di Padre Francisco Radecki c.m.r.i.
e Padre Dominic Radecki c.m.r.i. 1
Pensare di poter riassumere in poche pagine la vita e gli atti di due uomini di Chiesa come Giovanni XXIII e Paolo VI sarebbe un atto di presunzione. Lungi dal volersi considerare esaurienti, queste due brevi biografie, scritte in maniera molto scarna e seguendo a grandi tappe l'ordine cronologico, condensano i fatti più eclattanti e controversi che hanno caratterizzato il loro pontificato. Lo scopo che si sono prefissati i due Autori, due sacerdoti (fratelli gemelli) appartenenti alla Congregazione di Maria Regina Immacolata, sembra sia stato quello di mettere in luce l'insanabile rottura tra l'insegnamento di questi due «papi conciliari» e quello dei loro predecessori.
Se così fosse, ossia se il loro Magistero fosse veramente in contrasto, e quindi incompatibile, con quello dei Papi pre-conciliari, i cattolici si troverebbero davanti ad un atroce dilemma. Tanto più che Giovanni XXIII è stato beatificato da Giovanni Paolo II (1920-2005) il 3 settembre 2000, mentre Paolo VI è già Servo di Dio, ossia è stato iniziato il suo processo di beatificazione. Visto che l'onore degli altari viene concesso dalla Chiesa non solo a chi dopo la morte ha operato dei miracoli, ma soprattutto a chi in vita ha professato integralmente e difeso strenuamente dall'eresia la fede cattolica (soprattutto se ciò rientra nei doveri stretti del proprio ufficio, come nel caso del Sommo Pontefice), molti si sono chiesti se con tali beatificazioni si è voluto e si voglia in qualche modo «canonizzare» il traballante Concilio Vaticano II e le novità che sono state introdotte a partire dal 1965 nella dottrina e nella prassi della Chiesa. È curioso che proprio Paolo VI, colui che portò a termine i lavori del Concilio, il 29 giugno del 1972, nella festa dei Santi Pietro e Paolo, nell'omelia Resistite fortes in fide, ebbe a pronunciare queste terribili parole a proposito dell'epoca postconciliare: «Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C'è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l'inquietudine, l'insoddisfazione, il confronto.Non ci si fida più della Chiesa [...]. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce [...]. Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza». Parole pesanti come macigni che proiettano una nuova luce sui frutti del Concilio voluto dal «papa buono» per gettare un ponte verso il mondo. E che la Chiesa di oggi sia preda di una grave crisi di identità è un fatto che è sotto gli occhi di tutti (crisi delle vocazioni, pratica religiosa ridotta ai minimi termini, ecc...). Dalle finestre aperte da Giovanni XXIII per far entrare una ventata d'aria fresca, è entrato il fumo di Satana sotto forma di «aggiornamento», affinché la Chiesa potesse essere «al passo con i tempi». Da quelle finestre incautamente aperte sono entrate anche tutte le eresie che i Papi precedenti avevano strenuamente combattuto e denunciato. Tra queste, emerge l'ombra minacciosa del modernismo, ilcollettore di tutte le eresie, come ebbe a definirla San Pio X (1835-1914), l'ultimo Papa canonizzato dalla Chiesa. Non è un caso che i seguaci di questa perniciosa dottrina (cui si sospetta avesse aderito anche Angelo Roncalli) reclamassero a gran voce la modernizzazione della Chiesa e l'abolizione di tutte le condanne. E così avvenne. Solo qualche decennio prima, Pio XI (1857-1939), con l'Enciclica Divini Redemptoris (del 19 marzo 1937) aveva condannato il comunismo ateo definendolo«intrinsecamente perverso». Di opinione diversa era Giovanni XXIII che, preferendo usare la «medicina della misericordia», in nome del dialogo e di un'utopistica fratellanza tra i popoli, impedì che il Concilio condannasse fermamente l'ideologia comunista, mentre milioni di cristiani morivano di stenti e di fame nei GULag e nei manicomi sovietici. Ma il Concilio, convocato e chiuso da questi due uomini per molti versi molto simili, e teleguidato da una minoranza progressista (che godeva della benevolenza e dell'appoggio dei due papi), ha introdotto altri nuovi concetti alieni alla Tradizione cattolica. Come quello dell'ecumenismo, che ha fatto tabula rasa della dottrina bimillenaria della Chiesa secondo cui Gesù Cristo ha fondato un'unica vera Chiesa, la Chiesa cattolica, fuori della quale non c'è salvezza. Al contrario, il Concilio, sotto la spinta di pressioni interne, ha fatto propria questa dottrina, già solennemente condannata da Pio XI nell'Enciclica Mortalium animos (del 6 gennaio 1928). Niente più eretici, scismatici e atei, quindi, ma «fratelli separati» e «non credenti» con cui cooperare per edificare un irenistico «mondo migliore» senza e al di là di Gesù Cristo, l'Unico che può dare un senso alla vita dell'uomo e la vera pace alle nazioni. |
I
GIOVANNI XXIII:
IL «PAPA BUONO»
l Il «papa buono» fu un buon Papa?
Giovanni XXIII è ricordato in modo speciale per aver «aperto le finestre» della Chiesa e per i cambiamenti che introdusse durante la prima parte del Concilio Vaticano II, da lui convocato nel 1962. I risultati di cui oggi siamo testimoni sembrano indicare che per la vita della Chiesa tale assise si sia trasformata in un tornado. Diamo dunque uno sguardo alla vita e alle azioni dell'uomo definito dal mondo il «papa buono». Una rassegna di certi elementi della sua biografia mostra lo sviluppo del suo pensiero sia stato fortemente influenzato da fonti esterne.
l Seminarista e prete sospettato di modernismo
Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte (Bergamo) il 25 novembre 1881. Negli anni 1892-1895, Roncalli studiò nel Seminario Minore di Bergamo. Dal 1895 al 1900, compì gli altri studi nel Seminario Maggiore della stessa città. Nel 1901, continuò i suoi studi nel Seminario dell'Appolinare di Roma. Il 30 novembre 1901, Roncalli prestò per un anno il servizio militare nell'Esercito come cappellano militare. Il 13 luglio 1904, egli ricevette un dottorato in Teologia. Il 10 agosto dello stesso anno, fu ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Maria in Monte Sacro daMons. Appotelli. In seguito, don Roncalli insegnò Storia e Teologia a Bergamo, e più tardi divenne segretario personale del Vescovo di quella Diocesi, Mons. Giacomo Radini-Tedeschi (1857-1914) 2. Nel 1913, don Roncalli rimase coinvolto nel movimento socialista europeo che cercava di istigare la gente incitandola ad insorgere contro le autorità pubbliche. «Nicolò Rezzara, uno dei parrocchiani di Roncalli, difese il “progresso sociale” e gli “scioperi civili” come se le due cose andassero perfettamente d'accordo. Rezzara stese un memorandum in cui delineò i suoi progetti per “la giustizia, la pace, e la libertà”. Tali progetti includevano tutte le forme di violenza civile, dirette principalmente contro i membri della Chiesa cattolica. Alla fine di questo documento, fra un grande numero di firme - fatto che desta non poco la nostra preoccupazione - c'era anche quella di Angelo Roncalli» 3.
Da sinistra: Angelo Roncalli giovane sacerdote, cappellano militare e segretario di Mons. Radini-Tedeschi, Vescovo di Bergamo. |
Il 1º giugno 1914, don Angelo Roncalli visitò Roma insieme al rettore del Seminario di Bergamo. Il CardinaleGaetano de Lai (1853-1928), che era il segretario della Sacra Congregazione Concistoriale, sospettando che Roncalli fosse modernista, iniziò un controllo approfondito su di lui e sorvegliò le sue attività. L'11 novembre 1918, alla fine della Prima Guerra Mondiale, don Roncalli era cappellano militare. Nel 1921, uno degli amici più vicini a Roncalli in Seminario era Ernesto Buonaiuti (1881-1946), il quale assistette don Roncalli durante la sua prima Messa solenne nel 1904. Buonaiuti venne scomunicato prima nel 1921 e una seconda volta nel 1924. Egli venne dichiarato vitandus 4 nel 1926. Nel 1924, venne affidata a don Roncalli una cattedra all'Università del Laterano, incarico che ricoprì finché non venne sospettato di modernismo. Dopo di che venne rimosso dall'insegnamento. Per il resto dell'anno, don Roncalli svolse compiti di importanza minore in Vaticano, ma venne sempre tenuto d'occhio. L'etichetta di modernista attribuita a Roncalli lo accompagnò per il resto della sua vita. Nel 1958, «subito dopo che era diventato Papa [...], Roncalli visitò l'ufficio di una certa Congregazione e chiese di poter vedere il suo dossier personale. Egli disse che voleva scoprire perché una promozione di routine gli era stata differita di così tanto tempo. Sfogliando gli incartamenti riguardanti i primi anni di sacerdozio trovò accanto al suo nome queste parole schiaccianti: “sospetto di modernismo”» 5.
