ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 settembre 2012


UNA VISITA PAPALE PAPALE - RATZINGER ARRIVA IN LIBANO MENTRE IL MEDIORIENTE ISLAMICO È IN FIAMME - INCONTRERÀ TUTTI I LEADER TRANNE HEZBOLLAH - LA QUESTIONE CHIAVE È LA SIRIA: ASSAD (COME UN TEMPO MUBARAK, SADDAM, BEN ALI, GHEDDAFI) TUTELA LE MINORANZE RELIGIOSE. PER QUESTO IL VATICANO NON SI È ANCORA SCHIERATO APERTAMENTE CON I RIBELLI, CHE PORTERANNO I MUSULMANI AL POTERE E NUOVE PERSECUZIONI PER I CRISTIANI…

Roberta Zunini per il "Fatto quotidiano"
Il volto gigantesco di Benedetto XVI si alterna alle facciate dei palazzi crivellati di colpi o in macerie. Fa una certa impressione vedere I cartelloni di benvenuto al Papa accanto all'eredità della guerra civile libanese. Ma per la popolazione di Beirut questa casuale sovrapposizione non suona come un presagio. Il clima che si respira alla vigilia della visita del pontefice, è tranquillo. Almeno apparentemente.
I CARTELLONI PER L ARRIVO DEL PAPA IN LIBANOI CARTELLONI PER L ARRIVO DEL PAPA IN LIBANO
Anche perché questo paese, sempre sull'orlo di una crisi politico confessionale, ha messo in campo enormi misure di sicurezza: a nessuna parte politica, tanto meno alla formazione integralista islamica Hezbollah - che di fatto governa il Libano - potrebbe far gioco un attentato. Gli avvisi, diffusi ovunque, per ricordare che nei prossimi 3 giorni nessun'auto potrà stazionare dove passerà il corteo papale mentre il traffico verrà deviato e limitato, è la restrizione più superficiale.

I servizi segreti del paese dei Cedri, e non solo, stanno investigando da molti mesi per evitare l'irreparabile. Su tutti i quotidiani libanesi il viaggio di Benedetto XVI, che inizierà domani e terminerà domenica con una messa pubblica e la consegna dell'esortazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente, è visto con favore.
LA BANDIERA DELLISLAM RADICALELA BANDIERA DELLISLAM RADICALE
Soprattutto ci si aspetta dalla Santa Sede una presa di posizione chiara sulla questione siriana: continuerà a prevalere il giudizio "morbido" nei confronti del regime siriano, finora rispettoso della religione cristiana ? O i discorsi che il Papa pronuncerà - alla vigilia del viaggio ha esortato "i cristiani a restare in Medio Oriente" - suggeriranno ai cristiani libanesi e del resto del Medio Oriente di cambiare opinione su Assad?
La situazione della comunità cristiana in Medio Oriente e nel Maghreb, a partire dalla fine della seconda guerra del Golfo, fino all'omicidio di ieri dell'ambasciatore statunitense a Bengasi (si tratta pur sempre di un attacco di matrice terroristico-religiosa) è sempre più drammatica. Tanto che molti cristiani mediorientali hanno lasciato i propri paesi.
il patriarca maronita rai becharaIL PATRIARCA MARONITA RAI BECHARA
IL Libano è il luogo simbolo della diaspora cristiana: durante la guerra civile libanese del 1975 ci fu un massiccio esodo. In Libano, fino ad allora, la metà della popolazione era di fede cristiana, soprattutto maronita. Sarà proprio il patriarca maronita Rai Bechara a ricevere il pontefice, come accadde all'arrivo di Giovanni Paolo II nel 1997. Nella sua visita, Ratzinger firmerà l'esortazione apostolica post-sinodale dell'assemblea speciale per il Medio Oriente del sinodo dei vescovi.
Il testo dell'esortazione detterà le linee guida della Santa romana chiesa nel Medio Oriente islamico, secondo il risultato del lavoro dei vescovi di quest'area. Il portavoce vaticano, padre Lombardi ha precisato che Ratzinger "non si presenta come un leader politico, ma come un capo di comunità religiose che attraverso la loro testimonianza di vita e il loro impegno, servono il Paese in cui vivono".
I CARTELLONI PER L ARRIVO DI PAPA RATZINGER IN LIBANOI CARTELLONI PER L ARRIVO DI PAPA RATZINGER IN LIBANO
La visita manifesterebbe, secondo il portavoce "la chiara volontà di diffondere un messaggio d'incoraggiamento, di speranza e di pace interreligiosa". Per questo visiterà i quattro patriarcati cattolici (maronita, siriaco, greco melkita e armeno) e incontrerà i capi delle comunità crisitano ortodosse e quelli delle quattro maggiori comunità musulmane (sciita, sunnita, alawita e drusa).
I CARTELLONI PER L ARRIVO DI PAPA RATZINGER IN LIBANOI CARTELLONI PER L ARRIVO DI PAPA RATZINGER IN LIBANO
Quanto a Hezbollah non è previsto alcun incontro, anche se non è escluso che alcuni esponenti del partito di Dio partecipino ai diversi momenti della visita. Padre Lombardi comunque ha fatto notare che , "c'è consenso per l'arrivo del Papa da parte delle varie confessioni religiose presenti nel Paese". I problemi, secondo alcuni analisti risorgeranno dopo questi tre giorni: e potrebbero coinvolgere tutta la popolazione libanese, solo in apparenza riappacificata.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/una-visita-papale-papale-ratzinger-arriva-in-libano-mentre-il-medioriente-islamico-in-fiamme-43862.htm

