Il purgatorio nelle rivelazioni di alcune grandi mistiche:
Manoscritto del Purgatorio, Maria Simma e Maria Valtorta
IL PURGATORIO IN ALCUNE MISTICHE
· Così descrive il Purgatorio l'anima purgante di Suor Maria Gabriella, con cui ebbe a
parlare Suor Maria della Croce, nel "Manoscritto sul Purgatorio", pp. 41-42:
"Quando vi parlavo del Grande e del Secondo Purgatorio, l'ho fatto per farvi comprendere.
Con quella espressione intendevo dire che nel Purgatorio vi sono tre differenti gradi:
1. Chiamo Grande Purgatorio il luogo dove si trovano le anime più colpevoli, nel quale io
sono rimasta due anni senza poter dare alcun segno dei miei tormenti... Qui c'è il fuoco e
nessuno può ricevere preghiere da nessuno... vi si trovano molte Religiose che Dio aveva
chiamato perché lo servissero fedelmente e dopo la morte andassero immediatamente a
glorificarlo in cielo: ma invece, per la loro infedeltà, rimangono nel grande Purgatorio molto
a lungo, più delle persone del mondo che non hanno ricevuto tante grazie... Vi si trovano
anche i grandi peccatori e coloro che sono rimasti quasi tutta la loro vita lontani da Dio per
indifferenza ed ivi le preghiere che si fanno per tali anime non vengono punto applicate (pp.
37-38).
2. Anche nel Secondo Purgatorio, che è sempre il Purgatorio, si soffre molto, ma meno che
nel primo (o grande) Purgatorio. Anche qui, tuttavia, c'è il fuoco.
3. Infine vi è un terzo luogo, che è il Purgatorio di desiderio. Vi si trovano le anime che non
hanno desiderato abbastanza il cielo, o che non hanno amato abbastanza il buon Dio. Io mi ci
trovo in questo momento.
All'interno di questi tre Purgatori vi sono ancora molti gradi. Via via che uno si purifica, non
soffre più gli stessi tormenti. Tutto è proporzionato alle colpe da espiare... Tuttavia qui non
si dà mormorazione alcuna: noi vogliamo ciò che il buon Dio vuole, perché sappiamo di
meritare tali grandi pene. Siamo martiri, ci struggiamo d'amore: noi infatti sappiamo e
comprendiamo la santità, la maestà, la misericordia e la bellezza di Dio; una forza
irresistibile allora ci spinge verso di Lui, ma al tempo stesso un'altra forza ci respinge verso
il luogo di espiazione (p. 38).
Nel purgatorio vengono a fare visita S. Michele (il primo angelo del cielo, un serafino) e
Maria SS.ma, specie nelle sue feste, dove porta con sé molte anime. Quando viene Lei noi
siamo sollevate; quando S. Michele (che sempre l'accompagna) viene da solo, no.
· Così invece descrive il Purgatorio Maria Simma, mistica austriaca che per anni ebbe
contatti con le anime purganti nel libro "Il meraviglioso segreto delle anime del Purgatorio":
Per evitare il Purgatorio nulla vale tanto quanto la carità (p. 32).
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Si va in Purgatorio specialmente per i peccati contro la carità, contro l'amore del prossimo,
per la durezza del cuore, per l'ostilità, per la maldicenza e per la calunnia (p. 28).
E' l'anima stessa che vuole andare in Purgatorio per purificarsi, prima di entrare in
Paradiso (p. 26). Non c'è in esse alcun senso di rivolta verso la sofferenza, perché vogliono
purificarsi e comprendono che le sofferenze sono per questo necessarie (p. 49).
E' vero che le sofferenze minime del Purgatorio sono superiori alle massime della terra
(come dice S. Tommaso) ma in maniera simbolica, cioè nel senso che fanno più male
all'anima (p. 54).
Nessuna vuole tornare sulla terra, perché le anime del Purgatorio hanno una conoscenza di
Dio infinitamente superiore alla nostra (p. 26).
Il mezzo più efficace per le anime del Purgatorio è la S. Messa. Esse vedono il giorno dei
loro funerali (pp. 38-39).
A tutti Dio dà alcuni minuti, prima della morte, per pentirsi dei propri peccati; in questo
lasso di tempo l'anima rivede la propria vita come un film (p. 51). Di fronte a qualcuno che
sta per morire bisogna dirgli la verità (p. 52).
Al Purgatorio vengono a far visita Maria e San Michele; inoltre è sempre vicino l'Angelo
custode (p. 55).