Nicolò Rezzara | Il Cardinale de Lai | Ernesto Buonaiuti |
l Vescovo e Nunzio Apostolico
Nel marzo del 1925, Papa Pio XI nominò Roncalli Arcivescovo titolare di Aeropolis, nel Peloponneso. Nell'aprile del 1925, Mons. Roncalli divenne un rappresentante ecclesiastico (senza status diplomatico) in Bulgaria. Durante la sua prima omelia a Sofia, egli invitò i cattolici ad accantonare i loro pregiudizi verso gli ortodossi. Nel novembre del 1934, Mons. Roncalli fu nominato Vicario Apostolico e Delegato Apostolico in Turchia e in Grecia. Nel dicembre del 1944, Mons. Roncalli divenne Nunzio Pontificio in Francia.«Non era facile penetrare nella mente di Pio XII, o spiegare il motivo per cui la sua scelta per Parigi cadde su Roncalli. Certamente egli non agì su raccomandazione del suo team della Segretaria di Stato. Il dossier di Roncalli inerente il suo periodo di permanenza ad Istanbul diceva troppo poco per sapere qualcosa di più. Una delle teorie è che Pio XII, adirato, volle mostrare a de Gaulle il suo rammarico spedendogli un diplomatico di second'ordine come Nunzio» 6. Durante il nunziatura di Roncalli, il movimento dei preti operai in Francia crebbe notevolmente. Molti sacerdoti andarono nelle fabbriche apparentemente a «ricuperare i lavoratori a Cristo». In realtà, stavano convertendo gli operai al marxismo. Molti dei sacerdoti avevano finito per essere coinvolti negli scioperi e nelle proteste mentre tentavano di lottare per i lavoratori, e non rimaneva loro che poco tempo per offrire la santa Messa o recitare l'Ufficio Divino. Numerosi preti operai entrarono a far parte di sindacati controllati dai comunisti, il che provocò scandalo nei lavoratori che appartenevano ai sindacati cattolici. Finalmente, la situazione venne chiarita nel 1954, quando i superiori della Compagnia di Gesù e dell'Ordine domenicano tolsero i loro sacerdoti dalle fabbriche. La maggioranza dei preti fece ritorno alla propria parrocchia. I sacerdoti ribelli lasciarono le fabbriche e si sposarono. Successivamente, la Santa Sede nominò Mons. Roncalli osservatore delegato all'UNESCO. Questa organizzazione delle Nazioni Unite era notoriamente infiltrata dal pensiero comunista e animata da principî atei. La tolleranza di Mons. Roncalli verso il comunismo si deve forse all'influenza che esercitò su di lui tale istituzione?
l Cardinale e Patriarca di Venezia
Il 15 gennaio 1953, Mons. Roncalli venne nominato Patriarca di Venezia e ricevette la berretta cardinalizia il 29 ottobre 1953. Il 22 aprile 1954, Roncalli declinò l'invito di firmare una petizione affinché venisse finalmente stabilita la festa della Regalità di Maria SS.ma, «perché una solennità del genere avrebbe potuto pregiudicare la grande azione intrapresa per rimodernare l'unità della Chiesa cattolica nel mondo. Quando Gesù stava morendo, disse a Giovanni: “Ecco tua madre”. Ciò è più che sufficiente sia per la fede che per la liturgia. Tutto il resto può essere [...] edificante e commovente per le anime devote e pie; ma per molte persone lontane, molto lontane, ma ben disposte verso la Chiesa cattolica, sarebbe soltanto irritante, e, usando una frase moderna, sarebbecontroproduttivo» 7. Il Cardinale Roncalli aveva paura che la devozione a Maria SS.ma avrebbe potuto interferire con il suo progetto di matrimonio illegittimo tra il mondo secolare e la Chiesa cattolica. Il 1º febbraio 1957, ebbe inizio a Venezia il 32º Congresso del Partito Socialista Italiano. Roncalli chiamò i socialisti «fratelli», li invitò a fargli visita nel suo palazzo, fece affiggere per la città numerosi manifesti di benvenuto, e fece di tutto per farli «sentire a casa loro». Il Patriarca Roncalli visitò cordialmente il sindaco comunista e il consiglio della città di Venezia e gli fece i suoi più fervidi auguri. L'8 ottobre 1958, Papa Piò XII morì. Pochissime persone considerarono Angelo Roncalli come un possibile candidato al soglio pontificio. «Un giornalista americano che seguiva l'andamento del Conclave scrisse: "Roncalli [...] piccolo e rotondo [...] viene considerato un peso leggero intellettuale rispetto ai candidati più forti» 8. Come Joe Namath era certo che i suoi New York Jet avrebbero vinto il Super Bowl contro i Baltimore Colts, così Roncalli era sicuro che sarebbe diventato Papa. «Il giorno prima che iniziasse il Conclave, Roncalli incontrò un noto politico democristiano, Giulio Andreotti, che più tardi fu per molte volte eletto Primo Ministro [...]. Egli disse ad Andreotti che sarebbe stato logico eleggere il Vescovo Montini, “ma non è possibile superare la tradizione di scegliere un Cardinale”. Sbalordito, Andreotti riportò: “In seguito, capii che in quel momento Roncalli era sicuro che sarebbe uscito Papa dal Conclave» 9. «La vecchia volpe Roncalli sapeva quello che pensavano e cosa volevano i Cardinali quando lo scelsero. Più tardi, egli scrisse: “Quando i Cardinali mi designarono alla responsabilità suprema del governo della Chiesa, a settantasette anni, molti di loro erano convinti che sarei stato un papa di transizione”» 10. Durante il Conclave del 1958 c'era stata della confusione. Un'usanza che si era sviluppata durante il Medioevo, voleva che i fedeli riuniti in Piazza San Pietro sapessero dell’elezione di un Papa attraverso un segnale di fumo. Una fumata nera emessa da un camino collegato alla Cappella Sistina indica che un candidato non è ancora stato eletto e che le vecchie schede vengono bruciate. Una fumata bianco indica che un candidato è stato eletto come il nuovo Papa. Durante il voto, accadde qualcosa di strano. «La fumata, parzialmente bianca e parzialmente nera, confuse anche gli annunciatori della Radio Vaticana. Essi dovevano scusarsi più volte per il loro errore. La colonna di fumo che si alzò dal camino della Cappella Sistina in un primo tempo fu biancastra, poi definitivamente bianca, e solamente più tardi totalmente nera» (vedi foto a lato) 11. Il 28 ottobre 1958, «Roncalli sedette serenamente durante i lunghi giorni di scrutinio, ma non perse mai la fiducia nella vittoria. Quando finalmente venne eletto e gli si chiese con che nome avrebbe regnato, egli rispose estraendo dalla tasca un discorso ben preparato. Era già pronto» 12. Quando qualcuno gli chiese se avrebbe continuato la politica del suo predecessore rispose: «Pensi a quello che Pio XII farebbe e che io farò l'opposto» 13.
l Il dialogo con il mondo moderno
«Più di ogni altro Papa, Giovanni XXIII volle il dialogo con il mondo, al di là del credo» 14. Wilton Wynn, corrispondente della rivista Time, scrisse che Roncalli era «fondamentalmente così tollerante da scatenare una rivoluzione nella Chiesa» 15. Subito dopo che Giovanni XXIII venne eletto Papa, un massone del 33º Grado disse ad un cattolico (che ha non voluto rivelare la propri identità): «Ora tu hai un buon papa». Roncalli prese il nome Giovanni XXIII. Ci fu un antipapa che aveva lo stesso nome e che regnò dal 1410 al 1415. Questi fu deposto perché venne dimostrato che era un successore illegittimo di San Pietro. La gente «gli rimproverava gli intrighi che avevano preceduto la sua elezione simoniaca, la sua immoralità, le sue espressioni da miscredente e la sua condotta irreligiosa. Inoltre, la sua opposizione agli sforzi di riunire un Concilio, e particolarmente la sua fuga da Constanza (20-21 marzo 1415) che fu vista come un attacco al Sinodo, lo misero nella posizione di un eretico e scismatico» 16. «Molti si chiesero perché Angelo Roncalli scelse di prendere il nome di un uomo così scandaloso» 17. «Comunemente, si pensa che il pontificato di Giovanni XXIII (1958-1963) sia stato una svolta, se non una rivoluzione, nella vita della Chiesa» 18. Robert Blair Kaiser, un corrispondente del Time, descrisse Giovanni XXIII come «un genio politico, un tranquillo e astuto rivoluzionario» 19. Il 17 novembre 1958, Giovanni XXIII annunciò che avrebbe creato ventitre nuovi Cardinali portando così il numero del Collegio cardinalizio a settantacinque membri, cinque in più oltre il limite che era stato posto da Papa Sisto V (1521-1590) nel 1586. Tutti i Papi, da Sisto V fino a Pio XII, avevano mantenuto questa tradizione. Tuttavia, settanta non erano un numero intoccabile, ma era divenuto una tradizione da quasi trecento anni. La pratica che è introdotta da Giovanni XXIII e continuata dai papi successivi di creare un numero sempre più elevato di Cardinali sembra simile a quella adottata dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), che fu accusato di manipolare la Corte Suprema, nominando un gran numero di amici e colleghi, che sostenevano la sua politica, assegnando loro posizioni di grande influenza e potere. Non si tratta forse di gestire il potere politico come insegnò a suo tempo Niccolò Machiavelli (1469-1527)? In queste condizioni, Mons. Montini fu il primo prelato ad essere creato Cardinale. Egli divenne il successore di Giovanni XXIII, Paolo VI. C'è di che sorprendersi?
