Se l'annunciazione non va su giornali e tv
Commentando il “sì” di Maria il pontefice ha detto che il momento in cui «Dio si fece uomo» passerebbe inosservato anche oggi. Il Dio cristiano preferisce la discrezione
Il Papa che ha deciso di proiettarsi nel mondo dei social media e su twitter ha già raggiunto un milione di followers, ha detto che il momento in cui «Dio si fece uomo» passerebbe assolutamente inosservato anche oggi. Non troverebbe spazio nei mezzi di comunicazione, nonostante i giornali, le TV, il web e l’informazione globale.
Benedetto XVI ne ha parlato ieri pomeriggio, ai piedi della statua della Madonna in piazza di Spagna, in occasione del tradizionale omaggio nel giorno dell’Immacolata. Commentando il vangelo dell’annunciazione, nel quale si legge dell’angelo e di quel «sì» di Maria che secondo la fede cristiana ha permesso l’incarnazione, Ratzinger ha osservato: «Quel momento decisivo per il destino dell’umanità, il momento in cui Dio si fece uomo, è avvolto da un grande silenzio».L’incontro tra l’angelo e Maria, ha aggiunto Benedetto XVI, «passa del tutto inosservato: nessuno sa, nessuno ne parla. È un avvenimento che, se accadesse ai nostri tempi, non lascerebbe traccia nei giornali e nelle riviste, perché è un mistero che accade nel silenzio. Ciò che è veramente grande passa spesso inosservato e il quieto silenzio si rivela più fecondo del frenetico agitarsi che caratterizza le nostre città, ma che – con le debite proporzioni – si viveva già in città importanti come la Gerusalemme di allora. Quell’attivismo che ci rende incapaci di fermarci, di stare tranquilli, di ascoltare il silenzio in cui il Signore fa sentire la sua voce discreta».
Il Papa che sbarca su twitter ed è stato inondato di messaggi e domande, ma anche di sberleffi, afferma dunque che le grandi iniziative del Dio cristiano passano sotto silenzio. Non è un giudizio morale sul mondo dei media, né tanto meno un rifiuto della modernità. Anche perché Ratzinger stesso afferma che il «frenetico agitarsi», a noi così consueto oggi, lo si trovava già nella Gerusalemme di duemila anni fa. La sua è piuttosto di una constatazione: il metodo di Dio predilige, allora come oggi, nascondimento e discrezione. Nel secondo volume su Gesù di Nazaret, Benedetto XV lo aveva spiegato: «È proprio del mistero di Dio – scriveva – agire in modo sommesso. Solo pian piano egli costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia. Diventa uomo ma in modo da poter essere ignorato dai contemporanei, dalle forze autorevoli della storia. Patisce e muore e, come risorto, vuole arrivare all’umanità soltanto attraverso la fede dei suoi ai quali si manifesta». Non vuole «sopraffare con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore».
Lo sbarco su twitter, fin troppo enfatizzato anche in Vaticano, ci mostra un Papa intenzionato a usare ogni possibilità di comunicazione, e il linguaggio stringato del Vangelo, in particolare quello di Gesù, si presta a essere sintetizzato in 140 caratteri molto più di tanta ridondante verbosità di certi testi ecclesiali contemporanei. Ma le parole pronunciate ieri in piazza di Spagna ricordano che le cose «veramente grandi» di Dio accadono lontane dal «frenetico agitarsi», anche da quello dei circuiti informativi.
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/papa-el-papa-pope-twitter-20454/
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