In una sala stampa vaticana gremita di sponsor e di addetti ai
lavori, il 14 maggio è stata presentata in pompa magna la novità senza
precedenti della partecipazione della Santa Sede alla Biennale di
Venezia d’arte contemporanea, che si inaugurerà il 31 maggio.
In realtà, nella conferenza stampa si sono dette molte parole ma si è fatto vedere pochissimo, anzi, niente.
Si sa che il tema generale del padiglione vaticano saranno i primi 11 capitoli della Genesi, articolati in tre percorsi affidati ad altrettanti artisti: Creazione, De-Creazione, Ri-Creazione.
Ad esempio, questo terzo momento è stato così declinato dal cardinale Gianfranco Ravasi, ideatore e promotore dell’iniziativa:
“Il momento del viaggio, della ricerca, della speranza, rappresentato nella narrazione biblica dalle figure di Noè e della sua famiglia e poi da Abramo e dalla sua discendenza, porta a disegnare una Nuova Umanità e una creazione rinnovata, dove un profondo e interiore mutamento restituisce senso e vitalità all’essere e all’esistere”.
Con questa ulteriore delucidazione nel manifesto della presentazione ufficiale:
“La speranza insita nella Ri-Creazione trova espressione nella specificità dell’arte di Lawrence Carroll. La sua capacità di ridare vita ai materiali di recupero, trasfigurandoli attraverso processi di ripensamento e rigenerazione, apre contro ogni previsione nuove possibilità di coesistenza tra dimensioni all’apparenza estranee come fragilità e monumentalità”.
Ai giornalisti è stato consegnato un CD con qualche striminzita anticipazione di ciò che si vedrà nella mostra.
Ma a chi è andato a guardare come in concreto l’artista australiano Carroll metterà in opera gli enunciati sopra detti, lo spaesamento è stato forte.
La sola opera di Carroll data da vedere nel CD è quella riprodotta qui sopra.
Invece che Noè, Abramo e Nuova Umanità, una Ri-Creazione fatta di tela di sacco, di fili e di lampadine.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/05/17/alla-biennale-di-venezia-anticipi-di-ricreazione/
In realtà, nella conferenza stampa si sono dette molte parole ma si è fatto vedere pochissimo, anzi, niente.
Si sa che il tema generale del padiglione vaticano saranno i primi 11 capitoli della Genesi, articolati in tre percorsi affidati ad altrettanti artisti: Creazione, De-Creazione, Ri-Creazione.
Ad esempio, questo terzo momento è stato così declinato dal cardinale Gianfranco Ravasi, ideatore e promotore dell’iniziativa:
“Il momento del viaggio, della ricerca, della speranza, rappresentato nella narrazione biblica dalle figure di Noè e della sua famiglia e poi da Abramo e dalla sua discendenza, porta a disegnare una Nuova Umanità e una creazione rinnovata, dove un profondo e interiore mutamento restituisce senso e vitalità all’essere e all’esistere”.
Con questa ulteriore delucidazione nel manifesto della presentazione ufficiale:
“La speranza insita nella Ri-Creazione trova espressione nella specificità dell’arte di Lawrence Carroll. La sua capacità di ridare vita ai materiali di recupero, trasfigurandoli attraverso processi di ripensamento e rigenerazione, apre contro ogni previsione nuove possibilità di coesistenza tra dimensioni all’apparenza estranee come fragilità e monumentalità”.
Ai giornalisti è stato consegnato un CD con qualche striminzita anticipazione di ciò che si vedrà nella mostra.
Ma a chi è andato a guardare come in concreto l’artista australiano Carroll metterà in opera gli enunciati sopra detti, lo spaesamento è stato forte.
La sola opera di Carroll data da vedere nel CD è quella riprodotta qui sopra.
Invece che Noè, Abramo e Nuova Umanità, una Ri-Creazione fatta di tela di sacco, di fili e di lampadine.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/05/17/alla-biennale-di-venezia-anticipi-di-ricreazione/
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