ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 12 giugno 2013

REFLEXION Y ABERRACION...


"Sali più in alto della più alta altezza; discendi più in basso della più abissale profondità. Richiama in te tutte le sensazioni di ciò che è creato, del fuoco e dell’acqua, dell’umido e del secco, immaginando di essere dovunque, sulla terra, nel mare, in cielo; di non essere ancora nato, poi di trovarti nel grembo materno, di essere quindi adolescente, vecchio, morto, al di là della morte." (dal Corpus Hermeticum)

di Francesco Colafemmina

Ci si stupisce delle parole attribuite a Bergoglio da qualche membro della CLAR, la confederazione di religiosi latino americani (fermi almeno agli anni '70) e pubblicate clandestinamente sull'avvenieristico sito dei reduci della Teologia della liberazione (Reflexion y Liberacion).

Io non mi stupisco più di nulla. Il Papa parla un po' così, dicono che aspiri a raggiungere tutti. Forse è vero ed encomiabile. Ma ciò che turba gli angelici timorati di Dio che cadono dal pero sono le affermazioni papali in merito al ruolo anacronistico della Congregazione per la Dottrina della Fede, in merito alla presenza in Vaticano di una "lobby gay" (ma va'! E vuoi vedere che adesso i media ci dimostreranno che ratzingeriani e tradizionalisti ne farebbero parte?), in merito al tradizionalismo (ah sì... quella malattia che colpisce lo 0,0... % dei cattolici nel mondo?) associato al pelagianesimo.
Anime pie! Ma non ve ne eravate accorti che già dal regno di Giovanni Paolo II si cercava di assecondare lo spirito del mondo, il cambiamento costantemente in atto nella geopolitica, nella visione della società, nella concezione stessa dell'essere umano? E non vi rendevate conto sotto Benedetto XVI che l'insofferenza per il papa era sinonimo di critica a tutto ciò che di santo e retto Benedetto diceva e faceva? 
Forse non ascoltavate il Cardinal Martini - grande interprete di Bergoglio - lanciare i suoi proclami ereticali? Evidentemente eravate proni sui vostri rosari "a fare la contabilità", come direbbe l'attuale papa.
Ebbene, vi svelo che l'epoca che stiamo vivendo coincide con un nuovo orizzonte dell'umanità. Con il compimento di un'opera lenta e complessa che solo i mezzi di comunicazione, la scienza tecnologica e il potere finanziario hanno reso possibile. Abolire le identità, le culture, le tradizioni. Far convivere "le infinite possibilità dell'uomo di trascendere se stesso". Così si esprimeva una settimana fa il buon Massimo Cacciari durante un convegno sulla "dignità" cui partecipavo anch'io in qualità di relatore. La dignità  dell'uomo coinciderebbe con la terribile meraviglia di quest'essere capace di trascendere ogni legge morale, ogni legge persino naturale. Un uomo luciferino è la porta della dignità umana. Al mio obiettare che la dignità così intesa sarebbe un vuoto involucro del nulla, un concetto in grado di far decadere secoli di cultura occidentale volta al riconoscimento della virtù, del valore, del bello, dell'etica, Cacciari non ha risposto (con grande sollievo per il pubblico). E certo! E' consapevole di essere già vittorioso, al di là dell'agone verbale. Sono io ad incarnare un mondo vecchio, un mondo già superato, trasceso, travolto...
Ieri mi hanno trascinato ad un concerto di Jovanotti. Voi direte: ma cosa c'entra Jovanotti con Bergoglio o con Cacciari? Ogni "artista" o meglio ogni uomo in grado di esercitare un potere immaginifico sui giovani, di raggiungere le loro vite e plasmare la cultura giovanile di un'epoca, va ben al di là del mondo musicale. Per questo Jovanotti durante il suo concerto ci tiene a lanciare un sentito predicozzo sui punti. Sì, sui punti. Un tempo la nostra vita (anni '80 e '90) era fatta di punti messi uno accanto all'altro. Tutto era già determinato nelle nostre vite da una sorta di "ordine". Poi è arrivato il web (la tecnologia che cambia il modo di pensare e di vivere dell'umanità) e i punti si sono mescolati. Siamo oggi noi a doverli inventare, collegare, cancellare. Sempre e di nuovo creare figure con questi punti. Siamo noi artefici inesausti di umanità. Ecco così ritornare "le infinite possibilità dell'uomo di trascendere se stesso". 
