PREGHIERA
Volevo scrivere contro il ciellino da sbarco Mario Mauro, mostrando il suo bellicismo tragicomico (vedi intervista al Corriere) come degno parallelo dell’abortismo solo tragico, per nulla comico, di Emma Bonino, che della corrente edizione del Meeting di Cl è stata, vergognosamente, la presentatrice. Poi però ho visto che nello stand di Tempi vengono raccolte firme contro la legge sulla cosiddetta omofobia, che è una legge, giova ripeterlo, contro la libertà di espressione e di religione. Sono iniziative come questa a giustificare l’esistenza dei movimenti cattolici, vista la latitanza di parrocchie, diocesi e Vaticano (un gran mucchio di preti a cui sembra che dell’espressione e della religione non possa fregare di meno). Il Signore non distruggerà il Meeting per riguardo a Luigi Amicone.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
http://www.ilfoglio.it/preghiera/888
&
http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2700:la-settimana-politica-a-cura-di-mauro-faverzani-e-paolo-deotto-lunedi-19-agosto-2013&catid=54:societa-civile-e-politica&Itemid=123
&
&
========================
IL MEETING DI RIMINI. LETTA NON DICE NULLA E VIENE APPLAUDITO.
E TORNIAMO A CHIEDERCI: DOVE VA COMUNIONE E LIBERAZIONE?
di Paolo Deotto
Ieri , domenica 18 agosto 2013, si è aperta la XXXIV
edizione del Meeting di Rimini. Incontro con il Presidente del Consiglio,
Enrico Letta. Letta è un uomo senza dubbio garbato, fa tanto giovane perché non
si è nemmeno messo la cravatta, non sembra una salma riesumata malamente come
il suo predecessore, il nefasto Loden. Tutto ciò è molto bello. Però raramente
è capitato di sentire un discorso così vuoto di contenuti reali. Già, perché,
ci sia consentito, un Capo di governo non può rifugiarsi in una serie di belle
affermazioni di principio, tanto generiche quanto indiscutibili, ma non fornire
uno straccio di dato concreto che giustifichi le sue affermazioni. Pare infatti
che l’Italia non stia vivendo un momento molto facile, e avrebbe bisogno di
fatti concreti e non di discorsi aulici.
“Non lasceremo soli i giovani. Lavoreremo e faremo di tutto
perché riescano ad avere opportunità che altri giovani in altre parti d'Europa
hanno oggi. Grazie all'Europa e a un'Italia migliore daremo ai giovani questa
opportunità.” Domanda: come?
“Dal richiamo di Napolitano è cominciato un cambiamento” ha
esordito Letta, ricordando il discorso del presidente al Meeting di Cl di due
anni fa in cui Napolitano chiedeva alle istituzioni di «parlare il linguaggio
della verità». “Abbiamo la sensazione che in questi ultimi due anni un percorso
si è compiuto. Un segno è dato dallo spread, che è tornato a livelli inferiori
rispetto a due anni fa.” (peccato che oggi lo spread sia di nuovo schizzato in
su… N.d.R.). Domanda: a quale cambiamento si riferisce Letta? A quello
inaugurato con la politica del Loden e della Fornero, che ha portato la
distruzione della previdenza e l’impoverimento progressivo e inarrestabile?
Ma poi si scatena nel poetico, il nostro bravo Presidente
del Consiglio, quando afferma con decisione che “L'Italia sa che può uscire
dalla crisi e non voglio che nessuno interrompa questo percorso di speranza che
abbiamo iniziato.” Percorso di speranza, nientemeno. Cosa corrobori questa
speranza, resta un mistero. Forse il fatto che la disoccupazione è in costante
aumento? Che le banche non concedono credito alle imprese?
