ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 3 luglio 2013

CHI SARÀ IL PROSSIMO A LASCIARE? -

I VERTICI DELLO IOR COPRIVANO LE SPERICOLATE OPERAZIONI FINANZIARIE DI SCARANO - CHI SARÀ IL PROSSIMO A LASCIARE? 

Nuovo filone di indagine, nel mirino l’Apsa: in 3 anni bonifici tra Roma e Londra per 229 milioni - L’operazione fallita dei 20 milioni di euro da far rientrare in Italia non era la prima che veniva messa a segno da monsignor Nunzio Scarano e dallo 007 Giovanni Maria Zito. Papa Francesco vuole tutte le carte…

Marco Lillo e Valeria Pacelli per "il Fatto Quotidiano"

BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR
BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR


L'operazione fallita dei 20 milioni di euro da far rientrare in Italia non era la prima che veniva messa a segno da monsignor Nunzio Scarano e dallo 007 Giovanni Maria Zito. Nell'informativa rivelata ieri dal Fatto, in cui emergono anche i rapporti del prelato col capo della gendarmeria vaticana Domenico Giani e con il direttore della Direzione centrale anticrimine, Gaetano Chiusolo, c'è anche un altro episodio che spiega la politica applicata in questi anni dallo Ior per tutelare i propri correntisti. Scarano, nel maggio 2012, sposta 100 mila euro dalla banca vaticana alla filiale della banca del Fucino. Per farlo dispone due bonifici da 50milaeuro ognuno.

