ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 15 marzo 2013

TANTI SALUTI

TANTI SALUTI AL NUOVO PAPA DELLA DISCONTINUITA' CONCILIARE

di Francesco Colafemmina

Cari amici,

questo blog nato nel... quasi non lo ricordo più... nato nel marzo 2009 per celebrare e favorire la fondamentale e incisiva azione di Benedetto XVI oggi chiude per sempre. Nel palazzo apostolico siede ora un nuovo Papa cui va il mio personale rispetto, ma che sancisce la vittoria di una visione cattolica di chiara discontinuità.
Lo si è visto già ieri: niente mozzetta, niente rocchetto, niente croce pettorale, niente scarpe rosse. E' un Papa che vuol mandare al macero non quegli oggetti in sé privi di valore, ma ciò che essi rappresentano: quasi 2000 anni di storia stratificata secolo dopo secolo. 
Francamente vi confesserò che da "romano" in entrambi i sensi della parola, romano perché nato a Roma e romano perché Cattolico romano, questa pauperistica rottamazione del papato e dell'opera di Benedetto XVI non la digerisco. E' un mio limite, non vi accorate. Se ad un Papa interessa celebrare il Santo Sacrificio non sta lì a guardare se si usano pianete o casule, se c'è l'altare ad populum o ad orientem. Se invece la sua volontà è quella di affermare una rottura con tutto ciò che possa richiamare il pre-concilio, beh, allora ecco che agirà di conseguenza. In 24 ha travolto 8 anni di benedettismo.
Mentre Bianchi, Mancuso, Melloni, Kung e dall'aldilà Martini stappano bottiglie di champagne. Mentre i Boffo e Marini Piero, esponenti di una ben nota lobby vaticana che tarda a sparire, si affannano a lanciare anatemi nei confront di Marini Guido e dell'anticaglia liturgica basilicale, io vi saluto. 
La Chiesa sopravviverà a questo Papa, ma tutto ciò che ho seminato in questi anni, seguendo l'esempio di Benedetto XVI, muore qui. Anzi, resta imbalsamato sul web. Per la gioia di tutti i detrattori, di tutti i nemici, di tutti gli innovatori. Certo, non speravo di cambiare nulla, ma di suscitare solo nuove consapevolezze e forse maggiore attenzione per ciò che è bello e sacro. Ma tant'è. I Papi cambiano e non sempre vi è continuità. 
E' chiaro tuttavia che sin dall'inizio non ho mai pensato di poter rappresentare la maggioranza vittoriosa o silenziosa di un cattolicesimo alla canna del gas. No, sapevo di appartenere alla categoria dei vinti, ad una minoranza, creativa o meno creativa, ma minoranza. E sapevo che non vi sarebbe stato un roseo futuro per tutti gli amanti dell'arte e dell'architettura sacra autenticamente cattoliche. 
Non abbiamo lottato per vincere, ma per convincere. In parte ci siamo riusciti, io e tutti coloro che hanno scritto nel passato su questo blog. In parte. Forse abbiamo semplicemente reso un servizio - inutile o utile lo sa soltanto il Signore - alla Chiesa e al Papa Benedetto XVI. Ora ha prevalso un nuovo indirizzo. E come Benedetto è salito sul monte e si è ritirato nel silenzio, così faccio anch'io. 
Vi saluto tutti con grande affetto, gli amici Andrea, Giampaolo, Luisa, Livio, Caterina e tutti gli altri dei quali non ricordo i nomi. Grazie per il vostro supporto in questi anni belli e difficili. Ora si torna a pregare, ognuno nel piccolo della propria esistenza. A dare testimonianza attraverso la propria vita, continuando a lottare anche se in forme diverse. Tutto il resto è superfluo. 
"Esto igitur expeditus ad pugnam, si vis habere victoriam. Sine certamine, non potes venire ad patientiae coronam. Si pati non vis, recusas coronari. Si autem coronari desideras, certa viriliter, sustine patienter. Sine labore non tenditur ad requiem, nec sine pugna pervenitur ad victoriam." 
http://fidesetforma.blogspot.it/2013/03/tanti-saluti-al-nuovo-papa-della.html

Il Rocchetto, la Mozzetta e la Croce dorata: "li metta Lei, io questi non li metto"


Così sembra aver detto Sua Santità Francesco, secondo la Radio Vaticana, al primo Cerimoniere Pontificio che gli mostrava l'abito liturgico in pizzo, la mozzetta rossa bordata di ermellino e la Croce dorata.

In un battibaleno tutta la "restaurazione" conservatrice liturgica opera dal nuovo Cerimoniere e dalla sue equipe è andata letteralmente in fumo.

Non è disponibile, il neo Pontefice argentino, a indossare i paramenti da “museo” utilizzati da Benedetto XVI e amati dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie Guido Marini. Proprio con lui, han detto stamattina al radiogiornale della Radio Vaticana, ieri sera, prima della benedizione Urbi et Orbi, c’è stato un duro scontro nella stanza delle "lacrime" dove il Santo Padre neo eletto si cambia d'abito e lascia per sempre la veste rossa cardinalizia. La stola rossa, invece, il neo Papa ha voluto adoperarla soltanto per la benedizione alla città di Roma e al mondo, ma poggiandosela sulle spalle e togliendosela da solo, sfilandola, in entrambi i casi, dalle mani del cerimoniere Marini sbigottito e vistosamente avvilito.

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