Una signora italiana mi ha raccontato di essere stata alcuni anni a Buenos Aires e di aver incontrato tre volte il Cardinale Bergoglio. La prima volta che lo vide era vestito con una normale talare nera, aveva un paio di scarpe usurate e una logora borsa nera. Pensò che fosse un prete qualsiasi, ma le altre persone lo riconobbero e gli si avvicinarono per salutarlo affabilmente. Lei rimase molto stupita nel vedere lo stile di vita umile dell'Arcivescovo e l'amabilità con cui trattava con la gente. Tutti e tre gli incontri avvennero sui mezzi pubblici di Buenos Aires (autobus e metropolitana) e ciò fu una sorpresa per lei, poiché in Italia era abituata a vedere gli ecclesiastici girare su costosi macchinoni.
Un'altra cosa che la colpì fu il fatto che il Cardinale Bergoglio si dirigeva verso il quartiere più degradato e malfamato della capitale argentina, dove si recava per aiutare materialmente e spiritualmente i poveri abbandonati da tutti. Vi andava da solo, senza scorta, ma mai nessuno ha osato assalirlo e derubarlo. Era molto amato dalla gente comune.
Quando è stato eletto al soglio di Pietro, la sorella del Papa ha espresso il desiderio di venire a Roma per continuare ad aiutarlo, ma il Pontefice gli ha risposto che in Vaticano non ha bisogno di lei, e l'ha esortata invece a continuare il suo apostolato nei quartieri degradati di Buenos Aires. Le ha chiesto anche di donare ai poveri i vestiti che ha lasciato in Argentina.
Non bisogna scandalizzarsi dello stile di vita umile condotto dall'allora Arcivescovo di Buenos Aires, infatti anche i santi si comportavano allo stesso modo. Per esempio il grande Sant'Alfonso Maria de Liguori, quando venne eletto vescovo, nell'anello episcopale invece di una pietra preziosa fece incastonare un pezzo di vetro ricavato da un fondo di bottiglia. Inoltre viveva poveramente (dormiva addirittura per terra), dava tutto il possibile ai bisognosi, e una volta donò persino la talare nera e fu costretto ad andare in giro con l'abito viola usato per la liturgia. Insomma, pur essendo vescovo, non viveva in maniera sfarzosa (come purtroppo facevano tanti altri sacerdoti elevati alla dignità episcopale), ma conservò sempre uno stile di vita austero da vero successore degli apostoli.
Se vogliamo che il movimento tradizionale si espanda maggiormente, c'è bisogno di tradizionalisti "bergogliani”, cioè di persone che vivano in maniera semplice, aiutino concretamente i poveri, siano gioviali e cordiali col prossimo, abbiano un grande amore per la liturgia antica e il patrimonio dottrinale e spirituale della Tradizione Cattolica. Questa è la miscela giusta per "sfondare a sinistra" e far dilagare il movimento tradizionale.
A frenare l'avanzata del movimento non sono tanto i modernisti, quanto piuttosto gli atteggiamenti di certi tradizionalisti che si comportano in maniera fredda col prossimo, hanno spesso una faccia arcigna, fanno una vita comoda piena di agiatezze, sprecano soldi in cose inutili e magari poi dicono di non essere in grado di aiutare i bisognosi. Insomma col loro comportamento poco cristiano, allontano il popolo dalla Tradizione Cattolica, perché inducono la gente a credere che i tradizionalisti siano persone glaciali, scorbutiche, altezzose, piene di superbia, poco sensibili alle sofferenze altrui, ecc.
I veri tradizionalisti devono avere come modelli San Giovanni Bosco, San Leopoldo Mandic, San Luigi Orione, Sant'Alfonso Maria de Liguori, San Vincenzo de Paoli, e tutti i santi. Il Sommo Pontefice San Pio X affermò che i tradizionalisti sono i veri amici del popolo. Dunque se il popolo non considera come “amici” certi personaggi, evidentemente significa che costoro non si comportano da veri tradizionalisti.
http://cordialiter.blogspot.de/2013/08/i-tradizionalisti-bergogliani.html#
5/08/2013
Il socio Bergoglio paga regolarmente
Appassionato di calcio, il Papa ha rinnovato la tessera del suo San Lorenzo de Almagro
REDAZIONEROMA
Papa Francesco non solo e' rimasto un tifoso sfegatato del San Lorenzo, ma inoltre ''paga religiosamente le sue quote'' in quanto socio del club del quartiere di Boedo, nella capitale argentina. Lo ha rivelato il vicepresidente della squadra, Marcelo Tinelli.
Tinelli, che e' un noto personaggio della televisione locale, ha detto durante una intervista radiofonica che ha ''chiesto come stanno le cose (con il papa) e mi hanno detto che la sua iscrizione e' del tutto aggiornata, grazie all'addebito automatico'' sul conto in banca argentino dell'ex arcivescovo di Buenos Aires.
