Teresa Neumann, la dolce “piaga” sulla terra bavarese
TERESA NEUMANN
Una contadina segno di contraddizione.Una donna investita dall’irruzione del divino sulla terra.Una mistica che sfida la Grande Orgogliosa e miserabile peccatrice: la Chiesa tedesca.Una piaga viva e sanguinolenta nel cuore della Bavaria. L’ultima grande cattolica di Germania.
La storia della stigmatizzata tedesca: fatta di umilità, preghiera e devozione a santa Teresina di Lisieux. Un percorso tra estasi mistiche, rivisitazioni dolorose della Passione del Signore, visioni e profezie. Per capire che la Chiesa tedesca, di fatto scismatica, sbaglia a non prendere come riferimento la Neumann e a lasciarsi trascinare, invece, dal “rahnerismo”. Un viaggio interessante nella vita della mistica tedesca e un significativo appunto su cosa sono, realmente, le stigmate e perché la Chiesa è molto prudente nel riconoscerne l’origine soprannaturaledi Ester Maria Ledda
Sono convinta che una donna non possa che essere cristiana. In nessuna altra religione le donne hanno avuto un ruolo fondamentale e di primo piano come in quella della Croce. Sono altresì convinta che una donna non possa che essere cattolica. Nelle altre confessioni cristiane, infatti, le donne hanno dei “contentini” nei ruoli di potere in senso stretto, mondano, anche se in compiti pastorali, nel Cattolicesimo le donne portano sulle proprie spalle il mondo e la Chiesa.
“Papale Papale” si occupa spesso di figure femminili. Infatti questo articolo è dedicato a Maria Teresa Neumann, conosciuta dal mondo come la “stigmatizzata bavarese”.
I PRIMI ANNI DI TERESA: SERIA EDUCAZIONE CATTOLICA E LAVORO DURO
Teresa nacque a Konnersreuth, un cittadina bavarese, ovviamente, l’8 aprile, venerdì santo, del 1898. Passò in quella piccola città tedesca tutta la sua esistenza. Infatti vi morì, in fama di santità, il 18 settembre del 1962. Ricevette il sacramento del Battesimo il giorno di Pasqua, il 10 aprile. Un segno del Cielo? Vedremo più avanti che tutta la vita di Teresa fu ricca di segni e favori celesti.
Teresa era la più grande di undici figli. I suoi genitori, Ferdinand Neumann e Anna Grillmeier, onorarono il sacramento del matrimonio: trasmisero a tutti i figli la Fede cattolica, insegnando loro a mettere al centro delle loro vite la Santissima Eucaristia, la recita quotidiana del Santo Rosario, il rispetto per i sacerdoti e i consacrati, l’obbedienza alla Chiesa. La stessa Teresa racconterà che restava ammirata nel vedere con quanta devozione i suoi genitori assistevano alla Santa Messa. Lo tengano bene in mente tutti gli sposi cristiani: genitori santi fanno figli santi. Nonostante la povertà e le privazioni materiali, il padre era sarto e la madre contadina, Teresa e i suoi fratelli – essendo la più grande molto spesso erano affidati alle sue cure – crebbero nella serenità e in buona salute.
Nel 1908 ricevette il sacramento della Confermazione; l’anno seguente, vestita da sposa, ricevette la Prima Comunione. Nel 1912, dopo aver frequentato con profitto la scuola primaria, iniziò a lavorare come domestica per aiutare la numerosa famiglia. Continuò comunque la scuola domenicale di catechismo. Era una giovane donna energica e indipendente. Il lavoro duro non la spaventava. Come le sue sorelle aveva dei pretendenti, ma lei non era interessata. Manifestò, infatti, ai genitori il desiderio di diventare suora missionaria. Ma non poté entrare in convento a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Suora, per vari motivi, non lo diventerà mai: il Signore e la Madonna avevano altri progetti per lei. Non si sposò mai: si sentì sempre “vergine Sposa del Signore”.
ARRIVA LA PROVA, MA IL SIGNORE LA PREPARA PER UNA GRANDE MISSIONE
Il suo grande modello fu Santa Teresa di Gesù Bambino. Quando aveva sedici anni il padre le regalò una foto dell’umile suora carmelitana che all’epoca non era neppure beata. Fu così che Teresa di Konnersreuth – così è conosciuta in Baviera – divenne una grandissima devota di Teresa di Lisieux, la quale ricambiò l’affetto ottenendo da Dio importanti grazie per la giovane bavarese. Questo dimostra come sbagliano quei teologici moderni che negano la Comunione dei Santi.