SEDE DELLO IOR - ISTITUTO OPERE DI RELIGIONESEDE DELLO IOR - ISTITUTO OPERE DI RELIGIONE
"I due (Scarano e Zito Ndr) - si legge nell'informativa - sono risultati impegnati nell'organizzazione di una imprecisata operazione finanziaria, da realizzare nell'interesse di Giovanni Zito, per la quale Nunzio Scarano si sarebbe adoperato per renderla ‘non tracciabile' utilizzando a tale scopo il canale bancario vaticano". Ma è leggendo le intercettazioni che si comprende come viene gestito dall'interno l'Istituto delle Opere Religiose, l'unica banca che cela il nome dei correntisti dietro dei numeri progressivi.
gotti tedeschi jpegGOTTI TEDESCHI JPEG
Quando la Procura di Roma ha iniziato a indagare su quei conti si è sempre scontrata contro un muro: oltre il confine delle mura leonine non sono mai stati rivelati né i nomi degli intestatari tanto meno gli importi. A raccontare questo sistema è lo stesso monsignor Scarano che l'11 maggio del 2012 parla al telefono con lo 007 Zito di questa ulteriore operazione.
Scarano dice: "Ti volevo dire che ho avuto il permesso dalla direzione (dello Ior, ndr), per cui quando tu vuoi ti faccio sapere per quella cosa, quella girata!". Tuttavia Scarano è preoccupato anche per eventuali segnalazioni bancarie perché era venuto a sapere di una richiesta di informazioni nei suoi confronti inoltrata dalla Banca del Fucino, volta a chiarire le motivazioni sottostanti l'emissione dei due assegni da 50 mila euro.
SCARANO BSCARANO B
Monsignor Scarano a questo punto contatta i vertici dello Ior, che lo rassicurano sul fatto che nei suoi confronti, come fanno sempre, applicheranno la solita politica. E Scarano la spiega al telefono a Giovanni Zito in un'altra intercettazione, quella del 24 maggio 2012.
L'INTERCETTAZIONE
Scarano: "Hanno mandato la Banca del Fucino a chiedere un'informazione... da che cosa provengono [i soldi, ndr]. Loro [lo Ior] adesso rispondevano, dice che già ne hanno avuto tantissime altre segnalazioni di altri clienti, dicendo che questi sono proventi personali... e quindi hanno risposto proventi personali anche per l'acquisto di un bene immobile in Italia, punto e basta. Loro (lo Ior) dice: Nunzio in genere noi diamo la risposta anche perché a noi non ci possono chiedere l'importo del tuo conto corrente... è chiaro che noi tutto questo non lo andremo mai a dire.
PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIOPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO
Loro [lo Ior] hanno detto che io sono un dirigente del Vaticano, che quelli sono fondi miei personali che dipendono dal mio lavoro e poi che sono anche donazioni. Poi ho domandato al direttore [dello Ior] e dice: Nunzio, no guarda... noi di queste lettere ne abbiamo avute già centinaia e a tutte abbiamo dato risposta, e la tua sarà una risposta più o meno come le altre, è normale che noi non andiamo a dire quello che è l'importo sul conto corrente".
Poche parole, insomma, per raccontare come opera la banca vaticana sul mercato italiano. Nessuno può sapere chi si nasconda dietro il conto corrente dello Ior. Solo il Vaticano sa di chi sono i sottoconti nei quali è suddiviso il saldo enorme presente su ciascun rapporto bancario.
Con una legge del dicembre 2010 Papa Benedetto XVI aveva tentato un cambiamento. Era stata istituita l'Autorità di informazione finanziaria (Aif) con la finalità di contrastare il riciclaggio e consentire le ispezioni sui conti Ior per poi comunicare i risultati all'Uif, l'Unità di informazione finanziaria di Bankitalia. Era solo un'illusione. Il 25 gennaio 2012, infatti, viene approvata una direttiva che cancella i poteri di ispezione dell'Aif .
VATICANO magesVATICANO MAGES
FILONE ROMA-LONDRA
Dopo le indagini che hanno portato ad iscrivere nel registro degli indagati l'ex direttore dello Ior Paolo Cipriani, il suo vice Massimo Tulli, entrambi appena dimessi, adesso si apre anche un fronte investigativo nuovo. Ossia quello dell'Apsa, l'amministrazione patrimonio sede apostolica, diretta dal cardinale Domenico Calcagno. Nell'arco di tre soli anni l'Apsa ha effettuato bonifici per ben 229 milioni di euro da Roma a Londra. Adesso si scopre anche l'esistenza di altri conti all'estero.
