di Francesco Colafemmina
Cari amici,
questo blog nato nel... quasi non lo ricordo più... nato nel marzo 2009
per celebrare e favorire la fondamentale e incisiva azione di Benedetto
XVI oggi chiude per sempre. Nel palazzo apostolico siede ora un nuovo
Papa cui va il mio personale rispetto, ma che sancisce la vittoria di
una visione cattolica di chiara discontinuità.
Lo si è visto già ieri: niente mozzetta, niente rocchetto, niente croce
pettorale, niente scarpe rosse. E' un Papa che vuol mandare al macero
non quegli oggetti in sé privi di valore, ma ciò che essi rappresentano:
quasi 2000 anni di storia stratificata secolo dopo secolo.
Francamente vi confesserò che da "romano" in entrambi i sensi della
parola, romano perché nato a Roma e romano perché Cattolico romano,
questa pauperistica rottamazione del papato e dell'opera di Benedetto
XVI non la digerisco. E' un mio limite, non vi accorate. Se ad un Papa
interessa celebrare il Santo Sacrificio non sta lì a guardare se si
usano pianete o casule, se c'è l'altare ad populum o ad orientem. Se
invece la sua volontà è quella di affermare una rottura con tutto ciò
che possa richiamare il pre-concilio, beh, allora ecco che agirà di
conseguenza. In 24 ha travolto 8 anni di benedettismo.
Mentre Bianchi, Mancuso, Melloni, Kung e dall'aldilà Martini stappano
bottiglie di champagne. Mentre i Boffo e Marini Piero, esponenti di una
ben nota lobby vaticana che tarda a sparire, si affannano a lanciare
anatemi nei confront di Marini Guido e dell'anticaglia liturgica
basilicale, io vi saluto.
La Chiesa sopravviverà a questo Papa, ma tutto ciò che ho seminato in
questi anni, seguendo l'esempio di Benedetto XVI, muore qui. Anzi, resta
imbalsamato sul web. Per la gioia di tutti i detrattori, di tutti i
nemici, di tutti gli innovatori. Certo, non speravo di cambiare nulla,
ma di suscitare solo nuove consapevolezze e forse maggiore attenzione
per ciò che è bello e sacro. Ma tant'è. I Papi cambiano e non sempre vi è
continuità.
E' chiaro tuttavia che sin dall'inizio non ho mai pensato di poter
rappresentare la maggioranza vittoriosa o silenziosa di un cattolicesimo
alla canna del gas. No, sapevo di appartenere alla categoria dei vinti,
ad una minoranza, creativa o meno creativa, ma minoranza. E sapevo che
non vi sarebbe stato un roseo futuro per tutti gli amanti dell'arte e
dell'architettura sacra autenticamente cattoliche.
Non abbiamo lottato per vincere, ma per convincere. In parte ci siamo
riusciti, io e tutti coloro che hanno scritto nel passato su questo
blog. In parte. Forse abbiamo semplicemente reso un servizio - inutile o
utile lo sa soltanto il Signore - alla Chiesa e al Papa Benedetto XVI.
Ora ha prevalso un nuovo indirizzo. E come Benedetto è salito sul monte e
si è ritirato nel silenzio, così faccio anch'io.
Vi saluto tutti con grande affetto, gli amici Andrea, Giampaolo, Luisa,
Livio, Caterina e tutti gli altri dei quali non ricordo i nomi. Grazie
per il vostro supporto in questi anni belli e difficili. Ora si torna a
pregare, ognuno nel piccolo della propria esistenza. A dare
testimonianza attraverso la propria vita, continuando a lottare anche se
in forme diverse. Tutto il resto è superfluo.
"Esto igitur expeditus ad pugnam, si vis habere victoriam. Sine
certamine, non potes venire ad patientiae coronam. Si pati non vis,
recusas coronari. Si autem coronari desideras, certa viriliter, sustine
patienter. Sine labore non tenditur ad requiem, nec sine pugna
pervenitur ad victoriam."
http://fidesetforma.blogspot.it/2013/03/tanti-saluti-al-nuovo-papa-della.html
Così sembra aver detto Sua Santità Francesco, secondo la Radio Vaticana, al primo Cerimoniere Pontificio che gli mostrava l'abito liturgico in pizzo, la mozzetta rossa bordata di ermellino e la Croce dorata.
Il Rocchetto, la Mozzetta e la Croce dorata: "li metta Lei, io questi non li metto"
Così sembra aver detto Sua Santità Francesco, secondo la Radio Vaticana, al primo Cerimoniere Pontificio che gli mostrava l'abito liturgico in pizzo, la mozzetta rossa bordata di ermellino e la Croce dorata.
In
un battibaleno tutta la "restaurazione" conservatrice liturgica opera
dal nuovo Cerimoniere e dalla sue equipe è andata letteralmente in fumo.
Non
è disponibile, il neo Pontefice argentino, a indossare i paramenti da
“museo” utilizzati da Benedetto XVI e amati dal maestro delle
celebrazioni liturgiche pontificie Guido Marini. Proprio con lui, han
detto stamattina al radiogiornale della Radio Vaticana, ieri sera, prima
della benedizione Urbi et Orbi, c’è stato un duro scontro nella stanza
delle "lacrime" dove il Santo Padre neo eletto si cambia d'abito e
lascia per sempre la veste rossa cardinalizia. La stola rossa, invece,
il neo Papa ha voluto adoperarla soltanto per la benedizione alla città
di Roma e al mondo, ma poggiandosela sulle spalle e togliendosela da
solo, sfilandola, in entrambi i casi, dalle mani del cerimoniere Marini
sbigottito e vistosamente avvilito.
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