di Jérôme Bourbon
Editoriale del settimanale francese Rivarol n° 3080 dell'8 febbraio 2013
Nel presentare questo articolo di Rivarol, riteniamo sia utile ricordare qualche passo della Sacra Scrittura, che sembra non esistere più agli occhi della Gerarchia conciliare. «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni verso gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento» (Rom. 1, 26-27) «[...] Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati (malakoi — Vulg. molles), né sodomiti (arsenokoitai — Vulg. masculorum concubinatores), né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio». (1 Cor. 6, 9-10) «[...] sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli [...]per i pervertiti (arsenokoitai — Vulg. masculorum concubinatores) [...] e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina» (1 Tim. 1, 9-10). |
Come d’abitudine, quando si tratta di questioni cosiddette sociali, il legislatore si muove camuffato. Oggi François Hollande si dice contrario alla gestazione surrogata (GPA) [utero in affitto], ma vedrete che ci ritorneremo. D’altronde, dopo molte tergiversazioni, il Primo Ministro ha confermato che il Parlamento, prima della fine dell’anno, si occuperà della procreazione medicalmente assistita (PMA), evidente primo passo verso il GPA [utero in affitto e commercio di ovociti]. Com’è d’uso, si tratta di mettere in essere un doppio discorso, cioè di mentire apertamente per meglio disarmare e dividere quelli che resistono, così da portare in porto un progetto che rivoluziona il diritto di famiglia e lo stato civile, visto che nel progetto governativo è previsto che i figli avranno ormai il cognome dei due genitori.
Nel momento in cui il Parlamento francese vota a favore del matrimonio omosessuale, come ha appena fatto il Parlamento inglese, che è pure dominato dai pretesi conservatori, il Vaticano si pronuncia ai favore dei “diritti dei gay”.
Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del “Pontificio Consiglio per la famiglia”, ha riconosciuto che «Ci sono poi le altre convivenze non familiari, che sono molteplici. In questa prospettiva si aiutino ad individuare soluzioni di tipo di diritto privato e, a mio avviso, anche di prospettiva patrimoniale. Io credo che questo sia un terreno che la politica deve cominciare a percorrere tranquillamente». Il “ministro della famiglia” di Benedetto XVI lancia apertamente un appello al mondo politico per una soluzione legislativa: «Certuni non vogliono cambiare niente. Io penso che bisogna trovare delle strade nuove per arrivare ad una soluzione», ha sottolineato Mons. Paglia, prima di condannare la discriminazione degli omosessuali nel mondo: «Voglio riaffermare la dignità di tutti i figli di Dio. Una dignità intoccabile. Tutti gli uomini sono uguali, perché sono un segno di Dio. In una ventina di paesi, l’omosessualità è un crimine. Io auspico che noi tutti ci battiamo contro questo.»
Franco Grillini, capo storico dei gay italiani, si rallegra evidentemente per questa dichiarazione: «È la prima volta che un prelato riconosce i diritti delle coppie gay e che gli omosessuali sono perseguitati nel mondo».
Secondo i vaticanisti, queste dichiarazioni di Mons. Paglia rientrano nel quadro di una vasta riflessione di Benedetto XVI su tutti i temi relativi alla famiglia, compreso quello della Comunione per i divorziati risposati. «Il Papa vuole risolvere questa questione, grazie alla possibilità di riconoscere l’annullamento di un matrimonio per mancanza di fede», ha affermato il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, «Le procedure possono essere abbreviate. Il Sinodo dei vescovi ha dibattuto a lungo questo tema. Bisogna trovare una soluzione, rapidamente».
Già nel settembre scorso, la Conferenza Episcopale Francese, con la sua commissione “Famiglia e società”, aveva pubblicato una nota sull’omosessualità in cui si dice: «La società, esattamente come la Chiesa nel dominio che le è proprio, ascolta questa richiesta da parte delle persone omosessuali e può cercare una risposta. Pur affermando l’importanza dell’alterità sessuale e il fatto che i partner si differenziano dalle coppie eterosessuali per l’impossibilità di procreare naturalmente, possiamo stimare il desiderio di un impegno alla fedeltà, di un affetto, di un sincero attaccamento, della cura per l’altro e di una solidarietà che supera la riduzione della relazione omosessuale ad un semplice rapporto erotico.»
