Un carcere? No, il convento di La Tourette del "geniale" Le Corbusier |
E' fondamentale comprendere come siano tuttora operanti in seno alla
Chiesa forze che vengono da lontano, che hanno preceduto il Concilio e
in un certo senso l'hanno informato della propria estetica. Si tratta di
un esercizio storico che pur essendo per certi versi vano (nel caso in
cui serbassimo ancora l'illusione d'un cambiamento di rotta futuro), e
nondimeno utile per analizzare le radici culturali profonde della
sostanziale decadenza del sacro e delle sue forme.
Il Convento nel pre-Concilio |
Rilevante, inoltre, la partecipazione al progetto dell'assistente di Le
Corbusier e noto compositore greco, Iannis Xenakis. Questi si impegnò
nella realizzazione dell'altare della chiesa del convento, descrivendo
successivamente la storia di questa creazione nei termini seguenti:
"Disegnai un altare maggiore che fu giudicato dai monaci troppo ripido,
alto, distante. Infatti lo avevo concepito un po' come il luogo di
terribili sacrifici. Era troppo drammatico, troppo Azteco. Cristo
sacrificò se stesso, come Dioniso, ma il dramma doveva restare interiore
e luminoso". Xenaxis era espressamente ateo.
Degno di nota inoltre quanto ribadito nell'istruttivo documentario in
lingua francese che allego qui sotto: il convento, creato nel dopoguerra
per via di una forte ascesa delle vocazioni già nel 1970 non aveva più
un solo studente. Oggi ospita garbati frati in giacca di tweed e camicia a quadri.
Più che a un convento somiglia a una fatiscente casa circondariale,
memoria decadente di quando la Chiesa decise di imprigionare se stessa
nelle catene del mondo.
Per approfondimenti: D. McNamara, Almost Religious, Couturier, Le Corbusier and the monastery of La Tourette.
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