La triste tela di Penelope delle suore americane, il Vaticano non dà più filo
Le suore sembrano oggi meno propense alla ribellione nei confronti delle alte gerarchie, se è vero che il discorso con cui suor Deacon ha chiuso l’annuale assemblea di Orlando, in Florida, è stato prudente. Certo, la situazione è ancora “delicata”, ma qualche segnale positivo nel confronto (duro) con Roma si comincia a intravedere. Si lavora per superare le incomprensioni e “conservare l’integrità della Lcwr”. Predica pazienza la leader uscente delle religiose americane, evoca Penelope intenta a tessere la sua tela in attesa del ritorno di Ulisse, dopo che proprio suor Deacon (lo scorso maggio) accusava il Papa argentino di non aver seguito a fondo il dossier della disputa tra la Lcwr e il Vaticano. Dietro i discorsi ufficiali, però, la musica cambia. “Mons. Sartain non ha detto niente”, si sfogano alcune suore che hanno partecipato alla riunione a porte chiuse tra il prelato e i vertici della conferenza religiosa. Pochi dettagli sui prossimi passi di Roma nei confronti della Lcwr, scarne informazioni sul ruolo che il delegato della Santa Sede avrà all’interno dell’organizzazione delle suore ribelli. Si aspettavano di più, dall’inviato vaticano. Non a caso, il National Catholic Reporter nota come tra le religiose presenti a Orlando fosse diffuso il senso di frustrazione e di contrarietà per come si era svolto l’incontro. Anche perché il punto su cui l’arcivescovo di Seattle ha più insistito (“parlando con il cuore”, da “fratello e amico”, per quasi quaranta minuti) è stato quando ha ribadito che il ruolo delle religiose è quello di “pensare con la chiesa e di essere fedeli al suo Magistero”. Ben venga l’impegno nell’educazione e nella sanità. “Nessuno critica ciò”, ha detto Sartain. Prima di tutto, però, viene la fedeltà al Papa e alla chiesa.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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