"Il Papa propone una prospettiva pluripolare del cristianesimo"
Per il teologo argentino monsignor Sanchez Sorondo, Bergoglio ha sempre cercato di concretizzare la Parola nelle strutture sociale
Al Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienza, accademico, filosofo, vescovo cattolico e teologo argentino, Vatican Insider ha chiesto una opionione sull'inizio del papato del connazionale Bergoglio. Una riflessione aperta sulle radici profonde del pensiero del primo papa gesuita.
I primi mesi del pontificato di papa Francesco, un suo giudizio
Sono molto contento di papa Bergoglio, uomo eccezionale e straordinario: di fede profonda e capace di dialogare con tutti. Sono nato nella stessa città e nella stessa diocesi, solo la parrocchia ci differenzia. Ci conosciamo bene, abbiamo lavorato insieme su molti progetti pastorali in particolare alla conferenza di Aparecida che ha riunito il corpo episcopale latinoamericano. In Curia l’ho aiutato nella causa di beatificazione dell’argentina Antonia de Paz y Figueroa. Mi ha colpito la scelta del nome, Francesco. Esso è il simbolo della sobrietà, della povertà, della trasparenza tipicamente francescana che Bergoglio abbina all’ organizzazione mentale e culturale tipica dei gesuiti basata sull’intelligenza, la preparazione culturale e il discernimento spirituale. Francesco apre alla speranza e credo che la sua presenza saprà dare un impulso nuovo alla Chiesa, un’esperienza di rinnovamento come è avvenuto nel corso del Concilio Vaticano II.
Mentre si assiste ad una nuova stagione di rinascita spirituale e popolare, mentre i mass media faticano a definire papa Francesco secondo vecchi canoni
E’ un uomo nettamente evangelico. E il vangelo è sempre rivoluzionario. Cristo si può trascinare, attraverso delle interpreazioni improprie secondo categorie umane, da una parte o dall’altra. Ma è Cristo che indica la strada. A questo Papa che è di Cristo, è impossibile dare delle patenti o delle etichette. Quando Bergoglio parla della povertà, esprime un concetto che non è una visione ideologica. Non ha nulla a che fare con il comunismo, ma al contrario propone una visione nella quale, libertà e giustizia, alla luce del vangelo, convivono in modo armonico. L’idea della giustizia sociale cristiana che afferma come le ricchezze, dono di Dio, siano a disposizione di tutti gli uomini, ci spinge a ripensare il nostro modo di intendere la vita, meno egoistico e individuale. I beni della terra devono essere messi disposizione di ogni uomo, non solo ad un gruppo, una nazione o a una maggioranza. La visione bergogliana è legata alla missionarietà ignaziana, che si ritrova nell’esperienza dei gesuiti del Sud America: grandi uomini che erano non solo dei predicatori che però cercavano di concretizzare la Parola nelle strutture sociale.
La crisi della fede nel mondo occidentale sembra essere superata dal Papa argentino
La prospettiva tipica dei papi europei è sempre stata legata alla propria dimensione territoriale prossima. Dato che il cristianesimo si è sviluppato per secoli in quell’area del mondo: i grandi pellegrinaggi, i monasteri, le famiglie religiose, la teologia tomista, le grandi cattedrali, la cultura filosofica tutto richiamava al rapporto imprescindibile tra cattolicesimo e mondo occidentale. Per cui per molti pontefici l’idea che se si dovesse riparte dalla conversione del Vecchio Continente per la nuova evangelizzazione estesa a tutto il pianeta è stato un punto di riferimento. Ma per chi viene dalla fine del mondo, come papa Bergoglio, pur non negando questa dimensione, essa è superata dalla prospettiva pluripolare del cristianesimo. La preoccupazione di papa Francesco non è solo la riconversione dell’Europa ma la necessità di dire il vangelo di Gesù in quelle aree del mondo dove i cristiani sono in minoranza e che dunque vivono in realtà dove presupporti culturali sono molto diversi da quelli del primo mondo. Basterebbe pensare all’importanza dell’Asia che sta diventando il centro dell’economia mondiale, dove ci sono milioni di uomini che si richiamano ad altre religioni. Per questo un cammino ecumenico e interreligioso profondo, concreto e rispettoso delle diverse identità sarà uno degli aspetti centrali nell’azione spirituale di papa Francesco.
A Rio papa Francesco tornerà nel suo Continente per dire che cosa ai giovani?
Probabilmente si. Bergoglio dirà cose importanti, ha la capacità di stupirti tutti i giorni. Inutile fare previsioni. Bisogna affidarci a lui con speranza. Esprimerà sicuramente pensieri che non sono nei nostri discorsi abituali.
LUCA ROLANDIROMA
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