“Lux in arcana. L’archivio segreto vaticano si rivela“. Ci mancava di inaugurare una mostra con questo titolo, proprio mentre dagli uffici vaticani scappano via già per conto loro tante carte che dovrebbero restar riservate.
Ma la realtà supera la fantasia. Ed ecco che il primo a visitare la mostra in forma privata, prima ancora che fosse aperta al pubblico nel pomeriggio del 29 febbraio sul colle del Campidoglio, è stato proprio quel cardinal Tarcisio Bertone che è il più maltrattato – non senza sua colpa – dagli svolazzi delle carte vaticane in fuga.
Perché a leggere la presentazione che “L’Osservatore Romano” ha dato della mostra, il pensiero va dritto a testi di confezione non solo vetusta, ma recentissima: “contesto nebuloso oppure oscuro…”, “realtà misteriosa perché sconosciuta…”, “conoscenza preclusa alla maggior parte delle persone…”, “lacci di faldoni da sciogliere…”, “romanzati ambientamenti…”, “documenti segreti per la prima volta fuori dai confini vaticani…”.
Tra i documenti più preziosi messi in mostra sul Campidoglio, c’è la bolla di deposizione dell’imperatore Federico II, del 1245.
Ma, “si parva licet comparare magnis”, è una bolla di deposizione anche quella del 24 marzo 2011 emessa dal cardinale Bertone per strappare al cardinale Dionigi Tettamanzi la corona dell’Istituto Toniolo, bolla andata in mostra al pubblico il 28 febbraio non sul Campidoglio ma sul “Fatto Quotidiano”:
E se in antico per fondare il potere temporale della Chiesa fu inventato il falso storico della donazione di Costantino, poi smascherato dagli umanisti del Quattrocento, oggi c’è il cardinale Bertone che nella citata bolla – con l’improbabile avallo del papa – rivendica a sé un imperio sul Toniolo “secondo una prassi risalente alle fasi iniziali dell’Istituto”: prassi smascherata come “senza fondamento in sede storica” dal cardinale Tettamanzi nella lettera del 28 marzo a Benedetto XVI con cui sconfessa e respinge l’abusiva sua deposizione, anch’essa messa in bella mostra dal “Fatto”:
“Lux in arcana” offre allo sguardo del pubblico, fino al 9 settembre, solo un assaggio della sterminata mole di documenti conservati nell’archivio segreto vaticano.
Ma “Vatileaks” promette di non essere da meno. Da quanto s’intuisce, i testi finora fuggiti sono solo l’anticipo di una sventagliata più vasta. Senza data di scadenza.
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