ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 23 novembre 2012

SANTE CARRIERE


/ Georg fuori dal Vaticano? La Curia si spacca. Ma il Papa non starebbe bene

don georg
Come se non fossero bastati rumors e scommesse sull'eventuale pensionamento del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone (che invece il 2 dicembre, con dispiacere dei corvi, resterà al suo posto), adesso è il turno di don Georg Gaenswein, il segretario particolare del Papa. Secondo le indiscrezioni pubblicate stamattina dal Fatto Quotidiano, sarebbe pronta per lui la promozione/rimozione a vescovo e il trasferimento alla Prefettura della Casa Pontificia (altri parlano di un  trasferimento d'urgenza in qualche diocesi fuori dall'Italia). Pagherebbe così per Vatileaks, insieme ad un altro giubilato d'eccezione: il vescovo (e cardinale sabato 24 novembre) James Harvey, attuale prefetto della Casa Pontificia che sarà nominato Arciprete della Basilica di San Paolo fuori le mura.

E LA CURIA SI SPACCA- In realtà, come Affaritaliani ha potuto appurare nei corridoi che portano all'Appartamento papale, la voce di una promozione/rimozione di Georg era nell'aria sin dall'esplosione di Vatileaks e, in particolare, nei giorni convulsi delle indagini che avrebbero poi portato all'arresto ed alla condanna di Paolo Gabriele detto Paoletto, il maggiordomo infedele del Papa. Più volte il nome del segretario papale è apparso nei rumors vaticani, ma la realtà dei fatti è sempre stata una: Georg è ancora lì. Lo cacceranno adesso? Su questo esistono due scuole di pensiero. Una, quella esposta dal Fatto, che vede una cacciata discreta ma sicura; l'altra, come segnalano le nostre fonti Oltretevere, che dà una versione più "mediata". Spiegano infatti ad Affari: "Se il Papa stesse bene, probabilmente Georg sarebbe stato cacciato da un pezzo. Questo perché nel corso di Vatileaks ha commesso delle leggerezze, diciamo che avrebbe potuto vigilare meglio sui documenti papali".

IL PAPA? NON STA BENE- Ma, e qui sta il punto: "Il Papa non starebbe bene. Da qualche tempo ha ridotto le passeggiate nei giardini vaticani, prima un appuntamento fisso nel corso del quale faceva mezz'ora almeno di camminata, mentre oggi non più di 10 minuti - un quarto d'ora", confermando i rumors sulla salute di Benedetto XVI che abbiamo iniziato a riferire sin da giugno scorso, quando in occasione del Family Day gli organizzatori avrebbero ricevuto da Roma un caldo invito a non far camminare troppo il Pontefice né, tantomeno, fargli fare troppi scalini. Compatibilmente con l'età che ha (85 anni e qualche problema cardiaco alle spalle), il Papa potrebbe anche stare discretamente: ma da tempo viene trasportato in pedana nella Basilica di San Pietro e, dice chi gli è molto vicino, "avrebbe coscienza della durata della missione che gli resta da compiere, cioè poca". Del resto, che il suo sarebbe stato un breve pontificato lo aveva detto Benedetto XVI quando, nel 2005 aveva detto in un'intervista televisiva per la Tv polacca che avrebbe prodotto pochi documenti data la sua età. Un segnale importante, visto la fatica che per il Papa teologo implica preparare scritti e documenti, lui così minuzioso e pignolo che con la sua calligrafia minuta (bene interpretata dalla sua governante Ingrid Stampa, indicata a suo tempo tra i corvi ed uscita completamente pulita da Vatileaks). E poi c'è un segnale importante che non pochi prendono in considerazione.