Ne parla al telefono lo stesso Scarano, ex funzionario e responsabile della contabilità analitica dell'Apsa. Intercettato il 18 maggio 2012, con Maria Cristina D'Amico - della famiglia di armatori salernitani ma non indagata - Scarano racconta di essere in contatto con il direttore della Suisse Bank perché, dice, "noi [l'Apsa] siamo eccellentissimi clienti... il nostro conto più piccolo lì è di un miliardo e mezzo".
2-FRANCESCO VUOLE SUBITO LE CARTE SEGRETE DELLO IOR
Fabio Marchese Ragona per IlGiornale.it
SVIZZERASVIZZERAPAOLO D AMICOPAOLO D AMICO
All'indomani delle dimissioni del direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani, e del suo vice Massimo Tulli, nei corridoi dell'Istituto per le Opere di Religione non si parla d'altro. Chi sarà il prossimo a lasciare? È questa la domanda che si fanno in queste ore i dipendenti della «banca vaticana», perché l'addio dei vertici dell'istituto è l'ennesima conferma che Papa Francesco sia intenzionato ad andare avanti senza intralci nell'opera di pulizia delle finanze vaticane. «Quello delle dimissioni mi sembra sia un episodio che si innesta in quella che è la volontà precisa del Papa» conferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Parole che rafforzano ancora di più l'idea secondo cui Bergoglio abbia già avviato la sua «rivoluzione vaticana», trovando un perfetto alleato anche nella magistratura italiana.
CESARE D AMICOCESARE D AMICO
Nel frattempo, dopo tre anni di indagini, la procura di Roma ha concluso l'inchiesta sullo Ior per violazione delle norme antiriciclaggio: coinvolti sia Cipriani che Tulli, indagati per «aver avallato operazioni finanziarie illecite» di oltre 20 milioni di euro, e che ora rischiano il rinvio a giudizio. Verso l'archiviazione invece la posizione dell'ex presidente dell'Istituto per le Opere di Religione, Ettore Gotti Tedeschi.
In Vaticano però i riflettori sono tutti puntati sul lavoro del Pontefice e su quello della commissione speciale di referenti: la task force creata dal Papa il 24 giugno scorso e incaricata di indagare sull'Istituto, sta iniziando a studiare le prime mosse in vista della riforma d'ottobre.
I cinque membri, guidati dal cardinale salesiano Raffaele Farina, non si sono ancora riuniti e presto incontreranno il Papa a Santa Marta per capire come procedere e per ricevere un mandato preciso. L'incontro con Bergoglio dovrebbe essere non prima della prossima settimana: si aspetta il rientro a Roma del cardinale Jean-Louis Tauran da un viaggio in Bielorussia e il ritorno del Papa dal suo primo viaggio in Italia, sull'isola di Lampedusa.
La commissione non interferirà con l'attività e le procedure dell'Istituto per le Opere di Religione ma visiterà comunque la struttura finanziaria per la raccolta di documenti: monsignor Juan Ignacio Arrieta, vescovo dell'Opus Dei e coordinatore della commissione, insieme al segretario, monsignor Peter Wells, assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato Vaticana, sarà il primo a metter piede dentro lo Ior. Il loro compito è quello di reperire dati e informazioni per poi redigere delle relazioni da consegnare periodicamente a Papa Francesco, che ha chiesto chiaramente di essere informato in corso d'opera.
Nel frattempo l'inchiesta a carico di monsignor Nunzio Scarano, l'ex dipendente del Vaticano arrestato dalla Guardia di Finanza insieme a un broker finanziario e a un ex 007 per corruzione e truffa, prosegue: in attesa di capire se al sacerdote saranno concessi i domiciliari in parrocchia a Salerno, ieri sono state diffuse nuove intercettazioni telefoniche che riguardano stavolta le conversazioni tra il prelato e i vertici della gendarmeria vaticana.
Ma a proposito del coinvolgimento della sicurezza d'Oltretevere nell'inchiesta della Procura di Roma, dal Vaticano filtra la notizia secondo cui la Gendarmeria avrebbe segnalato da tempo all'intelligence italiana i comportamenti anomali dell'ex agente dei servizi segreti italiani Giovanni Maria Zito. La «polizia del Papa», già nel novembre 2012, aveva informato le autorità italiane anche su altri «elementi degni di approfondimento» riguardanti l'attività di monsignor Scarano al di fuori del territorio vaticano
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/i-vertici-dello-ior-coprivano-le-spericolate-operazioni-finanziarie-di-scarano-chi-sar-il-58821.htm

