A Dio piacendo. Bonanni (Cisl) c’è ma non parla. La tela tessuta da Riccardi e Vaticano. Cei in “attesa critica”
Così Raffaele Bonanni, leader della Cisl, al Foglio. Poche parole che però riflettono, non si sa quanto involontariamente, quel sentimento di “attesa critica” – il quotidiano dei vescovi Avvenire ha dedicato ieri all’evento un taglio basso di pagina otto – con cui la chiesa italiana guarda al raduno di oggi.
In ambienti della Conferenza episcopale italiana, non a caso, dicono che sia un successo il fatto che intanto Bonanni, che alla convention doveva fare un intervento, non parla. Perché se è vero che la convention è interessante, è altrettanto palese che non tutto il mondo cattolico vi è rappresentato.
Fra i cosiddetti todini, a parte Andrea Riccardi che era presente a Todi pur senza far parte del Forum organizzatore, ci sono soltanto le Acli e, appunto, la Cisl. Più della metà di loro, invece, non sono presenti. Solo dopo il discorso di Montezemolo valuteranno il da farsi. “Chi ci garantisce” dicono “che Montezemolo metterà in agenda già da oggi ed esplicitamente quei valori ‘ non negoziabili’ che la chiesa non vuole in nessun modo disattendere?”. Per tutto il Forum di Todi l’appuntamento è a fine mese quando una nuova agenda unitaria verrà sottoscritta, una piattaforma unica sulla quale valutare scenari futuri.
Riccardi, già fondatore di Sant’Egidio e ministro del governo Monti, ha lavorato di buona lena per la convention odierna. L’asse col segretario di stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, è saldo e suffragato, a poche ore dal raduno, dalla visita lampo fatta dal Papa a una “casa-famiglia” per anziani al Gianicolo, una delle quindici gestite a Roma da Sant’Egidio. Bertone, in sostanza, sembra tornato a quanto aveva precocemente abbandonato un anno e mezzo fa, all’idea di un centro che strizzi l’occhio alla sinistra il cui cantiere era stato aperto, ma subito chiuso, appunto nell’agosto del 2011.
Allora fu proprio Riccardi il protagnoista di incontro organizzato in una parrocchia romana volto a sondare il terreno, con il segretario del Pontificio consiglio di Giustizia e pace, il salesiano Mario Toso, presente a garantire la bendizione vaticana. Un’idea nobile, che però oggi riporta sorprendentemente in auge quel dualismo con il cardinale Angelo Bagnasco, capo della Cei, che sul programma di Montezemolo nutre invece qualche riserva.
Le diverse sensibilità ecclesiastiche su una sola cosa sembrano andare tutte d’accordo. Sull’idea che l’esperienza di governo di Mario Monti prosegua non più da tecnico. Ma su come il mondo cattolico debba agglomerarsi con quello laico per sostenere l’attuale premier è tema di acceso dibattito.
Monti gode di un rapporto diretto con l’appartamento papale ben testimoniato da un record difficilmente eguagliabile: nei primi dieci mesi di governo ha avuto sette incontri con Benedetto XVI. “Il sostegno di Papa Ratzinger – ha detto lo stesso Monti pochi giorni fa in un colloquio con Bruno Vespa proprio mentre crescevano le polemiche per un presunto taglio dell’Imu al Vaticano – sarà sempre più riconosciuto”.
La Cei ha come principale faro all’interno del governo in carica il ministro Lorenzo Ornaghi, significativamente non segnalato alla convention di oggi. Come lui, non è presente l’altro “ministro cattolico” del governo, ovvero Renato Balduzzi, già presidente del Movimento ecclesiale di impegno culturale, legato all’Azione cattolica. A non partecipare è anche Corrado Passera, secondo gli ultimi sondaggi il ministro più apprezzato dai cattolici.
http://www.paolorodari.com/2012/11/17/a-dio-piacendo-bonanni-cisl-ce-ma-non-parla-la-tela-tessuta-da-riccardi-e-vaticano-cei-in-attesa-critica/
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