ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 23 settembre 2013

Bagnasco bertonizzato

Diario Vaticano / Francesco comanda anche la CEI. Ricambio in vista

Il segretario generale dei vescovi italiani è a fine mandato e sarà il papa a decidere se confermarlo o no. In calendario la prima ordinazione episcopale fatta dall'attuale pontefice. Ed è sua anche la strana retromarcia dopo la nomina di Camaldo a canonico

di ***

CITTÀ DEL VATICANO, 23 settembre 2013 – Dopo le nomine avvenute in curia due giorni fa, un altro cambiamento di peso si profila al vertice della Chiesa italiana, anche questo con papa Francesco a dire l'ultima parola.
Oggi si riunisce a Roma il direttivo della conferenza episcopale italiana. E tra due giorni, il 25 settembre, scade il quinquennio del segretario generale della medesima, il vescovo siciliano Mariano Crociata (nella foto). 


Crociata potrebbe essere confermato nell’incarico, ma è anche possibile che sia promosso arcivescovo e fatto ordinario militare per l’Italia. Di certo, il suo nome è nella ristretta rosa dei candidati a questa carica.

L’Italia è l’unico paese al mondo in cui il segretario generale dell’episcopato non è eletto ma nominato direttamente dal papa. Secondo lo statuto della CEI la scelta del pontefice, che è primate d’Italia, avviene "su proposta della presidenza, sentito il consiglio episcopale permanente".

In pratica accade che la presidenza della CEI prepara una terna di nomi, che sono poi messi ai voti della trentina di membri del consiglio permanente. Il risultato di questa consultazione però viene tenuto segreto agli stessi votanti. È il presidente della CEI – attualmente il cardinale Angelo Bagnasco – a comunicare il risultato riservatamente al papa che quindi, anche in virtù della segretezza di una votazione di per sé non vincolante, è ancora più libero nel prendere la decisione che vorrà.

Questa volta, il caso vuole che il consiglio episcopale permanente si svolga proprio nei giorni in cui scade il mandato quinquennale del segretario. Ed è quindi possibile che si tenga  subito una votazione per l’eventuale conferma di Crociata o per la nomina del suo successore.

Crociata, che dal 2007 era vescovo di Noto, è stato nominato segretario della CEI da Benedetto XVI il 25 settembre 2008, quando aveva 55 anni  e nel comunicato si specificò che avrebbe preso possesso dell'incarico a partire dal 20 ottobre successivo.

Secondo indiscrezioni apparse allora su "Il Foglio" il suo nome era il primo di una terna stabilita dalla presidenza della CEI che comprendeva anche Pietro Farina, 66 anni, all'epoca vescovo di Alife-Caiazzo, e  Oscar Cantoni, 58 anni, all'epoca vescovo di Crema.

Con Crociata per la prima volta nella sua storia la CEI ha avuto un numero due originario dell'Italia del sud. Tutti i precedenti segretari provenivano infatti  dal Lombardo-Veneto (Alberto Castelli, Andrea Pangrazio, Luigi Maverna, Egidio Caporello, Dionigi Tettamanzi), dalla Toscana (Enrico Bartoletti), dall'Umbria (Ennio Antonelli e Giuseppe Betori).

Per la cronaca, i tre ultimi predecessori di Crociata (Betori, Antonelli e Tettamanzi)  sono stati tutti successivamente promossi a una diocesi con tradizione cardinalizia e hanno poi ricevuto la porpora.

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Un sito solitamente ben informato su questo tipo di notizie ha anticipato che papa Francesco, il prossimo 24 ottobre, di giovedì, presiederà la prima consacrazione episcopale del suo pontificato:

> "Principal consecrator: Pope Francis…"

Il neoarcivescovo che in quel giorno si prevede riceverà la sacra ordinazione dal papa è il francese Jean-Marie Speich, nominato lo scorso agosto nunzio apostolico in Ghana. Ma a lui potrebbe aggiungersi l'italiano Giampiero Gloder, capo dell'ufficio che cura i testi dei discorsi del papa, promosso il 21 settembre a nunzio apostolico e a presidente della pontificia accademia ecclesiastica.