Il 10 marzo del 1918 – nello stesso anno, l’altro grande stigmatizzato del XX secolo, Padre Pio da Pietrelcina, ricevette, in settembre, la stigmate visibili – scoppiò un incendio nella fattoria vicina a quella in cui Teresa lavora. Lei fu la prima ad arrivare per dare una mano a spegnere l’incendio. A causa dello sforzo fatto nel trasportare, più volte, avanti e indietro, due grossi secchi d’acqua alla volta, Teresa riportò il danneggiamento della seconda e terza vertebra lombare con compressione del midollo. Inizialmente ebbe disturbi alle gambe: non riusciva più a camminare. I dolori divennero sempre più forti e si sparsero in tutto il corpo. Nel giro di un anno divenne paralizzata dal collo in giù. I suoi genitori si prendevano cura di lei.
Durante tale periodo, inoltre, perse la vista. Una mattina fu adagiata in una sedia mentre le stavano rifacendo il letto: dopo pochi minuti cadde per terra sbattendo violentemente la testa. Rimase per molti giorni in uno stato comatoso e i familiari credettero che la sua morte fosse vicina. Invece Teresa si risvegliò, ma completamente cieca. I medici diagnosticarono un’incurabile lesione del nervo ottico.
Nonostante tutte queste sofferenze, i familiari, gli amici e il parroco non sentirono mai Teresa lamentarsi: offriva tutto per le anime sante del Purgatorio e per la conversione dei peccatori. All’epoca nessuno capì che Dio la stava preparando a conformarsi completamente al Cristo Crocifisso.
L’ “AMICA” TERESA SI RICORDA DI LEI…
La mattina del 29 aprile del 1923, Teresa sentì una mano invisibile che sfiorava il cuscino. Si svegliò di soprassalto e si accorse che aveva riacquistato la vista. In quello stesso giorno, la Chiesa proclamò beata suor Teresina di Lisieux.
Circa due anni dopo, il 17 marzo del 1925, i genitori sorpresero Teresa con gli occhi fissi sul soffitto, mentre “parlava” con qualcuno. Non ci fecero caso, pensarono che la figlia delirasse a causa dei fortissimi dolori. Il 7 maggio dello stesso anno, Teresa, dopo aver recitato il rosario, si alzò dal letto con le sue gambe, non avendo più alcuno dolore: era misteriosamente guarita. In quello stesso giorno, papa Pio XI inserì nel canone dei santi il nome della beata suor Teresina di Lisieux.
In seguito, Teresa di Konnersreuth spiegò che il 17 marzo ricevette una “visita” di Teresa di Lisieux. La piccola grande santa carmelitana confermò a Teresa che la mano invisibile che le sfiorò il cuscino, due anni prima, era proprio la sua. Le annunciò, inoltre, la completa guarigione per il giorno della propria canonizzazione. La Santa si congedò dicendole che presto, per volontà del Signore, avrebbe ricevuto qualcosa che nessun medico avrebbe potuto curare. Teresa si affidò completamente alla volontà di Nostro Signore, sicura che gli aiuti della Madonna e di Santa Teresina non le sarebbero mai mancati.
CON UNA SPADA NEL CUORE…
L’anno seguente, il 1926, nella notte tra giovedì 4 marzo e venerdì 5 marzo, Teresa ebbe la visione di Cristo nell’orto degli Ulivi. Il Signore, angosciato, pregava il Padre in ginocchio – oggi invece ci sono sacerdoti che non si inginocchiano davanti al Tabernacolo – mentre gli apostoli dormivano. Teresa sentì il desiderio di volerLo consolare. In quel momento, Gesù alzò il capo e diresse lo sguardo verso di lei. Proprio in quel mentre, Teresa percepì come se una spada affilata le trapassasse il cuore. Si ritrovò nella sua stanza, a letto, con una profonda ferita nel petto che grondava sangue.
È il dono mistico della transverberazione, la “spada che trapassa l’anima” profetizzata dal vecchio Simeone alla Madonna durante la Presentazione al Tempio. Tale fenomeno, solitamente, precede l’impressione delle stigmate della Crocifissione. San Pio da Pietrelcina, per esempio, ricevette il dono della transverberazione il 6 agosto 1918, festa della Trasfigurazione del Signore; il 20 settembre dello stesso anno, come già accennato, le piaghe della Crocifissione.
