ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 marzo 2013

Dio mio!



1. ORA CHE IL PAPA C’È E HA IN MANO IL ‘DOSSIER VATILEAKS’ TOCCA CHIARIRE ALCUNE COSE - 2. PERCHÉ IL SILURATO GOTTI È STATO IN SILENZIO PER NOVE MESI SENZA DIFENDERSI?” - 3. TARCISIO BERTONE - PRIMO INDIZIATO A DARE RISPOSTE - SI È LIMITATO A DIRE E A FAR SCRIVERE CHE “NON È STATA UNA DECISIONE POLITICA E LUI NON NE SAPEVA NULLA”. MA COME? - 4. PERCHÉ LA COMMISSIONE CARDINALIZIA DI VIGILANZA SULLO IOR PER NOVE MESI E PER TRE VOLTE NON HA RATIFICATO LA SFIDUCIA A GOTTI DEL BOARD DELLA BANCA DI DIO? - 5. PERCHÉ PER NOMINARE IL NUOVO PRESIDENTE VON FREYBERG, S’È PRIMA DOVUTO ASSISTERE ALLA SOSTITUZIONE DI NICORA CON DOMENICO CALCAGNO NEL BOARD DELLO IOR? - 6. UN PAPA COSÌ LONTANO DAI CAVALIERI DI COLOMBO, DALL’ORDINE DI MALTA O DA COMUNIONE E LIBERAZIONE: EL JESUITA BERGOGLIO HA SPARIGLIATO LE CARTE IN CURIA -

DAGOREPORT
Le "Consultazioni" vaticane iniziano domani. Papa Francesco - dopo aver preso ufficialmente il comando di Santa Romana Chiesa - ha bisogno di creare rapidamente la sua "agenda operativa": ecco perché, per tre giorni e fino a venerdì, incontrerà i principi del potere vaticano. Ieri l'incontro con Bertone, poi ci saranno quelli con Bagnasco, con i curiali fino ai prefetti delle Congregazioni e i presidenti dei pontifici Consigli per capire, conoscere, riflettere.
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIOINAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
El Jesuita - che ha ricevuto dai Herranz, Tomko e De Giorgi il rapporto su Vatileaks - ha preso tempo per calibrare le sue mosse per dare al suo ministero una vera svolta "pauperista" e francescana.
Sabato - a Castelgandolfo - ci sarà la sintesi nello storico incontro con Joseph Ratzinger. Non che Bergoglio sia all'oscuro di tutto, anzi. Padre Georg ha già avuto modo di riferirgli una serie di informazioni ‘riservate' sul passato recente della Curia e i suoi equilibri di potere.
I due Vescovi di Roma avranno comunque l'opportunità di confidarsi, scambiarsi opinioni. E il "Papa emerito" potrà consigliare. Persone da evitare e mosse da fare.
D'altronde l'elezione al Soglio pontificio di un candidato imprevisto ha sparigliato le carte in Curia. Imprevisto sia per i giornalisti che per i maxi-esperti, che non pensavano sarebbe stato scelto un candidato così lontano dai Cavalieri di Colombo, da quelli di Malta o da Comunione e Liberazione.
Bergoglio - per volontà di Benedetto XVI - è stato l'unico a poter leggere il rapporto Vatileaks. Ma con il livello di burocratizzazione in cui è sprofondata la Curia Romana, sembra difficile comprendere come il prossimo Segretario di Stato possa affrontare il problema Ior senza sapere cosa sia realmente accaduto nella "Banca di Dio".
Come potrà - ad esempio - confermare il Consiglio di Sovrintendenza dello Ior ed aver fiducia nel suo operato se non conosce la verità? D'altronde nessuna Commissione d'inchiesta è stata istruita sul caso nonostante l'ex presidente Gotti Tedeschi l'abbia richiesta più volte.
