Tra Roma e Dakar, i machiavelli di Sant'Egidio
Le manovre elettorali di Andrea Riccardi in Italia.
L'incidente diplomatico in Senegal, ai danni del Vaticano. I premi elargiti in
curia a fini di carriera
di Sandro Magister
di Sandro Magister
ROMA, 5 febbraio 2013 – Venerdì 1 febbraio, proprio mentre a Roma il segretario
della conferenza episcopale italiana Mariano Crociata avvertiva di "non
farsi ingannare da imbonitori di qualsiasi sorta", in vista delle prossime
elezioni in Italia, a Napoli il premier uscente e candidato premier Mario Monti
additava in Andrea Riccardi, che sorrideva al suo fianco, nientemeno che il suo
"polo magnetico", colui che più di tutti aveva determinato e guidato
la sua entrata in politica.
Faceva gli onori di casa l'arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe, anche lui grande fan del fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Quel cardinale Sepe che nel consiglio permanente della CEI dei giorni precedenti, nel rivolgersi al collega di consiglio Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e membro della Comunità, l'aveva chiamato, per sbaglio ma non troppo, Montezemolo, tra l'ilarità generale.
Luca Cordero di Montezemolo, famoso capitano d'industria e presidente della Ferrari oltre che parente del cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, è il fondatore e leader del movimento politico Italia Futura, che ha lanciato assieme a Riccardi la candidatura di Monti alla guida del governo italiano.
*Faceva gli onori di casa l'arcivescovo della città, il cardinale Crescenzio Sepe, anche lui grande fan del fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Quel cardinale Sepe che nel consiglio permanente della CEI dei giorni precedenti, nel rivolgersi al collega di consiglio Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e membro della Comunità, l'aveva chiamato, per sbaglio ma non troppo, Montezemolo, tra l'ilarità generale.
Luca Cordero di Montezemolo, famoso capitano d'industria e presidente della Ferrari oltre che parente del cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, è il fondatore e leader del movimento politico Italia Futura, che ha lanciato assieme a Riccardi la candidatura di Monti alla guida del governo italiano.
Per Riccardi e seguaci non c'è però solo il teatro politico italiano, con le sue incerte fortune.
È di questi giorni anche l'ultimo incidente – ultimo di una serie – capitato tra la Comunità di Sant'Egidio e la diplomazia vaticana, che in effetti ha sempre giudicato più di ostacolo che di aiuto l'attivismo geopolitico della cosiddetta "ONU di Trastevere".
L'incidente ha avuto luogo in Senegal. Lì la Comunità di Sant'Egidio è intervenuta più volte, a partire dal 1998, per "facilitare" un accordo tra il governo di Dakar e le formazioni indipendentiste della regione della Casamance. L'ultima volta, pochi mesi fa, su richiesta del leader di una delle fazioni in lotta, Salif Sadio.
I negoziati tra emissari delle due parti si sono svolti a Roma, nella sede della Comunità. Ingenerando in Senegal l'impressione che il Vaticano fosse il reale tessitore dell'operazione.
Ma l'apparente intervento della Santa Sede in un conflitto interno che le autorità senegalesi non intendono in alcun modo internazionalizzare ha messo in serio allarme queste stesse autorità.
Di conseguenza la Santa Sede ha dovuto intervenire per chiarire il suo ruolo. E l'ha fatto tramite il suo nunzio in Senegal, l'arcivescovo Luis Mariano Montemayor.
Il 31 gennaio, al termine di una visita alla diocesi di Ziguinchor in Casamance e dopo aver incontrato anche i capi delle locali comunità musulmane ed animiste, Montemayor ha dichiarato:
"Non bisogna fare confusione. La Comunità di Sant'Egidio è autonoma e la Chiesa non si oppone a che intervenga nella crisi. Ma se il Senegal come Stato sovrano non domanda alla Santa Sede un arbitraggio, la Santa Sede non interviene. Questo è un affare interno che può creare un incidente diplomatico. Il governo del Senegal ha come politica di non internazionalizzare il conflitto in Casamance e non ha mai chiesto alla Santa Sede di intervenire come 'facilitatore'".
Il nunzio ha aggiunto che la crisi è acuita dalla presenza di numerose fazioni all'interno del movimento indipendentista della Casamance.
Ha auspicato che l'accordo di disarmo preveda l'integrazione dei combattenti nelle forze armate nazionali.
E soprattutto ha avvertito che "senza riconciliazione, senza pacificazione delle anime, senza reciproco perdono non vi sarà mai una pace definitiva".
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Intanto, a Roma, la Comunità di Sant'Egidio ha conquistato una nuova postazione nell'organigramma della curia vaticana.
Il 31 gennaio il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, è stato nominato consultore del pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Impagliazzo insegna storia contemporanea presso l'Università per Stranieri di Perugia, ed è prorettore di questa stessa università.
Il 15 febbraio del 2011, a Perugia, il segretario particolare di Benedetto XVI, Georg Gänswein, ricevette da questa università una laurea "honoris causa" in sistemi di comunicazione nelle relazioni internazionali.
Nel corso della cerimonia Gänswein, che è specialista in diritto canonico, tenne una "lectio magistralis" sulle relazioni tra Chiesa e Stato in Italia. E fu Impagliazzo a pronunciare la "laudatio" in onore del premiato.
Da quel giorno i contatti tra la Comunità di Sant'Egidio e Benedetto XVI, mediati dal segretario del papa e già solidi, si sono ancor più rafforzati. Con Andrea Riccardi in posizione preminente.
La nomina di Vincenzo Paglia, membro della Comunità di Sant'Egidio e per molti anni suo assistente spirituale, a presidente del pontificio consiglio per la famiglia, è stato il frutto più cospicuo di questi contatti.
La nomina è avvenuta il 26 giugno 2012. E nel frattempo Riccardi era diventato ministro della cooperazione internazionale nel governo "tecnico" presieduto da Mario Monti e fermamente voluto dal capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano.
In stretti rapporti personali sia con Monti che con Napolitano, Riccardi non è sceso in lizza come candidato nelle elezioni politiche in programma in Italia il prossimo 24 febbraio. Ma è tra i più influenti consiglieri di Monti nella campagna elettorale. Calcola di essere chiamato come ministro in un futuro governo o di essere invocato come sindaco della città di Roma.
Tornando alla nomina di Impagliazzo a consultore del pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, è curiosa la premiazione che l'ha preceduta di pochi giorni.
Il 29 gennaio il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente di questo pontificio consiglio, ha ricevuto dal governo romeno l'onorificenza dell'Ordine Nazionale "Stella della Romania", con il grado di commendatore.
E dove si è svolta la premiazione? A Roma in piazza Sant'Egidio, nella sede della Comunità.
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Per saperne di più sul fondatore della Comunità di Sant'Egidio:
> Tra matrimoni "gay" ed elezioni. Può il papa fidarsi di Andrea Riccardi?(10.1.2013)
E sugli attriti fra la diplomazia vaticana e la Comunità:
> Diario Vaticano / Sant'Egidio in libertà vigilata (29.12.2011)
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