ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 31 gennaio 2013

Salesiani pre Bertoniani



L’amicizia tra don Bosco e Pio IX

L’amicizia tra don Bosco e Pio IXRicorre la festa di San Giovanni Bosco, non tutti sanno che: Il lungo pontificato di Pio IX è stato uno dei più popolari della storia poiché in totale consonanza con la spiritualità della gente comune. Esso si svolgerà tutto, da un dramma ad un altro, sotto il richiamo incessante alla Vergine Maria, come soccorso della Chiesa che stava subendo attacchi insopportabili dalle potenze europee.
L’8 dicembre del 1849 (solennità dell’Immacolata Concezione di Maria)  il Papa, dal suo esilio di Portici (durante il periodo della Repubblica Romana), denuncia pubblicamente il carattere perverso delle forze rivoluzionarie che hanno insanguinato Roma per cacciarne il successore di Pietro.

La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre del 1854 con la lettera apostolica Ineffabilis Deu  ne è il suggello, poiché in essa il Papa la invoca come fidissima auxiliatrix come firmissimum praesidium cunctas semper interemit haereses e come beatissima Virgo, quae tota pulchra et Immacolata venenosum crudelissimi serpentis caput contrivit.

Sono i giorni in cui il Parlamento piemontese sta approvando le leggi Rattazzi, che inaugurano la veemente politica anticattolica e anticlericale dello Stato piemontese.

Sempre dal suo esilio napoletano Pio IX, il 2 febbraio 1849, aveva emanato l’enciclica Ubi primu  con la quale chiedeva il parere dei vescovi sulla definizione dogmatica relativa all’Immacolata Concezione di Maria.