· Ed ecco cosa ha rivelato Gesù sul Purgatorio a Maria Valtorta nei Quaderni del 1943, alle
pagine 459-462:
"Ti voglio spiegare cosa è ed in cosa consiste il Purgatorio... con forma che urterà tanti che
si credono depositari della conoscenza dell'al di là e non lo sono.
Le anime immerse in quelle fiamme non soffrono che per l'amore. Non immeritevoli di
possedere la luce, ma neppure degne di entrarvi subito, esse, al loro presentarsi a Dio,
vengono investite di luce. È una breve, anticipata beatitudine, che le fa certe della loro
salvezza e le fa cognite di cosa sarà la loro eternità ed esperte di ciò che commisero verso la
loro anima, defraudandola di anni di beata possessione di Dio.
Immerse poi nel luogo di purgazione, sono investite dalle fiamme espiatrici. In questo coloro
che dicono sul Purgatorio dicono giusto. Ma dove non sono nel giusto è nel voler dare nomi
diversi a quelle fiamme. Esse sono incendio d'Amore. Esse purificano accendendo le anime
d'amore. Esse danno l'Amore perché, quando l'anima ha raggiunto in esse quell'amore che
non raggiunse in terra, ne viene liberata e si congiunge all'Amore in cielo.
Ti pare dottrina diversa da quella cognita, vero? Ma rifletti.
Cosa vuole Dio per le anime da Lui create? Il Bene. Chi vuole il bene per una creatura, che
sentimenti ha per lei? Sentimenti d'amore. Quali sono i primi due comandamenti? L'Amore
di Dio e del prossimo. Cosa vi ho detto tante volte per bocca di profeti, apostoli e santi? Che
la Carità è la più grande delle assoluzioni ("Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha
molto amato"... "La carità copre una moltitudine di peccati"... "Amore voglio e non
sacrifici"...). La carità consuma le colpe e le debolezze dell'uomo, perché chi ama vive in
Dio e vivendo in Dio poco pecca e se pecca subito si pente e per chi si pente vi è il perdono
dell'Altissimo.
Ora, a cosa mancarono le anime? All'amore. Se avessero amato non sarebbero giunte alla
pertinacia cosciente nemmeno nelle colpe veniali, studiandosi di non addolorare il loro
Amore e l'Amore, vedendo la loro buona volontà, le avrebbe assolte da tutte le venialità
commesse. E come si ripara, anche in terra, ad una colpa? Espiandola attraverso il mezzo con
cui la si è commessa. Allora Dio che vi ama paternamente e che voi avete offeso, per
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riportarvi a congiungervi con Lui che è amore usa come mezzo di riparazione Se stesso,
ossia l'Amore.
Tutto si impernia sull'amore, eccetto per i morti veri, cioè i dannati. È amando sulla terra che
lavorate per il cielo. È amando nel Purgatorio che conquistate il cielo che in vita non avete
saputo meritare. È amando in Paradiso che godete il Cielo.
Quando un'anima è nel Purgatorio, non fa che amare, riflettere, pentirsi alla luce dell'Amore
che per lei ha acceso quelle fiamme, che già sono Dio ma le nascondono Dio per sua
punizione. Ecco il tormento. L'anima ricorda la visione di Dio avuta nel giudizio particolare
e poiché l'avere anche solo intravisto Dio è gaudio che supera ogni cosa creata, l'anima è
ansiosa di rigodere quel gaudio. Il raggio di luce che l'ha investita al comparire al cospetto di
Dio fa sì che l'anima veda tutte le mancanze commesse contro il Bene nella loro vera entità e
ciò costituisce la sua pena purgativa, unitamente al pensiero che con ciò si è volontariamente
interdetta il possesso del cielo e l'unione con Dio per anni o per secoli.
È dunque l'amore e la certezza di avere offeso l'Amore il tormento delle anime purganti. Più
un'anima nella vita ha mancato e più è come accecata da spirituali cataratte che le rendono
più difficile il conoscere e raggiungere quel perfetto pentimento d'amore che è il coefficiente
primo della sua purgazione e dell'entrata nel Regno di Dio. Man mano che per potere
d'amore essa si monda, si accelera la sua Risurrezione all'amore e, di conseguenza, la sua
conquista dell'amore che si completerà alla fine dell'espiazione nella perfezione
dell'amore....
Pregate molto per questo anime: i vostri suffragi sono aumento del loro fuoco di amore. Mai
i vostri cari vi amano come in Purgatorio, perché alla luce di Dio comprendono quanto li
amate e come avrebbero dovuto amarvi. E non potendo dirvi parole d'amore le dicono a Me
per voi ed Io ve le porto, insieme alla loro richiesta d'amore e benedizione che Io accetto".
http://it.gloria.tv/?media=398046
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
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