METODO BERGOGLIO: ASCOLTA TUTTI, STA LONTANO DA TUTTI E POI FA DI TESTA SUA

Dal “quartier generale” di Santa Marta, Papa Francesco fa ammattire il Vaticano - Riceve, ascolta in silenzio e decide da solo, nella miglior tradizione gesuita - La visita a Lampedusa, la pubblicazione dell’Enciclica: la curia informata solo all’ultimo momento…

Matteo Matzuzzi per "Il Foglio"
PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIOPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO
Pochi si sbilanciano, oltretevere, sulle prossime mosse di Papa Francesco. Tra le Mura leonine si respira un clima di attesa, gli occhi sono puntati sulle finestre della suite numero 201 di Santa Marta, quella da cui Bergoglio farà partire le lettere in cui comunicherà le sue decisioni riguardo la governance vaticana.
E' lì, su quel piccolo tavolo di legno scuro, che il Papa ha scritto il chirografo che istituisce la commissione d'inchiesta sullo Ior, ed è sempre in quella stanza al secondo piano del residence voluto da Giovanni Paolo II che ha ricevuto uno dopo l'altro i nunzi apostolici per parlare di governo della chiesa.
PAPA BERGOGLIO CON I MOTOCICLISTI HARLEYPAPA BERGOGLIO CON I MOTOCICLISTI HARLEY
Prelati abituati per anni alla metodicità quasi kantiana di Joseph Ratzinger allargano le braccia, certi che ogni pronostico con questo Pontefice "preso quasi alla fine del mondo" rischia di essere smentito alla prova dei fatti. L'enciclica sulla fede, secondo le indiscrezioni, sarebbe dovuta uscire non prima di novembre, a conclusione dell'Anno della fede. Invece Francesco ha sorpreso tutti, decidendo di anticiparne a luglio la pubblicazione.
LA TESSERA DEL SAN LORENZO DE ALMAGRO DI JORGE BERGOGLIO jpegLA TESSERA DEL SAN LORENZO DE ALMAGRO DI JORGE BERGOGLIO JPEG
Stesso copione riguardo il viaggio a Lampedusa di lunedì prossimo: nessuno ne sapeva nulla, l'agenda è stata stravolta all'ultimo minuto per volontà del Papa, nonostante solo pochi giorni prima fossero stati ufficializzati i suoi impegni per l'estate. In questi tre mesi e mezzo di pontificato, Francesco ha limitato al minimo necessario i contatti con la Segreteria di stato. Non vuole filtri, al punto che gli uffici curiali spesso si limitano a mettere in bella copia le sue volontà, prima di passarle alla Sala stampa per la diffusione ufficiale.
PAPA FRANCESCO BERGOGLIOPAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Niente di nuovo, dice chi lo conosce da tempo: anche a Buenos Aires faceva così. Non aveva neppure segretari. L'unico strumento indispensabile per lui era la piccola agenda da cui non si separava mai. Chiamava di persona al telefono preti e religiose della sua diocesi, senza trafile e perdite di tempo. Uno stile mantenuto anche a Roma una volta eletto Papa. Unica concessione alle pressioni della curia, l'aver accettato monsignor Alfred Xuereb come segretario personale (il sacerdote maltese rivestiva lo stesso ruolo anche con Benedetto XVI).
PAPA FRANCESCO BERGOGLIOPAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Per il resto, Francesco fa da solo. Le porte della suite sono aperte a tutti, lui ascolta in silenzio, si fa un'idea sul problema specifico, e poi agisce. Lo strumento con cui tiene sulla corda la curia è il silenzio. Un silenzio operoso, tipico della Compagnia ignaziana. Non fa trapelare nulla. Studia carte e documenti, prepara l'esortazione sull'evangelizzazione che sarà resa nota nei prossimi mesi, lavora alle omelie che pronuncerà a Rio de Janeiro, quando a fine luglio presiederà la Giornata mondiale della Gioventù.
PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIOPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO
Ed è nel silenzio che prepara la riforma dell'Istituto per le opere di religione. Un solo accenno pubblico alla banca presieduta dal tedesco Ernst von Freyberg, ma chiaro e netto - "lo Ior è necessario, ma fino a un certo punto" - che aveva costretto la Segreteria di stato a intervenire per chiarire e rettificare il senso di quanto detto dal Papa.
PAPA BERGOGLIOPAPA BERGOGLIO
Da allora Francesco ha studiato le mosse da compiere: prima la nomina (anche questa a sorpresa) del fidato Battista Ricca a prelato dell'istituto, poi l'istituzione di una commissione per fare luce sulle attività della banca con sede nel torrione di Niccolò V. Colpi silenziosi studiati a riflettori spenti che hanno portato il direttore generale e il suo vice a dimettersi subito, senza aspettare lettere ufficiali o prese di posizione dirette del Papa.
suite santa martaSUITE SANTA MARTA
Bergoglio governa come fosse un superiore gesuita: attorno a sé ha un gruppo di consultori, i quali sanno però che alla fine l'ultima parola, la decisione finale maturata dopo una profonda fase di ascolto e confronto, spetta a uno soltanto. Perché nella Compagnia non esistono regole di maggioranza o di minoranza.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/metodo-bergoglio-ascolta-tutti-sta-lontano-da-tutti-e-poi-fa-di-testa-sua-58811.htm

CIPRIANI E TULLI, CAPI DIMISSIONARI DELLO IOR, GALOPPANO VERSO IL PROCESSO PER RICICLAGGIO - ARCHIVIAZIONE PER GOTTI?

I pm romani vogliono scagionare l’ex presidente e incastrare i manager - 13 come giuda: le operazioni sui conti Ior in altre banche di cui non si conosce destinatario, origine e causale (una goccia nell’oceano) - Scarano usava i conti della banca per il passaggio di denaro dei suoi amici “laici”…

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
SEDE DELLO IORSEDE DELLO IOR
Operazioni sospette per oltre un milione di euro effettuate su conti Ior aperti presso altre banche. Almeno tredici trasferimenti di denaro dei quali non si conosce l'origine e soprattutto il reale destinatario e la causale. Esattamente come accaduto per i 23 milioni di euro che si cercò di spostare nel 2010 dal Credito Artigiano a Jp Morgan.
ETTORE GOTTI TEDESCHIETTORE GOTTI TEDESCHI
Su questo si concentrano le verifiche della procura di Roma che contesta il reato di riciclaggio al direttore generale Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli, entrambi dimissionari. Entro qualche giorno sarà notificato l'avviso della chiusura dell'indagine che prelude al rinvio a giudizio. Ma è soltanto il primo capitolo di un'inchiesta ben più ampia che continua su ulteriori illeciti che sarebbero stati compiuti negli ultimi tre anni dai vertici dell'Istituto per le Opere religiose.
nunzio scarano vescovoNUNZIO SCARANO VESCOVO
Gli accertamenti, affidati ai pubblici ministeri Stefano Pesci e Stefano Rocco Fava e coordinati dall'aggiunto Nello Rossi, sono ormai conclusi. E consentono ai magistrati di sollecitare l'archiviazione nei confronti dell'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi, indagato per lo stesso reato proprio in relazione al trasferimento di 23 milioni di euro. Il banchiere ha infatti dimostrato di non aver mai avuto alcuna delega ad operare sui depositi e anzi ha sempre sostenuto di essere stato tagliato fuori dall'operatività dell'Istituto di credito «per la mia volontà di cambiare le regole e rendere trasparente la procedura».

