Segnalazione di Redazione Il Faro sul Mondo
di Roberta Barone
I riflettori sono puntati, gli attori non mancano così come la sceneggiatura, forse già abbastanza conosciuta, sembrerebbe prendere forma. E’ il palco ad assumere dimensioni mondiali mentre l’atmosfera, già abbastanza critica, finisce sotto forma di crude immagini nelle tv di ogni angolo della terra.
Anni fa avremmo parlato della Libia, oggi a far preoccupare il mondo è la Siria. Sempre di più sono le stragi di civili innocenti, scene di bambini avvelenati per la sola colpa di essere venuti al mondo in quella terra, da tempo preda di interessi strategici internazionali. La fase della guerra fredda sembrava essere superata, ma oggi sono proprio quei due blocchi a trascinarsi dietro un nuovo quanto già abbastanza consolidato sistema di alleanze. Da un lato la più grande “democrazia” occidentale, quella degli Stati Uniti affiancata a Israele, pronta a finanziare ed appoggiare con ogni mezzo i “ribelli siriani”, gli stessi che quotidianamente si macchiano di crimini orrendi compiendo stragi tra la popolazione e pubblicando foto di teste mozzate di gente che si rifiuta di combattere al loro fianco. Nonostante il parere favorevole della Francia nell’intraprendere un’azione immediata in Siria a fianco di Obama, è lo stesso quotidiano francese “Le Figaro” a sostenere che gli USA da “diversi mesi addestrano con discrezione, in un campo installato alla frontiera giordano-siriana dei combattimenti dell’esercito siriano libero”.
Dall’altro una Russia sempre più determinata a difendere la posizione del Presidente Siriano Bashar Al-Assad. D’altronde, fin dall’inizio, diverse sono state le opinioni su quelle che viene definita “crisi siriana”: lo avevamo visto quando si spaccò il G8 di Enniskillen, nell’Irlanda del Nord. In quella occasione infatti, il tema delle forniture militari lasciò scettica anche l’Europa, mentre gli americani, preoccupati per la presenza delle milizie di Hezbollah a fianco di Assad, insistettero nel realizzare tale progetto tirando in ballo la questione delle armi chimiche ed attribuendo le colpe al regime siriano.
Se è vero che anche la Russia ha i suoi interessi nel non far diventare la Siria una seconda Libia, a parlare di “Nuovo Ordine Mondiale” è stato proprio Vladimir Putin che avrebbe sbugiardato i “ribelli” inviando all’Onu le immagini e i video dei satelliti russi dove si dimostra che i razzi lanciati in Siria e responsabili della morte di circa 1300 persone, sarebbero partiti proprio da zone appartenenti ai gruppi salafiti.
L’obiettivo sarebbe quello dell’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale, un mondo costituito da una gigantesca massa di individui tutti uguali (sotto la scusa dei “diritti civili” tanto cari a quella gente che si rifiuta di guardare oltre le apparenze) e pronta a sottostare al volere di pochi eletti, della finanza e delle logiche di mercato. Un progetto, quello per la Siria, che avrebbe avuto origini proprio subito dopo gli attentati alle “Twin Towers” a New York, come ha affermato il generale americano Wesley Clark.
Oggi però la Siria non è sola. Da un lato può vantare dell’aiuto di una Russia che intensificherà la sua presenza nel Mediterraneo, come ha annunciato il Colonnello Leonid Ivashov, Presidente dell’accademia russa di problemi geopolitici, dopo la decisione del Pentagono di inviare la nave da guerra USS Mahan negli stessi mari. Dall’altro, ad aggiungersi agli sciiti libanesi dell’Hezbollah vi è anche il sostegno dell’Iran che avrebbe mandato almeno 4 mila guardie rivoluzionarie in territorio siriano per sostenere l’esercito di Assad. “Siamo molto preoccupati – ha detto Abbas Araghchi, portavoce del ministero iraniano degli Esteri – per le informazioni sull’uso di armi chimiche in Siria e condanniamo con forza l’uso di queste armi. Esistono prove che sono stati i gruppi terroristici a commettere simili atti”.
“Rifiutiamo e condanniamo le minacce degli Stati Uniti per lanciare un’aggressione contro la Siria”: anche Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, afferma che Obama si sta preparando per una guerra in Medio Oriente, un conflitto che sta già colpendo i popoli siriani ed egiziani.
Nel frattempo, come vi ha già riferito la nostra redazione, è stato scoperto un magazzino dei “ribelli” pieno di barili e maschere antigas di produzione saudita, mentre diversi soldati sono stati ricoverati in ospedale per aver inalato sostanze chimiche. Chi userebbe dunque queste sostanze e contro chi?
Gli Usa mandano gli ispettori Onu in Siria per verificare l’uso di queste maledette armi chimiche mentre il mondo, giustamente impressionato dalle crudeli e massacranti immagini di bambini avvelenati e coperti dalle macerie, presta poca attenzione nel domandarsi da chi realmente questa guerra sia voluta ed alimentata. Mentre l’Italia, dove sembrano più preoccupare le sentenze di Berlusconi piuttosto che la politica estera, diventa sempre più una portaerei americana esposta in primo luogo ad eventuali attacchi da parte dei numerosi nemici degli Stati Uniti d’America.