ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 26 aprile 2013

Sbrigatevi:entro 140 anni andrà abolito il Novus Ordo Missae!


Il Messale Di san Pio V
Una delle perle più preziose che si aggiunge all 'immortale corona di san Pio V è la restaurazione del Messale romano. Tale opera monumentale, voluta dal Concilio di
Trento, ebbe un successo universale avendo assunto come suo criterio basilare l'antichità.
"Sicuramente, in Occidente, - commentava con soddisfazione il padre Fortescue
- possiamo essere molto contenti di avere il Rito Romano nella forma del Messale di
san Pio V". Tale Messale è stato riportato in auge dal Motu Proprio Summorum Pontificum nel 2007.
Il Messale Romano - scrive il beato Ildefonso Schuster riferendosi al Messale di san Pio V
- rappresenta nel suo complesso l'opera più elevata e importante della letteratura ecclesiastica, quella che riflette più fedelmente la vita della Chiesa, il poema sacro al quale "ha posto mano cielo e terra"».
Anzitutto - per amor di verità - bisogna chiarire che il Messale di san Pio V è così appellato in modo piuttosto improprio. Ciò che il Pontefice fece, infatti, in ottemperanza al venerando
Concilio di Trento, non è stata che una restaurazione d'un rito ben più antico, ossia del rito romano tradizionale,che risaliva a san Gregorio Magno. Esso ripresentava la Messa
quale sostanzialmente è stata celebrata a Roma fin dai tempi apostolici, sia pur lentamente arricchitasi di riti e di orazioni. Il Messale in questione, dunque, è più esattamente un atto del
Concilio di Trento, e perciò il suo titolo ufficiale è Missale Romanum ex decreto sacrosanti Conci/ii Tridentini restitutum (Messale romano restaurato secondo i decreti del sacrosanto
Concilio Tridentino). 
Per la prima volta in millecinquecento anni di storia della Chiesa un concilio e un papa
specificarono ed imposero un rito completo della Messa attraverso lo strumento legislativo.
San Pio V, in effetti, non fece altro che estender a tutto l'Occidente la Messa romana tradizionale quale barriera contro il protestantesimo, abolendo tutti gli altri riti che non datavano da 200 anni. Furono aboliti perché inficiati di protestantesimo o almeno sospetti d' infiltrazioni protestantiche.
In tal modo fu esteso a tutto l'Occidentil Messale romano San Pio V - con l'ausilio d'una
commissione da lui nominata - svolse con mirabile attenzione e competenza la delicatissima opera di restaurazione del Messale Romano. Nella bolla Qua primum tempore del 1570, così scriveva:
«Abbiamo scelto diversi uomini dotti, ai quali abbiamo affidato questo lavoro; essi hanno consultato con la più grande cura tutti i più antichi manoscritti della nostra Biblioteca Vaticana
e altri ancora dei più puri e dei meglio corretti; hanno altresÌ consultato le opere degli antichi autori approvati,che hanno lasciato scritti contenentila scienza dei sacri riti, ed hanno ripristinato il Messale stesso, seguendo l'antica regola e rito dei santi Padri». 
Stabilì poi che fosse interdetto l'uso di qualsiasi altro Messale in uso a quel tempo, salvi quelli che avevano più di due secoli d'esistenza.
Al Messale Romano cosÌ "restaurato",san Pio V concesse l'indulto perpetuo con queste parole: «In virtù dell' ' Autorità Apostolica, Noi concediamo,a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo veruno dcoscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente, interdicendo poi a tutti
la possibilità di celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo prescritta, né, d'altra parte,possano venir costretti e spinti da alcuno a cambiare questo Messale».
San Pio V e la commissione da lui istituita furono estremamente abili nel mantener o restaurar l'antica tradizione romana. Il Messale di san Pio V è in sostanza il Sacramentario gregoriano,
modellato sul libro gelasi ano che a sua volta dipende dalla collezione leonina.
Così la Messa va indietro, senza cambiamenti essenziali, all' epoca nella quale per la prima volta si sviluppò dalla liturgia più antica.
«[ ... ] il Messale tridentino - avverte il Righetti - è stato lo sbocco finaledi una lunga evoluzione, che attraverso le sue fasi principali si riannoda essenzialmente alla tradizione più antica della Chiesa romana, trasmessa nei Sacramentari e negli Ordines. Gli elementi fondamentali
che compongono la trama dell'Ordo Missae sono romani; e se in certe loro zone col decorrere dei secoli si sono inserite formule e particolarità di provenienza forestiera, esse non ne hanno
alterato la struttura essenziale, anzi ne hanno fatto risaltare vieppiù l'antica austera bellezza. 
Si può dire insomma che la nostra Messa è sostanzialmente la medesima che, per san Gregorio Magno, san Gelasio,san Leone, sant'Ippolito, san Giustino,ci ricongiunge ancora con la
Messa degli Apostoli e con la Cena Dominica».