Wilton Wynn | Robert Blair Kaiser | Papa Sisto V |
l Roncalli convoca il Concilio
Il 25 gennaio 1959, Roncalli convocò pubblicamente il Concilio Vaticano II. «La Curia romana chiese a Giovanni XXIII che cosa si aspettava dal Concilio che aveva indetto. “Il Concilio” - disse - è come camminare in una stanza e aprire una finestra: mi aspetto un po' di aria fresca. Dobbiamo scuotere la polvere imperiale che si è posata sul trono di San Pietro fin da Costantino”» 20. Egli volle «una ventata di aria fresca perché vogliamo uscire dal nostro ghetto senza lanciare pietre ai comunisti» 21. «Lo scopo finale del Concilio era l'unità; il metodo era la riforma e il rinnovamento della Chiesa cattolica, l'adattamento dei suoi metodi, della sua intera vita e della sua missione nel mondo moderno; un aggiornamento, “crescere insieme”, come il papa stesso amava definirlo» 22. Giovanni XXIII, che sapeva che avrebbe potuto portare a termine una gran quantità di cambiamenti graduali, disse una volta:«Chi va lento, va sano e va lontano» 23. Il guscio del cattolicesimo rimaneva, ma la sostanza lo stava gradualmente abbandonando. Invece di attrarre persone nella Chiesa cattolica, i cambiamenti indussero molte persone ad abbandonarla. La parola «conversione» divenne ben presto antiquata. «Dialogo», «compromesso» ed «etiche di situazione» diventarono il nuovo grido di battaglia. Nell'Enciclica Ad Cathedram Petri, del 25 giugno 1959, egli si rivolse ai non cattolici come ai «fratelli separati e figli» 24. Nel dicembre del 1959, durante un secondo Concistoro, Giovanni XXIII nominò otto nuovi Cardinali. Molto di essi avrebbero esercitato una grande influenza durante il Vaticano II. Padre Augustin Bea s.j. (1881-1968), cui più tardi venne affidato il Segretariato per le Relazioni con le Religioni Non Cattoliche, era uno di loro. «Nell'organizzare il Segretariato per l'Unità dei Cristiani, sotto la guida del Cardinale Bea, Giovanni XXIII contribuì moltissimo a liberare la Chiesa cattolica dall'affermare l'esclusivismo nella verità. Come al solito, egli dovette combattere in questo campo contro il Cardinale Alfredo Ottaviani. Poco prima che il suddetto Segretariato venisse creato, Ottaviani ordinò che una veglia di preghiera ecumenica organizzata a Roma venisse soppressa. Papa Giovanni intervenne personalmente e annullò questa decisione. La veglia di preghiera, a cui erano stati invitati protestanti e cattolici, ebbe luogo: un atto veramente rivoluzionario per la Roma di quel tempo» 25. Nonostante la Madonna avesse formalmente richiesto che il terzo segreto di Fatima fosse reso pubblico entro e non oltre il 1960, questo non avvenne mai. Giovanni XXIII lesse il segreto, lo mise in una busta sigillata e lo depositò nell'archivio segreto del Vaticano. Egli disse: «Non concerne il mio pontificato» 26. L'agenzia stampa portoghese ANI (Agencia Nacional de Informação) annunciò l'8 febbraio 1960: «Secondo fonti vaticane, il terzo segreto di Fatima non verrà mai rivelato» 27. Nel marzo del 1960, Giovanni XXIII creò altri nuovi Cardinali, portando il Sacro Collegio ad ottantacinque membri, il numero più elevato di Cardinali in 374 anni. Il 25 luglio 1960, Giovanni XXIII aggiunse nuove rubriche al Messale e al Breviario. È lecito chiedersi che relazione ci sia tra il terzo segreto di Fatima e i «cambiamenti» apportati nel 1960, visto che la Madonna aveva chiesto che il segreto fosse rivelato entro quello stesso anno. Perché Giovanni XXIII e i suoi successori si sono rifiutati di rendere pubblico il contenuto di questo segreto?
Giovanni XXIII | Il Cardinale Bea | Il Cardinale Ottaviani |
l Prime mosse dell'ecumenismo
«Il 20 dicembre 1960, Giovanni XXIII ricevette in Vaticano Geoffrey Fisher, l'arcivescovo anglicano di Canterbury» 28. «Il Gran Maestro della Loggia Regolare d'Italia Giuliano di Bernardo ha scritto nel suo libro “La Filosofia della Massoneria”: “Non solo abbiamo alti esponenti di religioni non cristiane che hanno aderito alla Massoneria, ma anche anglicani, vescovi ortodossi e luterani” [...]. Egli citò un arcivescovo di Canterbury, così come il Patriarca ortodosso Atenagora, “il prelato con cui Giovanni XXIII inaugurò un periodo di dialogo ecumenico in un clima di comprensione fraterna”» 29. Il barone Yves Marsaudon, massone della Gran Loggia di Francia, dal 1932 Maestro Venerabile 33° della Loggia La Republique, nonché membro dell'Ordine di Malta, fu«una figura-chiave nei contatti tra la Chiesa e la Massoneria durante il periodo conciliare» 30. Egli disse:«Solamente la Massoneria può chiarire gli enormi problemi che sovrastano l'uomo d'oggi e che nonostante l’evidente buona volontà, né le chiese organizzate, né i partiti politici sono in grado di risolvere» 31. Yves Marsaudon divenne amico intimo di Roncalli quando questi era Nunzio a Parigi. Una volta divenuto Papa, Giovanni XXIII invitò il massone francese a visitarlo nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Roncalli creò un Segretariato Ecumenico che per la prima volta stabilì un contatto ufficiale tra la Chiesa cattolica e il World Council of Churches («Consiglio Mondiale delle Chiese»). Nel 1961, cinque osservatori cattolici vennero ufficialmente inviati a Nuova Delhi per partecipare alla riunione del World Council of Churches. Il 15 maggio 1961, venne pubblicata l'enciclica di Giovanni XXIII Mater et Magistra, che di fatto invitava ai cattolici a votare per i comunisti e i socialisti, e ad entrare nelle loro file. Nel 1962, il Collegio dei Cardinali crebbe a ottantasette membri. «Entro il 1962, Giovanni XXIII aveva già incontrato più leader anglicani e protestanti di ogni papa nella Storia [...]. Un conservatore lamentò: “Sembra più facile vedere il papa se sei metodista”» 32.
Giuliano Di Bernardo | Yves Marsaudon | Atenagora |
Nel 1962, il Cardinale Eugène Tisserant (1884-1972) si incontrò segretamente con Nikodim (1929-1978), Patriarca della Chiesa Ortodossa russa, a Metz, in Francia, per invitarlo ad assistere al Vaticano II. Il Patriarca di Leningrado avrebbe partecipato al Concilio solamente a condizione che quest'ultimo non condannasse ufficialmente il comunismo. E infatti, nessun documento conciliare contiene una sola nota di riprovazione di questa ideologia atea e anticristiana. Questo accordo venne chiamato il «patto Vaticano-Mosca». Nikodim si recò a Roma nell'ultimo giorno del Concilio Vaticano II. «Tutti sapevano che Nikodim, membro notorio del KGB, aveva ottenuto quell'incarico su mandato del governo sovietico. Nessuna sorpresa dunque quando si apprende che anche il leader russo era presente a Nuova Delhi allo scopo di completare le pratiche per l'ammissione del suo patriarcato nel comunisteggiante Consiglio Mondiale delle Chiese» 33. Per contro, ai Cardinali Alojzije Stepinac (1898-1960), di Iugoslavia, e Jòszef Mindszenty (1892-1975), Primate d'Ungheria, fu impedito di assistere alle Sessioni del Vaticano II dai loro rispettivi dittatori comunisti. Il 1º ottobre 1962, Giovanni XXIII aprì formalmente il Vaticano II. «”Basta con le condanne”!, disse Papa Giovanni davanti alla prima Sessione conciliare; e il Segretariato per la promozione dell'unità dei cristiani guidato dal Cardinale Bea fece intendere che l'atteggiamento cattolico verso gli ex eretici - ora “fratelli separati” - non sarebbe più stato polemico, ma di genuino dialogo e cooperazione» 34. Giovanni XXIII invitò il Cardinale Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI) a risiedere in Vaticano durante il Concilio. Egli fu l'unico Cardinale non residente a godere di questo privilegio. Fu anche uno dei pochi Cardinali cui venne concesso di visitare Giovanni XXIII durante la sua ultima malattia. Quest'ultimo, probabilmente, sapeva che sarebbe morto prima della fine del Concilio e che Montini avrebbe portato a termine la sua opera. Molti Cardinali erano al corrente del fatto che Roncalli lo voleva come suo successore.
Il Cardinale Tisserant | Nikodim | Il Cardinale Stepinac |
Nel novembre del 1962, Giovanni XXIII concesse a trenta buddisti giapponesi un'udienza privata. «Essi avevano immaginato che il papa li avrebbe ringraziati per la loro visita e che poi gli avrebbe spiegato che il cristianesimo è la religione più elevata, e che tutti gli uomini dovrebbero abbracciarlo. Invece il papa fu rispettoso verso la loro religione, e più o meno disse loro che la fede in Dio e quella in Buddha hanno lo stesso fondamento, e che tutte le persone religiose dovrebbero cooperare in pace per il bene dell'umanità» 35.Il 13 novembre 1962, Giovanni XXIII decise di aggiungere il nome di San Giuseppe nel Canone della Messa. Si trattava del primo cambiamento apportato al Canone in oltre 1.300 anni, ed è stato una violazione diretta alla Bolla di San Pio V(1504-1572) Quo Primum (del 19 luglio 1570) che proibiva qualsiasi alterazione di questa preghiera 36. L'atteggiamento di Giovanni XXIII era così rivoluzionario che un giornalista italiano, un certo Furno, scrisse:«Ricordo che un prelato mi disse poco prima della morte di Papa Giovanni: “Se Dio non gli apre gli occhi, che almeno glieli chiuda”» 37. «Se fosse vissuto più a lungo, Giovanni XXIII avrebbe potuto provocare una vera rivoluzione che avrebbe comportato una notevole revisione della Chiesa cattolica» 38.
