DAGOREPORT
Incredibile ma vero. La "strana" maggioranza che sostiene SuperMario ci si è messa d'impegno e alla fine ha presentato un sacrosanto emendamento perché - in caso di genitori separati con figli al seguito - l'Imu la paghi chi risiede nella casa e non chi è effettivamente proprietario.
ESTEMONTI E IL PAPASacrosanto perché in questi casi si parla di immobili che non producono reddito e che di fatto sono "assegnati" a tempo indefinito che - ovviamente a seconda dell'età della prole - può arrivare fino a 25-30 anni.
Insomma, già chi "cede" la casa all'ex compagna/compagno si deve spupazzare le spese "straordinarie" di condominio e farsi carico del portone rotto o della facciata da ripittare ma pure dell'Imu (a volte come seconda casa e quindi con costi esorbitanti) persino quei geni che stanno in Parlamento hanno pensato fosse davvero un po' troppo.
Tutto a posto quindi? Eh no... Perché l'articolo 4 del decreto legge n.16 del 2 marzo 2012 - più semplicemente noto come "decreto semplificazione fiscale" - convertito in via definitiva dal Senato il 24 aprile parla espressamente di "matrimonio". Leggasi i sacri testi: "L'assegnazione della casa coniugale al coniuge, disposta a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, si intende in ogni caso effettuata a titolo di diritto di abitazione". E questo costituisce il presupposto per il pagamento dell'imposta. "Me cojoni", direbbe il mitico Tomas Milian alias "Er Monnezza".
DIVORZIATIE già, perché finisce che il buonsenso (quello di far pagare l'Imu a chi effettivamente risiede in modo permanente e a lunghissimo termine in una casa per decisione di un giudice e senza peraltro pagare un affitto) si applica solo a chi si è unito in matrimonio davanti a Nostro Signore. Se l'impegno è stato tanto serio da presentarsi davanti a un prete o ad un sindaco vale la regola d'oro, se si tratta di una ex coppia di fatto - che abbiano o no convissuto - niente. In quel caso l'Imu è a carico dell'effettivo proprietario. Arrivederci e grazie. Che tradotto significa: "Non ti sei sposato? E mo' so' cazzi"....
MONTI PAPAE tutto questo in un'Italia dove i matrimoni tradizionali sono crollati del 50% negli ultimi trent'anni (dai 420mila del 1980 ai 217mila del 2010, dice l'Istat) mentre le famiglie di fatto si moltiplicano come i bambini che cuciono palloni in Cina. Sempre secondo l'Istat, infatti, sono 820mila le convivenze "more uxorio" contro le 564mila nel 2003. Siamo al 40% in più in meno di dieci anni. E di queste la metà ha figli. Insomma, l'emendamento "di buonsenso" in verità riguarda una piccola minoranza, un po' come quelle leggine che il Parlamento sforna zitto zitto per foraggiare i Ladini della Val Badia...
DIVORCEPICOra... Che SuperMario voglia allisciarsi il Cuppolone ci può stare. E pure che lo voglia fare il Pdl. E così si butta lì un emendamento - definito da tutti "civiltà" - che riguarda solo una piccola fetta del Paese e se ne fotte del resto. Eppoi si chiedono perché la gente pensa che i politici vivano fuori dal mondo e li vorrebbero andare a prendere con i forconi davanti a Montecitorio... O l'emendamento lo fai per tutti o non lo fai per nessuno...
Comprese le ragioni di Rigor Montis e perdonato il povero Jolie che per il Pdl la materia è delicata, la domanda sorge spontanea: ma (sfan) culatello Bersani - leader di un partito notoriamente progressista, moderno, al passo con i tempi e, come si dice a Roma, "de' sinistra" - quand'è che troverà il "quid"? Perché almeno lui avrebbe potuto battere un colpo invece di mettersi in fila a fare il baciapile...
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.