«Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente che si parlano dentro, che si interrogano a vicenda che rimandano continuamente domande pungenti l’uno all’altro. Il non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa. È importante l’appropriazione di questo dialogo interiore, poiché permette a ciascuno di crescere nella coscienza di se. La chiarezza e la sincerità di tale dialogo si pongono come sintomo di raggiunta maturità umana».
«Presuppongo che in me esistono tre tipi di pensieri: uno mio proprio, che proviene unicamente dalla mia libertà e volontà; e altri due, che vengono dall’esterno: uno dallo spirito buono e l’altro dal cattivo».
Sant’Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, n.32
Seguiamo piuttosto l’insegnamento di sant’Ignazio e, cioè, che bisogna discernere tra lo spirito buono e il cattivo.
Il buono dev’essere ascoltato, ma il cattivo va allontanato, ridotto al silenzio. Nessun dialogo dev’esserci tra i due spiriti, né tra la persona e lo spirito cattivo. Chi dialoga con i demoni va alla dannazione perpetua.
Non ascoltiamo i falsi maestri. Ascoltiamo i veri gesuiti.
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