Nota del nostro gruppo: fuori dal caotico chiacchiericcio, attenti alla realtà perché se ne impari
Chi
troppo in fretta sal, cade sovente/ precipitevolissimevolmente
(specialmente volendo saltare forzatamente la tappa della Quaresima e passare
dal Tempo Ordinario alla Pasqua).
La
radice del disorientamento attuale non sta tanto nella forza dell’errore,
quanto nella debolezza di quelli che dovrebbero testimoniare la verità (S.
Agostino).
Errare
humanum est, perseverare diabolicum (è il vero discrimine).
15-VIII-2013
Assunzione della Beata
Vergine Maria
Domenica scorsa al Santuario parrocchiale di Campocavallo in Osimo dei fedeli hanno appreso che quella del 28 luglio, avvenuta senza comunicazioni pubbliche particolari, era stata l’ultima della serie di S.S. Messe Vetus Ordo celebrate in questa sede dopo il Motu proprio “Summorum Pontificum”.
Ciò in dipendenza dal Decreto dell’11
luglio della Congregazione dei Religiosi - riguardante specificamente l’Ordine
dei Frati Francescani dell’Immacolata e ad esso limitato - cui avevamo accennato
in extremis nell’articolo del 1°c.m.; ma lo è fino a un certo punto.
Infatti domenica 11 due di noi
si sono recati a salutare il sacerdote che celebrava tali Messe, gli hanno assicurato
le nostre preghiere (in dovere di carità, essendoci delle persone in situazioni
spiacevoli), e gli hanno chiesto: padre,
il provvedimento vaticano dice che il vostro Istituto da domani può
celebrare nel Vetus Ordo soltanto con
l’autorizzazione (del vostro Commissario): per Campocavallo avete chiesto la
conferma di queste celebrazioni, già in essere, e vi è stata totalmente negata?
Risposta: no, non abbiamo presentato richiesta (e noi abbiamo apprezzato che ce
ne ha accennato alle ragioni, le quali ci inducono a dubitare della fondatezza di
certe affermazioni scritte di qualche altra persona dell’ambiente).
Già ci era pervenuta qualche
voce in tal senso (non molte perché noi al turismo su Internet – foriero spesso di un vorticoso depistaggio – preferiamo il
turismo tra il creato, e all’affrettato frastuono delle chiacchiere continue sul
web preferiamo l’applicarci a
iniziative sul territorio): ma, per amore alle vie dritte, abbiamo preferito
chiederlo espressamente ai più diretti interessati.
Dunque non è soltanto tale Decreto
vaticano, che, pur suscitando in ogni caso serie perplessità, di per sé avrebbe
potuto essere compatibile con la prosecuzione delle Messe gregoriane a
Campocavallo (sebbene sarebbe stato comunque un ulteriore fattore di condizionamento
di un centro che già da tempo – come peraltro si vociferava in privato, tanto
per cambiare, e come adesso molti sembrano aver dimenticato – presentava
scricchiolii e segnali di riflusso): ma i religiosi del luogo, principali
organizzatori e “gestori di casa”, hanno ritenuto di non provare neppure a
difenderle. Neppure quella dell’11 agosto che, fino alla cancellazione due o
tre giorni prima (!), era stata confermata anche telefonicamente. Questo è il
fatto.
* * *
Sicché noi, in continuità con quanto
avevamo detto già in “tempi non sospetti”, poniamo questa domanda: è una cosa seria
(non le persone, s’intende: la cosa, la situazione, la linea) prima attirare
gli amici del rito antico, favorire grandi aspettative, seguire una politica di
diffusione assoluta di questo rito (in piena simbiosi con l’altro, negli
ambienti parrocchiali attuali), Pontificali inclusi; e poi, davanti all’opposizione
che ciò tende a scatenare (perché di fatto è
così! In certi testi magari no, ma nella realtà sì), rifiutarsi di
affrontarle e chiudere tutto, passando repentinamente dal tanto al nulla?