Potremmo proseguire, ma potete leggere l’articolo del
Corrierone per avere il quadretto completo. Ci limitiamo a far notare che Letta
afferma apoditticamente che il 2014 “può essere l’anno del nuovo inizio”. In
primis sarebbe bello capire cosa intenda per “nuovo inizio”, ma ancora più
bello sarebbe capire perché il 2014 sia così foriero di speranze. Gli italiani
sono già stati presi in giro a sufficienza dal Loden che “avvertiva”, stile
cane da tartufi, la ripresa alla fine del 2012, salvo poi spostarla al 2013;
visto che del 2013 si sono già consumati i primi due quadrimestri, e stiamo
peggio di prima, spostiamo questa data della fantomatica ripresa, o del “nuovo
inizio”, al 2014, tanto secondo una certa banda di politici gli italiani sono
tutti fessi e stanno a sentire beati…
Tutto senza una cifra, tutto senza una spiegazione. Un inno
alla speranza, molto bello e sensato come quello che potrebbe fare un medico
che dicesse a un malato grave: “Lei guarirà!”. “Grazie, dottore, ma che cure
devo fare? Che farmaci devo prendere?”. “Non si preoccupi, lei guarirà, glielo
dico io”. Poi il medico se ne va, senza aver intrapreso alcuna terapia, perché
non ha capito nulla della malattia, oppure l’ha ben capito e non sa come dire
al malato di fare testamento.
“Lei guarirà!”. Tanto bello, tanto vuoto.
Tutte queste meravigliose speranze, per le quali si è
intrapreso il cammino della speranza, come si realizzeranno? Ma è ovvio, in
Europa. L’Europa è sacra, l’Europa non si mette in discussione, l’Europa è la
gioia.
Da anni annorum il Meeting ospita i politici più importanti
e ci chiediamo, di anno in anno, perché continui a farlo. L’anno scorso avevamo
visto l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione per il Loden;
ora il nefasto ragionierino col grembiulino non c’è più, e il turno è di Letta,
peraltro suo degno epigono. Con sperimentata capacità di cambiare l’oggetto
dell’amore, purtroppo Comunione e Liberazione sembra comunque non resistere al
fascino del “potente”. Certo, farsi fotografare mentre si stringe la mano al
Capo del governo, seppur molto pro- tempore e seduto su una sedia che
scricchiola di continuo, può essere molto eccitante, può soddisfare quella
piccola e umana ambizione di essere importanti, fotografati, intervistati. Ma
francamente da un movimento ecclesiale, proprio perché così importante come
Comunione e Liberazione, e quindi in grado di attirare i politici (che lo usano
come passerella), sarebbe lecito aspettarsi un altro approccio con i “potenti”.
Sembra che i nostri amici (e non uso la parola “amici” con
ironia, ma col cuore) di Comunione e Liberazione non si siano resi conto che
(per dirne una, non piccina), tra pochi giorni si discuterà in Parlamento una
proposta di legge che, partendo dal falso problema della “omofobia” si propone
di stravolgere le basi morali della Società; già, perché se anche si
attenuassero o addirittura si azzerassero le ben chiare minacce alla libertà
religiosa e alla libertà di espressione, contenute nel progetto di legge,
resterebbe la follia di dichiarare per legge l’omosessualità come un “valore”
degno di particolare tutela giuridica. Tutto questo va bene a Comunione e
Liberazione? Stento a crederlo, anche perché tutti capiscono che una normativa
da manicomio quale quella che si prospetta serve come grimaldello per far
passare in breve tempo anche quell’oltraggio alla natura, al buon senso e al
Creatore che sono i cosiddetti “matrimoni” tra omosessuali.
Stento a credere che tutto ciò vada a genio a Comunione e
Liberazione, però vedo anche con molta tristezza che ufficialmente il movimento
non ha nemmeno considerato l’esistenza della raccolta di firme lanciata dai
Giuristi per la vita proprio contro questo progetto.