Da sinistra: Giovanni XXIII con un lama buddista, con un monaco shintoista e infine,insieme al Cardinale Augustin Bea, accoglie Max Thurian e Roger Schutz della comunità protestante di Taizé.
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l Cambiamento di rotta
«Nel 1949, la Santa Sede aveva decretato che ai comunisti, ai loro sostenitori e a coloro che leggevano volontariamente i loro scritti fossero negati i Sacramenti. Una sanzione penale più forte - la scomunica - venne automaticamente applicata a tutti i cattolici “che professano, difendono e diffondo la dottrina materialistica e anticristiana dei comunisti”» 39. Allontanandosi da queste disposizioni, Giovanni XXIII ebbe a dire: «La Chiesa non è una diga contro il comunismo. La Chiesa non può e non dovrebbe essere contro qualsiasi cosa. Essa dovrebbe essere positivamente a favore di qualcosa» 40. Nella sua enciclicaPacem in Terris, dell'11 aprile 1963, egli auspicò il dialogo con il comunismo e fu responsabile del trasbordo di un milione di voti degli italiani che andarono al Partito Comunista. «Il prima saluto della Pacem in Terris di Giovanni XXIII aprì le finestre della Chiesa al mondo e oltraggiò ancora una volta i conservatori della Curia romana. In passato, normalmente, le Encicliche erano indirizzate ai cattolici, ma Papa Giovanni creò un precedente indirizzando questo saluto anche a “tutti gli uomini di buona volontà”. Per assicurarsi che il suo messaggio fosse recepito, Giovanni XXIII ne inviò una copia in anticipo a Kruscev al Cremlino» 41. L'8 marzo 1963, durante un'udienza privata concessa al genero di Nikita Kruscev (1894-1971), Alexei Adjubei, disse Giovanni XXIII: «Kruscev sembra essere stato scelto dalla Provvidenza per compiere grandi cose» 42. Non è forse contraddittorio per un Papa, il Vicario di Cristo, lodare un ateo dichiarato e trascurare i milioni di essere umani che sono stati sterminati e perseguitati dal suo regime senza Dio? Roncalli morì il 3 giugno 1963. «In una città francese, gli scolari ebrei corsero in una classe per conoscere dall'insegnante più dettagli sulla morte del “buon rabbino”; due pastori protestanti, Charles Westphal e George Casalis, affermarono: “Per la prima volta nella storia, i protestanti piangono la morte di un papa”» 43. «Subito dopo la morte di Papa Giovanni, Ottaviani disse ad un membro del suo staff: “Bene. Le finestre della Chiesa sono state aperte ai venti di cambiamento. Ora è tempo di chiuderle nuovamente”» 44. Giovanni XXIII è stato inserito nel calendario dei «santi» della Chiesa luterana. La sua festa cade il 3 giugno. Accanto a lui appaiono eretici come Martin Lutero (1483-1546), i fratelli John (1703-1791) eCharles Wesley (1707-1788), Giovanni Calvino (1509-1564) e Jan Hus (1371-1415). In Cecoslovacchia, nel 1989, «un movimento di preti marxisti - approvato e sostenuto dal regime comunista (ma non riconosciuto dal Vaticano) chiamò la propria organizzazione “Pacem in terris”, come la famosa enciclica di papa Giovanni» 45.
LA GRAN LOGGIA OCCIDERTALE MESSICANA
dei massoni liberi e accettati
a riguardo del decesso di
PAPA GIOVANNI XXIII
rende pubblico il suo dolore per la scomparsa di questo grande uomo, che venne arivoluzionare le idee, il pensiero e le forme della liturgia cattolica romana.
LE ENCICLICHE MATER ET MAGISTRA E PACEM IN TERRIS
hanno rivoluzionato i concetti in favore dei
DIRITTI DELL'UOMO E DELLA SUA LIBERTÀ
L'umanità ha perso un grande uomo e noi massoni riconosciamo i suoi elevati principî, il suo umanitarismo e la sua condizione diGRANDE LIBERALE.
Guadajara, Messico, 3 giugno 1963
GRAN LOGGIA OCCIDENTALE MESSICANA
Lic. Josè Guadalupe Zuno Ildez.
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Necrologio della Massoneria messicana per la scomparsa di Giovanni XXIII. |
II
PAOLO VI:
LE «CHIAVI PESANTI»
l Un pontificato che ha lasciato il segno
Paolo VI è specialmente ricordato per aver distrutto la secolare Messa di San Pio V e aver introdotto il Novus Ordo Missæ (la Nuova Messa). «Durante i quindici anni del pontificato di Paolo VI, 32.357 sacerdoti hanno chiesto di essere sciolti dai loro voti [...]. Il Papa accordò benevolmente a tutti tale richiesta, tranne che a 1.033 sacerdoti. Inoltre, nel corso del regno di Paolo VI è stato registrato il più grande calo di vocazioni che sia mai stato registrato nella storia della Chiesa» 46.
l Gli studi e il sacerdozio
Giovanni Battista Montini nacque il 26 settembre 1897 a Concesio, in provincia di Brescia. Egli venne ordinato sacerdote il 29 maggio 1920 nella Cattedrale di Brescia da Mons. Giacinto Gaggia (1847-1933). Successivamente, don Montini venne inviato dal suo Vescovo al Collegio Lombardo di Roma a continuare i suoi studi. Più tardi, egli frequentò alcuni corsi all'Università di Roma. Nel giugno del 1922, don Montini venne scelto per far parte del corpo diplomatico in Vaticano e continuò i suoi studi alla Gregoriana. «Nel corso degli anni, Montini aveva riunito un certo numero di giovani sacerdoti che avevano sposato il suo concetto di “fratellanza cristiana fra tutti gli esseri umani” - sia che avessero la fede o non l'avessero affatto - e un certo disprezzo per il rito e per l'autorità. Tali uomini divennero noti nei circoli clericali come i “montiniani”, ed erano considerati da tutti come radicali ecclesiastici» 47. Nel maggio del 1923, don Montini venne nominato Segretario Assistente del Nunzio Pontificio a Varsavia, in Polonia. Nel novembre dello stesso anno, fu richiamato a Roma e lavorò come Segretario Assistente per la Segretaria di Stato per i successivi trent'anni. Nel 1925, Papa Pio XI lo nominò Monsignore. Nel 1933, egli sostituì Mons. Francis Joseph Spellman (1889-1967) come membro dello staffpersonale del Cardinale Eugenio Pacelli (1876-1958), il futuro Pio XII. L'accordo Mosca-Vaticano del 1962 venne preceduto da un patto segreto stretto nel 1942 tra Mons. Montini e Stalin (1878-1953).
Il giovane Montini | Cardinal Spellman | Montini e Pio XII |
Mons. Georges Roche era un intimo amico del Cardinale Eugène Tisserant che sottoscrisse il patto del 1962 con il Metropolita ortodosso Nikodim. Egli scrisse le seguenti parole a Jean Madiran, direttore della rivistaItineraires 48: «Lei, dunque, sembra non essere a conoscenza di un primo primo accordo che ebbe luogo durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1942 per essere più precisi, e i cui protagonisti furono Mons. Montini e lo stesso. Questo accordo del 1942 mi sembra avere un'importanza considerevole» 49. A partire dal 1948, egli riuscì ad esercitare una notevole influenza negli affari del Vaticano. Montini fu un ardente seguace del filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973), e ne tradusse le opere. «Nel 1950, il Sant'Uffizio si lamentò delle tendenze sinistrorse di “Studium”, la Casa Editrice patrocinata da Montini» 50. Nel 1953, Mons. Giovanni Battista Montini venne nominato Pro-Segretario di Stato, uno degli incarichi più elevati della Gerarchia ecclesiastica. In questo periodo egli iniziò a collaborare con Padre Augustin Bea s.j., che più tardi venne creato Cardinale e divenne uno dei leader nel movimento ecumenico. L'anno successivo, Mons. Montini continuò a negoziare segretamente con Mosca 51. Nel frattempo, in Cina, dove il Governo comunista stava tentando di formare una «chiesa patriottica» indipendente da Roma, si stava creando uno scisma. La corrispondenza proveniente dai Vescovi cinesi venne deviata da Mons. Montini e non giunse mai sulla scrivania di Pio XII, che altrimenti avrebbe bloccato sul nascere questo tentativo. L'arcivescovo luterano di Uppsala (Svezia) Ingve Torgny Brilioth (1891-1959) rivelò al Papa le attività segrete di Montini. Il Pro-Segretario di Stato perse il suo posto e venne allontanato dal Vaticano. Il 1º novembre 1954, Mons. Montini venne degradato ed esiliato nell'arcivescovado di Milano. Inoltre, egli venne pubblicamente umiliato per il fatto che, pur trattandosi di un seggio importante, non ricevette la berretta cardinalizia che era consuetudine conferire a chi veniva affidata questa Arcidiocesi. Benché si trattasse di una sede importante all'interno della Chiesa romana, Montini era stato rimosso dalla seconda carica nella scala gerarchica della Chiesa.
