ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 1 giugno 2012

Nuzzi, il giornalista che fa tremare il Vaticano si racconta


. E annuncia: "La7? 'Gli intoccabili' non proseguirà, ma..."

IL PERSONAGGIO/ Gianluigi Nuzzi è l'uomo che sta facendo tremare la Santa Sede e che ha provocato un caso mediatico internazionale con la pubblicazione del libro-inchiesta "Sua Santità - Le carte segrete di Benedetto XVI" (Chiarelettere). Il giornalista del momento si racconta a tutto campo con Affaritaliani.it: "Non mi sento sotto attacco. In questo momento mi interessa difendere il diritto di cronaca... Sono stati mesi di forti emozioni. E in più, da giornalista, temevo che altri colleghi arrivassero prima di me...". Nuzzi non nasconde l'empatia nei confronti della sofferenza di Papa Ratzinger. L'autore di "Sua Santità" viene da una famiglia cattolica, e ha cominciato a fare il giornalista a 13 anni, collaborando con Topolino: "Ma sin da bambinopreparavo un giornaletto tutto mio che facevo leggere ai miei familiari...". Quanto alle passioni extra-professionali, racconta: "Cerco di dedicare più tempo possibile alla mia compagna e ai miei due figli. Amo il mare, e sono un cultore del silenzio e delle buone letture. E mi rilasso giocando a scacchi...". Parla anche di La7: "L'esperienza de Gli Intoccabiliè stata molto positiva. Ho lavorato con un gruppo di lavoro di cui vado fiero, e la critica e il pubblico hanno apprezzato. Ma non è destinata a proseguire. Forse con La7 ci saranno altri progetti...". L'INTERVISTA - E IL COMUNICATO DI CHIARELETTERE

GianluigiNuzzi



{C}Nuzzi
IL COMUNICATO DI CHIARELETTERE

La casa editrice Chiarelettere in seguito alle polemiche suscitate dalla pubblicazione del libro "Sua Santità" di Gianluigi Nuzzi tiene a precisare che il suo autore, lungi dall'aver ricettato alcunché, ha svolto il suo dovere di giornalista portando a conoscenza della pubblica opinione documenti di interesse generale nel rispetto delle norme vigenti in Italia e in Europa. Stupiscono pertanto alcune dichiarazioni tese a invitare il governo italiano ad appropriarsi di un ruolo che non gli compete in uno stato democratico e di conseguenza appaiono fuori luogo le interrogazioni parlamentari annunciate da alcuni esponenti del mondo politico dai quali, viceversa, ci si aspetterebbe una ferma presa di posizione in difesa della libertà di stampa. Stupiscono altrettanto le continue accuse di ricettazione, evidentemente volte a diffamare la casa editrice e il suo autore, e in merito alle quali va ricordato che la Suprema Corte di Cassazione,  anche con riferimento all'art. 21 della Costituzione, ha più volte escluso che la ricezione di documenti riservati, e in ipotesi sottratti da terzi al legittimo proprietario da parte di un giornalista, possa essere considerata reato. Inoltre la Corte europea dei diritti dell'Uomo, in applicazione dell'art. 10 della Convenzione, ha più volte garantito e tutelato il diritto dei giornalisti di porre in circolazione notizie riservate o sottoposte a segreto, al punto da aver condannato Stati membri per la posizione assunta nei confronti di soggetti che avevano fatto il loro mestiere attingendo a fonti segrete o riservate.
Chiarelettere Editore
LO SPECIALE
Libri

di Antonio Prudenzano

Gianluigi Nuzzi, l'uomo che sta facendo tremare la Santa Sede e che ha provocato un caso mediatico internazionale con la pubblicazione del libro-inchiesta "Sua Santità" (Chiarelettere), ha cominciato a fare il giornalista a 13 anni, collaborando con la rivista Topolino. "Sin da piccolo sentivo che da grande avrei voluto fare il giornalista. Pensi che da bambino preparavo un giornaletto tutto mio che facevo leggere ai miei familiari. TopolinoLa prima proposta la feci al telefono. Piacque e mi convocarono. Così, con i miei occhialetti da ragazzino, appannati per l'emozione, andai a conoscere la vice-direttrice. Mi tornano in mente quei lunghi corridoi della Mondadori... Iniziai a scrivere articoli, interviste. E mi pagavano. Ma fino al compimento dei 14 anni, per legge, era mia madre a incassare...".
Nuzzi, che il 3 giugno di anni ne compirà 43, convive e ha due figli. "Dopo questi mesi di emozioni, ora cercherò di stare più con loro". In passato ha scritto per Espansione, CorrierEconomia, L'Europeo, Gente Money, il Corriere della Sera, Il Giornale e Panorama, per poi approdare a Libero. Stimato inviato di cronaca giudiziaria, l'autore di "Vaticano S.P.A." (un altro bestseller che nel 2009 ha preoccupato e non poco il Vaticano...), è abituato a realizzare scoop. Ma "Sua santità" (per il quale in questi giorni sta ricevendo meritati attestati di stima, in Italia e dall'estero, ma anche numerosi attacchi, dal mondo cattolico e da quello politico...) è molto più di un grande "colpo giornalistico". La pubblicazione delle "carte segrete di Benedetto XVI" ha infatti portato (oltre che a un'inevitabile scia di polemiche, destinata a non fermarsi) all'arresto di Paolo Gabriele, il maggiordomo, l'uomo che secondo il Vaticano avrebbe trafugato documenti riservatissimi. Ma le indagini interne alla Santa Sede sono appena cominciate...