Certo, un governo in cui siede, in una delle più importanti
poltrone, una Bonino, potrebbe essere turbato da critiche contro quel progetto
di legge che soddisfa le manie di quel radicalume-chic a cui ormai si è ridotta
la sinistra, tanto da fa rimpiangere solidi ma intelligenti manigoldi come
Palmiro Togliatti. In quel governo siedono ministri di estrazione ciellina,
come Mauro e Lupi, a cui va benissimo essere colleghi di una Bonino,
portabandiera della legge più perversa che si possa immaginare, quella 194 che
ha legalizzato l’omicidio dei bambini nel ventre materno. Non turbiamoli con
problemi scottanti, come la difesa della famiglia (l’unica possibile).
È molto più facile, più gratificante, essere vicino ai
“potenti”, magari corroborati dalla pia illusione di poter fare chissà cosa
perché si è riusciti a mettere un ditino in quella stanza dei bottoni, il cui
interruttore generale è però ben lontano, nelle ovattate stanze del potere
bancario e massone che sta ammazzando l’Europa.
L’Europa, quell’Europa che ha rifiutato di riconoscere le
proprie radici cristiane, che si fa paladina dei diritti degli omosessuali, che
bacchetta gli Stati in cui si possa avere qualche intralcio nel felice
esercizio del “diritto” di aborto. Questa Europa va bene ai nostri amici di CL?
Si direbbe di sì, quanto meno se dobbiamo dare ascolto a Giorgio Vittadini, che
intervistato il 12 agosto dalla Stampa, parla dell’Europa come “punto possibile
di una ripresa; è l’occasione per rilanciare i valori alti della politica”. Ma
caro Giorgio, di quale Europa parli? In che modo l’Europa, paladina dei valori
più bassi (in senso morale e anche come ubicazione) può rilanciare i valori
“alti”? E in che modo l’Europa, il cui perno è la BCE, banca privata a
beneficio della quale gli Stati hanno spensieratamente rinunciato alla
sovranità monetaria, potrà essere il “punto possibile di una ripresa?”.
Comunione i Liberazione è in permanente oscillazione tra
splendide realizzazioni in campo sociale, grandi testimonianze di fede, e una
rara capacità di confusione a livello politico, unita a una perniciosa tendenza
al conformismo.
Non sarebbe ora che il Meeting, momento di maggior
visibilità a livello mondiale di Comunione e Liberazione, smettesse di fare
queste passerelle di potenti da ossequiare e con cui farsi fotografare?
Mi sembra a volte che ciclicamente torni quel putiferio
mentale per cui i ciellini del 1969 firmavano in Università Cattolica a Milano
un manifesto (visto coi miei occhi) per “cacciare i fascisti dalla Cattolica”,
e lo firmavano insieme a “Lotta Continua”. Poi, vado solo a memoria, abbiamo
visto le pubblicazioni, chiamiamole così “giovanili” della Jaca Book, con
volumetti di Regis Debray e Fidel Castro. Abbiamo visto quella fabbrica
di confusione che fu il Movimento popolare. E abbiamo visto l’idillio con
Craxi, eccetera eccetera. Tanta, tanta confusione. E tutto ciò, che c’entra con
un movimento ecclesiale, tanto più quando manca una parola, che sia una, contro
i progetti di definitiva rovina morale dell’Italia?
Vedremo. Cosa ci riserverà il Meeting 2014? Come grande
amico di CL, come anziano che incontrò la Chiesa in Gioventù Studentesca nel
lontano anno scolastico 1962/63, sogno un Meeting che sia una testimonianza di
grande presenza cattolica nel mondo. E che se proprio vuole occuparsi di
politica, lo faccia con una propria anima cattolica e si ricordi che i
cattolici non hanno bisogno di andare a mendicare applausi e non-idee dai
potenti di turno.
