ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 25 giugno 2012

PRETI E VESCOVI DELLA CHIESA POST CONCILIARE:

IL PROBLEMA DELLA DISOBBEDIENZA E DELLA SCARSA SPIRITUALITÀ

Pontifex.Roma
(In foto una mostruosità post-conciliare) Il caso di un vescovo argentino beccato con le mani nella Nutella, al mare con l'amichetta, riporta in auge il problema dell'obbedienza e della preparazione spirituale di preti e vescovi, specie dopo il Vaticano II. Nessuno, ovviamente, se la prende con il Concilio in sé stesso e con tutto il clero, che fa egregiamente il suo lavoro pastorale e merita rispetto. Le generalizzazioni sono sempre sbagliate e fuorvianti. Così come certi toni da tribuni o novelli Savonarola. In ogni posizione ci vuole calma e assennatezza, evitando il moralismo ed ogni posizione oltranzista. Ma la giustizia ci porta a rimarcare nella Chiesa cattolica un tema, per altro, già sollevato dal Papa: l'obbedienza e la scarsa preparazione. Indubbiamente, la Chiesa non è una caserma, ed è lecito discutere, dibattere, analizzare; ma sul Magistero e la Tradizione nessuno è autorizzato a fare sconti o a cambiare posizione. Il vescovo che è stato sorpreso ...

... al mare con l'amica e maldestramente ha cercato una scusa, dimostra che qualche Pastore non ubbidisce e trasgredisce, scegliendo scuse infantili per rattoppare i buchi.
In Germania, altri vescovi, chiedono la comunione per i divorziati risposati ben sapendo che, sul punto, la Chiesa nel suo Magistero universale ha detto no. Ha detto no, non perché lo voglia il Papa o altra autorità, ma perché lo ha detto Cristo nel suo Vangelo, il libro di istruzioni al quale la Chiesa tutta (laici compresi) deve conformarsi.
Ecco, dopo la svolta conciliare (ma non a causa del Concilio, semmai di molti cattivi maestri) è successo questo: il principio di autorità è venuto meno in gran parte, come nella società civile; la spiritualità del candidato all'Ordine è decaduta, basti pensare che ci sono molti seminaristi effemminati (è vietato).
Si ripropone, pertanto, la necessità di fare rispettare in tutti la virtù dell'obbedienza e chi la pensa diversamente può anche accomodarsi fuori. Il discorso vale per tanti preti ribelli, che oscurano con le loro bizzarrie, il compito egregio e positivo eseguito dalla maggioranza di sacerdoti e vescovi virtuosi e buoni.
Bruno Volpe

Per approfondimenti sulla disgraziata disobbedienza:



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