ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 3 agosto 2013

LETTERA A SUA SANTITA'

)(sui Francescani dell'Immacolata)

A  Sua Santità
Papa Francesco I
Città del Vaticano 
Santità:
             Papa Giovanni XXIII, annunciando il Concilio, affermò che la Chiesa non avrebbe più perseguito la pedagogìa della punizione – interdetto, scomunica, anatèma – ma usato lo strumento della misericordia. E ciò è stato sempre e sempre applicato, ma soltanto a pro dei nemici della Chiesa, anche per quelli più ostinati, violenti e subdoli.  Ad essi è stato consentito, in virtù del così detto dialogo, sostituto dell’evangelizzazione, di entrare ed insegnare nelle Università cattoliche, di inquinare i seminari, di intervenire su giornali e riviste cattoliche e gestire l’informazione; a loro è stata concessa la “cattedra del non credente” o affittato il “cortile dei gentili”. Mai una sferzata per chi,palam vel clam, incideva la Carne Viva della Chiesa versandovi il veleno canceroso dell’eresìa e dello scetticismo, dilagando al punto che oggi, fior di teologi e di prelati, senza vergogna, predicano la “teologìa del dubbio”, sbiadiscono il dogma, stimolano alla “ricerca” nel solco maleodorante di Cartesio e di Kant, e sospettano, con arzigogoli e bizantinismi, della Parola di Chi si è proclamato VIA, VERITA’ e VITA.

E’ del marzo 2010, ad esempio, un Convegno – uno dei tanti -  organizzato con scialo di locandine e tanto fiato di trombe annunciatrici, dalle Diocesi del Lazio, ove s’è discusso, amabilmente, tra cattolici, docenti della Lateranense, ebrei, atei, buddisti e islamici sull’alternativa RESURREZIONE/REINCARNAZIONE ? con buona pace di chi disse: “IO sono la Resurrezione e la Vita”.
Ma non v’è necessità che le elenchi, Santità, i nomi di questi attivisti stante che la maggior parte, nota e famosa, orbita nei sacri palazzi ove continua, sotto i suoi occhi compiacenti o distratti, la semina del diavolo.

    Mentre – dicevo -  per i nemici di Dio, la Santa Madre Chiesa ha sempre speso parole di stima e di deferenza - arrivando a compromessi sul terreno dogmatico - e pur anche nei confronti di quelle confessioni visibilmente connotate per aspetti rituali intrisi di una ferocia tribale, luciferina, Essa in tutti questi anni postconciliari ha, invece, mostrato acredine, sprezzo  e durezza verso i così detti “tradizionalisti”, termine che io correggo in “Tradizionisti”, colpevoli di opporre lecite obiezioni a taluni documenti conciliari di chiara deriva eretica e modernista o a talune manifestazioni di chiara trasgressione come Assisi 1986/2011 con le cui assemblee multireligiose non solo si è dato credito e valenza soteriologica ad ogni confessione, ma si è violato il 1° comandamento, irriso il  Ps. 95 che ammonisce “Omnes dii gentium daemonia”, stracciato e oscurato l’intero Levitico – parola del Signore – in cui si fa divieto espresso di mescolare il Suo Popolo, La Chiesa cioè, con gli idoli delle altre religioni; colpevoli soprattutto, i tradizionisti, di voler “ad - sistere” alla Messa di rito antico mai cancellato e, per di più, rinforzato con il decreto “Summorum Pontificum”, quello che Lei, Santità, consciamente ignora e disconosce.

   Ora, per sua diretta volontà, Santo Padre, la mannaia dell’Inquisizione, dopo la Fraternità S. Pio X, cala sulla Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata, colpevoli di  celebrare - oltre la Messa ordinaria, quella delNovus Ordo paolosesto - la Santa Messa di San Pio V, rito ove si avverte sensibilmente la presenza di Dio, ove nel silenzio e nell’adorazione il fedele,solo assistendo, “partecipa”, nel vero senso della parola, al Mistero che si compie e si manifesta nel biblico “terribilis locus”.
Pare, quindi, che questo sia il reato dei Frati, meritevole, perciò, di commissariamento.
Ma Lei, Santità, sa, o dovrebbe sapere, che nel mondo intero, in ogni diocesi o parrocchia, il Rito della Santa Messa, così come il Corpus Liturgicum e ilCorpus Dogmaticum, subisce oltraggi e deformazioni, tanto che ognuno si costruisce un rito a propria misura e piacimento.  In Brasile, come in Argentina, i massoni concelebrano la “Consacrazione” in compasso, grembiule e maglietto;  cardinali di Santa Romana Chiesa  - si ricorda il cardinal Tettamanzi? - fanno il tifo per le moschee quasi che abbiano avuto l’incarico di servire Maometto; indecenti preti concludono il santo Rito sventolando bandiere comuniste ed intonando canzoni oscene; in Francia, in Germania e in Italia, il sacerdote celebra festeggiando, per la gioia dei presenti, il carnevale, halloween, Till Eulenspiegel mascherandosi da idiota, da pulcinella con la torma di bambini che carosella attorno all’altare; c’è chi amministra i sacramenti ballando col sottofondo di musiche festivaliere; in talune chiese cattoliche di Francia sale all’ambone il musulmano che invoca “l’unico Dio”, comune a Chiesa e Islam;  sacerdoti  celebrano le esequie posando, sull’altare del Sacrificio, pupazzi, giocattoli, palloncini o posizionando  motociclette; sacerdoti che benedicono i fedeli tirando loro secchi d’acqua; altri ancora organizzano giochi televisivi, sagre della barzelletta, mentre i fedeli, tanto in estate che d’inverno, “partecipano” alla Messa in abiti sconci senza che il sacerdote faccia loro osservare un minimo di decoro. Se glielo faccio osservare io, mi rispondono che, loro, Dio ce l’hanno nel cuore e, soprattutto, ti dicono che la Messa è una “mensa”… mentre il parroco mi invita a “farmi i fatti miei”!!!!.
Nella mia chiesa parrocchiale è frequente che, durante la Consacrazione, qualche cristiano adulto se ne vada al bagno, sito in un attiguo corridoio ed ivi faccia rumorosamente scrosciare l’acqua mentre il celebrante sillaba le sacre Parole.
Se questo è lo Spirito del Concilio, quello che si caratterizza per un’Ermeneutica della continuità, allora Lei, Santo Padre, fa bene a punire i Frati, perché costoro, invece di ballare il samba, di ridere sganasciandosi, di gesticolare invasati come quei vescovi di Rio irriverenti blasfemi ed ebbri di gioia bacchica, invece di fare tutto ciò, se ne stanno, nel silenzio e senza cellulari o cineprese, a pregare per la Chiesa e per i peccati dei suoi pastori; perché invece di distribuire la Comunione a migliaia di anonime mani – una domanda: nel paese in cui prospera il culto satanico di Damballah, che strada avranno preso molte Sacre Particole distribuite in massa? – essi, i Frati Francescani, la distribuiscono in bocca, esigendo l’inginocchiamento del fedele, così come dice e ordina San Paolo (2 Fil., 6, 11).
Lei, quindi,  fa bene a punirli perché essi debbono “sentire cum Ecclesia”, con questa Chiesa moderna e modernista, spettacolare e ricca d’apparenza e povera di fede, perché debbono, essi, aprirsi al mondo nel modo con cui, da 50 anni, fanno egregiamente la stessa Chiesa e il Magistero, con il risultato, però,  che il mondo è entrato in Essa, prima attraverso delle fessure, poi, attraverso delle brecce e poi attraverso i portoni spalancati.
E’ il fumo di Satana, della massoneria, dell’eresìa, fuoco e fumo appiccato, e poi denunciato, da Paolo VI piromane e pompiere.