&
IL MEETING DI RIMINI E IL SUPERMERCATO DELLE IDEE - di Patrizia Fermani
Per chi arriva per la prima volta al meeting di Rimini senza una precisa idea della sua organizzazione, la prima reazione è senz'altro di stupore. Stupore per le dimensioni degli ambienti occupati e per i flussi di persone che si muovono in questi spazi senza soluzione di continuità. L'impressione complessiva è comunque grosso modo, su scala più grande, quella che si avverte in un grande centro commerciale, senza la massa variopinta delle merci più disparate che fanno di quei luoghi anche una sorta di paese dei balocchi. In ogni caso, in virtù del frastuono costante, e del movimento continuo delle persone, è percepibile una sorta di diffusa alienazione, di un automatismo cui tutti sembrano adattarsi pur nell'apparente quasi euforico vitalismo comune. Troppo tecnicamente efficiente e apparentemente variegato per pretendere che possa germogliare la scintilla di un pensiero che trafigga l'uniformità della molteplicità programmata. Come dire il tailleur di irripetibile fattura nella inesauribile quantità di scelta degli abiti del centro commerciale.
Poi incontri in un piccolo spazio ricavato da un passaggio, davanti ad un circolo persone sedute a semicerchio, due splendidi giovani che spiegano a pochi eletti la forma di protesta da loro ideata, l'esperienza della Manif, in sit in letterario: come e perché hanno pensato sia questo il modo migliore per diffondere la ferma convinzione della barbarie autodistruttiva che viene dalla prepotente imposizione della ideologia omosessualista e dalla sua pretesa di prendere in pugno la società intera per strangolarla inesorabilmente. Lui parla con la sicurezza naturale in chi è forte di idee meditate e sofferte pur nella consapevolezza di una iniziale solitudine, lei trasmette la profondità di uno spirito altrettanto forte e sereno, nello sguardo che incide il volto bellissimo. Parlano con la coscienza di avere abbracciato una causa difficilissima, ma che va combattuta senza timore e senza cedimenti perché la posta in gioco è - dicono - il futuro dei propri figli, la possibilità di comunicare una vita forte di valori autentici come quelli che essi hanno ricevuto dall'amore e dalla intelligenza delle proprie famiglie. C'è un'oasi di sapienza e di forza d'animo che forse nessuno sperava di trovare così eloquente e significativa nel grande supermercato di parole più consumate.
Per fortuna, pensa il visitatore occasionale, da qualche parte hanno messo anche un banchetto per raccogliere le firme contro la dissennata, proterva e liberticida legge presentata alla Camera sulla c.d.”omofobia”. Questi meravigliosi cavalieri solitari forse potranno trovare ancora un seguito di gente che non ha smesso di pensare e di capire dove può andare a sfracellarsi il caravanserraglio di una società alla deriva. Certo le firme vengono raccolte e numerose. Molti pensano ancora che l'insania non può e non deve prevalere anche se viene alimentata da tanta ignavia, pusillanimità o semplice cinismo.
Poi a sera il grande Moloch si muove proprio in aiuto di questa insania. Comunione e Liberazione avverte che la raccolta di firme non è affar suo, che non è nel suo orizzonte mobilitarsi contro alcunché, perché - anzi - la moltitudine di gente accorsa al Meeting dimostra quanto siano benvenute e accolte tutte le diversità.
Certo sarebbe difficile che il Meeting avesse potuto non accogliere le diversità: che so, far entrare solo quelli col naso aquilino (peraltro molto rari in epoca di chirurgia plastica mutuabile) o sopra il metro e novantasette di altezza o senza l'alluce valgo. E poi stiamo attenti, perchè la diversità può non essere una cosa bella (come direbbe icasticamente Bergoglio): basti pensare come la intendeva Dante all'apparire di Cerbero “fiera crudele e diversa (che) con tre gole caninamente latra”, o di fronte a chi era alieno da “uomini diversi d'ogni costume”, cioè privi di ogni buon costume, scostumati. Appunto. Piuttosto che inimicarsi chi è privo di ogni buon costume, CL preferisce negare il problema. Tanto il Meeting è solido ed ecumenico, offre tutte le idee e tutti gli orientamenti a prezzo unico. Tutti possono ballare tranquilli e sponsorizzati anche se la nave affonda. Con buona pace del fondatore, che forse qualche idea non proprio diversa da quelle dettate dalla ragione ce l'aveva di sicuro.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.