ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 23 novembre 2012

Da Vatileaks al Concistoro:

lo strano caso del neo-cardinale Harvey
monsignor James Harvey con Benedetto XVI
MONSIGNOR JAMES HARVEY CON BENEDETTO XVI

L’arcivescovo statunitense è stato nominato oggi dal Papa nuovo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura. Domani riceverà la porpora. Una discussa promozione per il principale sponsor del maggiordomo infedele

Il suo nome era il primo nella lista dei neocardinali annunciata un mese fa da Benedetto XVI. Domani sarà lui a prendere la parola in piazza San Pietro nel concistoro post-Vatileaks, poi monsignor James Harvey dalla prefettura della Casa pontificia si trasferirà alla Basilica di San Paolo fuori le mura, dove potrà restare in servizio ben oltre la soglia dei 75 anni come già accaduto al cardinale Andrea Corderlo Lanza di Montezemolo. 

Dopo lo scandalo planetario del furto di documenti nell’appartamento pontificio, due laici sono stati condannati dal tribunale d’Oltretevere (l’ex aiutante di camera, Paolo Gabriele e il capotecnico informatico della Segreteria di Stato, Claudio Sciarpelletti), mentre con gli ecclesiastici i metodi utilizzati nei sacri palazzi sono stati diversi: lo dimostrano il «pensionamento» del vescovo Paolo De Nicolò da reggente della Casa Apostolica e, appunto, la «promozione» del prefetto e neo-cardinale James Harvey, che andrà alla Basilica di San Paolo, entrambi tra gli sponsor di Gabriele come maggiordomo papale.  

L’arcivescovo statunitense James Michel Harvey, che domani riceverà la porpora cardinalizia insieme a cinque vescovi di paesi del Terzo Mondo, è stato nominato oggi dal Papa nuovo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura. La nomina era stata anticipata dallo stesso Pontefice il giorno dell’annuncio del Concistoro e quindi l’attesa era per il successore di Harvey alla guida della Casa Pontificia. Il nome del segretario di Benedetto XVI circola con insistenza, ma non è chiaro se assumerà l’incarico di prefetto come titolare o come aggiunto (in ticket con un prelato di provenienza diplomatica) ripetendo così la situazione che aveva creato Giovanni Paolo II nel 1999, nominando insieme Harvey, allora assessore (cioè numero 3) della Segreteria di Stato, e il proprio segretario, Stanislao Dziwisz. Pur diventando vescovo e prefetto aggiunto della Casa Pontificia, Dziwisz non lasciò il suo ruolo di segretario del Papa polacco, al quale restò vicinissimo fino alla fine del Pontificato (e Benedetto XVI lo premiò poi con la sede cardinalizia di Cracovia che era stata di Wojtyla). Anche se alcune voci ipotizzano una «promozione-rimozione» per monsignor Gaenswein, quella di un doppio incarico come il predecessore Dziwisz appare la soluzione più probabile. Lo scandalo Vatileaks, infatti, vede don Georg piuttosto nel ruolo della vittima, assieme al Papa e al segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone (contro il quale è stato sparso molto veleno da curiali di lungo corso).

Anche monsignor Harvey, che aveva raccomandato Paolo Gabriele come maggiordomo del Pontefice, e per questo aveva offerto le sue dimissioni a Papa Ratzinger fin dall’arresto dell’assistente di camera, non viene certo punito perché ottiene la porpora cardinalizia in un’età relativamente giovane: 62 anni. Certo è che Benedetto XVI non sembra subire i condizionamenti degli ambienti curiali (che spesso arrivano anche a mezzo stampa) e decide secondo i propri convincimenti. E il Papa fin dalla prima occasione pubblica seguita all’arresto di Paoletto del 23 maggio (che fu l’Udienza Generale del 30) riconfermò la sua fiducia tanto a don Georg quanto al cardinale Bertone. 

La macchina del concistoro è in piena funzione. Secondo quanto riferisce l’ufficio delle celebrazioni liturgiche, domani dalle 16.30 alle 18.30 si svolgeranno le tradizionali "visite di calore" di parenti, amici e semplici curiosi ai nuovi porporati. Nella sala Regia del palazzo apostolico riceveranno le visite i cardinali James Michael Harvey, Bechara Boutros Rai, Baselios Cleemis Thottunkal, mentre nella sala Ducale i cardinali John Olorunfemi Onaiyekan, Ruben Salazar Gomez e Luis Antonio G. Tagle. Harvey lascia dunque l’incarico sinora ricoperto di prefetto della Casa pontificia, casella che rimane vuota in attesa della nomina di un successore. Oltre all’ipotesi don Georg i "rumors" vaticani accreditano la possibilità che il Papa possa destinare al ruolo di tutore delle udienze papali l’attuale "assessore" della segreteria di Stato Brian Wells.

La nomina non dovrebbe comunque giungere prima della fine dell’anno. Harvey lascia la casa pontificia dopo che nei mesi scorsi è andato in pensione il suo vice, il ’reggente’ della Casa pontificia Paolo De Nicolò, sostituito dal sacerdote rogazionista Leonardo Sapienza. Entrambi hanno lasciato i rispettivi incarichi dopo lo scoppio del caso Vatileaks che ha portato all’arresto di Paolo Gabriele, dipendente della Casa pontificia in quanto maggiordomo di Benedetto XVI.

GIACOMO GALEAZZI
CITTA’DEL VATICANO


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