La ferita che Teresa aveva ricevuto sanguinava copiosamente da venerdì sino a domenica mattina. I dolori al costato erano così forti che la mistica doveva restare ferma a letto. Il 26 marzo del 1926, venerdì santo, Teresa cadde nuovamente in estasi, sotto gli occhi dei familiari e di padre Franz Naber, curato del paese e suo confessore. Durante l’estasi vide tutta la dolorosa Passione del Signore, dal Getsemani al Golgota. Al suo “risveglio”, sotto gli occhi di tutti, comparvero anche le cinque piaghe della Crocifissione, che grondarono sangue sino alla domenica di Pasqua.
Da allora, sino alla sua morte, ogni venerdì, Teresa riviveva la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo, in particolare durante la Settimana Santa. Inoltre, dalle ore 15 del pomeriggio, sempre di venerdì, orario della morte di Gesù, il cuore di Teresa smetteva di battere, per poi riprendere all’alba della domenica successiva. Quando riviveva la Passione di Gesù, il corpo non perdeva sangue solamente dalle ferite, ma anche da altre parti, occhi compresi.
LE STIGMATE NON SONO MIRACOLI
Permettetemi di soffermarmi un attimo sulle questione delle stigmate in generale, per smentire un grande equivoco. Ogni volta che un membro della Chiesa riceve tale dono mistico, immediatamente si grida al “miracolo”. Niente di più sbagliato. La risposta della Chiesa sulla stigmatizzazione è inequivocabile: le stigmate non sono miracoli. Per capire bene questa affermazione, è necessario riferirsi alla spiegazione di miracolo data dal più grande teologo di tutti i tempi, San Tommaso d’Aquino, ripresa e approfondita dal Concilio Ecumenico Vaticano I.
«Aliquid dicitur esse miraculum, quod sit praefer ordinem totius naturae creatae», scrive l’Aquinate nella “Summa Theologiae” (cfr. I. P.). «Hoc autem non potest facere nisi Deus, quia quidquid facit Angelus, vel quaecumque alia creatura propria virtute, hoc fit secundum ordinem naturae creatae, et sic non est miracolum». Ovvero, il miracolo è un prodigio che soltanto ed esclusivamente Dio può fare, un fatto compiuto al di là delle leggi naturali, a dimostrazione dell’Onnipotenza divina su tutto il creato. La dottrina cattolica non ammette una concezione più ampia del concetto di miracolo. Qualche esempio pratico. Sono miracoli: il ritorno alla vita di un morto, la moltiplicazione istantanea di qualunque cosa, il cambiamento di sostanza (transustanziazione) di qualcosa, un concepimento verginale (senza sperma), etc…
Perché le stigmate, se pur – quando sono autentiche – di origine soprannaturale, non sono miracoli? Perché anche un angelo può ferire in quel modo un corpo umano. Infatti, sino al XX secolo, la stigmatizzazione era conosciuta come “assolto del serafino”. Infatti fu un serafino a imprimere le stigmate nel corpo di San Francesco d’Assisi – colui che, a detta di molti storici, è il primo stigmatizzato nella storia della Chiesa – mentre si trovava sul monte della Verna, il 14 settembre 1224 (cfr. F.F.).
La Chiesa ha elevato agli onori degli altari alcuni stigmatizzati: San Francesco d’Assisi, Santa Caterina da Siena, Santa Caterina de’ Ricci, Santa Teresa d’Avila, San Carlo da Sezze, Santa Margherita Maria Alacoque, Santa Veronica Giuliani, San Paolo della Croce, Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, Santa Faustina Kowalska, Santa Gemma Galgani, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, San Pio da Pietrelcina e le beate Anna Katharina Emmerick e Anna Rosa Gattorno. Ebbene, solamente nei casi del “poverello di Assisi” e della grande santa senese, la Chiesa ha espresso parere favorevole sulla stigmatizzazione, cioè sono state volute da Dio. Questo non significa che, negli altri casi, si sia trattato di stigmate sataniche, ma semplicemente che la Chiesa affronta questi fatti con moltissima prudenza e molte ricerche. Bisogna tener presente, infatti, che la Chiesa non ha onorato questi suoi figli in quanto stigmatizzati, ma perché hanno vissuto in pienezza il Vangelo. Tutti gli indizi, in questi casi, ovviamente, fanno suppore che le stigmate fossero di volere divino.
E A KONNERSREUT IL SOPRANNATURALE DIVIENE “NATURALE”
Così come nel caso della Neumann, la quale fu sottoposta, anche per volere del vescovo, a molte visite mediche. Nessun medico è riuscito a spiegare l’origine di quelle ferite.
