di Francesco Colafemmina
Mentre a Roma i Cardinali si occupano di beghe di corte, il resto del mondo cattolico si dà sempre più al fai da te della fede. Un bricolage religioso che esita talvolta in corbellerie inqualificabili come questa che ci giunge dal Messico. Nel
santuario della Madonna di Guadalupe è stato esposto alla venerazione dei fedeli un manichino di Giovanni Paolo II. Sì, un manichino che reggeva fra le mani di plastica o silicone una croce con delle reliquie di papa Woytjla. Ora, a parte la violazione delle norme che vogliono la venerazione pubblica di reliquie di un beato solo nella sua diocesi di origine (e nel caso di Giovanni Paolo II anche in quella di Roma), resta l'evidenza di una oscenità inqualificabile che sa palesemente di abuso della credulità popolare.
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Manichino di Giovanni Paolo II nel Santuario di Guadalupe |
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Il Cardinal Rivera incensa il manichino e le reliquie... |
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Effetto San Pio... |
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Reliquiario "artistico" con il sangue di Giovanni Paolo II
(ne parla diffusamente il Cardinal Dziwicz nell'ultimo libro di Sgarbi sull'arte sacra - sic!) |
L'evento risale all'agosto scorso ma le reliquie di Giovanni Paolo II, apparse improvvisamente dal nulla, stanno viaggiando per tutto il mondo cattolico, dando così vita ad un vero e proprio culto ufficioso del Papa "Santo subito" dalla
Cinaalle
Filippine, dalla
Colombia al Brasile.
Evidentemente mentre a Roma continuano a scontrarsi cordate di Cardinali, interessi privati e visioni sul futuro della Chiesa, questo "culto" non autorizzato di Giovanni Paolo II è considerato un mezzo semplice e a basso costo per rivitalizzare quelle Chiese lontane dall'Europa il cui episcopato è totalmente estraneo al magistero di Benedetto XVI, anzi considera il pontefice regnante una mera parentesi da offuscare con il ricorso ossessivo all'immagine del suo predecessore.
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Reliquie in Ucraina |
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Reliquie nelle Filippine |
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Reliquia in Cina e Taiwan |
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Reliquia del sangue in Colombia |
E per farlo si ricorre a metodi estremi, presi in prestito dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo. Si sanpiizza il beato Giovanni Paolo II realizzandone un manichino, si diffondono ovunque ciocche di capelli e flaconi di sangue del beato. Pur non volendo entrare nel delicato mondo delle reliquie e del culto dei Santi, mi stupisce soltanto che una Chiesa che applica il massimo rigore e talvolta anche una aperta ostilità quando si tratta di valorizzare il tesoro liturgico, spirituale e artistico del Cattolicesimo, si presti a pacchiane operazioni di marketing strumentalizzando la devozione popolare. Mi stupisce che i Vescovi sempre zelanti nel combattere le "derive" della devozione popolare si impegnino per devozionalizzare la figura di Giovanni Paolo II. Mi stupisce insomma questa Chiesa che vive l'hic et nunc, segue le presunte mode del momento, si affida al Papa "star" per cercare di mostrarsi ancora in forma. Se lo stesso impegno che viene manifestato nell'approntare manichini per raccogliere offerte e seguito, lo si applicasse nel vietare la comunione in mano, nell'arginare gli abusi liturgici, nel ricondurre i fedeli ad una vita spirituale meno lasca e approssimativa, probabilmente il grossolano abuso dell'intelligenza dei fedeli passerebbe in secondo piano. E invece diventa il centro di una Chiesa che insegue sempre più il potere e il successo e sempre meno Cristo.
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