Tarcisio BertoneTARCISIO BERTONE
Il nuovo Segretario di Stato non può che partire da un quesito-chiave: perché - dopo aver subito una "sfiducia tecnica" - Gotti è stato in silenzio per nove mesi senza difendersi né replicare?
In Vaticano nessuno ha voluto verificare quali intrecci e giochi di potere abbiano causato il suo allontanamento. Tarcisio Bertone - primo indiziato a dare risposte - si è limitato a dire e a far scrivere che "non è stata una decisione politica e lui non ne sapeva nulla". Ma come? Il Segretario di Stato - che sullo Ior ha messo bocca più volte, fino ad approvare una nuova direttiva che cancellava i poteri di ispezione sui conti dello Ior dell'Autorità di informazione finanziaria, subordinandoli a un suo nulla osta - può davvero non sapere o semplicemente non dice?
Perché la Commissione Cardinalizia di Vigilanza sullo Ior (Bertone, Nicora, Tauran, il brasiliano Scherer e l'indiano Telesphore Placidus Toppo) per nove mesi e per tre volte non ha ratificato la sfiducia che il board della Banca di Dio aveva rifilato - all'unanimità - a Ettore Gotti Tedeschi?
E perché per nominare il nuovo presidente Ernest von Freyberg, s'è prima dovuto assistere alla sostituzione di Attilio Nicora con Domenico Calcagno all'interno della Commissione? E perché tutto è avvenuto solo dopo le dimissioni di Papa Benedetto? E perché gli altri quattro membri sono stati confermati "al buio", senza cioè averne prima verificato comportamenti e operato?
Perché nessuno in Curia ha mai verificato la "solidità" del documento in nove punti con cui è stato motivato il benservito a Gotti Tedeschi: 1) non aver svolto le funzioni base che spettano al presidente; 2) l'incapacità di essere informato e di informare il board rispetto all'attività dell'Istituto; 3) aver abbandonato o non aver preso parte a riunioni del board; 4) aver mostrato poca prudenza in dichiarazioni sull'Istituto; 5) non aver potuto fornire giustificazione formale per la diffusione di documenti in possesso del presidente; 6) aver diffuso informazioni non accurate sull'Istituto; 7) non aver difeso l'Istituto rispetto ad articoli di stampa inappropriati; 8) aver creato divisioni nell'Istituto; 9) aver tenuto un comportamento personale non coerente («erratico»))?
gotti tedeschi jpegGOTTI TEDESCHI JPEG
Bergoglio attraverso il suo nuovo Segretario di Stato - coerentemente con l'idea di Chiesa che intende realizzare - non può evitare di far luce sulle ombre vecchie e nuove dell'Istituto Opere religiose. Perché alle semplici questioni finanziarie, sullo sfondo della vicenda Ior, si mescola di tutto: presunti complotti giudaico-massonici (denunciati dallo stesso Gotti nelle persone di Carlo Maria Marrocco e Michele Briamonte), dossier sulla sanità mentale dell'ex presidente dello Ior a firma dello psicoterapeuta Pietro Lasalvia e finito sulla scrivania di Bertone, la recente attività di discredito di monsignor Viganò e poi gli interessi di 25 mila correntisti e 9 miliardi di euro di depositi...

