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sabato 13 aprile 2013

Verso la distruzione del Primato Petrino: Mi ami tu Pietro? Come sei antiquato Signore.. ritwittami la domanda please..!


Francesco, un passo verso la collegialità

Papa Bergoglio alla sua prima messa con i cardinali
PAPA BERGOGLIO ALLA SUA PRIMA MESSA CON I CARDINALI

Le ragioni della scelta di Papa Bergoglio di nominare otto cardinali come consiglieri

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO

La scelta di dotarsi di una sorta di un «consiglio della corona» composto da otto cardinali dei cinque continenti, annunciata oggi da Francesco, rappresenta il primo concreto risultato delle discussioni avvenute nelle congregazioni del pre-conclave. Annunciata significativamente nel giorno in cui si compie il primo mese di pontificato, la decisione di Papa Bergoglio ha poco a che vedere con la recente designazione dei «saggi» da parte del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano nel tentativo di far decantare la non facile crisi apertasi dopo le elezioni politiche: nel caso vaticano, infatti, gli otto porporati non hanno un mandato a tempo, e oltre a dover fare proposte per la tanto attesa riforma della Curia romana, dovranno aiutare il Papa nel governo della Chiesa universale.
  

Non saranno una «commissione», ma soltanto un gruppo di lavoro, con poteri consultivi. Eppure il segnale appare importante, perché rappresenta il tentativo di coinvolgere un gruppo di cardinali che - ad  eccezione del Presidente del Governatorato Giuseppe Bertello - sono o sono stati tutti arcivescovi residenziali, e hanno ricoperto importanti incarichi nell'ambito delle rispettive conferenze episcopali.
Bertello è stato uno dei grandi elettori di Papa Bergoglio, ha una lunga esperienza diplomatica, è stato tra i primi ad essere ricevuti dal nuovo Pontefice e il suo è uno dei nomi che circolano anche per la guida della Segreteria di Stato. Gli altri sette sono Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago de Cile; Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay; Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa; Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston; George Pell, arcivescovo di Sydney. Infine, il secondo latinoamericano, nonché coordinatore del gruppo di lavoro, è Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa. Mentre a far da segretario sarà il vescovo di Albano, Marcello Semeraro.

 Dovranno collaborare con Francesco, «consigliarlo nel governo della Chiesa universale» e «studiare un progetto di revisione» della costituzione apostolica «Pastor bonus» che regola l'attività della Curia. I critici di Papa Bergoglio hanno già puntualizzato la stranezza di questa mossa, dato che un organismo per aiutare il Papa e collaborare con lui nel governo della Chiesa c'è già, ed è il concistoro dei cardinali.


In realtà, come si è visto con chiarezza lungo gli anni, il concistoro - cioè la riunione di tutti i cardinali - è un organismo poco operativo a motivo del numero dei suoi componenti. Si sarebbe potuto allora pensare a un gruppo di lavoro composto dai cardinali curiali. Il Papa, che appare comunque intenzionato a intensificare il rapporto diretto con i capi dicastero della Curia, ha scelto per questo «consiglio della corona», sette porporati su otto che non prestano il loro servizio a Roma. Un modo per coinvolgere più direttamente le Chiese locali e al tempo stesso per avere uno strumento consultivo agile, in grado di riunirsi anche più volte all'anno, o comunque di essere consultato senza difficoltà su questioni urgenti, nel caso il Papa lo ritenga necessario. Di una proposta simile aveva parlato più volte lo storico della Chiesa Alberto Melloni.


La costituzione del gruppo di lavoro fa intendere che la riforma della Curia verrà messa in cantiere quanto prima, perché evidentemente giudicata una delle priorità nelle discussioni tra i porporati prima dell'ultimo conclave.


Vaticano, il Papa nomina un “comitato” di otto saggi

Cardinali nella Sistina
CARDINALI NELLA SISTINA

I cardinali, provenienti dai cinque continenti, consiglieranno il pontefice nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia

ALESSANDRO SPECIALECITTA’ DEL VATICANO

Otto saggi per papa Francesco: a un mese dalla sua elezione sul soglio di Pietro, il pontefice argentino ha annunciato oggi la creazione di un “gruppo” di otto cardinali, provenienti dai cinque Continenti, per “consigliarlo nel governo della Chiesa universale” e per “studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus”, quella che regola l'ordinamento della Curia Romana dai tempi di Giovanni Paolo II.