Con questo, siamo lontani anni luce da quello che sull’omosessualità dicono sia la Bibbia sia il Catechismo. Ricordiamo solo che il Catechismo di San Pio X definisce il “peccato impuro contro natura” come uno dei “quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio”, insieme all’omicidio volontario, all’oppressione dei poveri e alla frode nella mercede agli operai.
Queste dichiarazioni sconcertanti dei prelati modernisti non sono senza precedenti. In un libro intervista del 2010, “Luce del mondo”, Joseph Ratzinger fece l’esempio di un prostituto per giustificare l’uso del preservativo: «Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando un prostituto utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione (sic!), un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole.»
Come si vede, è del tutto vano contare sugli occupanti del Vaticano per difendere senza concessioni la morale naturale e per opporsi sinceramente e con vigore ai progetti di legge mortiferi che si moltiplicano attualmente nei paesi occidentali un tempo cristiani.
Anche tra i tradizionalisti, molti credono spesso che almeno sulle questioni di morale ci si possa fidare dei dirigenti della Chiesa conciliare.
Si tratta di un’illusione mortale.
Quando, nel 1997, il dott. Dor [pediatra impegnato nella lotta all’aborto] chiese asilo politico in Vaticano perché era stato condannato alla prigione per essersi opposto all’aborto recitando il Rosario davanti ai locali in cui lo si praticava, raccontò che la nunziatura a Parigi lo trattò ignominiosamente. E i prelati modernisti sono sempre stati accomodanti con i dirigenti politici che difendono il diritto all’aborto, perfino amministrando loro la comunione. Anche il Card. Vingt-Trois è uscito tutto sorridente da un recente incontro con François Hollande sulla questione del matrimonio omosessuale!
Ricordiamo anche che l’episcopato modernista approvò il movimento del maggio 1968, che volle distruggere la morale borghese, approvò la parità dei diritti nel 2000 e che rimase quantomeno tiepido quando si votarono la legge Neuwirth (1967) [sull’uso del contraccettivo] e Veil (1975) [sull’interruzione volontaria della gravidanza].
Non si ripeterà mai abbastanza che dopo la morte di Pio XII e il funesto conciliabolo Vaticano II, noi viviamo il tempo della Grande Apostasia, tale che non si può fare affidamento su alcuna struttura, su alcun capo. Gli intrusi del Vaticano lavorano mano nella mano con i cenacoli mondialisti, di cui essi stessi fanno parte. D’altronde, nella sua enciclica “Caritas in veritate”, pubblicata il 7 luglio 2009, Benedetto XVI, che ha ricevuto più volte il B’nai B’rith, si è pronunciato esplicitamente in favore di un governo mondiale: «urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, … Tale autorità inoltre dovrà essere da tutti riconosciuta, godere di potere effettivo… Ovviamente, essa deve godere della facoltà di far rispettare dalle parti le proprie decisioni» (§ 67). E nello stesso documento, il successore di Giovanni Paolo II insiste: «Lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione internazionale esigono che venga istituito un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione» (§ 67).
Noi siamo traditi e abbandonati da tutti. Ma per quanto spaventosa e dolorosa sia la realtà, bisogna avere il coraggio di guardarla in faccia e di trarne tutte le conseguenze, poiché, come diceva Bossuet, «non c’è peggiore disordine dello spirito che il guardare alla realtà, non come essa è, ma come si vorrebbe che fosse».
È palese che un mondo che accetta che si massacrino in massa i bambini nel ventre delle loro madri e che si appresta a dare in modo del tutto legale dei bambini in pasto alle coppie di invertiti, non merita di durare.
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