ratzinger
DUE CONCISTORI- Sabato 24, infatti, il Papa procederà ad un concistoro annunciato a sorpresa il mese scorso e che è arrivato un po' all'improvviso rispetto a quello previsto per febbraio 2013: saranno cardinali, come ha annunciato Joseph Ratzinger nell'ottobre scorso: "James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia, che ho in animo di nominare Arciprete della Basilica Papale di San Paolo fuori le mura; Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano); Sua Beatitudine Baselios Cleemis Thottunkal, Arcivescovo Maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India); mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria); Mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotá (Colombia); mons. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila (Filippine)". Un concistoro, dicono ad Affari, di persone di estrema stima del Pontefice, con nomine non targate Bertone (come invece nel caso del concistoro del 18 febbraio scorso in cui c'è stata una bella infornata di cardinali molto vicini al segretario di Stato). Nomine molto internazionali, come si può vedere, che - dicono ad Affari - sono state fatte perché il Papa avrebbe deciso di non aspettare febbraio per ripianare il numero di cardinali elettori portandolo ai 120 regolamentari fissati da Paolo VI negli anni '70; per febbraio si parla di una decina di berrette rosse almeno. Commenta la fonte: "Un concistoro, un incontro pubblico, stancano Benedetto. Oggi la sua condizione fisica non gli permetterebbe di svolgere troppi incarichi e apparizioni pubbliche: a febbraio i cardinali - si diceva - avrebbero dovuto essere almeno 17, sabato saranno 6 ed è lecito attendersi una decina per febbraio. Ma la decisione di questo concistoro ha spiazzato tanti e sarebbe frutto del fatto che il Papa saprebbe che la sua missione è agli sgoccioli".

L'ASSETTO DEL CONCLAVE- Al giorno d'oggi l'equilibrio del conclave è ancora spostato sull'Europa, con gli italiani numerosi (29 elettori). Questi i numeri: tra chi oggi potrebbe entrare in Sistina, 63 sono europei, 13 dell'America settentrionale, 20 dell'America Latina, 11 dell'Africa, 8 dell'Asia e 1 dell'Oceania. Totale 116. Ratzinger vorrebbe arrivare a 120, rimpolpando tutto il collegio cardinalizio e dando alla Chiesa un "senato" che potrà scegliere in un'ottica internazionale, globale. Gli italiani sono tanti, certo: ma seguono gli statunitensi (10) insieme a brasiliani e tedeschi (6 ciascuno).

IL POTERE DI GEORG- Tutto questo influisce sulla posizione di Georg. Che per questa scuola di pensiero resterà per tre motivi: il primo, appunto, sarebbe sottolineato dal concistoro a sorpresa (e quindi dal fatto che Benedetto XVI starebbe iniziando a pensare alla sua successione); il secondo, la necessità per Ratzinger di non dare ragione a eventuali corvi mandando via il suo segretario particolare. Il terzo, infine, è nel fatto che Georg è in realtà molto più forte di quanto si possa pensare. Gaenswein, infatti, è l'uomo che ha goduto in questi anni della maggiore fiducia del Papa: è lui che seleziona i giornali e la documentazione da presentare sul tavolo di Ratzinger; è lui che decide chi e quando può vedere il Papa (e tiene ritmi ai quali il Papa è ormai abituato, quindi cercare un altro segretario sarebbe un ulteriore affanno), funzionando come un vero e proprio filtro (e scatenando ulteriori malignità da parte di chi non gli vuole bene); è lui che ha tenuto i rapporti con i lefebvriani, ricevendo lettere e comunicazioni dirette al Vicario di Cristo; è lui, infine, che ha imparato ad essere un'ombra discreta ma presente alle spalle del Papa, tanto che persino Dino Boffo (si veda "Sua Santità" di Gianluigi Nuzzi) osa passare attraverso il suo fax cercando una parola di incoraggiamento dopo lo scandalo che lo travolge tra accuse ingiuste e nel 2010 gli costa la direzione di Avvenire, il quotidiano dei vescovi (direzione che poi non riavrà). Insomma, a parte due scivolate che gli sarebbero costate il rimprovero di Ratzinger - ossia la lite con monsignor Joseph Clemens, ex segretario di Benedetto, sull'accesso immediato di Clemens alla figura del Pontefice, (una vicenda nella quale Ratzinger avrebbe concesso all'ex segretario di relazionarsi direttamente con lui saltando il "filtro" di Georg) - e le dichiarazioni sugli imitatori del Papa che avrebbero dovuto smetterla subito (nel mirino ci finirono Marco Baldini e Fiorello, che commentò: "E' una polemica che non sta né in cielo e né in terra"), per il resto l'atletico monsignore (ritratto anche intento ad appassionate sfide a tennis) non ha sbagliato una mossa sapendo diventare più ombra del segretario di Karol Wojtyla, monsignor Stanislao Dziwisz oggi arcivescovo di Cracovia e cardinale. Un'ultima domanda, in questo novembre romano: chi promuoverà Georg vescovo e lo manderà via dal Vaticano? "Il prossimo Papa, molto probabilmente", dice la fonte. Il colloquio è finito.

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