I tempi per i lavori di questo “gruppo” non saranno brevi. La loro prima riunione, a Roma, è fissata addirittura per i primi di ottobre anche se – sottolinea un comunicato della Segreteria di Stato vaticana - “Sua Santità è sin d'ora in contatto” con gli otto cardinali.

La riforma della Curia, quindi, non sembra imminente. Ma 30 giorni dopo la fine del conclave, papa Francesco ha voluto mandare un segnale ai cardinali che lo hanno eletto nella Cappella Sistina: la questione della riorganizzazione del governo centrale della Chiesa cattolica è tutt'altro che accantonata, la scelta della collegialità non è solo parole. Non a caso, nel comunicato vaticano si sottolinea che il pontefice ha deciso la creazione del gruppo “riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni Generali”, le riunioni plenarie dei cardinali che hanno preceduto il conclave.

Gli otto cardinali che consiglieranno il papa saranno: Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile; Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, in India; Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera; Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, in Congo; Sean O’Malley, arcivescovo di Boston; George Pell, arcivescovo di Sydney; e Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras. Sarà proprio quest'ultimo, latinoamericano come Bergoglio, a coordinare i lavori del gruppo, mentre il vescovo di Albano Marcello Semeraro, vicino al papa e vicino a Roma, svolgerà la funzioni di segretario.


In un breve briefing in Vaticano, il portavoce padre Federico Lombardi ha voluto sottolineare che se si parla di “gruppo” – e non di commissione o altro – è proprio per lasciare aperti i termini della missione del lavoro degli otto cardinali, che sarà comunque “consultivo e non decisionale”.


Anche la sottolineatura che gli otto cardinali dovranno “consigliare” il pontefice non è casuale: spetta infatti alla Curia il compito di “aiutare effettivamente” il papa “nel governo della Chiesa giorno per giorno con le sue competenze e i suoi uffici”.


Insomma, guai a parlare di una “messa in secondo piano della Curia e di una riduzione delle sue competenze”. La Curia, ha aggiunto Lombardi, “rimane in funzione nel pieno delle sue competenze”.


Dopo aver visitato ieri gli uffici della Segreteria di Stato, ringraziandoli per il loro “impegno impagabile”, papa Francesco, secondo il portavoce vaticano, ha voluto oggi “mandare un segnale” che quanto emerso nel pre-conclave non era stato dimenticato.


Per Lombardi, nei prossimi mesi “il papa continuerà i suoi incontri” e da qui ad ottobre “potrà farsi la sua base di conoscenza della realtà del governo universale della Chiesa, in modo da poter avere una sua conoscenza da mettere sul tavolo della riflessione” quando il gruppo si riunirà per la prima volta.


Nè bisogna stupirsi dell'assenza degli uomini della Curia – con la parziale eccezione del cardinale Bertello, che guida comunque lo Stato Città del Vaticano con competenze quindi ben diverse, ha sottolineato Lombardi: “Il gruppo integra la presenza della Curia, di cui gode comunque ogni giorno. La Segreteria di Stato e gli altri capi dicastero ci sono sempre, il papa ha bisogno di convocare quelli che non sono già a Roma”.

1 commento:

  1. Il "gruppo di lavoro" richiama in effetti la sensazione poco piacevole di una sorta di messa in disparte dell'autorità verticale derivante dal primato petrino e la sua sostituzione con categorie usuali del mondo laico. E sin qui nulla di nuovo. Bisogna però tenere presente la situazione "complessa" per non dire disastrosa della curia sotto Benedetto XVI. La nomina dei "saggi" prima ancora del Segretario di Stato riflette questa difficoltà oggettiva.
    Nel merito va dato atto a Bergoglio compresa la gravità della situazione, di avere avuto l'umiltà di farsi aiutare nell'impresa. La scelta dei nomi conferma che il peso degli italiani è destinato a ridursi notevolmente. Inoltre appare lungimirante la scelta di Maradiaga quale coordinatore. Si tratta di un autentico pastore della Chiesa, di eccezionale capacità e visione, per la gente dell'America Latina poco meno di un santo.

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