I MIRACOLI
La gloria dei miracoli incoronò fin da questo mondo il santo Pontefice; ricorderemo qui due dei
suoi prodigi più popolari. Un giorno, traversando insieme alI' ambasciatore di Polonia la piazza del Vaticano,che si estende su quell'area dove una volta fu il circo di Nerone, Pio V si sente preso di entusiasmo per la gloria ed il coraggio dei martiri che ebbero a soffrire in quello stesso luogo,
durante la prima persecuzione. Egli allora si china e raccoglie un pugno di polvere da quel campo di tormenti,calpestato da tante generazioni di fedeli, dopo la pace di Costantino.
Versa quella polvere in una  bianca tela che gli presenta l'ambasciatore; ma quando questo,
rientrato a casa sua, fa per aprirla,la trova impregnata di un sangue vermiglio, che si sarebbe
detto essere stato versato in quello stesso istante: la polvere era sparita. La fede del Pontefice
aveva evocato il sangue dei martiri,e questo riappariva al suo richiamo per attestare, di fronte all'eresia,che la Chiesa Romana,nel XVI secolo, era sempre la stessa, per la quale quegli eroi, al
tempo di Nerone, avevano dato la loro vita.
La perfidia degli eretici tentò più di una volta di metter fine ad una vita che lasciava senza speranza di successo i loro progetti per la conquista dell' Italia. Con uno stratagemma,tanto vile quanto sacrilego,assecondati da un odioso tradimento,essi impregnarono di un sottile veleno
i piedi del Crocifisso che il santo Pontefice aveva nel suo oratorio, e sul quale spesso poggiava le sue labbra.
Pio V, nel fervore della preghiera,si apprestava a dare questo segno di amore, per mezzo della sua sacra immagine, al Salvatore degli uomini;ma d'un tratto, o prodigio! i piedi del Crocifisso si staccarono dalla croce e sembravano sfuggire ai rispettosi baci del vegliardo. Pio V comprese, allora, che la malvagità dei nemici aveva voluto trasformare per lui in strumento di morte anche
quel legno che ci aveva reso la vita.
Un ultimo avvenimento incoraggiò i fedeli, secondo l'esempio del grande Pontefice, a coltivare la santa Liturgia durante il tempo dell'anno in cui siamo. Sul letto di morte, gettando un estremo sguardo verso la Chiesa della terra, che abbandonava per quella del cielo, e volendo implorare
ancora, per l'ultima volta, la bontà divina in favore di quel gregge che lasciava esposto a tanti pericoli, recitò con voce quasi spenta, questa strofa degli inni del tempo pasquale:
"Creatore degli uomini, degnatevi in
questi giorni colmi delle gioie della
Pasqua, preservare il vostro popolo
dagli assalti della morte". Terminate
queste parole, si addormentò placidamente.

Un uomo tutto d' un pezzo

San Pio Vera un uomo tutto d'un pezzo:un personaggio serio, metodico, e molto rigoroso. I cardinali di Santa Romana Chiesa l'avevano capito fin da subito, quando il neo-eletto Papa aveva rifiutato seccamente la proposta di organizzare una festa per la sua salita al soglio di i Pietro. Estremamente essenziale anche la sua cucina: alla corte pontificia, il menù che il nuovo Papa voleva farsi portare in tavola, di giorno in giorno, era legato al suo far parte dell'Ordine Domenicano il quale adottava un regime alimentare strettissimo e proibitivo: niente carne, 
niente latticini, niente uova, e ciò trecentosessantacinque giorni all'anno! Di suo,san Pio V aggiungeva una certa ritrosi a per tutti quei cibi troppo gustosi e troppo elaborati. Uno dei suoi piatti preferiti era il "pan bollito" all'olio: una ricetta semplicissima fatta di panini raffermi, aglio, olio,sale e pepe.

 Tratto da De vita Contemplativa Anno VII n.5 Maggio 2013


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