Mons. Georges Roche | Jacques Maritain | Ingve Torgny Brilioth |
l L'episcopato e il cardinalato
Il 12 dicembre 1954, Montini venne consacrato Arcivescovo di Milano. In Vaticano, Milano veniva considerata «la Siberia di Montini» 52. Egli stesso più tardi confessò:«Milano mi apparve come una foresta ostile e immensa» 53. Il 28 ottobre 1958, Giovanni XXIII venne eletto Papa. Il 5 dicembre dello stesso anno, Mons. Montini venne creato Cardinale. Nel giugno del 1962, il Cardinale Montini, il futuro Paolo VI, rivolse un discorso alla Commissione Centrale del Concilio sulla necessità dioperare dei cambiamenti nella Chiesa. «Fu dopo questo discorso che qualcuno sentì il Cardinale Ottaviani mormorare queste parole: “Prego Dio che mi faccia morire prima della fine del Concilio, in modo da poter morire ancora cattolico”» 54. Il 3 giugno 1963, Giovanni XXIII morì. Montini era uno dei Cardinali papabili. Un certo numero di Cardinali conservatori vicini al Sant'Uffizio non vedeva di buon occhio le tendenze liberali di Montini, e iniziò una campagna per bloccarne l'elezione. I voti vennero sparsi tra una varietà di candidati, il che impedì così a Montini di avere i due terzi più uno della maggioranza necessari all'elezione. IlCardinale Gustavo Testa (1886-1969) si alzò in piedi e protestò perché la loro azione rischiava di «distruggere il patrimonio che ci ha lasciato Papa Giovanni» 55. La controversia fu appianata e l'ordine venne ben presto ripristinato. Il Cardinale Testa convogliò i voti in favore del Cardinale Montini che venne eletto il 21 giugno 1963 e prese il nome Paolo VI.
l Sul seggio di Pietro
«La chiave per comprendere il pontificato di Paolo VI risiede nella convinzione innata del defunto pontefice secondo tutti gli uomini e le donne sarebbero naturalmente buoni e rifiuterebbero totalmente il male una volta che venisse loro mostrata la differenza tra i due. Secondo Montini, la funzione primaria della Chiesa di Cristo era di evidenziare tale differenza a più individui possibile, e non di convertire il mondo [...] al cattolicesimo romano» 56. Il 29 settembre 1963, Paolo VI aprì la seconda Sessione del Concilio Vaticano II (1962-1965). Egli alterò profondamente il modus operandi (la procedura) conciliare; la conseguenza di tale manovra fu che le nuove regole finirono per facilitare le riforme volute dai modernisti. Il verbita Padre Ralph H.Wiltgen s.v.d. (1921-2007) ritrae vividamente le losche manovre avvenute durante il Concilio nel suo libro The Rhine Flows Into the Tiber («Il Reno si getta nel Tevere»; Hawthorn, New York 1978). In tale opera, egli descrive le alterazioni dei documenti, il linguaggio volutamente ambiguo utilizzato nei questionari per le votazioni di tali documenti e l'influenza indebita del controllo sull'ordine del giorno esercitata dagli elementi più progressisti. Il 3 dicembre 1963, Mons. Geraldo de Proença Sigaud (1909-1999), Arcivescovo Diamantina (Brasile), inviò una lettera a Paolo VI firmata da oltre 200 Padri conciliari, provenienti da quarantasei Paesi diversi, in cui si chiedeva una condanna ufficiale del comunismo. Tale lettera non ricevette mai alcuna risposta. I 200 Padri firmatari lasciarono cadere la cosa. Il 4 dicembre 1963, Paolo VI firmò e promulgò la Costituzione sulla LiturgiaSacrosantum Concilium, le cui applicazioni avrebbero trasformato di lì a poco la Messa cattolica in una cena protestante. Dal 4 al 6 gennaio 1964, Paolo VI fece un viaggio speciale in Terra Santa durante il quale incontròleader religiosi ebrei, ortodossi e musulmani. In quella circostanza abbracciò anche il Patriarca ortodosso scismatico (e massone) Atenagora (1886-1972).
Padre Ralph Wiltgen | L'opera di P. Wiltgen | Mons. Proença Sigaud |
Il 19 maggio dello stesso anno, Paolo VI creò un Segretariato per lo Sviluppo di Relazioni con le Religioni Non Cristiane. Il 6 agosto 1964, nella sua prima enciclica Ecclesiam suam, Montini insistette sulla necessità del dialogo tra cattolici e non cattolici, non cristiani, atei, ebrei e persino con i comunisti. Non era forse uno schiaffo dato in faccia agli oltre duecento Padri Conciliari che in dicembre avevano inviato una nuova petizione per chiedere la condanna del comunismo? Del resto, nella sua enciclica successiva, la Populorum Progressio (del 26 marzo 1967), egli accarezzò l'ideologia comunista. «Il Wall Street Journal definì la Populorum progressio “marxismo cammuffato”, il che dimostrava che sarebbe stata presa seriamente» 57. «Il 13 novembre 1964, Paolo VI rinunciò alla tiara pontificia e donò la sua croce pettorale e il suo anello al Segretario delle Nazioni UnitiU Thant» 58. La tiara papale sta a significare che il Papa è innanzi tutto il Vicario di Cristo e che è al di sopra di tutti i capi terreni. La tiara venne sostituita da una mitra episcopale. Un croce storta con un Cristo deforme sostituì la croce pontificia. In essa Cristo è dipinto in una posa di sconfitta e disperata, con caratteristiche orrende e grottesche. Al contrario, Cristo è morto per i nostri peccati perché, come afferma San Paolo, «mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20); «Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca» (Is 53, 7). Egli si sacrificò di Sua volontà e lo provò gridando ad alta voce: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).
l Via libera all'ecumenismo
Il 21 novembre 1964, Paolo VI firmò e promulgò il Decreto sull'ecumenismo Unitatis Redintegratio, che promuove l'indifferentismo religioso e pone tutte le religioni sullo stesso piano. Il 22 febbraio 1965, Montini creò ventisette nuovi Cardinali, portando così il numero totale dei porporati a centotre elementi. Un altro passo sulla scia di Giovanni XXIII? L'8 aprile 1965, il Segretariato per i Non Credenti avviò il dialogo con gli atei. Nel corso dello stesso anno, Paolo VI inviò la bandiera della flotta musulmana catturata dai cristiani durante la battaglia di Lepanto nel 1571 allo scismatico Patriarca Atenagora I di Costantinopoli 59. Il 3 settembre 1965, venne resa pubblica l'enciclica di Paolo VI Mysterium Fidei, in cui, pur riaffermando la dottrina cattolica, Montini evocò la necessità di una riforma della liturgia. Il 29 settembre dello stesso anno, quattrocentocinquanta Padri conciliari (Vescovi e altri prelati) firmarono un'altra petizione in cui si chiedeva che il comunismo fosse condannato dal Concilio. La richiesta venne nuovamente ignorata e opportunamente smarrita. Un altro schiaffo in faccia, ma questa volta ad un quarto dell'intero corpo conciliare. Il 4 ottobre 1965, Paolo VI pregò nella «camera della meditazione» delle Nazioni Unite. Questa stanza contiene numerosi simboli massonici e contiene un altare al «dio senza volto». In quell'occasione, Paolo VI definì le atee Nazioni Unite l'ultima speranza del mondo: «I popoli della Terra guardano alle Nazioni Uniti come all’ultima speranza della concordia e della pace; Noi presumiamo di presentare qui, insieme al Nostro, il loro tributo di onore e di speranza» 60. Facendo seguito alle proprie parole, Paolo VI passò più tempo con i delegati sovietici che con qualsiasi altra persona. Evidentemente, egli si sentiva più a suo agio tra i senza Dio. Lo stesso giorno, Montini celebrò la Messa allo Yankee Stadium cingendo il pettorale del giudizio, o ephod, un paramento levitico indossato dal sommo sacerdote ebraico. «Paolo VI conosceva benissimo il significato del “pettorale de giudizio” o “efod”; egli sapeva che originariamente tale oggetto era parte dell'abito rituale dell’Antica Alleanza; non poteva inoltre ignorare che la Massoneria odierna considera questo ornamento come un segno distintivo del suo sommo sacerdozio» 61.
Paolo VI indossa in diverse occasioni l'efod ebraico. |
A sinistra, sommo sacerdote ebraico con l'efod al petto; a destra,pendaglio massonico comprendente il simbolo del sacerdozio israelita tra Squadra e Compasso.