Teresa, inoltre, ebbe molti altri carismi mistici. Dal 1926, per esempio, smise di nutrirsi. Fino alla sua morte, non mangiò né bevve più nulla. L’unica cosa che il suo corpo ingeriva quotidianamente era la Particola Consacrata. I medici che la visitarono regolarmente constatavano che il suo organismo, pur non nutrendosi, era in buona saluta e in forma. In certi periodi dell’anno, addirittura, ingrassava. Si racconta che una volta, durante una visita medica, le fu imposto di mangiare una particola non consacrata. Teresa, a fatica, la masticò e la inghiottì. Neppure un secondo dopo, la vomitò intatta. Il Corpo di Cristo le dava il nutrimento necessario non solo per l’anima, ma anche per il corpo.
Teresa ebbe anche il dono delle lingue. Era in grado cioè, di capire e di parlare lingue a lei sconosciute. Non solo quelle contemporanee, ma anche quelle non più in uso da secoli. Per esempio, quando era in estasi con qualche santo, parlava la lingua dell’epoca, e tutti i presenti sentivano. Quando, per esempio, riceveva le “visite” di Sant’Antonio da Padova, usava il portoghese dell’epoca del Santo. Con Santa Bernadette Soubirous, parlava il dialetto provenzale di Lourdes, usato anche dalla Madonna durante le apparizioni. Durante le estasi con Gesù e la Madonna, parlava l’aramaico. Questo fatto, più degli altri, affascinò il prof. Wutz, lo “stenografo” delle sue estesi, studioso della lingua aramaica. Per assicurarsi, nel caso ce ne fosse bisogno, che Teresa non simulasse, le rileggeva le frasi stenografate riportando errate forme grammaticali e pronunciando male alcune parole. Puntualmente Teresa lo correggeva.
Ricevette anche il dono delle profezie. Ne fece alcune che si avverano puntualmente. Si narra che, dopo aver ricevuto una visita del nunzio apostolico in Germania Eugenio Pacelli, confidò al suo confessore che il nunzio sarebbe diventato papa. «Farà solo due concistori», soggiunse la stigmatizzata, «e prima del terzo morirà». Durante i 19 anni di pontificato (1939-1958), infatti, Pio XII fece solamente due concistori, nel 1946 e nel 1953. Il terzo sarebbe dovuto avvenire proprio nel 1958, ma fu fatto dal suo successore.
Profetizzò contemporaneamente l’elezione al trono di Pietro del successore di Pacelli e la sua propria morte. Qualche giorno prima dell’inizio conclave, dopo aver pregato, disse: «Sul trono di Pietro siederà l’angelo proveniente dal mare. Porterà il nome di un papa che non fu papa e regnerà oltre il mio tempo». Tutte profezie realizzate. Fu eletto Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia (la città sul mare), che prese il nome di Giovanni XXIII, lo stesso nome usato dall’antipapa cardinal Cossa nel 1410. Teresa morirà nel settembre 1962, papa Roncalli nel giugno dell’anno successivo.
Nel 1959, durante una conversazione, disse che «fra dieci anni, o poco più, l’uomo guarderà la Terra dalla Luna». Nel 1969, l’astronauta americano Neil Armstrong mise i piedi sulla Luna.
Qualche anno prima di morire, dopo una lunga estasi, disse con angoscia, ma fiduciosa nella Provvidenza: «Ho visto il Santo Padre con le vesti macchiate di sangue. L’ho visto su una piazza gremita di gente… Ho sentito gridare e ho sentito il rumore di un’autovettura che si stava allontanando». L’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981, quando il turco Ali Agca sparò tre colpi di pistola in Piazza San Pietro e il papa fu portato in ospedale con la “papamobile”.
E TERESA VEDE…
Teresa ebbe visioni sulla vita terrena del Signore e della Madonna. Purtroppo non abbiamo qui lo spazio per riportare tutto, invito perciò i lettori a fare qualche ricerca personale, perché le vostre anime ne riceveranno un grandissimo beneficio.
Vorrei soffermarmi, brevemente, sulle visioni che Teresa ebbe sull’aldilà. Sull’inferno, in realtà, vide solamente la caduta degli angeli ribelli, ma ovviamente sapeva bene che non era privo di anime dannate. Per esse non c’è più nulla da fare, quindi non è necessario occuparsene più di tanto.