Probabilmente non erano in
condizioni di fare altrimenti: appunto! Che solidità aveva, dunque, anche questa
appariscente iniziativa? Diversi fedeli hanno scelto di puntare qui pensando di
aver trovato un “cavallo” sicuro, nell’illusione comoda e velleitaria della Messa (antica) senza problemi: davanti a
un tale crollo, avranno pensato all’evangelica casa fondata sulla sabbia? Avranno pensato che in genere al pettine
giungono nodi anteriori, anche di vecchia data, sicché è tutta una mentalità
che va messa in discussione? Avranno pensato a quel noto proverbio per cui le
scorciatoie (menzognere) hanno le gambe corte? O avranno evitato di andare al
senso dell’accaduto?
La questione principale è
questa. Chiama ampiamente in causa il “fronte interno”, ovvero la qualità
dell’ambiente praticante o vocato al Vetus
Ordo (come da nostra impostazione), e non va oggettivamente sviata su altri
discorsi, anche quelli fondati.
Non va incentrata (e ridotta),
ad esempio, sulla vociferata appartenenza dell’ultimo celebrante a una corrente
di pensiero degli FI opposta rispetto a quella di uno precedente. Anzitutto
perché, considerando bene (senza l’effetto droga della gran chiesa e delle tante
celebrazioni) la situazione concreta di tale centro di Messa gregoriana e il
suo soggetto organizzatore, già dall’inizio non si poteva ragionevolmente
presupporre che non fosse venuto presto un altro celebrante, magari di un’altra
corrente interna. E inoltre perché – limitandoci a un esempio – dalla
bocca del medesimo precedente celebrante uno di noi ha udito, con le proprie
orecchie, le seguenti affermazioni, intrinsecamente in contrasto. Prima
affermazione: sono stato dal Vescovo e gli ho detto che queste celebrazioni
possono essere buone per controllare l’ambiente (del Vetus Ordo), per controllare dei soggetti pericolosi (affermazione
che una persona commentò con uno di noi – in privato, s’intende – come
gravissima, lamentando certo politicantismo: eppure ora – in pubblico – va
commentando la recente novità con lodi sperticate agli FI, nelle quali non si
ravvisa nessun barlume di riserva verso certa linea. Mentre va dicendo – in
privato – che è don Tizio che gli dice cosa dire, che noi siamo troppo duri
etc. ... E noi rispondiamo: speriamo di non essere duri di comprendonio, e
comunque capiamo che per duri i suoi
referenti intendono non facenti imbrogli).
Seconda affermazione: era costituita da un giudizio pesantemente negativo su
certa predicazione del medesimo Vescovo. Non diciamo altro: ma entrambe le
affermazioni sono uscite dalla stessa bocca (ed entrambe sotto il regno di
Benedetto XVI).
Sono certo religiosi con
aspetti ammirevoli, più ampiamente sono persone che hanno tentato di fare
qualcosa, non è questo il punto. Ma sotto il profilo della situazione oggettiva
questo centro liturgico, pur avendo evidentemente degli aspetti pregevoli, era
anche - come l’avevamo definito - un «centro
degli equivoci (e delle illusioni)».
Infatti ci siamo guardati dal confluirvi e limitati a un coinvolgimento ridotto,
preferendo e indicando un’altra strada: stante il riconoscimento “sul campo” della
realtà attuale (extraordinaria) e l’attesa
delle tempeste in arrivo, ci siamo organizzati in modo da affrontare tali
avversità senza le ricorrenti menzogne (nobilitate come “diplomazia”) cui più
volte qualche fedele organizzatore ha riconosciuto in privato di far ricorso,
come corrispettivo (non di rado anche vano) di certe fragili realizzazioni. Abbiamo
fatto bene quello che abbiamo fatto! E ora, a fronte del suo traumatico esito,
ce la prendiamo non con il frutto ma con l’albero.