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Subito dopo Paolo VI visitò la chiesa della Sacra Famiglia a New York, ed ebbe un incontro di venticinque minuti con oltre centoventi leader cattolici, ebrei, protestanti e greco-ortodossi. Con questa riunione, per la prima volta egli mise in pratica la dottrina ecumenica varata dal Concilio Vaticano II. Si trattò di un'ultima prova generale prima dell'imminente incontro ecumenico che da lì a poco avrebbe avuto luogo a Roma? O, Paolo VI era così ansioso di avviare il cammino ecumenico da non poter aspettare di essere a Roma? Alcuni giorni dopo, oltre cinquecento Padri conciliari, provenienti da settantasei Paesi, chiesero ufficialmente a Paolo VI di consacrare il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria prima della chiusura del Concilio. Il Cardinale Bea e numerosi Vescovi francesi e tedeschi (la cosiddetta «alleanza europea») si opposero a tale consacrazione. Di conseguenza, essa non ebbe mai luogo. Nel dicembre del 1965, Paolo VI cambiò il nome e la funzione (che era di difendere la Chiesa contro l'eresia) del Sant'Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrina della Fede), e abolì l'Indice di Libri Proibiti 62. Il termine «eresia» non sarebbe più stato usato e sarebbe stato sostituito dal termine più blando «errore». Il 4 dicembre 1965, Paolo VI partecipò ad una funzione ecumenica nella Basilica di San Paolo, a Roma. Salmi e testi scritturali furono cantati e letti da un cattolico francese, da un metodista americano e da un greco-ortodosso. Il 7 dicembre 1965, il giorno prima della chiusura di Concilio Vaticano II, Paolo VI e il Patriarca Atenagora si tolsero simultaneamente le reciproche scomuniche che erano state scagliate nell'anno 1045. Per la prima volta, si ammise formalmente che un Papa precedente aveva commesso un errore dogmatico e che la Chiesa cattolica si era sbagliata nello scomunicare coloro che si rifiutavano di obbedire al Romano Pontefice. Il 23 marzo 1966, Paolo VI diede il benvenuto all'arcivescovo anglicano di Canterbury Arthur Michael Ramsey (1904-1988) nella Cappella Sistina. Disse in quell'occasione Paolo VI: «I Suoi passi non arrivano in una casa straniera; essi giungono in una casa che lei per titoli sempre validi può dire anche sua». Rispose l'arcivescovo anglicano:«Sua Santità, caro fratello in Cristo» 63. Paolo VI donò all'arcivescovo Ramsey il suoanello papale e gli chiese di benedire la folla riunita in Piazza San Pietro. Papa Leone XIII (1810-1878), nella bolla pontificia Apostolicæ Curæ, del 13 settembre 1896, ha dichiarato che gli anglicani non hanno un sacerdozio valido. Come può benedire la folla un «arcivescovo» privo del potere sacerdotale? «Nell'autunno del 1966, Papa Paolo VI ricevette quindici bonzi giapponesi. Il Papa rispose all'indirizzo del loro oratore con un breve discorso, affermando la sua felicità per il fatto che le numerose visite di buddisti giapponesi avevano creato una relazione di benevolenza e rispetto tra il buddismo e la Chiesa cattolica» 64. Il 30 gennaio 1967, in Vaticano, Paolo VI strinse la mano al Presidente sovietico Nikolai Podgorny (1903-1983). «Fu la prima udienza pontificia pubblica concessa ad un leader comunista» 65. «Egli era un padrone di casa instancabile. Accordò udienze pubbliche a non meno di novanta capi di Stato; un bizzarro corteo di sovrani e di presidenti, dittatori, democratici e comunisti, neri e bianchi, cristiani ed ebrei, musulmani e pagani» 66. Il 25 luglio 1967, Paolo VI incontrò nuovamente il Patriarca scismatico Atenagora ad Istanbul, in Turchia. Il 13 ottobre 1967, Montini visitò Fatima, in Portogallo, in occasione del 50º anniversario delle apparizioni della Madonna. In quel luogo, egli non recitò una sola Ave Maria. Non visitò il Santuario della Cova da Iria e si rifiutò di parlare privatamente a Suor Lucia dos Santos (1907-2005), l'unica veggente ancora vivente di Fatima. Al contrario, trovò il tempo per concedere udienza a rappresentanti non cattolici. Il 27 ottobre 1967, il Patriarca scismatico Atenagora venne nuovamente ricevuto a Roma.
Paolo VI e Ramsey | Paolo VI e Podgorny |
l Strizzando l'occhio a sinistra
«Nel 1968, a Medellin, in Columbia, Paolo tenne un discorso su diritti umani e sulla giustizia sociale che divenne la “magna charta” dei fautori della marxisteggiante Teologia della Liberazione in America Latina» 67. Paolo VI aveva l'abitudine di leggere giornali comunisti durante la colazione. Molti lo videro «come l'unico papa che diede appoggio morale ai terroristi comunisti e ai partiti dell'estrema sinistra in Spagna; come un pontefice che permise che la sua persona e il suo ufficio venissero sfruttati dal governo comunista del Vietnam del Nord per poter realizzare l'offensiva del Tet del 1968; come il Santo Padre che guardò con benevolenza la Cuba di Castro, e che permise che i Vescovi marxisti e i loro preti potessero dire Messa nelle chiese dell'America Latina, del terzo Mondo e dell'Asia; come quel Paolo che non disse mai pubblicamente una sola parola di protesta contro la soppressione della Chiesa cattolica operata dai rossi, e che rimase in silenzio quando i comunisti soffocarono nel sangue le rivolte in Ungheria, in Romania e in Cecoslovacchia» 68.
l L'Humanæ Vitæ
Il 29 luglio 1968, Paolo VI si oppose al controllo artificiale delle nascite con l'enciclicaHumanæ Vitæ. «Subito dopo che il documento venne reso pubblico, quarantuno sacerdoti cattolici di Washington firmarono una dichiarazione in cui lo rifiutavano. Il teologo cattolico Padre Charles Curran (vedi foto a lato), che godeva di una grande considerazione, affermò che le coppie avevano il diritto di praticare la contraccezione artificiale se le loro coscienze glielo dettavano; poco dopo, seicento preti, teologi e laici cattolici americani appoggiarono pubblicamente la posizione di Curran. Nella Germania dell'Ovest, 5.000 laici riuniti per l'annuale “Catholic Day”, votarono all'unanimità una dichiarazione in cui avvisavano Paolo VI di non poter accettare l'Humanæ Vitæ. A loro volta, i Vescovi francesi dichiararono che avrebbero lasciato il problema del controllo artificiale delle nascite alla coscienza della coppia sposata. In questo periodo, centinaia di milioni di cattolici stavano già utilizzando la pillola e continuarono a farlo in barba al divieto papale» 69. Non sembra tutto un po' contraddittorio? Paolo VI condannò la contraccezione artificiale, ma rafforzò in alcun modo tale condanna. Forse che volle accontentare i cattolici conservatori condannandola e favorire i cattolici progressisti e liberali non rafforzando l'enciclica sanzionando chi non la rispettava? Del resto, le varie religioni «amiche» non erano affatto contrarie al controllo artificiale delle nascite. Ma allora perché Paolo VI scrisse l'Humanæ Vitæ?
l Ancora ecumenismo con acattolici e comunisti
Il 28 marzo 1969, Paolo VI ricevette una delegazione dello statunitense National Council of Churches («Consiglio Nazionale di Chiese») e lodò il loro lavoro ecumenico. Il 31 maggio dello stesso anno, Montini concesse un'udienza pubblica speciale al Segretario Generale della Lutheran World Federation («Federazione Mondiale Luterana»). Il 10 giugno successivo, Paolo VI pregò insieme ai membri di altre denominazioni religiose al Consiglio Mondiale delle Chiese a Ginevra, in Svizzera. «Papa Paolo VI fu autore di audaci gesti personali, specialmente con gli ortodossi [...]. In due occasioni diverse, in Vaticano, egli abbracciò gli arcivescovi anglicani di Canterbury, e si inginocchiò spontaneamente per baciare i piedi ai rappresentanti del Patriarca ortodosso come segno di riparazione per riparare alle offese dei cattolici contro gli ortodossi» 70. «Durante il pontificato di Paolo VI, tutti i maggiori riti liturgici della Chiesa occidentale sono stati riformati [...]. L'Estrema Unzione è divenuta il sacramento dell'"Unzione degli infermi" [...]. La Penitenza ora è chiamata la "Riconciliazione", e penitenti possono scegliere di sedersi di fronte al sacerdote durante la confessione [...]. Ai Vescovi è stato permesso di autorizzare l'assoluzione generale» 71.
Da sinistra: benevolo con i protestanti di Taizé... durissimo con i cattolici legati alla Tradizione. |
Nel 1970, Paolo VI spostò l'età di pensionamento dei Vescovi e dei sacerdoti a settantacinque anni. Superati gli ottant'anni, i Cardinali non avrebbero più potuto prendere più parte agli affari della Curia romana 72. Prima del 1970, in un matrimonio tra un cattolico e un non cattolico, entrambe le parti dovevano firmare un documento in cui promettevano che i figli sarebbero stati cresciuti nella religione cattolica. Con il Motu proprio Matrimonia Mixta, del 31 marzo 1970, Paolo VI eliminò questo requisito. Il 12 maggio 1970, Montini si incontrò con il Patriarca ortodosso Vasken I e auspicò il reciproco rispetto e dialogo tra chiese. Il 3 dicembre 1970, Paolo VI visitò Hong Kong e non disse una sola parola di conforto ai cattolici che soffrivano schiacciati dal comunismo in Cina.«Ciononostante, egli insistette, in più di un'occasione, affinché la Cina (di quel Mao che aveva sradicato quasi tutte le forme di cristianesimo), fosse ammessa alle Nazioni Unite» 73. Il 25 marzo 1971, Paolo VI ricevette in Vaticano il Maresciallo Tito (1892-1980) e sua moglie 74. A partire da quel momento iniziarono rapporti diplomatici tra Iugoslavia e Vaticano. «Per la prima volta nella Storia, la Santa Sede giunse ad un accordo con un Stato marxista dell'Est» 75. Il 27 ottobre 1971, Paolo VI incontrò Mar Ignatius Jacob III (1912-1980), il Patriarca ortodosso siriano di Antiochia e insieme recitarono una «professione congiunta di fede». La domanda che si pone è la seguente: quale fede fu professata? La fede cattolica o quella ortodossa? Il Cardinale ungherese Jòszef Mindszenty, «rispettò gli ordini di Paolo VI e visse in esilio dal 1971 fino alla sua morte, ma rimase convinto che i negoziati tra il Vaticano e il governo comunista ungherese non avrebbero prodotto alcun miglioramento nelle relazioni tra Chiesa e Stato nel suo Paese [...]. Dal canto suo, i colpi peggiori che il Cardinale aveva ricevuto durante la vita erano quelli che gli erano stati inferti in nome della Chiesa» 76. Nell'aprile del 1972, Paolo VI firmò una dichiarazione ecumenica congiunta con l'arcivescovo anglicano di Canterbury, Donald Coggan (1909-2000).
