Come promette il titolo, il racconto e la riflessione di questo saggio ruotano attorno alla figura del Katechon. L’autore mostra come vi si possa riconoscere la forza della fede cattolica, ma anche un’istituzione e una persona: l’impero e l’imperatore, che però nel corso del tempo cedono il passo ad altri. Il risvolto vero della storia, il vero destino degli uomini e delle loro costruzioni politiche vanno dunque lette in un’appassionante chiave “katechontica”.
Sandri evoca su uno sfondo quasi narrativo la lotta tra Cristo e Anticristo. In primo piano è lo scontro che ha segnato secoli di storia europea e ancora continua a segnarla, quello tra la visione cattolica e la visione protestante della politica, impersonate da Tommaso d’Aquino e da Lutero. Se per Tommaso, la storia contempla una “translatio imperii ad ecclesiam”, per Lutero la “translatio” avviene a beneficio del principe. Si sbaglierebbe chi spiegasse tale differenza di visione con una questione cronologica. Si tratta invece di rottura. Tommaso e Lutero sarebbero stati su fronti opposti anche invertendo le date di nascita. “Mentre per il teologo domenicano”, scrive Sandri “la civitas è opera della ragione del re la quale partecipa per irradiationem alla lex aeterna, ed è dunque anche merito dell’uomo, per Lutero invece le istituzioni, in particolare il reggimento terreno dello stato e il reggimento spirituale della chiesa sono immediatamente creature di Cristo”. Sandri a questo punto, riprende il concetto di autorità: laddove la teologia politica cattolica l’ha sempre tenuto separato da quello di Katechon, la teologia politica di derivazione luterana l’ha tragicamente confuso dando vita a quel “potere assoluto” che troppo spesso si è voluto imputare al cattolicesimo.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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