padre georg bertone papa
Sono due i luoghi fisici e simbolici del potere supremo vaticano:
l'Appartamento papale e la Segreteria di Stato. Entrambi alla terza
loggia del Palazzo Apostolico ma resi distanti da "Vatileaks" come
centri di decisione e camere di compensazione degli equilibri curiali.
Sull'Appartamento regna il braccio destro di Benedetto XVI, monsignor
Georg Gaenswein, mentre nella "stanza dei bottoni" della Santa Sede
detta legge il cardinale Tarcisio Bertone. All'inizio del pontificato di
Benedetto XVI, con l'avvicendamento tra Angelo Sodano e Bertone, era
sembrato che l'Appartamento e la Segreteria di Stato avessero trovato
una modalità di pacifica coabitazione, una sorta di tacito accordo.
TARCISIO BERTONE PADRE GEORG PAPA BENEDETTO XVI
Poi però sono arrivate nomine contestate come quelle per le
arcidiocesi di Torino e di Milano. In entrambi i casi i candidati
bertoniani furono bocciati a favore di quelli graditi al "partito Cei"
di Bagnasco e Ruini che nel segretario papale don Georg trova solida
sponda per bilanciare il potere del Segretario di Stato. E' anche da
questo scollamento tra Appartamento e Segreteria di Stato che
scaturiscono designazioni "a sorpresa" e decisioni inattese.
Ad acuire la spaccatura sono stati pure alcuni incidenti di percorso
come la revoca della scomunica al vescovo negazionista lefebvriano
Richard Willamson. Quando ormai erano circolate sui mass media le
dichiarazioni del presule britannico sulla Shoah, fu il cardinale
Bertone ad accelerare l'iter della grazia malgrado le resistenze di don
Georg.
PADRE GEORG NEL GIORNO DELLA LAUREA HONORIS CAUSA
Nel moderno sistema di comando della Santa Sede generalmente i papi
regnano ma non governano quindi risulta fondamentale di volta in volta
la delega di poteri, l'attenzione accordata dal sovrano ai più stretti
collaboratore.
PADRE GEORG NEL GIORNO DELLA LAUREA HONORIS CAUSA
E quindi nel pontificato riformista e di "purificazione" del teologo e
pastore Joseph Ratzinger conta l'ascolto concesso ora al segretario
particolare ora al suo "premier" che dietro le quinte e sotto traccia,
nelle partite di potere interno, incrociano le lame per la titolarità
dell'ultimo consiglio.
Una"battaglia" che si rinnova discretamente in ogni scelta importante
che il Pontefice deve assumere. Per rintracciare una situazione di
"gelo" così evidente tra l'Appartamento e la Segreteria di Stato occorre
riannodare i fili della memoria per tornare ad una fase drammatica e
delicatissima della storia ecclesiastica del XX secolo: la convalescenza
post-attentato di Giovanni Paolo II in piena "guerra fredda". In quelle
giornate da incubo la "cintura polacca" costituita dal segretario don
Stanislao Dziwisz, dall'amica di gioventù del Papa Wanda Poltawska e
dalle suore sue connazionali blindano di fatto l'Appartamento.
PADRE GEORG E RATZINGER
PADRE GEORG
Karol Wojtyla entra ed esce più volte dal Gemelli, ha una febbre che
scompare in ospedale e riappare al rientro in Vaticano al punto che si
teme persino un avvelenamento delle medicine che vengono per questo
fatte analizzare da una farmacologa di fiducia.
La "cintura polacca" diffida della Curia e si temono quinte colonne e
complicità nell'attentato. Da una lato ci sono i polacchi
dell'Appartamento che vogliono lo scontro frontale con il regime
comunista e il finanziamento di Solidarnosc, dall'altro la Segreteria di
Stato retta dal fautore della ostpolitik Agostino Casaroli e dal
ministro degli Esteri Achille Silvestrini, entrambi convinti della
necessità di mantenere aperto il dialogo oltre cortina.
maria antonietta Calabro e Georg Geinswein - Copyright Pizzi
I mesi della convalescenza sono i più misteriosi e burrascosi del
lungo pontificato wojtyliano. Secondo quanto riferisce il cardinale
Silvestrini, lui e il segretario di Stato Casaroli per tutto quel lungo
periodo, si protrasse fin quasi alla fine del 1981, incontravano il Papa
solo una volta alla settimana per riferire a voce sulle questioni più
urgenti nell'ordinaria amministrazione della Curia romana.
gianni letta e georg geinswein - Copyright Pizzi
Eppure da quella fase di silenzio scaturirono due decisioni
fondamentali e controverse del pontificato wojtyliano come il
"commissariamento" della Compagnia di Gesù e la nomina dell'arcivescovo
statunitense Paul Casimir Marcinkus a pro-governatore dello Stato della
Città del Vaticano.
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