Vasken I | Paolo VI con Tito | Donald Coggan |
Il 26 settembre 1974, il quotidiano francese Le Monde riportò il seguente scambio di saluti tra Paolo VI e l'Arcivescovo rosso di Olinda-Recife (Brasile). Paolo VI salutò Dom Hélder Camara (1909-1999) con queste parole: «Buongiorno, al mio Vescovo comunista. Come sta»? Al che il prelato rispose: «Buongiorno a Lei, nostro Papa comunista» 77. Il 27 aprile 1975, Paolo VI invitò quaranta pastori statunitensi e canadesi del clero episcopaliano e anglicano a celebrare una «messa» protestante in Vaticano. «Nel 1975, egli annunciò un numero di riforme della tradizione pontificia, una delle quali stabiliva che se un Pontefice non lo desiderava non sarebbe più stato obbligato a portare la Tiara di San Pietro. Paolo VI, infatti, non la portò mai dopo la sua investitura. Il suo successore, Giovanni Paolo I, fu il primo papa a non indossarla mai» 78. «Montini modernizzò il look della Chiesa, permettendo anche alle suore di indossare abiti moderni, al posto dei vecchi abiti ingombranti. Ciò che prima del Concilio era considerato un peccato mortale venne edulcorato, e nel volgere di poco tempo non fu più ritenuto un peccato grave fare cose come mangiare carne al venerdì, eccetto che nei venerdì di Quaresima» 79. Nel 1976, il Collegio dei Cardinali crebbe fino a centotrentotto membri. Vari leader comunisti, come il sovietico Andrei Gromyko (1909-1989), l'ungherese Janos Kadar (1912-1989), il polacco Edward Gierek (1913-2001), il Maresciallo Tito e il Presidente rumeno Nicolae Ceausescu (1918-1989) furono ricevuti a braccia aperte, anche se nel frattempo 50.000.000 di cattolici subivano la più atroce delle persecuzioni dietro la Cortina di Ferro. «Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le visite da parte di capi di Stato comunisti erano una cosa impensabile. La severa ed implacabile resistenza contro i comunisti che aveva caratterizzato il regno di Pio XII iniziò a dissolversi solamente durante il pontificato di Giovanni XXIII» 80.
Da sinistra: Paolo VI con Gierek, con Gromiko e con Kadar. |
Il Vescovo ucraino di Philadelphia Mons. Basil Losten (1930-2006) ebbe a dire: «È evidente che oggi il comunismo trova nella religione alleati preziosi nella sua corsa al potere globale e al suo impero. Il piano fantastico di trasformare la Chiesa cattolica in uno strumento di conquista comunista parrebbe incredibile se non lo vedessimo ad ogni momento di fronte ai nostri occhi» 81. «Mentre la Rivoluzione Culturale era riuscita a far chiudere le chiese e i templi in tutta la Cina, Paolo VI, durante un discorso stese la mano a Pechino, riconoscendo de facto lo Stato cinese» 82. Desta curiosità o stupore sapere che i gusti musicali di Paolo VI includessero anche l'album blasfemo Jesus Christ Superstar. Del resto, le opere umanistiche di Jacques Maritain riempivano molte mensole del suo studio privato. Il 29 aprile 1977, Paolo VI incontrò nuovamente Donald Coggan, l'arcivescovo anglicano di Canterbury, «e auspicò una più grande cooperazione tra anglicani e cattolici romani»83.
l Bilancio del suo pontificato
Paolo VI morì il 6 agosto 1978. Mons. Pasquale Macchi (1923-2006), che era il suo segretario privato, distrusse tutte il note personali e la corrispondenza di Montini. Cosa c'era fra queste carte di così pericoloso? Perché questa azione ebbe luogo immediatamente dopo la morte del papa? L'aveva ordinata Paolo VI? Il 10 agosto 1978, il Metropolita di Leningrado Nikodim «in veste di rappresentante della chiesa ortodossa a Roma per il funerale, fu il primo prelato non cattolico nella storia della Chiesa a celebrare un rito liturgico all'altare maggiore di San Pietro» 84. Quale fu lo stato della Chiesa durante il pontificato di Paolo VI? «In realtà, egli regnò su una Chiesa irrequieta che aderì al suo insegnamento sempre di più a parole che con i fatti. Oggi, molti cattolici non tengono in nessun conto la sua famosa enciclica Humanæ Vitae e continuano a praticare il controllo artificiale delle nascite; le donne vogliono diventare preti, i preti desiderano sposarsi, e i Vescovi desiderano diventare dei papi regionali» 85. Mai come oggi le parole di Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704), Vescovo di Meaux, sono attuali: «Dove nessuno comanda, tutti comandano; dove tutti comandano, nessuno comanda e presto sarà il caos» 86. Negli ultimi anni del pontificato di Paolo VI, molti Vescovi e Cardinali della Curia romana«erano giunti a credere che, a meno qualcuno fosse riuscito a fermare il disastro, in ogni caso, alla fine del secolo non avrebbero più potuto riconoscere una sola istituzione religiosa come la Chiesa cattolica romana» 87.
l Alcune affermazioni di Paolo VI
- Il 2 luglio 1969: «Sorge infatti spontaneo nella mente il confronto: tutto il mondo si cambia e la religione no?[...] Ed ecco la ragione delle riforme intraprese dalla Chiesa, specialmente dopo il Concilio» 88.
- Nel corso di un'udienza pubblica, Paolo VI affermò che la Chiesa «cerca di adattarsi alle lingue, ai costumi ealle inclinazioni dell'uomo dei nostri tempi» 89.
- Luglio 1969: «L'uomo [...], al centro di questa impresa, ci si rivela gigante. Ci si rivela divino, non in sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore, dunque, all'uomo, onore alla sua dignità, al suo spirito, alla sua vita»90.
- «La Chiesa è fatta per il mondo, per il mondo d'oggi» 91.
A sinistra: locandina con il decreto di scomunica per i militanti comunisti sancito da Pio XII nel 1947 che si trovava su ogni confessionale. A destra, necrologio del Partito Comunista di Roma per la scomparsa di Paolo VI. Giordano Gamberini, ex Gran Maestro di Palazzo Giustiniani scrisse questo elogio funebre su La Rivista Massonica (nº 5, luglio 1978): «Per noi è la morte di chi ha fatto cadere la condanna di Clemente XII e dei suoi successori. Ossia, è la prima volta – nella storia della Massoneria moderna – che muore il Capo della più grande religione occidentale non in istato di ostilità coi massoni». E conclude: «Per la prima volta, nella Storia, i massoni possono rendere omaggio al tumulo di un Papa, senza ambiguità né contraddizione».
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Ed ecco invece alcune parole di Gesù Cristo: «E Gesù rispose: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei; ma il mio regno non è di quaggiù» (Gv 18, 36). A chi dobbiamo credere? Poteva colui che ha negato le parole di Cristo essere il Suo Vicario?
NOTE
1 Traduzione dall'originale inglese di un estratto (pagg. 96-111) del libro What Has Happened to the Catholic Curch? («Che cos’è accaduto alla Chiesa cattolica»?), Mary Immaculate Queen Center, Aylmer 1994, a cura di Paolo Baroni.
2 Mons. Radini-Tedeschi era sospettato dalla Santa Sede di simpatizzare per l'eresia modernista e per il socialismo.
3 Cfr. Z. Arade, Pope John XXIII, pagg. 38-40.
4 Il termine vitandus significa che una persona viene espulsa dalla Chiesa cattolica direttamente dal Papa.
5 Cfr. T. Meriol, Pope John, Doubleday, Garden City 1967, pag. 131.
6 Cfr. W. Wynn, Keepers of the Keys («I custodi delle chiavi»), Random House, New York 1988, pag. 19. Uno storia (forse apocrifa) racconta che Pio XII disse: «Se non vogliono un aristocratico (Valeri), avranno un contadino»!
7 Cfr. P. P. Hebbelthwaite, Pope John XXIII: Sheperd of the Modern World («Papa Giovanni XXIII: pastore del mondo moderno»), Doubleday, Garden City 1985, pag. 249.
8 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 21.
9 Ibid., pag. 22.
10 Ibid., pagg. 22-23. I Cardinali sono i prìncipi della Chiesa cattolica. Uno dei loro principali doveri è di riunirsi in Conclave ed eleggere un nuovo Papa dopo che il Papa precedente è morto.
11 Cfr. K. Klinger, A Pope Laughs («Un Papa ride»), Holt, Rhineart & Winston, New york 1964, pag. 43.
12 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 23.
13 Cfr. R. Coomaraswamy, The Destruction of the Christian Tradition («La distruzione della tradizione cristiana»), Perennial, Londra 1981, pag. 84.
14 Cfr. J. N. D. Kelley, Oxford Dictionary of the Popes («Dizionario di Oxford dei Papi»), Oxford University, Oxford 1986, pag. 322.
15 Ibid., pag. 7.
16 Cfr. R. Aubert, Historical Problems of Church Renewal («Problemi storici della ripresa della Chiesa»), Colonial, Clinton 1965, pag. 43.
17 Cfr. N. Richards, People of Destiny: Pope John XXIII («Persone del destino: Giovanni XXIII»), Regensteiner, 1968, pag. 70.
18 Cfr. N. Cheetam, Keeper of the Keys, Scribner, 1982, pag. 292.
19 Cfr. R. Coomaraswamy, op. cit., pag. 87.
20 Cfr. The Reign of Mary, Primavera 1986, pag. 6.
21 Cfr. Time-Life Report, «Four Popes» («Quattro Papi»), Ideal, New York, numero di marzo del 1979, pag. 39.
22 Cfr. E. John, Hist. S. The Popes, Hawthorn, New York 1964, pag. 474.
23 Cfr. H. Küng, The Council in Action («Il Concilio in azione»), Sheed & Ward, New York 1963, pag. 73.
24 Prima di quella data, la Chiesa cattolica definiva coloro che erano fuori dalla Chiesa come eretici, scismatici e atei.
