La caduta di stile dal peccato impuro di Pio X alla lobby gay di Francesco
Francesco, invece, ha preferito calarsi nella realtà politica del problema, non parlando né di peccato né di colpa. Lo ha fatto il 6 giugno scorso nella Biblioteca vaticana, riconoscendo che tutti i sospetti circolati nelle settimane che coincisero con la storica rinuncia di Benedetto XVI, corrispondono al vero: sì, “c’è una corrente di corruzione”, la lobby gay esiste ed è pure forte e condiziona il governo della curia. “Bisogna vedere cosa possiamo fare”, ha detto secondo quanto riportato da un sito cileno. Poche parole perché scoppiasse un pandemonio, che secondo il vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister, era scontato: “Bergoglio adotta un sistema di comunicazione particolare, diretto. Fino a oggi ha funzionato, ma era abbastanza naturale che prima o poi iniziasse a creare delle difficoltà”.
Gli interlocutori sudamericani sono venuti meno al patto che il Papa chiede ai suoi ospiti prima di iniziare la conversazione riservata: ci diciamo tutto francamente e in modo schietto, ma dovete promettere che nulla di quanto si dirà qui dentro sarà poi rivelato all’esterno. “Per tre mesi questo sistema ha funzionato”, aggiunge Magister. Certo, difficile pensare che in un contesto diverso, a Santa Marta o sul sagrato di San Pietro, Francesco avrebbe accennato all’esistenza di una lobby gay, al contenuto dei faldoni misteriosi redatti dai tre cardinali ultraottantenni e poi messi in cassaforte da Ratzinger. Eppure, per il vaticanista dell’Espresso era un’allusione voluta, fatta tra amici, tra gente che conosceva e che poi ha messo online la trascrizione della conversazione. Ma se le frasi di Bergoglio hanno creato qualche imbarazzo oltretevere – il “no comment” di padre Lombardi era indicativo – nell’episcopato c’è anche chi plaude all’uscita papale: “Finalmente lo ha detto”, commenta un vescovo italiano che preferisce rimanere anonimo.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.