Dopo il presidente della Repubblica ora anche il Papa si interessa alla vertenza dell'Idi, la struttura sanitaria religiosa della Capitale, centro di eccellenza per le cure dermatologiche, dove i lavoratori da quattro mesi sono senza stipendio. Giorgio Napolitano, il 28 novembre scorso, aveva portato la sua solidarietà e oggi, alla fine dell'Angelus, è arrivato il `saluto´ di Benedetto XVI ai dipendenti dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata raccolti, nel giorno della loro Patrona, in piazza San Pietro per un flash mob caratterizzato dal lancio di oltre cento palloncini bianchi. Ma il Pontefice, oltre il saluto, ha detto anche qualcosa in più, auspicando che «possano trovare soluzione i problemi che affrontano le varie Istituzioni sanitarie cattoliche».
I lavoratori, vestiti di bianco, hanno accolto con soddisfazione l'appello del Papa ma, come riferisce il segretario Fp Cgil Roma Nord Civitavecchia Leonida Mazza, hanno ricambiato il saluto gridando «ci dovete pagare!». Non è un mistero che la `sanità cattolica´ a Roma è al collasso, non diversamente da quella pubblica, per effetto dei tagli decisi dal commissario straordinario Enrico Bondi. Nei giorni scorsi, con conferenze stampa e iniziative pubbliche, a lanciare l'allarme sulla tenuta delle prestazioni sono stati alcuni `pilastri della sanità romana e non solo, come il policlinico Agostino Gemelli, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove è stato curato più volte anche Papa Wojtyla, o l'ospedali Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina. L'Idi è invece nella bufera per altri motivi. La procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulla spoliazione delle casse dell´ Istituto, di proprietà della Provincia italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, ad opera di un gruppo di ex amministratori, ora tutti indagati. Senza più soldi in cassa, si sono fermati anche gli stipendi. Così i lavoratori da mesi fanno sit-in e proteste. Fino a pochi giorni fa in sei, sul tetto dell'ospedale, hanno fatto lo sciopero della fame, interrotto alla notizia del possibile sblocco di parte dei fondi. «Ma ad oggi non abbiamo ricevuto ancora stipendi, Per questo abbiamo voluto sensibilizzare il Papa e il Vaticano sul problema», ha detto Barbara, una lavoratrice dell'Idi-San Carlo di Nancy. E per lunedì il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il senatore Domenico Gramazio hanno convocato in Campidoglio un incontro con i rappresentanti dell'Idi per cercare una soluzione che garantisca il futuro della struttura. E anche per il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, che già si è occupato del caso, «va raccolto l'appello del Papa per salvare l'Idi, un centro di ricerca e di cura che costituisce un'eccellenza italiana». «Il taglio improvviso del 7% del budget mette a rischio per il 2013 dagli 800 ai 1000 posti di lavoro degli ospedali religiosi e avrà ricadute pesanti sulle prestazioni da offrire ai cittadini. Noi vantiamo crediti dalla regione di circa 300 mln di euro. Ci auguriamo che il commissario Bondi ci incontri per chiarire molte cose che forse non lo sono», spiega il presidente dell'Aris Lazio Michele Bellomo. E anche sul policlinico Gemelli incombe un taglio di 29 mln. I vertici della struttura nei giorni scorsi hanno lanciato l'Sos. «Il rischio - ha detto il direttore del Gemelli Maurizio Guizzardi - è che prima o poi non ce la facciamo più». E il direttore amministrativo dell'Università Cattolica Marco Elefanti ha rincarato: «Siamo in emergenza. Ci sono fortissimi crediti con la Regione, siamo esposti con le banche in maniera rilevante. Viviamo di espedienti per mantenere gli impegni con i nostri dipendenti e i nostri fornitori, ma di questo passo non durerà molto a lungo».
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