25 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 238. Il Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979) era il Prefetto del Sant'Uffizio (un tempo la Santa Inquisizione), l'organo preposto per la salvaguardia dell'ortodossia della fede.
26 Cfr. F. M. de la Sainte Trinité, The Whole Truth About Fatima: the Third Secret («Tutta la verità su Fatima: il terzo segreto»), Immaculate Heart, Buffalo 1985, pag. 557.
27 Cfr. P. Martins do Reis, O Milagre do Sol e o Segredo de Fatima («Il miracolo del sole e il segreto di Fatima»).
28 Cfr. J. N. D. Kelley, op. cit., pag. 322. Questa fu la prima volta che un arcivescovo anglicano venne ricevuto in Vaticano da un Papa.
29 Cfr. 30 Days in the Curch and in the World («30 giorni nella Chiesa e nel mondo»), nº 3, 1992, pag. 40. Geoffrey Fisher (1877-1972) era stato iniziato alla Massoneria nel 1916, divenendo cappellano della Gran Loggia Unita d'Inghilterra (1937-1939) e Gran Maestro Provinciale del Norfolk (vedi pagina web
Sull'affiliazione di Atenagora alla sétta massonica (33º Grado), vedi pagina web
30 Cfr. 30 Days in the Curch and in the World, pag. 39.
31 Ibid.
32 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 45.
33 Cfr. J. F. McManus, The New American («Il nuovo americano»), pag. 29.
34 Cfr. Life, del 17 dicembre 1965. Il termine «fratelli separati» lascia intendere l'idea secondo cui i non cattolici che si sono separati dall'unica vera Chiesa di Cristo sarebbero in qualche modo ancora uniti a tale Chiesa. è la dottrina della «comunione imperfetta», sconosciuta fino al Concilio.
35 Cfr. G. Siegmund, The Encounter with Buddhism («L'incontro con il buddismo»), pag. 2.
36 Il Canone è la parte centrale della Messa che include la Consacrazione. Essendo la Messa il rinnovamento incruento del Sacrificio di Cristo sulla Croce, tale preghiera plurisecolare contiene i nomi di molti Santi e Sante morti martirizzati. San Giuseppe, pur essendo un grandissimo Santo, non è morto martire.
37 Cfr. L. Furno, «Da un diario inedito», in La Stampa, del 3 giugno 1973, pag. 5.
38 Cfr. Time-Life Report, «Four Popes», pag. 39.
39 Cfr, P. A. Flynn s.t.l., The Triumph of the Faith («Il trionfo della fede»), Sadlier, New York 1958, pag. 416.
40 Cfr. R. Coomaraswamy, op. cit., pag. 88.
41 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 239.
42 Cfr. G. Zizola, The Utopia of Pope John XXIII («L’utopia di papa Giovanni XXIII»), Orbis, Maryknoll 1978, pag. 158. Le«grandi cose» per cui il dittatore sovietico era stato scelto dalla «Provvidenza» includevano forse l'erezione del Muro di Berlino, la costruzione dei campi di lavoro comunista (i GULag), il massacro, la deportazione e la fame per milioni di ucraini? Ai russi nativi, Kruscev era noto come «il macellaio dell’Ucraina».
43 Cfr. M. von Galli, The Council and the Future («Il Concilio e il futuro»), McGraw-Hill, New York 1966, pag. 39.
44 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 77.
45 Ibid., pag. 50.
46 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 248.
47 Cfr. Time-Life Report, «Four Popes», pag. 59.
48 Lettera pubblicata sul nº 280, febbraio 1984.
49 Cfr. J. F. McManus, op. cit., pag. 31.
50 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 27.
51 Questo aspetto è stato trattato abbondantemente da Frére Michel de la Sainte Trinité nel suo libro The Whole Truth About Fatima: The Third Secret («Tutta la verità su Fatima: il terzo segreto).
52 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 27.
53 Ibid., pag. 107.
54 Ibid.
55 Cfr. P. P. Hebbelthwaite, op. cit., pag. 414.
56 Ibid.
57 Cfr. Time-Life Report, «Four Popes», pag. 47.
58 Cfr. P. P. Hebbelthwaite, The Year of Three Popes («L'anno dei tre papi»), Collins, Glasgow 1978, pag. 28.
59 Cfr. D. Le Roux, Peter, Lovest Thou Me? («Pietro, mi ami tu»?), Instauratio, Victoria 1988, pag. 90. Con questo atto, Paolo VI inviò un segnale ecumenico, tramite i musulmani, al Patriarca ortodosso di Costantinopoli. Attualmente, la bandiera della flotta turca a Lepanto si trova in una città musulmana.
60 Cfr. Time-Life Report, «Pope’s Visit» («La visita del Papa»), pag. 26.
61 Cfr. P. J. Saenz y Arriaga s.j., The New Montinian Church («La nuova chiesa montiniana»), The Christian Book Club of America, Hawthorne 1971, pagg. 10-11.
62 L'effetto di tale riforma fu devastante. Privata di un organo di controllo dell'ortodossia della fede - come un corpo umano privato del proprio sistema immunitario - la Chiesa venne letteralmente dilaniata da ogni tipo di eresia, che ora poteva liberamente essere diffusa. Conseguentemente alla soppressione dell'Indice e della necessità dell'imprimatur da parte dell'autorità ecclesiastica, le librerie cattoliche vennero inondate da opere in contrasto con la dottrina della Chiesa.
63 Cfr. Life, del 1º aprile 1966, pag. 32a.
64 Cfr. G. Siegmund, The Encounter with Buddhism («L'incontro con il buddismo»), pag. 2.
65 Cfr. Time-Life Report, «Four Popes», pag. 57.
66 Cfr. N. Cheetam, Keeper of the Keys, pag. 298.
67 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 136.
68 Cfr. G. Thomas-M. Morgan-Witt, Pontiff («Pontefice»), Signet, New York 1981, pag. 32.
69 Ibid., pagg. 246-247. Va detto che prima di vietare l'uso dei contraccettivi artificiali, Paolo VI riunì a sorpresa un team di teologi per studiare tale questione, ignorando volutamente che la Chiesa si era già espressa con il suo Magistero in modo chiaro su questo argomento. In particolare, nell'Enciclica di Papa Pio XI Casti connubi (del 31 dicembre 1930), e nel Discorso alle congressiste dell’Unione Italiana Ostetriche (del 29 ottobre 1951) di Pio XII.
70 Cfr. National Catholic News Service, «Nights of Sorrow, Days of Joy» («Notti di dolore, giorni di gioia»), pag. 10.
71 Ibid., pag. 6. Questo tipo di assoluzione generale non deve essere confuso con altri tipi delle assoluzione generale accordati prima del Concilio, come ad esempio quello usato durante la Seconda Guerra Mondiale, quando era impossibile confessare molte persone in pericolo di morte.
72 Questo espediente era finalizzato ad evitare che i porporati più conservatori non potessero concorrere durante i futuri conclavi all'elezione di un Papa.
73 Cfr. N. Cheetam, op. cit., pag. 300.
74 Tito era personalmente responsabile per la tortura e la morte di centinaio di sacerdoti cattolici in Iugoslavia (a questo proposito, vedi P. P. Frzop, Inchiesta in Croazia, EUN, Marchirolo 1979).
75 Cfr. W. Wynn, op. cit., pag. 200.
76 Cfr. Cfr. National Catholic News Service, art. cit., pag. 32. Per la sua tenace opposizione al regime comunista, il Cardinale Mindszenty venne arrestato una prima volta nel 1944 con l'accusa di alto tradimento. Rilasciato l'anno seguente, fu nuovamente incarcerato il 26 dicembre 1948 e condannato all'ergastolo l’anno successivo con l'accusa di cospirazione tesa a rovesciare il governo comunista ungherese. Liberato dopo otto anni di carcere durante la insurrezione popolare del 1956, trovò asilo politico nell'ambasciata americana di Budapest. Per molti anni, Mindszenty rifiutò l'invito del Vaticano a trovare riparo presso lo Stato pontificio e solo quindici anni dopo, nel 1971, poté finalmente lasciare l'ambasciata e raggiungere la Santa Sede che lo relegò perché d'ostacolo all'Ostpolitik, la politica di distensione con i governi comunisti.
77 Cfr. R. Coomaraswamy, The Destruction of the Christian Tradition, pag. 226.
78 Cfr. Time-Life Report, «Four Popes», pag. 61.
79 Ibid., pag. 62.
80 Cfr. National Catholic News Service, art. cit., pag. 28.
81 Cfr. R. Coomaraswamy, op. cit., pag. 229.
82 Cfr. G. Zizola, op. cit., pag. 194.
83 Cfr. P. F. A. Foy o.f.m., op. cit., pag. 285.
84 Cfr. National Catholic News Service, art. cit., pag. 10.
85 Cfr. G. Thomas-M. Morgan-Witt, op. cit., pag. 18.
86 Ibid., pagg. 287-288.
87 Ibid., pag. 289.
88 Cfr. R. Coomaraswamy, The Problems with the New Mass («I problemi con la Nuova Messa»), Tan Books, Rockford 1990, pag. 25.
89 Cfr. R. Coomaraswamy, The Destruction of the Christian Tradition, pag. 132.
90 Ibid., pag. 96. Discorso in occasione del primo viaggio sulla Luna.
91 Cfr. National Catholic News Service, art. cit., pag. 27.
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