UNA CHIESA SEMPLICE: AGLIO, BERGOGLIO E VATILEAKS

Collegialità con i vescovi, dialogo con gli altri culti, attenzione ai poveri: la nuova Chiesa di Francesco è pronta - Il Papa ha ricevuto il dossier Vatileaks dai “cardinali investigatori” e ieri ha incontrato Bertone - Le 9 Congregazioni e i 9 pontifici Consigli saranno snelliti…

G. G. Vecchi per il "Corriere della Sera"
PAPA BergoglioPAPA BERGOGLIO
Negli Esercizi spirituali sant'Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, raccomanda che «nel tempo della desolazione» non si debbano decidere cambiamenti, «come nella consolazione ci guida e ci consiglia soprattutto lo spirito buono, così nella desolazione lo fa lo spirito cattivo, e con i suoi consigli noi non possiamo prendere la strada giusta».
Padre Federico Lombardi diceva ieri che papa Francesco ha già «certamente a disposizione» il rapporto sullo scandalo Vatileaks ma «credo che non abbia avuto fretta di leggerlo, con gli impegni di questi giorni». Il tomo redatto dalla commissione cardinalizia sul furto dei documenti al Papa e le «disfunzioni» nella Curia romana è chiuso nella cassaforte dell'appartamento, Benedetto XVI aveva disposto che fosse trasmesso «unicamente» al suo successore.
CRISTINA KIRCHNER E PAPA BERGOGLIOCRISTINA KIRCHNER E PAPA BERGOGLIO
Quando Francesco lo leggerà arriverà forse il «tempo della desolazione», almeno per un po', e il Papa mediterà con calma il da farsi. Del resto, nel periodo delle riunioni prima del Conclave, l'essenziale lo avevano già spiegato con discrezione i tre cardinali incaricati da Benedetto XVI dell'indagine.
Come si usa, il nuovo Pontefice ha riconfermato provvisoriamente tutti i capi dicastero donec aliter provideatur, «finché non si provveda altrimenti», e la Santa Sede ha spiegato che «desidera riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o conferma definitiva».
Nel frattempo ha ricevuto ieri in udienza il segretario di Stato Tarcisio Bertone, la macchina curiale deve andare avanti. Nei prossimi mesi, comunque dopo Pasqua, ci saranno i primi cambiamenti, di certo si annuncia una rigorosa «dieta» per la pletora di Congregazioni (nove, con altrettanti prefetti) e pontifici Consigli (dodici, con altrettanti presidenti) che appesantiscono il governo centrale della Chiesa.
vincino papaVINCINO PAPA
Eppure la riforma di Francesco è già iniziata. Collegialità con i vescovi, segnali di dialogo al mondo ortodosso e alle altre religioni, rispetto del mondo «pluralista» contemporaneo. I segnali dei primi giorni di pontificato non saranno privi di conseguenze concrete e immediate. Oggi Francesco ha preparato un testo scritto ma «può darsi che aggiunga altre osservazioni mentre parla», spiegava ieri padre Lombardi alla stampa internazionale. Il Papa ama improvvisare, nessuno può sapere con precisione che cosa dirà nel giorno dell'inaugurazione solenne del ponteficato.
Ma l'attesa è che dispieghi e sviluppi quell'immagine di «Chiesa aperta» che ha voluto mostrare fin dalla sera dell'elezione: quando si è definito anzitutto «vescovo di Roma» e, con le parole di un padre della Chiesa come Ignazio di Antiochia, ha parlato della «Chiesa di Roma che presiede nella carità tutte le Chiese». Sono parole che annunciano un modo differente (o una «comprensione rinnovata», diceva il cardinale Walter Kasper: si ripensa il significato originario del papato) di esercitare il «ministero petrino», che non significa affatto mettere in discussione il «primato» del vescovo di Roma ma interpretarlo in modo più morbido, «collegiale» appunto.
Francesco guarda a una Chiesa nella quale il rapporto tra il successore di Pietro e i successori degli altri apostoli - tra il vescovo di Roma e gli altri vescovi del mondo - sia privilegiato e più stretto. E quindi a una Curia che si metta «al servizio» di questo rapporto e non lo ostacoli: il governo centrale dev'essere efficiente, sì, ma leggero.
GIANLUIGI NUZZIGIANLUIGI NUZZI
L'idea del primato nella «carità», d'altra parte, è musica per le orecchie del mondo ortodosso: mai la delegazione della Chiesa d'Oriente, a cominciare dal patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, era stata così numerosa e autorevole. In gioco c'è la ricomposizione di due Chiese apostoliche dopo lo scisma del 1054.
Anche la scelta di cantare il Vangelo soltanto in greco, durante la messa di oggi, è un segnale di attenzione agli ortodossi oltre che di recupero delle origini. La Chiesa aperta di Francesco guarda a quella dei primi secoli. Il recupero dello spirito di semplicità evangelico, oltre che nel nome del santo di Assisi, è nella scelta dell'Anello del Pescatore in argento anziché d'oro massiccio come pure della croce di ferro che Bergoglio usava già da arcivescovo.
Anche la «Chiesa povera e per i poveri» e il primato della «misericordia» sono temi destinati a tornare nelle riflessioni che il Pontefice farà oggi. Sono temi che hanno conquistato al Papa l'affetto immediato dei fedeli e l'attenzione del mondo non credente, come la «benedizione silenziosa» nell'udienza a seimila giornalisti per rispetto di chi ha altre fedi o non ne ha.
CARDINALE TARCISO BERTONECARDINALE TARCISO BERTONEGianluigi Nuzzi cover Sua SantitàGIANLUIGI NUZZI COVER SUA SANTITÀ
Bergoglio, del resto, ha spiegato come il «pericolo più grande per la Chiesa sia quella «mondanità spirituale» Agià denunciata dal grande teologo gesuita Henri de Lubac: «È più disastrosa della lebbra, significa mettere al centro sé stessi». In fondo si tratta di tornare all'essenziale: Curet primo Deum, anzitutto curati di Dio, diceva Sant'Ignazio nella formula della Societas Iesus. Al centro dello stemma del primo Papa gesuita, com'era in quello da cardinale, campeggiano ora il sole raggiante e il cristogramma IHS (per il greco Iesous) della Compagnia di Gesù.

