SOBRIETA' DEL PALCO PAPALE ALLA GMG DI RIO
di Francesco Colafemmina
Intendiamoci, non credo che il Papa conosca per filo e per segno quanto
gli stanno preparando a Rio. In ogni caso sarebbe interessante accostare
la cronaca del volo papale senza letto approntato dall'Alitalia -
simbolo supremo di sobrietà e umiltà papale - al mega palco in fase di
ultimazione presso l'altisonante Campus Fidei a Guaratiba, dove si svolgerà lo "Show del futuro".
Detto palco - in foto - è stato commissionato allo studio di architettura di Joao Uchoa.
Ed è interessante visitare il sito di detto architetto, perché il palco
per Papa Francesco è posto sotto la categoria "Entretenimento". E non è
un caso, visto che l'architetto Uchoa ha realizzato in passato una
sfilza di palchi per concerti, per lo più rock, fruiti da folle oceaniche.
Certo, ci si domanda cosa siano quei corni che emergono dai lati
dell'altare? Forse una stilizzazione del Corcovado? Mah... Un palco
tutto sommato royal underground, una sorta di istituzionalizzazione
dell'underground che ha tuttavia un che di inquietante, ma che
soprattutto non trasuda né sobrietà né tantomeno umiltà. Costruito
attorno ad una figura di pontefice che indubbiamente contrasta con
quella di Francesco che celebra a Lampedusa su un altare-barca
(dimostrando per inciso ai vari Vescovi italiani intenti a demolire gli
altari antichi e a costruirne di nuovi rigorosamente in pietra, che
forse ci si può accontentare di quel che si ha).
L'inseguimento da parte della Chiesa dello stile architettonico del
"concerto rock" è tuttavia una costante cui non sembra ci si possa
sottrarre. Sempre valide, così, le parole di Benedetto XVI pronunciate nel lontano 2008 (tutto ciò che lo riguarda sembra ormai lontano anni luce):
"Qual è quindi la natura di ciò che succede in una Giornata Mondiale
della Gioventù? Quali sono le forze che vi agiscono? Analisi in voga
tendono a considerare queste giornate come una variante della moderna
cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso
ecclesiale con il Papa quale star. Con o senza la fede, questi festival
sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e così si pensa di poter
rimuovere la questione su Dio. [...] Anzitutto è importante tener conto
del fatto che le Giornate Mondiali della Gioventù non consistono
soltanto in quell’unica settimana in cui si rendono pubblicamente
visibili al mondo. C’è un lungo cammino esteriore ed interiore che
conduce ad esse. La Croce, accompagnata dall’immagine della Madre del
Signore, fa un pellegrinaggio attraverso i Paesi. La fede, a modo suo,
ha bisogno del vedere e del toccare. L’incontro con la croce, che viene
toccata e portata, diventa un incontro interiore con Colui che sulla
croce è morto per noi. L’incontro con la Croce suscita nell’intimo dei
giovani la memoria di quel Dio che ha voluto farsi uomo e soffrire con
noi. E vediamo la donna che Egli ci ha dato come Madre. Le Giornate
solenni sono soltanto il culmine di un lungo cammino, col quale si va
incontro gli uni agli altri e insieme si va incontro a Cristo. [...]
Così anche il Papa non è la star intorno alla quale gira il tutto. Egli è
totalmente e solamente Vicario. Rimanda all’Altro che sta in mezzo a
noi."
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