Jorge Mario Bergoglio, da cardinale, cioè dal 1999 alla sua ascesa al soglio di Pietro, ha presieduto a 21 consacrazioni episcopali, tutte argentine.

Benedetto XVI durante il suo pontificato ha ordinato 22 vescovi, mentre altri 4 ne aveva consacrati da cardinale.

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Si dice che papa Francesco, una volta presa una decisione, non ami tornare indietro. 

Esemplari in tal senso appaiono i casi delle controverse nomine di Battista Ricca allo IOR e di Francesca Immacolata Chaouqui alla commissione referente sulle finanze vaticane. Tanto che all’ombra del Cupolone a tal proposito si sussurra, cambiando il soggetto, il famoso detto latino: "Senatus non errat et si errat non corrigit ne videatur errasse" (il senato non sbaglia e se sbaglia non si corregge per non far vedere di aver sbagliato).

Ma almeno in un caso papa Bergoglio ha fatto marcia indietro, a tutto vantaggio dell’interessato.

Dopo una trentennale carriera da cerimoniere pontificio, monsignor Francesco Camaldo era stato nominato nei mesi scorsi canonico di San Giovanni in Laterano.

Ma quando la designazione stava per diventare operativa è arrivato il contrordine.

A monsignor Camaldo, infatti, è stato assegnato da papa Francesco il più prestigioso e più retribuito titolo di canonico di San Pietro in Vaticano.

La ragione del ripensamento sembra che sia stata l'incompatibilità giuridica tra il canonicato lateranense e la carica di cappellano della Cappella Corsini in San Giovanni, con i benefici annessi: carica che monsignor Camaldo ricopre dal 1988, quando era segretario particolare dell’allora cardinale vicario di Roma Ugo Poletti.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350607

Papa Francesco, le nuove nomine: “salta” il pupillo di Bertone, Piacenza penitenziere

Bergoglio completa il quadro dopo la nomina di Parolin come segretario di Stato. Due nunzi in posti chiave della curia: Beniamino Stella prefetto per la congregazione per il clero, Lorenzo Baldisseri sarà segretario generale del sinodo. Tutte figure vicine a Sodano. Ma fanno rumore anche i promoveatur ut amoveatur del pontefice. Come quello del cardinale ritenuto "erede" del porporato salesiano

Papa Francesco, le nuove nomine: “salta” il pupillo di Bertone, Piacenza penitenziere

