ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 3 aprile 2013

LA RIMOZIONE DEL KATECHON


 IL POTERE CHE FRENA: LA RIMOZIONE DEL KATECHON - parte prima


di Francesco Colafemmina

E' uno dei libri più inquietanti che abbia mai letto. Mi riferisco al nuovo saggio di Massimo Cacciari dal titolo "Il potere che frena". Molti di noi hanno letto il famoso "Gli Adelphi della dissoluzione" di Blondet, un volume per molti versi profetico, per altri un po' morbosamente afflitto dalla questione del sabbatismo. Quel volume cominciava così:
"«II Papa deve smettere di fare il katéchon!», esclamò d'improvviso Massimo Cacciari. Mi stupì la sua foga, e ancor più il fatto che subito dopo parve pentirsi, come se la parola gli fosse sfuggita. Era un giorno del settembre 1993, e io lo stavo intervistando nella sua casa tersa, piena di volumi. Fuori, Venezia si sfaceva nel suo mare fecale, sotto un cielo grigio. Katéchon? Non ricordo molto di greco. Dovetti chiedergli che cosa volesse dire. «Katéchon è Ciò che trattiene», rispose Cacciari guardandomi incerto: «Ciò che trattiene l'Anticristo dal manifestarsi pienamente. San Paolo, ricorda?». Ora ricordavo: Seconda Lettera ai Tessalonicesi (2, 6 e seguenti). Il passo enigmatico in cui Paolo di Tarso accenna al futuro manifestarsi dell'Anticristo, Anomos: «II figlio di perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra tutto quel che si adora come Dio, tanto che siederà egli stesso nel tempio di Dio, spacciandosi per Dio». Ma non crediate che la venuta dell'Anticristo sia imminente, aggiunge subito l'apostolo. C'è qualcosa che «trattiene» l'Anticristo dall'irrompere nel mondo."

Se già nel 1993 Cacciari riteneva che il Papa svolgesse l'azione del katéchon, come valutare il nuovo saggio di Cacciari che nel marzo 2013 in sostanza decreta l'avvenuta rimozione del katéchon?

Partiremo dalla sua lettura del katéchon come ciò che incarna auctoritas e potestas sull'Evo, sul mondo, sul tempo contenuto fra la prima e la seconda parusia, prima di quella sospensione imprevedibile caratterizzata dalla sua rimozione e dall'avvento dell'Anomos. Ebbene, Anomos è un titolo che già fuga ogni dubbio. L'età anticristica sarà un'età priva di nomos, dove per nomos non si intende la legge intrinseca al funzionamento materiale, meccanicistico delle cose del mondo, ma una legge morale, una legge che è naturalmente teologica, discende dall'alto e mira in alto, è un valore trascendente che il katéchon protegge, conserva e detta. Ma cosa accade quando il katéchon viene rimosso?

"Impero e Chiesa secedono, allora, dalle proprie missioni, ma secondo una possibilità sempre aperta ed immanente in loro. Del dilagare dell'apostasia il segno più tremendo non è l'abbandono di impero e Chiesa da parte delle moltitudini, ma la secessio che in loro si opera dalle loro proprie missioni, dalla funzione e dalla fede che avrebbero dovuto incarnare." (p.80)

Leggete però come Cacciari disegna con lucidità profetica la natura dell'anomia anticristica:

"E' il chaos l'Avversario? Ma non certo, come si è visto, nel senso di un ritorno del chaos originario, del disgregarsi di ogni forma in una sorta di ekpirosis, da cui possa prendere inizio, ab integro, un nuovo Evo. Esplode, certo, quella figura del 'dio mortale', che tutti gli individui in sé uguagliava e conteneva - viene meno la potenza del rappresentare, per cui ciò che rappresenta pensa davvero di contenere in sé il rappresentato -, ma dalla crisi non emerge né assoluta e semplice assenza di legge e comando, né anarchia, né la prospettiva di un nuovo Evo. [...] E' un nuovo ordine l'anomia; è un nuovo nomos quello dell'Antikeimenos. [...] E il suo segno sarà quello dell'Anticristo, poiché nel segno del Cristo si è formato l'Evo e in riferimento ad esso le epoche e le potenze catecontiche hanno assunto figura. [...] E' universale mobilitazione, insofferenza di ogni confine, liquidazione di ogni ethos. [...] L'energia che lo muove è quella dell'intollerabilità di ogni auctoritas che venga 'dall'alto', di ogni comando 'sovra-ordinato'." (pp.81-82).

Per Cacciari la Chiesa "catecontica" è inoltre una Chiesa che mantiene un residuo di potere:

"Un katéchon che non sia energòs proprio grazie alla sua appartenenza ai due grandi campi politico-spirituali, alla sua 'famigliarità' con essi, è pura finzione di potere, volontà di impotenza. Perciò la Chiesa, nella misura in cui ritenga necessaria un'energia catecontica, cercherà il compromesso con 'governi forti', pur sapendo, col realismo politico che ne contraddistingue tutta la tradizione, che mai si daranno pacificamente in terra imperi obbedienti a chi ritiene proprio carisma l'essere espressione del Fine dell'Evo." (p.66).

Solo in un caso nella storia della teologia, della letteratura e della politica, è stata avanzata una nuova visione della Chiesa, quale istituzione catecontica svuotata della sua "energia", del suo potere. E' la visione dantesca in sé inefficace e impraticabile perché pretendeva di sostituire l'auctoritas con una passiva paternitas:

"Un 'primato', cioè, che si esprime nel potere della Chiesa di farsi radicalmente umile, povera, evangelica. Che significa apparire al mondo nuda, impotente, crocefissa. Verbum abbreviatum, insomma: è Francesco la salvezza della Chiesa. E solo innalzando la croce di Francesco la Chiesa potrà custodire anche la propria paternitas nei confronti dell'autorità politica. Solo una Chiesa che, confessando apertamente di non essere la città di Dio 'in atto', rinunci radicitus ad ogni potere terreno, potrà ancora essere ascoltata e valere nel secolo." (p.99).

Vedremo nei prossimi giorni come Cacciari decreti de facto l'avvenuta rimozione del katéchon, dichiarando il nostro vivere nell'epoca dell'Anomos. D'altra parte Cacciari aveva dichiarato a proposito della rinuncia di Benedetto XVI: "Il Papa si dimette perché non riesce più a contenere le potenze anticristiche, anche all'interno della stessa Chiesa."

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.