E' lo spirito della nostra epoca priva di elementi stabili, fluida, di più, destrutturata. L'uomo demiurgo costruisce e distrugge, ebbro della sua imitazione divina. E in questa società ampiamente gnostica (non certo nel senso new age cui alluderebbe Bergoglio) le istituzioni crollano o meglio sono sempre in divenire, cambiano finalità e modalità espressive. Perché heghelianamente tutto deve essere storicizzato, plasmato dallo spirito dell'epoca. E la nostra epoca deve pertanto avere una Chiesa adatta alle sue necessità e alle modalità espressive contingenti. Una Chiesa capace di "uscire sempre da se stessa", di trascendere continuamente se stessa, dunque. Lo ha ribadito oggi stesso Bergoglio: "Questa tentazione di andare indietro, perché siamo più ‘sicuri’ indietro: ma la sicurezza piena è nello Spirito Santo che ti porta avanti, che di dà questa fiducia - come dice Paolo - e questa fiducia lo Spirito, che è più esigente perché Gesù ci dice: ‘In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terrà, non passera un solo iota della legge’. E’ più esigente! Ma non ci dà quella sicurezza umana. Non possiamo controllare lo Spirito Santo: quello è il problema! Questa è una tentazione."
Per questo l'attuale papa paragonerebbe i tradizionalisti ai pelagiani. Non solo perché sarebbero per lui dei farisei che si autogiustificano presso il Signore, dei precisini perfettini pronti sempre a condannare il prossimo, a fare le pulci al teologo o al prete modernista, ma incapaci di elargire amore, di vivere cristianamente, di evangelizzare restandosene chiusi in se stessi, nella loro setta; essi sarebbero pelagiani anche perché fondamentalmente incapaci di accettare la presenza della grazia. La grazia intesa come potere giustificatore dello Spirito Santo. Potere che si esprime - secondo Bergoglio - attraverso i piccoli e grandi segni del nostro tempo. Attraverso il Concilio ad esempio, ma anche attraverso questa necessità di aggiornare costantemente il grande motore della Chiesa. La Chiesa che deve sempre uscire da se stessa altrimenti "si ammala". Ecco spiegato il pelagianesimo di quelli che "non si mettono in ascolto dello Spirito".
E i tradizionalisti perché non capiscono l'accusa e la respingono al mittente? Perché essi vivono secondo dei valori tradizionali, ossia sedimentati nel tempo. Appartengono ad una Chiesa che detta le coordinate per mettersi in ascolto dello Spirito e che non lascia fare al caso, identificando spesso lo Spirito Santo con lo spirito del mondo. Credono che il tempo attuale sia inficiato nella sua dimensione spirituale dalla peste del "modernismo", sono legati a Papi "catecontici" (per dirla alla Cacciari) espressione del mondo che fu. Sono anch'essi in fondo dei residuati bellici, pari ai teologi della liberazione chiusi nel loro fortino nonostante la guerra sia finita da un pezzo. E infatti Bergoglio li mette sullo stesso piano. 
Come sotto l'Impero Romano tutte le religioni avevano diritto ad essere praticate purché "coesistessero", così in quest'epoca "globale" anche il Cattolicesimo deve vivere di anime che coesistono, senza la pretesa da parte di una di esse di custodire verità o modalità di espressione più autentiche delle altre. Tutti insieme allegramente, neocatecumenali, focolarini, lefebvriani, opusdeiani, teologisti della liberazione, confusi, dispersi, non pervenuti... tutti insieme. 
Questa è la vera problematica. Questa è la vera decadenza. Decadenza dell'Occidente, della cultura occidentale che ha informato il cattolicesimo stesso. Perciò le parole del Papa non devono destare preoccupazione per questa o per quella sua battutina. Il Papa non è anti-tradizionalista, no. E' solo una sorta di mondialista cattolico. Non tradirà nessuna dottrina, ma prepara anch'egli l'opera del suo successore perché svuota la Chiesa di autorità, di riferimenti. Agevola la confusione fra lo Spirito Santo dei cattolici "maturi" con il caos. Adegua l'edificio in cui sono stati costruiti tramezzi, come disse l'altro adepto dei tempi moderni, il padre Cantalamessa. Fa insomma l'accorto muratore che crea ordine dal caos. Il tutto in attesa che il mondo passi. In attesa del perpetuo divenire. 
Come nel video trasmesso ieri durante il concerto di Jovanotti. Non ricordo più la canzone, ma mentre cantava, il maxischermo mostrava il sole e un piccolo pianeta che vi passa davanti. Il sole erutta plasma, poi improvvisamente appare una nebulosa planetaria sullo sfondo e in evidenza un piccolo pianeta incrostato e nero, fatto di pietre che pian piano esplodono. Ed ecco apparire immagini della sonda Voyager che fu lanciata nel 1977 con un messaggio verso l'infinito. E poi, come in un flashback triste, appare la terra e volti di persone. E ancora la sonda Voyager che sussiste alla scomparsa dell'uomo. Naturalmente dubito che uno solo dei presenti al concerto abbia compreso quel video. Il senso? Ma è chiaro, torniamo sempre lì alle "infinite possibilità dell'uomo di trascendere se stesso".

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