Il seguente post vuol rispondere in qualche modo all'accusa demenziale del Cardinal Ravasi lanciata dal sito Vatican Insider ai tradizionalisti,
accusati di non conoscere il latino e invitati letteralmente a "tornare
a studiare il latino". Se invece di cazzeggiare su twitter e andar in
giro per convegni col suo costoso carrozzone ("il cortile dei Gentili")
il Cardinale si togliesse i prosciutti dagli occhi, si renderebbe forse
conto che il latino è ancora studiato attentamente nei seminari
tradizionali (FSSP ed FSSPX), che la tradizione ha preservato l'uso e lo
studio del gregoriano e che dobbiamo dir grazie alla tradizione se oggi
la Messa tridentina è celebrata in tutto il mondo. Sì, il latino è
reazionario! E allora?
Francisci Colafemmina
Latine
loqui paucorum privilegium non est. Latinae linguae studiorum autem
fructus ab omnibus capiendi sunt, maxime ab iis qui ad Sanctae Romanae
Catholicae Ecclesiae traditionem tuendam propagandamque diligenter
intendunt. Heri tamen Cardinal Ravasi contra hanc opinionem novum
argumentum invenit: christifideles traditionem foventes condemnat
reprobatque quia - ita ille falsus fraudulentusque fidelium deceptor
dixit - 'liturgiam antiquam celebrant sed saepe verborum significatum
ignorant'. Scimus Cardinalem Ravasi sententiam istam propter vanagloriam
suam et helleborosum vitium horum qui sibi omnem sapientiam reducunt et
reliquos de ignorantia accusant pronuntiasse. At iocum hoc mihi insanum
videtur variis rationibus. Primum quia Cardinalis unitatem non
divisionem quaerere proprium est. Deinde quia iuris ecclesiae linguam
latinam colendae defensio aliqua malitiosa excusatione fieri non potest,
sed patere omnibus debet. Lingua latina uti ius ecclesiae est ac
rationem huius iuris ullam mundo reddere debet. Sed Cardinal Ravasi
mundum magis quam sanctissimam Christi ecclesiam sequi videtur et mundus
novitatis sitim iubet traditionisque defensio vesana reputat.
Eruditionis autem elegantiam intenebratasque doctrinas curat sicut
balsamum atque lomentum horationis. Propter hanc causam Cardinal Ravasi
falsa cum excusatione demonstravit linguam latinam instrumentum
traditionis ecclesiae non esse sed potius tamquam quandam exercitationem
rationis habenda esse. Hoc modo omni sensu depeauperata, lingua latina
mathematicae ac geometriae elementari aequari videtur.
Quid
ergo? Lingua latina substantialis lumen et columen theologiae
liturgiaeque est nec ad vacuam formam reduci potest. Hoc enim scimus nos
qui traditionem Sanctissimae Christi Ecclesiae colimus. Ergo unum hoc
ad iustificationem Cardinalis Ravasi sufficit: quod sicut similium
elementorum attractionem ineluctabilis naturae vis imperat, ita res
vacuae vacuos homines alliciunt.
Traduzione
Parlar
latino non è un privilegio di pochi. I frutti degli studi della lingua
latina li possono cogliere, al contrario, tutti, specie coloro che si
preoccupano con diligenza di proteggere e propagare la tradizione della
Santa Romana Chiesa Cattolica. Ieri tuttavia il Cardinal Ravasi ha
escogitato una nuova argomentazione contraria a tale opinione: condanna
infatti i fedeli che rinfocolano la tradizione e li schernisce poiché -
così si è espresso questo falso ingannatore dei fedeli - "celebrano la
liturgia antica ma spesso ignorano il significato delle parole".
Sappiamo che il Cardinal Ravasi ha pronunciato una tale frase mosso
dalla sua vanagloria e da quel vizio un po' folle proprio di coloro che
riducono a se stessi ogni sapienza e accusano gli altri di ignoranza. Ma
un simile gioco mi sembra insano per una serie di ragioni. Primo perché
dovrebbe esser proprio di un Cardinale ricercare l'unità più che la
divisione. E poi perché non si può difendere il diritto della Chiesa di
coltivare lo studio del latino con una qualche scusa posticcia, ma al
contrario questo deve essere espresso apertamente a tutti. L'uso della
lingua latina è un diritto della Chiesa ed essa non ha da render alcuna
giustificazione di ciò al mondo. Ma il Cardinal Ravasi sembra seguire
più il mondo che la Santissima Chiesa di Cristo e il mondo esige la sete
di novità e considera la difesa della tradizione una roba da matti. Al
contrario però si prende cura dell'eleganza propria dell'erudizione e
delle dottrine più tenebrose quasi fossero un balsamo e un belletto
dell'eloquio. Per tale ragione il Cardinal Ravasi con una falsa scusante
ha dimostrato che la lingua latina non è da considerarsi uno strumento
della tradizione della Chiesa quanto piuttosto un certo qual esercizio
della razionalità. In tal modo, privata di ogni significato, la lingua
latina sembra venir parificata alla matematica o alla geometria
elementare.
E che dunque? La lingua latina è
sostanziale luce e pilastro della teologia e della liturgia e non può
esser ridotta ad una vacua forma. Questo lo sappiamo bene proprio noi
che ci prendiamo cura della tradizione della Chiesa Santissima di
Cristo. Ad ogni buon conto basta solo questa considerazione a
giustificare il Cardinal Ravasi: ché come l'attrazione degli elementi
simili fra loro è comandata da una ineluttabile forza della natura, allo
stesso modo le cose vacue paiono attrarre gli uomini vacui.
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