Nuzzi, lei ha mostrato al mondo i lati oscuri del Vaticano. Come ci si sente a essere il giornalista italiano più discusso del momento, anche fuori dai confini nazionali?
"Certamente sono giornate molto intense. Sono a Roma, in albergo, l'attenzione mediatica è altissima ma io sono sereno. Ovviamente la soddisfazione è grande, ma in queste ore tante sensazioni si mescolano. Mi cercano molto dall'estero dove, in certi ambienti cattolici, leggendo il mio libro cresce la convinzione che siano stati porporati italiani a danneggiare l'immagine del Vaticano nel mondo. E poi ci sono gli episodi significativi: ieri ero con una giornalista del New York Times, che è rimasta colpita dal fatto che numerosi impiegati del Vaticano fossero venuti a trovarmi per ringraziarmi e per farsi firmare una copia di'Sua Santità'...".
Lei ha definito la reazione del Vaticano, che ha subito comunicato di voler agire per vie legali nei suoi confronti, "una risposta oscurantista", aggiungendo che "il giornalista ha il dovere deontologico di rendere pubbliche le notizie che trova"... Anche dal mondo politico sono arrivate dure critiche: si sente sotto attacco?
"No, non mi sento sotto attacco. Ma in questo momento mi interessa difendere il sacrosanto diritto di cronaca".
Lavorando a questa delicatissima inchiesta, ha mai avuto paura?
"Sicuramente, ribadisco, sono stati mesi di forti emozioni. E in più, da giornalista, temevo che altri colleghi arrivassero prima di me sulle notizie, come Marco Lillo del Fatto che è stato formidabile. Volevo accelerare, ma non mi interessava solo pubblicare documenti. Nel libro ho cercato di spiegarli, di contestualizzarli...".
Qual è il documento che ha pubblicato in "Sua santità" che l'ha più colpita, quando n'è entrato in possesso?
"Più che un documento in sé, è stata la sensazione di un Papa sofferente per quello che stava accadendo intorno a lui. Nel libro è evidente il dolore del Pontefice davanti alle criticità che deve affrontare. Del resto lo diceva proprio Ratzinger che 'in un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza'. Nella prima parte, inoltre, c'è un capitolo dedicato ai rapporti con le fonti, in cui è evidente la mia partecipazione emotiva nei loro confronti".
Qual è il suo rapporto personale con la fede? 
"Vengo da una famiglia cattolica, come quasi tutti gli italiani. Sono cristiano. E questo libro non ha certo intaccato la mia fede. Il Vaticano è una cosa, la Chiesa un'altra..."
Lei ha già pubblicato "Vaticano S.p.A." (2009) e "Metastasi. Sangue, soldi e politica tra Nord e Sud. La nuova 'ndrangheta nella confessione di un pentito" (2011, con Claudio Antonelli), entrambi pubblicati da Chiarelettere. Sta già pensando al prossimo libro-inchiesta?
"Sinceramente al momento penso solo a far conoscere i contenuti di questo libro. Vengo da un periodo di lavoro molto duro. Ma non per questo mi prenderò un periodo di riposo. 'Sua Santità' ha rotto un muro, provocando l'apertura di un'indagine destinata a durare. E da giornalista ho intenzione di seguirla fino in fondo".
Pensa che il suo scoop abbia rotto definitivamente il velo sulle trame nelle mura vaticane?
"Ha rotto un tabù. E la storia insegna che dopo uno scoop su un tema delicato, su quell'argomento finalmente si vengono a conoscere altri dettagli. Certo, va anche detto che trent'anni fa in Italia un libro così non sarebbe stato pubblicato".
Cambiamo argomento, parliamo di televisione: com'è andata l'esperienza a La7 con "Gli intoccabili"? E' destinata a proseguire?
"L'esperienza de Gli Intoccabili è stata molto positiva. Ho lavorato con un gruppo di lavoro di cui vado fiero, e la critica e il pubblico hanno apprezzato. Ma non è destinata a proseguire. Forse con La7 ci saranno altri progetti...".
Scoop a parte, ha altri interessi? 
"Sì, non c'è solo il giornalismo nella mia vita, anche se questo lavoro mi dà tanta adrenalina. Ho una bella famiglia e due figli a cui dedicare il tempo extra-lavorativo. Quanto agli interessi, mi definirei un cultore del silenzio e delle buone letture. Amo il mare. E ho una grande passione per gli scacchi. Giocare un paio di partite al giorno via internet mi rilassa".
Ha mai pensato di scrivere un romanzo, magari un thriller ambientato nelle mura vaticane?
"No, non sono un romanziere, sono un giornalista. E poi non credo di essere in grado di scrivere un romanzo".
Nuzzi, qual è il giornalista italiano di cui più ha stima?
"Ettore Mo, un uomo che ha il giornalismo nel sangue. Un esempio per tutti noi. E soprattutto per le nuove leve".
A proposito di nuove leve, nel giornalismo d'inchiesta c'è un nome che sta emergendo?
"Più che un singolo giornalista, mi piace citare l'esempio del 'laboratorio' di giornalismo d'inchiesta multimediale che ruota intorno al sito del Fatto Quotidiano. Giovani con tanta grinta, capaci di muoversi su più mezzi. Sono il futuro di questo mestiere".

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