     Altra colpa dei Frati Francescani dell’Immacolata? Forse l’abbondanza di vocazioni, una evidente grazia di Dio che va in controtendenza col fenomeno penoso dell’abbandono di oltre 120 mila consacrati che, stando agli studi del defunto padre Giacomo Martina S. J., si verificò dal 1965 al 2005.

    E poi: uno dei tratti più sconfortanti, Santità, del Decreto di Commissariamento, è quello in cui si prevede la  spesa di tale funzione a carico totale degli stessi Frati, una misura che, come qualcuno ha scritto, è tipica dei peggiori regimi tirannici i quali fanno pagare alle vittime, o ai loro familiari, la spesa della pallottola con cui verranno uccisi, come in Cina ad esempio, o come nel risorgimento italiano allorché la monarchia si fece pagare, sotto forma di tassa di guerra, le spese occorse per l’invasione del Sud, dagli stessi meridionali.
Mai, nella Chiesa, s’era verificata questa abominevole circostanza.
Una vergogna che prelude ad una sentenza di condanna già scritta.

   Sappia, Santità:  fu con siffatta pastorale e siffatto spirito ecumenistico che Giovanni XXIII perseguitò San Pio da Pietrelcina, una macchia che non gli impedirà, tuttavia, in questa Chiesa distratta e superficiale, mondana, attenta soltanto al sociale, all’accoglienza  e alle cose di quaggiù, estemporanea, politicizzata e simoniaca, di chiamarsi santo.

    Io vedo, Santità, in questa sua  tensione riformistica -  e lo dico con rispetto ma con pena e con dolore -  l’avverarsi della profezia che la Vergine annunciò a La Salette, ribadita poi a Fatima, profezia che rivela la grande apostasìa della Chiesa, anzi dei suoi uomini, i pastori che, invece di vigilare e difendere il  gregge a loro affidato, sono usciti dall’ovile per dialogare ed accordarsi con i lupi. E chi ne avrà la responsabilità ne pagherà le conseguenze in rapporto al grado di carisma ricevuto da Cristo, Lei per primo, che non è soltanto il “Vescovo di Roma”, come ama chiamarsi, ma anche “Successore di Pietro” e, soprattutto, “Vicario di Cristo”.

    Non cerchi l’applauso del mondo, Santità, e non creda che l’astronomico  numero dei partecipanti al GMG rappresenti il grafico della nuova evangelizzazione e il trionfo della Fede perché  i viaggi apostolici son diventati spettacoli e feste e la gente vi corre in massa non vietandosi, ad esempio, di ascoltar Messa e, nello stesso tempo, così come abbiamo visto a Rio, divertirsi nelle onde o amoreggiare. Il miracolo dei pani e dei pesci avvenne per una moltitudine che ascoltava, in silenzio ed attenzione, la Parola del Maestro e con i discepoli che non ballavano certamente o si dimenavano. Gesù, a tal proposito, ebbe parole ben chiare: “Vae cum benedixerint vobis homines;  secundum haec enim faciebant pseudoprophetis patres eorum” ( Lc. 6, 26 )
[Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti]

E’ tanto difficile seguirle, rispettarle?

Santità: se non vuol credere alla mia sofferta protesta, alla mia denuncia peraltro circostanziata, creda alla Parola di Gesù.

E’ tempo, anche per noi fedeli, di parlare a difesa di nostra Madre, in ciò confortati e comandati dal Signore che, per bocca di Ezechiele (3,16-21) ci intima di intervenire quando l’errore si infiltra nel corpo sano de popolo di Dio.

31 luglio 2013

Con umile devozione filiale

La lettera è stata inviata al Papa per posta


di L. P.

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