Una modalità evidentemente ignorata dalla direzione generale, come emerge anche dagli atti processuali dell'indagine che ha fatto finire in carcere monsignor Nunzio Scarano, accusato di aver tentato di far rientrare dalla Svizzera 20 milioni di euro di proprietà degli armatori D'Amico, che proprio oggi saranno interrogati in Procura. Sono le intercettazioni telefoniche allegate all'informativa degli investigatori del Nucleo Valutario guidati dal generale Giuseppe Bottillo a dimostrare quanto stretti siano i suoi rapporti con Tulli.
CESARE D AMICOCESARE D AMICO
Il 21 agosto 2012 l'alto prelato parla con l'amico Massimiliano Marcianò che deve effettuare un'operazione presso lo Ior e lo rassicura sulla disponibilità del vicedirettore. Annotano i finanzieri: «Scarano ha riferito al suo interlocutore di aver già preso accordi con Tulli e suggerisce a Marcianò di contattarlo personalmente: "Mettiti d'accordo con lui, lui aspetta la tua telefonata, io l'ho sentito qualche giorno fa, hai capito? Ha detto che tu lo chiami, ti metti d'accordo, e vai li te li fai dare".
PAOLO D AMICOPAOLO D AMICO
Il sacerdote ha precisato, altresì, che era necessario contattare Tulli preventivamente: "L'importante è che tu lo chiami in mattinata così te li prepara". In tale contesto le affermazioni di Scarano hanno lasciato ragionevolmente presupporre che l'operazione bancaria che Marcianò avrebbe dovuto perfezionare allo Ior era un prelevamento di denaro contante».
La dimostrazione, secondo gli inquirenti, che la dirigenza della banca vaticana avrebbe consentito accessi anche a persone esterne, soprattutto «laiche», e questo nonostante i divieti imposti. Un intero capitolo della relazione è dedicato alle attività di Scarano presso lo Ior, visto che il prelato mette i propri conti a disposizione dei suoi amici per il passaggio di denaro. E «giustifica formalmente tali accrediti come una sua rendita estera di natura personale, ponendosi quindi come un vero e proprio schermo interposto al reale beneficiario economico dell'operazione e interrompendo, in tal modo, la tracciabilità del denaro. E questo ha indotto a ritenere quanto meno sussistenti significativi dubbi circa l'origine e la liceità delle provviste estere».
Su tutte queste movimentazioni si continua a indagare, ma si cerca anche di scoprire l'origine del patrimonio di Scarano che gestiva numerosi conti Ior in Italia e all'estero aveva accesso ai depositi dell'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, di cui è stato contabile fino a un mese fa. In una conversazione intercettata con l'armatore Cesare D'Amico «dalla quale si è potuto evincere che l'imprenditore aveva disposto da Montecarlo un pagamento di "primi venti" (presumibilmente 20mila euro) a favore del sacerdote preannunciando altri accrediti per l'inizio del mese prossimo».

Vaticano

Finiscono sotto inchiesta altre tredici operazioni fatte sui conti dell'Istituto  
Corriere della Sera - Rassegna "Fine settimana"
(Fiorenza Sarzanini) Operazioni sospette per oltre un milione di euro effettuate su conti Ior aperti presso altre banche. Almeno tredici trasferimenti di denaro dei quali non si conosce l'origine e soprattutto il reale destinatario e la causale. Esattamente come accaduto per (...) 
Rassegna stampa del sito Incontri di "Fine Settimana"
- «Le dimissioni dallo Ior per volontà di Bergoglio» di Gian Guido Vecchi in Corriere della Sera  
- Anti-crimine e gendarmeria a disposizione di Marco Lillo e Valeria Pacelli in il Fatto Quotidiano 
- Il "sistema" Scarano-Ior tra denaro e agenti segreti di Marco Lillo e Valeria Pacelli in il Fatto Quotidiano 
- Ior, le 13 operazioni che accusano i vertici di Carlo Bonini in la Repubblica
- Ior: Cipriani e Tulli indagati per riciclaggio di Angela Camuso in l'Unità
- Ior, indagine per riciclaggio Spuntano i conti dei D'Amico di Grazia Longo in La Stampa
- Le inchieste e le teste che saltano, per salvare lo Ior dall'inferno di Luca Kocci in il manifesto

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