OH NO! IL PAPA HA RICOMINCIATO A TWITTARE: “MI PRESTI 100 EURO…”

Incurante dei commenti-sberleffi a Ratzinger, Francesco si è dotato di un “iPapad” e ha riattivato il profilo @pontifex - Subito le prese in giro: parla di poveri? Uno gli chiede 100 € - Dice “Il potere è mettersi al servizio”? Risposta: “Vorrei un Big Mac con patatine fritte”…

1. COMMENTI AI TWEET DI PAPA FRANCESCO

PAPA FRANCESCO TWITTERPAPA FRANCESCO TWITTER
Papa Francesco ‏@Pontifex_it
Il vero potere è il servizio. Il Papa deve servire tutti, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli
twittopolis ‏@twittopolis
.@Pontifex_it caro Francesco mi servono soldi,mi presti 100euro che lunedì te li restituisco?Ringrazio anticipatamente.

Pope Francis ‏@Pontifex
True power is service. The Pope must serve all people, especially the poor, the weak, the vulnerable.
Old Holborn ‏@Old_Holborn
@Pontifex Big Mac, large fries please

2. FRANCESCO, LO STAFF VATICANO GLI REGALA «L'IPAPAD»
Filippo Bernardi per www.davidemaggio.it
PAPA BERGOGLIO TWEETPAPA BERGOGLIO TWEET

Chi lo conosce ammette che la tecnologia non gli è familiare per niente, ma Papa Francesco sembra intenzionato a mettersi in fretta al passo con i tempi: pochi giorni dopo la sua elezione aveva già un iPad sulla scrivania. Glielo ha regalato monsignor Lucio Adrian Ruiz, responsabile internet per il Vaticano, insieme a tutto il suo staff. E dal tablet, ovviamente bianchissimo (il commesso che glielo ha venduto lo ha subito ribattezzato "iPapad") domenica è partito il primo tweet dell'era Bergoglio: «Cari amici vi ringrazio di cuore e vi chiedo di continuare a pregare per me».
L'ACQUISTO
Monsignor Ruiz, nato nel 1965 a Santa Fe, è uno specialista del web. Ha anche insegnato materie legate all'informatica in due atenei romani e a Bogotá. Il giorno dopo il conclave decisivo, intorno alle 19, è entrato in un negozio Apple dietro via della Conciliazione, a pochi passi dalla Santa Sede, e ha chiesto di comprare un iPad.
«Capitano spesso clienti prelati - racconta Fabio Comelli, il ragazzo che lo ha servito -. Molti comprano iPhone o iPad per le applicazioni che offrono, dal breviario a quella del Vaticano. Quasi tutti, però, lo vogliono nero. Invece giovedì sera entra questo sacerdote molto sorridente. «Mi serve bianco perché è per una persona speciale», dice. Poi, come per togliere ogni dubbio aggiunge: «Proprio così, è per il Papa».
L'INCISIONE
Il modello di iPad del Pontefice è quello da 32 giga, dotato di sim per connettersi anche in mancanza di reti wi-fi. Il commesso ha offerto a monsignor Ruiz l'ultima versione del tablet, da 128 giga: «No grazie, dopo si lamenta che abbiamo speso troppo», si è sentito rispondere. Sull'iPapad è stata incisa anche una dedica: «A Sua Santità Francesco dal servizio internet del Vaticano».
PAPA BERGOGLIO TWITTERPAPA BERGOGLIO TWITTER
Lo staff ha fatto una colletta e ha consegnato il regalo alla fine dell'udienza di sabato con i giornalisti (qui a fianco, la foto de L'Osservatore Romano che ha immortalato il momento). Bergoglio proseguirà nel solco di Benedetto XVI? Il Papa tedesco è stato il primo a sbarcare su Twitter, ha inaugurato un canale Youtube, se la cavava benino con il computer e più di una volta è stato fotografato con un iPad tra le mani.
I DIECI CONSIGLI
Per dire come nuoterà il nuovo Pontefice nel mare magnum di internet è ancora presto ma intanto il sito Usa Mashable ha stilato per lui 10 tecno-consigli tra il serio e il faceto: usare la piattaforma video di Google per le messe in streaming, inaugurare un profilo Facebook che spazzi via le decine di fake spuntati all'indomani dell'elezione e magari debuttare persino su Instagram: «Una sua foto della Cappella Sistina o dell'appartamento papale - prevede Mashable - renderebbe patetici i milioni di tramonti pubblicati ogni giorno» sul socialnetwork delle immagini.

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