La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione suonava però come una sfida in quegli anni di dilagante positivismo e di scetticismo razionalista. La Chiesa opponeva con Pio IX all’ottimismo delle utopie della scienza il richiamo al peccato originale che aveva distrutto alle origini l’integrità umana introducendo il male nella storia.
Sorprendentemente in quegli anni si verifica una serie impressionante di apparizioni miracolose della Vergine Maria. Fatti sconvolgenti che accadono soprattutto in Francia: ossia in quella nazione crogiolo della rivoluzione giacobina, razionalista e scientista.
La Vergine appare nel 1830 a Rur du Bac, nel 1846 a La Salette e, infine, nel 1858, a Lourdes alla giovane Bernadette Soubirous.
La devozione popolare della Madonna si radica sempre più  nella coscienza popolare e il Papa Pio IX sceglie ancora l’8 dicembre (anno 1864) per emanare l’enciclica Quanta cura   che porta annesso il Syllabus, e ancora l’8 dicembre del 1869 apre il Concilio Vaticano I che, pur interrotto dall’invasione di Roma il 20 settembre 1870, definirà l’Infallibilità del Romano Pontefice.
Uno dei perni dell’azione di don Bosco fu la devozione al Magistero di Pietro.
In questi anni, In Italia, il livore anticattolico è soprattutto opposizione (ideologica e politica) al papato, individuato come il cuore della Chiesa e della storia del popolo italiano fino ad allora. Si coalizzano su questo obiettivo di distruzione della Roma papale pattuglie diverse e bandiere diverse: piemontesi, repubblicani, protestanti, cattolici-liberali, massoni, inglesi, prussiani e anche alcuni francesi. Le posizioni si radicalizzarono e i cattolici si lasciano talora intrappolare nella tela antinazionale.
La Rivoluzione italiana è l’ultima e più infausta opera del Protestantesimo e della Frammassoneria si legge nell’introduzione della raccolta Atti collettivi dei vescovi italiani preceduti da quelli del Sommo Pontefice Pio IX contro le leggi e i fatti della rivoluzione.
Don Giovanni Bosco, nella sua Storia d’Italia, percorre i secoli della nostra storia per dimostrare appunto che sradicare la Chiesa di Roma significa anche demolire la coscienza nazionale  italiana:
La storia ci fa perfettamente conoscere che l’Italia senza Pontefice diventa un paese esposto alle più tristi vicende…Quando i disordini e le discordie costringono il Romano Pontefice ad allontanarsi da Roma, sono a temersi gravi mali per l’Italia e per la religione .
La devozione di don Bosco per il Papa era innanzitutto il riconoscimento in lui del successore di san Pietro, del Vicario di Cristo e del Capo della Chiesa.
Sempre don Bosco nella sua Storia Ecclesiastica, con poche sintetiche pagine, definisce alla perfezione la dottrina tradizionale sulla Chiesa e il Papato:
“Io vado al mio celeste Padre, ma non vi lascerò soli, e sarò con voi tutti i giorni sino alla fine dei secoli”. Con queste parole Gesù Cristo istituiva la grande società religiosa, ovvero la Chiesa, la cui amministrazione affidò, come si disse, ai suoi apostoli, assicurandoli che Egli stesso li avrebbe assistiti ogni giorno fino alla fine dei secoli…Capo supremo e assoluto  ed invisibile della Chiesa è Gesù Cristo, suo fondatore. Capo visibile di essa fu da Gesù Cristo medesimo costituito San Pietro. Fra i dodici apostoli, dice San Girolamo, volle Gesù stabilire San Pietro, acciocché tenesse il primo posto, affinché costituito tra di  loro un superiore, si togliesse ogni occasione di discordia e di scisma. 
Per don Giovanni Bosco era dunque un attacco contro la Santa Chiesa quello scatenato contro il suo Capo visibile, contro la roccia di Pietro. Infatti, il primo e perverso veleno che dilagava come peste per san Giovanni Bosco era il protestantesimo, attraverso cui il demonio avrebbe voluto distruggere dalle fondamenta la Chiesa di Cristo.
Ecco come don Bosco sintetizza la sostanza nel Cattolico Istruito:
Fatevi una religione ad arbitrio…fate quel che volete; rubate, disobbedite, trucidate…voi farete certamente bene, purché crediate di fare buone azioni. Lutero è il primo dei precursori dell’Anticristo.
Don Bosco sottolinea il nesso strettissimo che intercorre fra protestantesimo, moderne filosofie laiciste, società segrete, rivoluzioni e persecuzioni:
La Chiesa fu così aspramente combattuta in quest’epoca quinta, che pareva fosse venuto il tempo dell’Anticristo. Nulla di meno essa riportò nuovi trionfi. Un diluvio di eretici arditamente l’assale; molti suoi ministri invece di sostenerla si ribellano e le imprimono profonde piaghe. A questi si uniscono i principi del secolo, che con il ferro, con la strage, e con il saccheggio l’opprimono. Il demonio si nasconde sotto il manto di società segrete e d’una filosofia mondana e seducente, ma falsa e corrompitrice: eccita ribellioni e suscita sanguinose persecuzioni. Ma Dio rende vani gli sforzi dell’Inferno, e li fa servire alla sua gloria. Nuovi ordini religiosi, missionari instancabili, apostoli invincibili, pontefici grandi per santità, zelo e dottrina , tutti insieme d’un cuor solo, e di una sola mente, dal braccio dell’Onnipotente confortati, difendono validamente la verità e portano la luce del Vangelo sino agli ultimi confini della terra. Così la Chiesa ebbe nuove conquiste e più gloriose vittorie. 