A proposito di centro degli
equivoci e di strane lodi sperticate. In questa occasione gli FI ne hanno avute
non poche dalle parti della Fraternità San Pio X (che infatti appoggiava
Campocavallo, in quello che abbiamo definito il compromesso storico tra FSSPX e
parte degli “allineati” - proprio quelli pienamente “integrati”: compromesso
storico di cui il centro ecumenico di Campocavallo, non riducibile a una delle
sue componenti, era appunto uno dei simboli, assieme a un noto sito; e che ora
sembra mostrare la corda). Eppure la posizione che gli FI hanno appena ribadito
– e non qualche esponente della corrente più “Novus Ordo”, ma gli organi ufficiali – sembra essere quella che la
FSSPX ha sempre e fortemente attaccato, squalificando chi sosteneva cose del
genere (anche in una maniera ben più parziale). Vi si legge infatti: l’Ordine si riconosce nella «linea»
espressa da P. Lombardi; «non è mai stata
intenzione del nostro Fondatore arrivare ad un uso esclusivo» del Vetus Ordo, «non vuole nemmeno che diventi l’uso esclusivo, e lui stesso ha dato
l’esempio celebrando ovunque secondo l’uno o l’altro Ordo. È bene sapere che prima, durante e dopo la
Visita Apostolica (luglio 2012-luglio 2013), come pure attualmente, l’uso
esclusivo o prioritario della maggior parte delle Comunità F.F.I. è il Novus
Ordo (S. Messa e Breviario)», e «lo
stesso P. Manelli celebra soprattutto il Novus Ordo (S. Messa e Breviario)».
Non manca neppure, naturalmente, un riferimento all’«armonia tra il Vetus Ordo e
il Novus Ordo» in tale ambito (Nota
ufficiale, diffusa il 4 agosto). E in una Dichiarazione subito emessa, lo
stesso «P. Stefano M. Manelli, con tutto
l’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata unito a lui» dichiara
seccamente «obbedienza» a tale Decreto,
senza dire null’altro. E talvolta, come abbiamo visto e com’è oggi assai ricorrente,
si va anche oltre.
Curioso: proprio negli stessi
giorni si è avuta notizia del provvedimento vaticano circa i Francescani
dell’Immacolata e delle manovre tendenziose del Commissario vaticano
dell’Istituto del Buon Pastore; con resistenza aperta (peraltro in modalità conformi
a possibilità previste dal Codice di Diritto Canonico, che sarebbe dannoso per
il grande valore dell’ubbidienza squalificare semplicisticamente come
disubbidienza) di una parte di quest’ultima Congregazione. Eppure anche dall’area
della Fraternità San Pio X si sono
levate proteste e lodi per gli FI (con solidarietà – di questa o di altra
provenienza – ora, peraltro, respinta drasticamente al mittente) e silenzio di
tomba sull’IBP in cui comunque c’è un’audace battaglia in corso, in cui un tale
avallo alla riforma liturgica (e alla situazione attuale in genere) obiettivamente
non c’è. Sarebbe semplicista (o “interessato”) non porsi la domanda: perché?
NOI CONTINUIAMO ("se la Sua Man ci regge"). Un centro tradizionale resistente (in tutti i sensi) |
Davanti
a una tale caduta non c’è da essere né cedevoli (allineandosi ancor più oppure
scoraggiandosi), né arrabbiati (e spesso demagogici), né l’una e l’altra cosa a
seconda delle occasioni (quella che avevamo chiamato “area doppia”). C’è da
andare alle radici, smettendola di tralasciare i preliminari. Dal fare
chiarezza alla metanoia. In tale
prospettiva, e in una moderata fiducia di qualche frutto della consacrazione al
Cuore Immacolato di Maria del mondo il prossimo 13 ottobre, invitiamo a mandare
la Supplica al Santo Padre per il necessario intervento del Cielo (se qualcuno
ancora non l’avesse fatto); a rileggere un articolo prezioso per comprendere
con un po’ di profondità la crisi nella Chiesa, e la giusta attitudine in
risposta: Un lettore d'oltreoceano..., e magari anche i Libri dei Maccabei; mentre ribadiamo la
determinazione del nostro gruppo (non soltanto liturgico) a continuare una
battaglia dottrinale, nell’apertura a chi voglia venire con noi a portarla
avanti.
Circolo
“Cattolici per la Tradizione”
Chiaravalle-Monte San Vito (AN)
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