Una nomina importante quella del nuovo segretario generale del sinodo perché conferma i progetti di riforma di questo organismo già anticipati dal Papa. “Forse è il tempo di mutare la metodologia del sinodo – ha affermato Francesco nell’intervista alla Civiltà Cattolica – perché quella attuale mi sembra statica. Questo potrà anche avere un valore ecumenico, specialmente con i nostri fratelli ortodossi. Da loro si può imparare di più sul senso della collegialità episcopale e sulla tradizione della sinodalità”.
“Ormai le nomine le fa Sodano” è il commento di un anziano prelato sorpreso positivamente dalla scelta di tre nunzi molto stimati dall’ultimo segretario di Stato (per 15 anni) di Giovanni Paolo II. Ma fanno rumore anche i promoveatur ut amoveatur di Bergoglio. A saltare per primo è il “pupillo” diTarcisio Bertone, il cardinale genovese Mauro Piacenza che lascia la congregazione per il clero, all’età di 69 anni, per sostituire il 75enne porporato portoghese Manuel Monteiro de Castrocome penitenziere maggiore (cioè a capo del primo tribunale della curia romana). Piacenza ha iniziato la sua gavetta nel 1990 alla congregazione per il clero. Poi ha percorso tutti i gradi: prima capoufficio, poi sottosegretario, poi segretario e, tre anni fa, prefetto. Nel 2003 è l’allora arcivescovo di Genova Bertone a ordinarlo vescovo su mandato di papa Wojtyla. E sarà sempre il porporato salesiano, divenuto segretario di Stato di Benedetto XVI, a volerlo al vertice della congregazione per il clero e poi, nel 2010, nel collegio cardinalizio.
Puntuale è arrivata la conferma di monsignor Gerhard Ludwig Müller alla guida della congregazione per la dottrina della fede. Dopo la fumata bianca Müller, che sta curando l’opera omnia di Joseph Ratzinger, sembrava destinato a lasciare Roma per la totale diversità di pensiero con Bergoglio sulla teologia della liberazione. Invece i due in questi mesi hanno dialogato in modo proficuo e Müller è riuscito a far ricevere dal Papa Gustavo Gutierrez, fondatore della teologia della liberazione. Francesco ha confermato anche il segretario dell’ex Sant’Uffizio, monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer, e ha nominato come segretario aggiunto monsignorJoseph Augustine Di Noia e come consultore monsignor Giuseppe Sciacca.
Conferma anche per il “Papa rosso” (chiamato così per i suoi ampi poteri), cioè il cardinaleFernando Filoni, prefetto della congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, che rimane al suo posto insieme con il segretario, monsignor Savio Hon Tai-Fai, e il segretario aggiunto, monsignorProtase Rugambwa. Nomina episcopale per monsignor Giampiero Gloder che Bergoglio ha scelto come nuovo presidente della Pontificia accademia ecclesiastica. Francesco, ha inoltre, nominato il sacerdote torinese Mauro Rivella delegato della sezione ordinaria dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.
Una partenza eccellente da Roma è, invece, quella del segretario del sinodo, monsignor Nikola Eterović, che dopo nove anni torna a fare il nunzio. Il Papa per lui ha scelto la sede diplomatica di Berlino che fu del cardinale Eugenio Pacelli, che sarebbe poi diventato Pio XII.
Al termine della settimana prossima, a conclusione della sessione autunnale del consiglio episcopale permanente della Cei che si aprirà lunedì, arriverà anche un’altra nomina molto attesa. Monsignor Mariano Crociata, attuale segretario generale della Cei, sarà il nuovo ordinario militare in Italia. L’ordinariato militare è equiparato ad una diocesi ed un ufficio dello Stato e ha giurisdizione su tutti i militari delle forze armate italiane.Crociata prenderà il posto occupato per sette anni da monsignor Vincenzo Pelvi che ha lasciato l’ordinariato al compimento dei 65 anni come previsto dalla legge italiana denunciando di essere stato vittima di una vera e propria “persecuzione della menzogna“. “Questi anni da ordinario militare – ha scritto Pelvi in una lettera inviata a tutti i cappellani – mi hanno rafforzato nell’amore alla verità, mostrandomi come sono, senza compromessi, finzioni e paura. Ho compreso che tutti desideriamo conoscere la verità, ma quando essa rivela i difetti o le fragilità, allora viene odiata e perseguitata. Ho fatto, così, esperienza di quella che definirei persecuzione della menzogna con accuse false, che mi hanno causato un dolore immenso”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/22/papa-francesco-nuove-nomine-salta-pupillo-di-bertone-piacenza-penitenziere/719541/

Papa, in Curia arrivano gli italo-latinoamericani

Bergoglio licenzia l'ultraconservatore cardinal Mauro Piacenza, allievo di Siri. Il potere dei bertoniani in frantumi, il partito dei nunzi esce vincitore.

di Francesco Peloso

Il terremoto nella Curia vaticana è ormai iniziato, anche se segue lo stile-Bergoglio: vale a dire una serie successive di brevi e intense scosse per ridisegnare gli equilibri interni al governo della Chiesa universale. Francesco procede fra conferme e nomi nuovi per portare a termine il ricambio della classe dirigente. In questo quadro emerge il progressivo venir meno del potere bertoniano, una svolta attesa fin dall'elezione del nuovo papa ma che ora sta prendendo concretamente forma.