Dopo la sua elezione al rango di pontefice, Francesco ha mantenuto la sua relazione con San Lorenzo, inviando messaggi personali ai suoi dirigenti e assicurando che la sua passione per la maglia rossoblu non e' diminuita da quando ha traslocato nella Citta' del Vaticano.
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/papa-el-papa-pope-argentina-27002/
«Un gruppo minoritario dei nostri frati non voleva più la messa antica»
Intervista con il procuratore dei Francescani dell'Immacolata, commissariati dalla Santa Sede: «Non è vero che il nostro fondatore ha imposto a tutti il messale preconciliare»
ANDREA TORNIELLICITTA' DEL VATICANO
Il commissariamento dei Francescani dell'Immacolata e la disposizione che subordina l'uso del messale antico all'autorizzazione del superiore continua a far discutere. Siti e blog tradizionalisti contestano duramente il provvedimento. La Santa Sede, attraverso le parole del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha precisato che la decisione non sconfessa affatto il Motu proprio di Benedetto XVI ma è legata esclusivamente alle tensioni esistenti all'interno dell'Istituto. «Vatican Insider» ha chiesto al Procuratore generale dei Francescani dell'Immacolata, padre Alessandro Apollonio, di rispondere ad alcune domande sulle ragioni del commissariamento.
Perché è stata decisa dalle autorità vaticane una visita apostolica al vostro Istituto?
«Perché è stata chiesta da un gruppo minoritario di frati, i quali non condividevano più lo stile di governo del Padre fondatore e Ministro generale, né la sua volontà di promuovere il Vetus Ordo all’interno dell’Istituto, accanto al Novus Ordo, secondo quanto stabilisce il Motu proprio Summorum Pontificum e l’Istruzione Universae Ecclesiae».
Quanto è stata rilevante la questione dell'uso del messale antico nelle ragioni che hanno provocato la visita apostolica?
«Ha avuto una notevole rilevanza perché il suddetto gruppo di confratelli accusava il Padre fondatore di aver imposto il Vetus Ordo a tutto l’Istituto. L’accusa non è assolutamente vera, ma è stata creduta, e a nulla sono valsi i nostri tentativi di dimostrare la sua falsità. Ora, tale falsità si è diffusa a macchia d’olio, tanto che è ripetuta da vari giornali e agenzie d’informazione, con grave danno per la buona fama del Padre fondatore e dell’Istituto».
Siti e blog tradizionalisti hanno reagito alla notizia del commissariamento, e della decisione di far precedere una richiesta di autorizzazione all'uso del messale antico, come una «sconfessione» del Motu proprio di Benedetto XVI. Condivide questa interpretazione? Come commenta la decisione a questo riguardo?
«Padre Lombardi ha chiarito bene che i provvedimenti nei nostri confronti non sconfessano il Motu Proprio. Tuttavia, siamo in attesa dell’interpretazione autentica di queste disposizioni liturgiche della Santa Sede nei nostri riguardi. Non è chiaro, infatti, per esempio, chi siano “le autorità competenti” a rilasciare le suddette autorizzazioni: il Commissario, la Congregazione dei religiosi, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, l’ordinario del luogo, l’uno o l’altro, o tutti in solido?
Speriamo che si tratti di una disposizione disciplinare temporanea, e che al più presto ci sarà data l’autorizzazione a celebrare anche secondo il Vetus Ordo, come sempre abbiamo fatto, senza le attuali restrizioni che ci privano, salvo migliore giudizio, del diritto universale concesso dal Motu proprio Summorum Pontificum e dall’Istruzione Universae Ecclesiae».
Membri del vostro Istituto hanno avuto un qualche ruolo nel diffondere l'interpretazione di cui sopra?
«No».
Nelle precisazioni ai nostri articoli avete sempre ribadito che l'uso del messale antico non era esclusivo e che tutto è stato deciso secondo i termini stabiliti dal Motu proprio. È vero o no che la commissione Ecclesia Dei prima della visita apostolica aveva invitato i Francescani dell'Immacolata alla prudenza circa le modalità dell'estensione dell'uso del messale antico?
«Sì, abbiamo cercato di agire con la massima prudenza e discrezione, nel rispetto del nostro diritto particolare, il quale attribuisce al Capitolo Generale in sessione “la suprema autorità nell’Istituto” (Costituzioni, § 81). È stato proprio l’ultimo Capitolo generale, celebrato nel 2008, a stabilire che il Consiglio generale (ossia padre Stefano M. Manelli con i suoi cinque consiglieri) redigesse un protocollo applicativo per quanto riguarda l’introduzione del vetus ordo nelle nostre comunità. Cosa che è stata fatta con la lettera del 21 novembre del 2011. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei ha giudicato prudenzialmente questa lettera conforme alla mens del Santo Padre Benedetto XVI, ma questo giudizio ufficiale non è stato tenuto in nessun conto nell’evolversi della nostra vicenda. La cosa ci sembra inspiegabile, e ci addolora molto. Affidiamo la nostra causa alla Celeste Avvocata, Regina dell’ordine Serafico».
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