Ogni anno, il 1° novembre, solennità di Tutti i Santi, Teresa aveva visioni mistiche del Paradiso. Il suo confessore, padre Naber, annotava tutto nel suo diario. «Già dalle 6 del mattino Teresa è in grado di vedere il Paradiso», scrisse il 1° novembre del 1928. «Nel primo “quadro” vede il Salvatore circondato da Maria, Giuseppe, gli Apostoli, i 24 Anziani dell’Apocalisse, i 7 Arcangeli e la loro grande schiera. Nel secondo quadro vede il Salvatore tra le anime vergini (i sacerdoti, i consacrati e le vergini, N.d.A.), mentre nel terzo tra gli altri Santi. Alcune di queste anime le sono note poiché le ha viste nelle visioni o conosciute in terra. Tutte si presentano come figure pure e luminose; oltre al Salvatore vede i corpi trasfigurati di Maria ed Elia. L’estasi che la visione produce in lei è tale da farla anelare alla morte…».
Teresa aveva visioni mistiche del Purgatorio ogni anno il 2 novembre, giorno che la Chiesa dedica alla Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Riporta sempre padre Naber nel suo diario il giorno 2 novembre 1928: «Oggi Teresa è rimasta per tutto il giorno distesa in un dolore pacato, in uno stato di totale abbandono, come una povera anima. Ha visitato il Purgatorio per due volte, al mattino e alla sera. Con indescrivibile tristezza ha osservato le anime che le si presentavano come figure luminose non ancora perfettamente purificate. Anche qui vede diversi volti noti, alcuni dei quali si rivolgono a lei in cerca di aiuto».
Le anime purganti avevano un posto speciale nel cuore di Teresa. Sosteneva che sono loro i nostri fratelli che hanno maggiormente bisogno del nostro aiuto. «Non dimenticare i defunti. Prega ogni giorno per loro, ma non limitarti a questo, sacrifica tutte le difficoltà che ti si presentano per i defunti», scrisse al fratello Ferdinand jr. nel suo testamento spirituale. «Fintanto che sono in vita ci preoccupiamo per loro e cerchiamo di aiutarli. Proprio ora che necessitano del nostro aiuto, spesso li trascuriamo. I defunti però hanno bisogno del nostro aiuto e lo attendono perché da soli non possono salvarsi. È per questo che dall’Aldilà ci sono più vicini di quanto potessero fare in vita. […] Ti ho detto questo affinché tu non lo tenga per te ma lo dica a tua volta a tutti quelli che incontrerai!». Una raccomandazione che Teresa fa anche a noi.
L’UMILE CONTADINA CHE FACEVA TREMARE ANCHE HITLER
La fama di santità di Teresa si diffuso rapidamente già dopo l’impressione delle stigmate. Questo però le costò molte inimicizie, poiché le comunità ecclesiali luterane non furono felici del fatto che una donna cattolica godesse di tanta stima e venerazione in tutta la Germania. Persino i nazisti la avversavano.
Teresa, infatti, non nascondeva affatto di rifiutare l’indirizzo politico-ideologico del partito nazional-socialista, neppure nascondere l’opinione negativa che aveva della persona di Hitler. Opinioni che la “stigmatizzata bavarese” non ritrattò, anzi confermò, durante gli anni più bui della dittatura nazista. Raccomandava a tutti i suoi interlocutori di ascoltare e diffondere le prediche del beato Clemens August von Galen, il vescovo di Münster, l’unico uomo, in tutta la Germania, che ebbe il coraggio di opporsi apertamente a Hitler. Alcuni importanti membri del Terzo Reich chiesero la testa di Teresa, ma Hitler non ne volle sapere: «Non sia toccata!». Il Führer era molto superstizioso e temeva il “potere magico” di persone toccate dal soprannaturale. Era terrorizzato dal fatto che Teresa potesse profetizzarne l’ingloriosa fine politica. Così nella Germania pagana del nazismo, c’era un’umile donna che viveva del suo lavoro di contadina – non accettava mai offerte né aiuto da coloro che si recavano a farle visita – e si nutriva solamente del Corpo e del Sangue di Cristo, che faceva tremare Hitler e i suoi sottoposti.
Teresa Neumann lasciò questo mondo il 18 settembre del 1962. Aveva 64 anni. Uomini e donne da tutta la Germania e da tutta l’Europa si recarono a rendere omaggio alla salma. Anche in quell’occasione si compì un prodigio: i medici constatarono che durante i quattro giorni in cui il corpo di Teresa fu esposto ai fedeli – i funerali furono celebrati il 22 settembre – non si erano verificati i tipici segni di rigidità cadaverica e decomposizione.