                                       Il Papa va in Libano, ma dalla Siria alla Libia cova l’incendio religioso

L’equilibrio a tutti i costi del Vaticano (anche sui fatti di Bengasi). L’appello ai cristiani a rimanere per la pace

Per il Vaticano la sicurezza del Papa in Libano non è un problema. Benedetto XVI, nonostante l’escalation di violenza in Siria e l’attentato in Libia, non ha mostrato tentennamenti. Nel paese dei Cedri (da domani a domenica, terzo viaggio di un Pontefice in Libano dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1993) vuole andarci, perché ha una missione da compiere: sostenere la minoranza cristiana, e sostenerla soprattutto nel medio oriente e nel nord Africa. Il risveglio del mondo arabo dopo la caduta dei dittatori non è stata giudicata negativamente dal Vaticano, seppure molto ancora da fare resti. Il Libano è l’unico paese mediorientale dove i cristiani fanno parte del governo. Altrove, i cristiani soffrono e spesso sono costretti alla diaspora. Tanto che l’esortazione apostolica “Ecclesia in Medio Oriente” (il testo che riassume il Sinodo dei vescovi svoltosi a Roma lo scorso ottobre) che Ratzinger consegnerà loro, è anche simbolo della necessità di “resistere”. Il testo è il vero motivo del viaggio. Dicono oltre il Tevere non a caso che come il Concilio Vaticano II anticipò di pochi anni il vento di rinnovamento che investì il mondo nel ’68 così l’esortazione alle chiese d’Oriente ha anticipato di diversi mesi la primavera araba. Ma oggi come allora il nodo resta uno: incanalare la rivoluzione sui giusti canali, far sì che non diventi un boomerang, costringendo a dare ragione a chi, soprattutto tra i cristiani del medioriente già dice “si stava meglio quando si stava peggio”.
La linea che la diplomazia vaticana chiede che i cristiani presenti sul territorio facciano propria è chiara: restare uniti e nello stesso tempo non schierarsi. Non ripetere, insomma, l’errore commesso in Iraq quando i cristiani si schierarono con Saddam. Questo “spettro” come lo chiama Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del “ministero” per il dialogo interreligioso, va evitato. Ovunque, e soprattutto nella vicina Siria, dove pure i cristiani hanno goduto di buone garanzie con il regime alawita, i cristiani devono tenersi fuori dalla “politica delle fazioni”. E questo non per “codardia” ma per essere, con “coraggio”, un “ponte” tra le diverse comunità. Restare e lavorare per la pace, dunque. “Il Pontefice e la chiesa hanno sottolineato che i cristiani di questa regione non devono abbandonare questi luoghi perché ‘abbiamo una missione qui”, dice padre Samir Khalil Samir, insigne conoscitore dell’islam. La ricerca dell’equilibrio del Vaticano è totale. Non è un caso, infatti, che gli organi ufficiali comunichino che il Papa parta come leader religioso e non come capo politico. Come leader religioso a uso di tutta la cristianità. E’ una posizione super partes che investe anche quanto accaduto ieri in Libia. Non a caso padre Federico Lombardi si premura di condannare le “violenze” ma anche le “offese”, e cioè anzitutto il film sul profeta Maometto che avrebbe scatenato l’attacco islamista di Bengasi. Come a dire: certi atteggiamenti sono provocatori e non è questa la strada da seguire: “Le conseguenze gravissime delle ingiustificate offese e provocazioni alla sensibilità dei credenti musulmani sono ancora una volta evidenti, per le reazioni che suscitano, anche con risultati tragici, che a loro volta approfondiscono tensione e odio, scatenando una violenza del tutto inaccettabile”.
Escluso il pellegrinaggio in Terra Santa, è la terza volta che il Papa lascia Roma per un paese mediorientale e ogni volta gli auspici prima della partenza non sono dei migliori. Prima del viaggio in Turchia (autunno 2006) scoppiò il “caso Ratisbona”. Nel 2010 poco prima della visita a Cipro vi fu l’uccisione in Turchia del vescovo cattolico Luigi Padovese. Ora l’attentato di Bengasi, relativamente lontano dal Libano certo, ma del tutto attuale per un Papa pronto a parlare di libertà religiosa.


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