di Camillo Langone
Ho aspettato che sbollisse la mia ira perché la mia ira non conta nulla, conta solo l’ira di Dio. Resta un freddo disprezzo per gli organizzatori paolini del Festival Biblico di Vicenza che hanno invitato l’abortomane Michela Marzano a parlare senza contraddittorio davanti ad altri preti tipo loro, e suore varie, e insegnanti di irreligione, tutti oscenamente annuenti.
Due o tre laici hanno provato a protestare, sono stati zittiti al grido di “Fanatici!” e “Malati!” perché nei festival biblici organizzati dai preti paolini chi non è favorevole all’aborto è un poveretto da ricoverare.
Due o tre laici hanno provato a protestare, sono stati zittiti al grido di “Fanatici!” e “Malati!” perché nei festival biblici organizzati dai preti paolini chi non è favorevole all’aborto è un poveretto da ricoverare.
Se l’abortomane avesse parlato a un festival dedicato ad Aleister Crowley, con sottofondo musicale di Marilyn Manson e Burzum, non avrei eccepito, io sono per la libertà di espressione, per la libertà di satanismo, per la libertà di heavy metal e forse perfino per la libertà di aborto. Qui non si tratta di aborto sì aborto no, si tratta di sacrilegio sì sacrilegio no.
A Vicenza è stata commessa una profanazione: l’organizzatore don Ampelio Crema, non l’ultimo venuto ma il superiore provinciale d’Italia della Società di San Paolo, oltre alla tonaca (veste come un impiegato del Caaf Cgil) ha strappato la Scrittura e lo ha fatto in pubblico. Nel corso dei secoli molti ordini religiosi sono stati soppressi perché di scandalo alla Chiesa e nocivi a Cristo: oggi è il turno dei paolini.
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