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mercoledì 15 maggio 2013

Decalogo ravasiano: VI - fornicare a Venezia..


Biennale, la prima volta del Vaticano

Michelangelo e la Cappella Sistina
MICHELANGELO E LA CAPPELLA SISTINA

Ravasi: “Dobbiamo ricostruire il dialogo interrotto tra arte e fede”. Il padiglione della Santa Sede avrà come tema la Genesi

La Santa Sede parteciperà quest'anno per la prima volta alla Biennale delle Arti Visive di Venezia, tornando così alla tradizione del mecenatismo artistico contraddistinse i papi del Rinascimento e dei secoli successivi. L'obiettivo, ha spiegato il 'ministro della cultura' del Vaticano, il cardinale Gianfranco Ravasi, è quello di ricostruire il “dialogo interrotto” dopo il “divorzio, non sempre consensuale, che si è consumato tra arte e fede soprattutto nel secolo scorso”.


 Il padiglione vaticano – costato 750mila euro, di cui 300mila stanziati dalla Biennale e il resto offerto dagli sponsor, tra cui Eni e Intesa Sanpaolo – sarà suddiviso in tre sezioni, accomunate dal filo conduttore del racconto biblico della Genesi. La prima parte, dedicata ala Creazione, è stata affidata al gruppo milanese Studio Azzurro; la seconda, De-Creazione, al fotografo ceco Josef Koudelka, che nel 1968 fotografò l'invasione di Praga da parte dei carri armati sovietici; infine, la sezione su Nuova Umanità o Ri-Creazione, è opera del pittore americano Lawrence Carrell, legato al movimento dell'“Arte Povera”, che usa per la sua arte anche materiali di recupero. In apertura del padiglione, un omaggio alla tradizione artistica vaticana, con un Trittico di Tano Festa ispirato al Michelangelo della Cappella Sistina. 

La fede personale degli artisti non è stata presa in considerazione al momento della committenza vaticana, è stato spiegato durante la presentazione dell'iniziativa oggi in Vaticano. Con la partecipazione alla Biennale di Venezia, ha spiegato Ravasi, “vogliamo tentare un dialogo autentico, tra la componente religiosa e dall’altra parte, con un’arte che ha una nuova grammatica espressiva”. “Per questo motivo – ha aggiunto – riteniamo che sia particolarmente significativa questa esperienza, che si riconnette all’antichissima, grande tradizione dell’arte e della fede, sorelle tra loro nel cammino  della cultura”.
  
Dopo il 'divorzio' tra arte contemporanea e Chiesa, gli artisti hanno spesso adottato la strada della provocazione, talvolta blasfema secondo Ravasi, per rapportarsi alla fede. Proprio alla Biennale veneziana, nel 2001, venne esposta “La Nona Ora” di Maurizio Cattelan, che raffigurava papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite.

 Per Ravasi, quello di Venezia è solo un primo passo: per il futuro, tutto dipende da cosa ne penserà papa Francesco, ma il cardinale ha anticipato come “probabile” una presenza vaticana all'Expo universale di Milano. “Non attendetevi un albero grandioso, ma un germoglio – ha aggiunto a proposito del padiglione lagunare –: questo vuol essere soltanto un punto di partenza. Vogliamo creare un'atmosfera di incontro tra arte e fede che, in prospettiva possa approdare a buon uso liturgico, al momento non previsto invece per le opere che presentiamo nel padiglione vaticano. Diciamo che si tratta di un rodaggio, di un inizio di percorso”.
  
Unico rammarico? Per Ravasi, il fatto che “non ci sono donne, salvo Micol Forti (direttrice della Collezione d'Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ndr) che è stata una degli artefici del padiglione”.
  
Il Padiglione vaticano all'Arsenale di Venezia verrà inaugurato il 31 maggio alle 16.30 e sarà aperto fino al 24 novembre.

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