sanno insegnare ai credenti di oggi come pregare e farli pregare? Lo sappiamo che stiamo crescendo una generazione di cristiani che non pregano? Dove sono i conduttori che riescono a trasformare il popolo di Dio in un popolo che prega? Che si facciano avanti e assolvano a questo compito. Sarà l’opera più grande che mai si potrebbe fare“.
Sappiamo riconoscere gli inganni? Se non riusciremo a distinguere ora questi errori celati, saremmo in grado di essere sottratti all’inganno degli inganni che sta per venire su tutta la terra?
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