Già poco dopo la sua morte arrivano richieste da migliaia di persone alla diocesi di Ratisbona affinché cominciasse il prima possibile il processo di beatificazione di Teresa di Konnersreuth. Non si contano più le grazie a lei attribuite dopo la sua morte. Soprattutto si tratta di conversioni. Il 13 febbraio 2005 l’allora vescovo di Ratisbona, G. Müller, attuale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha comunicato l’apertura del processo di beatificazione di Teresa Neumann.
L’APOSTASIA DELLA CHIESA TEDESCA
A conclusione di questo articolo la domanda sorge spontaneamente: cosa sta a significare quella presenza arcana, fiore in un letamaio, di Teresa Neumann di Konnersreuth, eminentemente cattolica, nella terra dei superbi intellettuali post-conciliari, nella terra dove persino il cattolicesimo s’è fatto protestantesimo “antipapista”?
Purtroppo, infatti, la Chiesa cattolica tedesca di fatto è scismatica. Il processo parte da lontano, dalle teorie dello gnosticismo rahneriano entrato ormai a far parte a pieno titolo nel DNA del clero tedesco. L’attuale presidente della conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch – rahneriano come il suo predecessore, Karl Lehmann – poco dopo la sua nomina, avvenuta nel 2008, in un’intervista, affermò che la Croce non è redenzione ma solidarietà.
I più scontenti di tutti, nel 2005, dell’elezione al trono di Pietro del cardinale tedesco Joseph Ratzinger furono proprio i membri della conferenza episcopale tedesca. Già da prefetto della Congregazione della Fede, il cardinal Ratzinger si scontrò più con i suoi connazionali su aborto, celibato sacerdotale, ammissione alla Comunione per divorziati-risposati, etc. Durante il pontificato i rapporti non sono affatto migliorati, anzi.
Durante il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Germania (22-25 settembre 2011), si poteva toccare con mano la freddezza con cui fu accolto dai vescovi. Il Papa ribadiva la bellezza della vita sacerdotale conformata a Cristo? Lor signori pretendevano l’abolizione del celibato sacerdotale. Il Papa rammentava la santità del matrimonio? Lor signori chiedevano l’ammissione ai sacramenti dei divorziati-risposati. Il Papa affermava solennemente la sacralità della vita? Lor signori esigevano la revisione dell’enciclica “Humanae Vitae”. Il Papa ricordava che al centro della vita del cattolico c’è l’Eucarestia? Lor signori si dedicano all’attivismo solidarista piccolo borghese. E via dicendo.
L’ultimo “smacco” è avvenuto il 22 febbraio di quest’anno, quando la conferenza episcopale tedesca annunciò che negli ospedali cattolici, alle vittime di stupri, sarebbe stata somministrata la pillola del giorno dopo, nota come “pillola abortiva”. Tale decisione fu giustificata come “contraccezione di emergenza”. La Chiesa, infatti, in alcuni casi, per esempio in alcuni stati in cui si stupra una donna come se si andasse a prendere un caffè, permette l’uso della pillola anticoncezionale. Ma l’aborto non è mai moralmente lecito, neppure in caso di stupro. Da notare che non aspettarono neppure che la rinuncia al pontificato di Ratzinger diventasse effettiva, cioè il 28 febbraio.
LA CROCE È LA NOSTRA SALVEZZA.MA PUÒ DIVENTARE LA NOSTRA CONDANNA
La figura di Teresa Neumann – per tornare alla domanda di prima – è una grazia, certamente, ma anche un pugno nello stomaco per la Chiesa tedesca. Un potente richiamo alla conversione, al ritorno alla sana dottrina cattolica. La vita della “stigmatizzata bavarese”, tutta dedita alla preghiera, alla penitenza e alla sofferenza, fino ad arrivare alla conformazione al Cristo crocifisso, rammenta alla Chiesa tedesca – ma anche a tutti noi – che la Misericordia non ci è dovuta ma ci è donata, che la Grazia non è “a buon mercato” – i sacramenti non sono un optional ma indispensabili –, che prima ancora che a migliore la qualità della nostre vite dobbiamo pensare alla salvezza – niente affatto scontata – delle nostre anime.
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Tutto ciò che è riportato in questo articolo su Teresa Neumann è ricavato da questa lista di libri in tedesco, dalle versioni inglesi e italiani, rintracciabili anche, parzialmente, in internet.
Ha chiesto ha RESL uno strepitoso miracolo perché desidero ardentemente vederla sugli altari.
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