Fin da quegli anni, e per tutta la modernità, rappresentano forse i due capisaldi su cui l’ideologia della modernità e il modernismo dentro la Chiesa si sono scatenati: il Papato e la Vergine Maria, forma compiuta della Chiesa, segno visibile dell’umanità redenta. Da parte protestante è stato maliziosamente notato che non a caso sono stati gli stessi papi (Pio IX e Pio XII) a pronunciarsi a favore del principio marcatamente petrino e di quello apertamente mariano.
In entrambi i casi si è trattato di pontefici che intuirono un grave pericolo, che poi si sarebbe puntualmente scatenato all’interno della Chiesa stessa, nella forma del modernismo, di una protestantizzazione del pensiero cattolico, sempre insidiosi e corrosivi, contro il Primato di Pietro e contro la visibilità di quel Ministero di Salvezza che costituisce la Chiesa.
Il secondo modernismo, scatenatosi dopo il Concilio Vaticano II, secondo Jacque Maritaine : Ha posto la Chiesa in ginocchio di fronte al mondo.
Paolo VI parlerà di fumo di Satana nella Chiesa… di demolizione dall’interno…di un’ora di nuvole, di tempesta, di buio per l’esistenza della Chiesa. Si compie così ai giorni nostri la misteriosa profezia di don Bosco che nell’intervista al Journal de Rome, ad una domanda sul presente e sul futuro della Chiesa in Italia e in Europa, rispondeva:
Nessuno eccetto Dio conosce l’avvenire. Tuttavia, umanamente parlando, c’è da credere che l’avvenire sarà grave. Le mie previsioni sono molto tristi, ma non temo nulla. Dio salverà sempre la sua Chiesa e la Madonna che visibilmente protegge il mondo contemporaneo saprà far sorgere dei redentori. 
Don Bosco fu duro e deciso nella sua saggezza e nel suo realismo. Egli fu duro e deciso nel condannare la persecuzione intrapresa dallo Stato contro la Chiesa, ma anche realista e alacre nello stabilire comunque rapporti per strappare palmo a palmo spazi di libertà alla sua Chiesa.
Don Bosco fu tributato di una prospettiva integralista, ma così non fu. E se molti anni più tardi fu il Papa Leone XIII a dare l’approvazione definitiva al movimento Salesiano, fu Pio IX il primo a capirlo e a incoraggiarlo. Anche Pio IX, proprio come don Giovanni, si sentiva profondamente scettico sulle pretese della politica piemontese. Il suo unico interesse, la sola cosa essenziale, era per lui la Fede. Tutto il resto gli sembrava strumentale, inutile. Perciò Pio IX fece propria la formula di don Bosco, che definiva la sua strategia la politica del Pater noster, la quale abilitava il Vescovo di Roma a un giudizio puntuale e a un intervento deciso fin nei particolari delle controversie politiche.
Don Bosco fu osteggiato dal proprio arcivescovo nella sua opera. L’arcivescovo Gastaldi cominciò ad opprimere sempre di più i salesiani con pretese mortificanti, fino ad una esplicita persecuzione. Nulla perdonava a quelli dell’oratorio di don Bosco e ogni banalità gli forniva il destro per imputare al sacerdote l’accusa di ribellione.
A furia di infangare riuscì a far quasi terra bruciata a Roma, nei confronti di don Bosco e dei Salesiani.
E un fatto la dice lunga al riguardo: ciò che fece soffrire maggiormente don Giovanni fu il fatto che anche Pio IX, suo grande ammiratore, protettore e amico, si andò raffreddando nei suoi riguardi. Quel dipingere di continuo don Bosco come uomo testardo e quasi facinoroso influì anche sull’animo e sul giudizio del Papa.
Così vuole la storiografia ufficiale; ma così non andarono i fatti, poiché Pio IX morì il 7 febbraio 1878 e don Bosco, che si trovava a Roma, bussava a destra e a manca per poter aver udienza; ma non vi riuscì.
Questa versione di un possibile raffreddamento di Pio IX verso don Bosco è accreditata dagli stessi storici salesiani, ma non è documentata. Anzi, si sa che il Papa Pio IX, poco prima di morire, si lamentava dicendo ai suoi collaboratori: so che don Giovanni Bosco è a Roma e non viene a trovarmi; e io ho cose importanti da dirgli. Io non l’ho trattato così don Bosco. Oh, l’ho trattato meglio io.
E’ quindi documentabile che i sentimenti reciproci dei due personaggi siano rimasti tali fino alla fine, ma che negli ultimi giorni di vita di Giovanni Maria Mastai Ferretti la burocrazia ecclesiastica ostile a don Bosco li abbia isolati deliberatamente.
Del resto quando in un incontro del 1875 don Bosco aveva chiesto a Pio IX un cardinale protettore dei Salesiani, il Papa gli aveva risposto: Quanti protettori volete? Non ve ne basta uno. Finché sono in vita, sarò io il protettore vostro e della vostra Congregazione.
A don Bosco non fu risparmiato proprio nulla: in due successive lettere, una del 16 dicembre 1876 al cardinal Ferneri e una del 25 marzo 1878, si trovano condensati in un doloroso elenco tutti i provvedimenti punitivi presi dell’arcivescovi di Torino nei confronti suoi e dei salesiani. Mancava solo che lo si imputasse di eresia.
Tuttavia la Congregazione dei Salesiani era ormai al sicuro.
Nel 1874 la Santa Sede si era pronunciata approvando definitivamente la regola della Congregazione. Il Papa Pio IX aveva nominato una commissione di quattro cardinali. Monsignor Gastaldi, da Torino, aveva fatto di tutto per impedirne l’approvazione. Alla fine, quando si trattò di votare risultarono tre voti favorevoli e uno contrario. Mancava dunque un voto a portare a compimento l’annosa questione. Quel voto lo metto io esclamò Pio IX. Le regole della Congregazione di don Bosco vennero approvate grazie all’interessamento diretto del Santo Padre Pio IX.
Emanuele MAESTRI
www.emanuelemaestri.it