E così se nei giorni scorsi è stato nominato quale nuovo Segretario di Stato al posto dello stesso Bertone monsignor Pietro Parolin, già nunzio in Venezuela che entrerà in carica il 15 ottobre, ieri è stato il giorno dell'addio per il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della potente Congregazione per il clero. Piacenza - formatosi alla scuola del cardinale Siri - lascia l'incarico a 69 anni, in anticipo sull'età della pensione che è di 75; al suo posto arriva monsignor Benimino Stella, oggi alla guida della Pontificia accademia ecclesiastica - la scuola dei diplomatici della Santa Sede - e un passato da nunzio in Colombia e a Cuba. Piacenza andrà a ricoprire l'incarico di Penitenziere maggiore.

Vengono invece confermati i vertici di due dicasteri chiave, la congregazione per la dottrina della fede,con l'arcivescovo Gerhard Muller, e Propaganda fide posto sotto la guida del cardinale Fernando Filoni. Il primo, pur nominato da Ratzinger verso la fine del pontificato, è personalità aperta al confronto con le correnti più progressive della teologia, il secondo rappresenta invece un elemento di continuità nello schema curiale. Francesco, insomma, procede nel rinnovamento un passo alla volta, consapevole che la macchina curiale sta facendo fatica ad accettare le tante novità del suo magistero. Anche la struttura del sinodo subisce un avvicendamento importante: l'attuale segretario Nikola Eterovic è stato mandato a fare il nunzio a Berlino, al suo posto è entrato un altro fedelissimo di Bergoglio, monsignor Lorenzo Baldisseri, anche lui con un passato diplomatico quale rappresentante della Santa Sede in Brasile e Paraguay oltre che in India e Nepal. Emerge così un dato sugli altri: il partito dei nunzi apostolici è largamente il vincitore politico di questa prima fase del pontificato. Alla stessa corrente appartengono infatti anche il cardinal Filoni e un altro membro della Segreteria di Stato come Angelo Becciu, pure ascritto all'entourage di Bertone, rimasto però al suo posto di Sostituto per gli affari generali; prima di approdare in Vaticano Becciu è stato nunzio a Cuba.

Inoltre, escludendo le conferme, le scelte nuove di Bergoglio - Parolin, Baldisseri, Stella - hanno in comune un'esperienza diplomatica in Sud America; il Papa, dunque, da arcivescovo di Buenos Aires, ha avuto modo di conoscere direttamente o indirettamente molti di loro. Da sottolineare, poi, che fra i 'grandi elettori' di Francesco c'è stato anche l'autorevole cardinale cubano Jaime Ortega il quale pubblicò - evidentemente con l'autorizzazione dell'interessato - il discorso tenuto da Bergoglio durante le riunioni fra cardinali che precedettero il conclave, un particolare che forse aiuta a capire la presenza di alcuni ex nunzi nell'isola caraibica nella curia bergogliana.

Il Papa ha nominato anche un alto dirigente dell'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica; mons. Mauro Rivella - esperto di problemi giuridici della Cei - prende il posto di Massimo Boarotto e ora avrà la responsabilità del considerevole settore immobiliare del dicastero vaticano. Alla guida dell'Apsa - insieme allo Ior uno dei centri nevralgici delle finanze vaticane - c'è oggi il cardinale Domenico Calcagno, la cui posizione è fortemente in bilico visto la serie di indagini giudiziarie che ha investito la struttura in seguito all'arresto di monsignor Scarano e alle sue rivelazioni. Ancora, prova a superare la tempesta del rinnovamento, il cardinale Giuseppe Versaldi, alla guida della Prefettura degli affari economici, un organismo che ha assunto rilevanti funzioni di coordinamento nella curia romana. D'altro canto i 'bertoniani' non sono un gruppo più tanto compatto; si ricordi anche che Ettore Balestrero, viceministro degli esteri in ascesa, fu mandato, Bertone ancora regnante, a fare il nunzio in Colombia, fra i due non c'era più il feeling di un tempo.

Restano, della litigiosa covata ligure, anche il patriarca di Venezia Francesco Moraglia - amico del card. Piacenza - e il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Quest'ultimo per ora è rimasto alla presidenza dei vescovi italiani, e tuttavia la distanza con Bergoglio appare sempre più sensibile.

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