   SANTI: il sogno delle due colonne – di San Giovanni Bosco

Tra i sogni di Don Bosco, uno dei più noti è quello conosciuto con il titolo di Sogno delle due colonne. Lo raccontò la sera del 30 maggio 1862.
 
«Figuratevi – disse – di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo' di strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
 
A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.
 
In mezzo all'immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l'una dall'altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: "AUXILIUM CHRISTIANORUM" (AIUTO DEI CRISTIANI); sull'altra, che è molto più alta e grossa, sta un'OSTIA di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: "SALUS CREDENTIUM" (SALVEZZA DEI CREDENTI).
 
Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle navi secondarie per tenere consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi.
 
Fattasi un po' di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la seconda volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa.
 
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte àncore e grossi ganci attaccati a catene.
 
Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli scritti, con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a bordo; le altre con i cannoni, con i fucili, con i rostri. Il combattimento si fa sempre più accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.
 
Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra arma si spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare. Allora i nemici, furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con le bestemmie.
 
A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio.
 
Senonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della morte del Papa giunge con la notizia della elezione del suo successore. Gli avversari cominciano a perdersi di coraggio.
 
Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un'àncora della colonna su cui sta l'Ostia, e con un'altra catenella che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un'altra àncora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
 
Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il Papa, vengono anch'esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una grande calma».
 
A questo punto Don Bosco interroga Don Rua:
 
- Che cosa pensi di questo sogno?
 
Don Rua risponde:
 
- Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, le navi gli uomini, il mare il mondo. Quelli che difendono la grande nave sono i buoni, affezionati alla Chiesa; gli altri, i suoi nemici che la combattono con ogni sorta di armi. Le due colonne di salvezza mi sembra che siano la devozione a Maria SS. e al SS. Sacramento dell'Eucaristia.
 
- Hai detto bene - commenta Don Bosco -; bisogna soltanto correggere una espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla rispetto a quello che deve accadere. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio: Devozione a Maria SS., frequente Comunione (Memorie Biografiche, VII, 169).
 
Tratto da PIETRO ZERBINO (a.c. di), I sogni di Don Bosco, Leumann: LDC, 1995, 2a ristampa, pp 53-55.
Notizia del 31/01/2013 stampata dal sito web www.lucisullest.it

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